La vita è una canzone: cantala. La vita è un gioco: giocalo. La vita è una sfida: accettala. La vita è un sogno: realizzalo. La vita è un sacrificio: offrilo. La vita è amore: assaporalo.
Ti aspetto e ogni giorno mi spengo poco per volta e ho dimenticato il tuo volto. Mi chiedono se la mia disperazione sia pari alla tua assenza no, è qualcosa di più: è un gesto di morte fissa che non ti so regalare.
Dio mi chiama, virgulto mentre porto le vene giù nel mondo fino a che si corrompano di terra. Dio mi chiama a che canti altrove un grido ed un sibilo ardente di vendette. Dio che vuole i miei gemiti e la furia mi raggela se tento mille mani mettere la mia polvere di zelo.
Se riesci a mantenere la calma, quando tutti attorno a te la stanno perdendo, e te ne fanno una colpa; Se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te tenendo però nel giusto conto i loro dubbi; Se sai aspettare senza stancarti di aspettare, o essendo calunniato non rispondere con calunnie, o essendo odiato, non dare spazio all'odio, senza tuttavia sembrare troppo buono ne parlare troppo saggio;
Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni; Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine; Se sai incontrarti con il Successo e la Sconfitta e trattare questi due impostori allo stesso modo; Se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per ingenui; o vedere le cose, per le quali hai dedicato la vita, distrutte, o umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;
Se sai fare un'unica pila delle tue vittorie, e rischiarla in un sol colpo a testa o croce, e perdere, e ricominciare di nuovo dall'inizio senza mai lasciarti sfuggire una parola su quello che hai perso; se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più e così resistere quando in te non c'è più nulla tranne la volontà che dice loro "Resistete!";
Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà o passeggiare con i re senza perdere il comportamento normale; Se non possono ferirti né i nemici né gli amici troppo premurosi; Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo; Se riesci a riempire l'inesorabile minuto dando valore ad ogni istante che passa; tua è la Terra e tutto ciò che vi è in essa e - quel che più conta - tu sarai un Uomo, figlio mio!
C'era una frana sulla Pacific Coast Highway e ci hanno fatto fare una deviazione fin su alle colline di Malibu e c'era un gran traffico e faceva caldo, e poi ci siamo persi. Ma ho intravisto un carro funebre e ho detto: "ecco il carro funebre, seguiamolo", e la mia donna ha detto: "quello non è il carro funebre", e io ho detto: "sì, è il nostro carro funebre".
Il carro funebre ha girato a sinistra e io l'ho seguito mentre si arrampicava per una stradina sterrata, fino a quando non ha accostato e io ho pensato: "si è perso pure lui". C'era un camioncino parcheggiato lì e un signore che vendeva fragole e io mi sono fermato e ho chiesto dov'era la chiesa e lui mi ha dato le indicazioni e la mia donna ha detto al tizio delle fragole: "al ritorno passiamo a comprare un po' di fragole". poi ho fatto inversione e il carro funebre si è rimesso in moto e ci siamo avviati uno dietro l'altro fino a quando non siamo arrivati alla chiesa.
eravamo lì per il funerale di un grand'uomo ma il gruppo era sparito: la famiglia, un paio di vecchi amici sceneggiatori, e altre due o tre persone. abbiamo detto due parole ai parenti e alla moglie del defunto e poi siamo entrati e la messa è cominciata e il prete non era niente di che ma uno dei figli del grand'uomo ha fatto un bel discorso, e poi è finito tutto ed eccoci di nuovo fuori, in macchina, di nuovo dietro al carro funebre, giù per la stessa stradina ripida e di nuovo davanti al camioncino delle fragole, e la mia donna ha detto: "non fermiamoci per le fragole", e mentre proseguivamo verso il cimitero, ho pensato: Fante, sei stato uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi e questo è un giorno triste. alla fine, eccoci al cimitero; il prete ha detto qualcosa ed è tutto finito. sono andato dalla vedova che se ne stava lì seduta tutta pallida e bella e piuttosto solitaria su una sedia pieghevole di metallo. "Hank", mi ha detto, "è difficile", e ho provato inutilmente a dire qualcosa che le fosse di conforto.
allora ce ne siamo andati, lasciandola lì, e io stavo proprio male.
Ho chiesto a un amico di riaccompagnare la mia ragazza in città e me ne sono andato all'ippodromo. Sono arrivato giusto in tempo per la prima corsa, e mentre giocavo la mia scommessa l'impiegato mi guardava strano e mi ha detto "Gesù, Hank, come mai porti la cravatta?"
Difficoltoso è riconoscer l'amore. Ma io quella sera più del tuo corpo ho desiderato il tuo tempo. Ho desiderato il tuo cuore. E forse questo significa amare. Voler aspettare. Voler condividere. Voler ricordare. Perciò sognavo di averti vicina. Di averti con me. Per ogni mattina. Quando la luce del giorno ci avrebbe svegliati. Accolti. Abbracciati. A far colazione. Dopo una doccia veloce. Chiederti: ti va di restare? Possiamo andarcene a correre. E dopo pranzare. Magari se vuoi questa sera ti porto a ballare. Nessun programma. Nessuna promessa. Soltanto una luce negli occhi a indicarci la strada. La stessa. E mentre stai dormendo penso che potrei abbracciarti. E invece resto fermo fermo ad osservarti. Che vadano affanculo tutte le paure della vita. Mi perdo dentro ai tuoi respiri e mi ripeto che ogni notte passata accanto a te vicino ai nostri sogni dovrebbe per giustizia essere infinita.