Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Le cose

Le monete, il bastone, il portachiavi,
la pronta serratura, i tardi appunti
che non potranno leggere i miei scarsi
giorni, le carte da giunco e gli scacchi,
un libro e tra le pagine appassita
la viola, monumento d'una sera
di certo inobliabile e obliata,
il rosso specchio a occidente in cui arde
illusoria un'aurora. Quante cose,
atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
ci servono come taciti schiavi,
senza sguardo, stranamente segrete!
Dureranno piú in là del nostro oblio;
non sapran mai che ce ne siamo andati.
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    Scritta da: Marianna Mansueto
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Ma quando sono solo con questo naso al piede
    che almeno di mezz'ora da sempre mi precede
    si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
    che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
    non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
    per colpa o per destino le donne le ho perdute
    e quando sento il peso d'essere sempre solo
    mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
    ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
    amo senza peccato, amo, ma sono triste
    perché Rossana è bella, siamo così diversi,
    a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi.
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      Scritta da: Carlotta B.
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Sono qui di fronte a te
      con la mia finta felicità,
      i miei falsi sorrisi,
      che non possono nascondere
      il desiderio che ho di te,
      di toccare i tuoi capelli biondi,
      di sfiorare le tue labbra con le mie.
      Sei bellissima, lo vedo anch'io,
      ma non so dirtelo.
      No, non sono innamorato di te
      - non lo sono mai stato di nessuna -
      ma mi piacerebbe sentirti
      almeno per un attimo mia,
      provare emozione
      per un tuo sguardo d'amore
      ... io che non voglio
      amore eterno né pietà.
      Aiutami, ti prego,
      sto male:
      nel dolore che attraversa
      le mie risate stanche,
      nell'oblìo assurdo delle mie sere vuote.
      Inségnami ad amare,
      a dare soprattutto,
      a sciogliere il mare di ghiaccio
      per poterti ricevere
      e riscaldare.
      Aiutami
      a riscoprire il calore del mio cuore,
      l'ingenua energia di un bambino stupìto,
      il faro accecante del sole di luglio
      soffocante nel tardo mattino.
      Inségnami ad amare,
      senza pretese,
      senza progetti,
      senza troppe speranze.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        I furbi

        I furbi scendono la corrente come pesci bianchi
        sulla cresta d'acque blu, oltre le rapide.
        I furbi, con le loro gole e sopracciglia da furbi,
        i loro furbi peli nel naso, entrambe le scarpe allacciate, tutte le tragedie cancellate, denti splendenti.
        I furbi non si scompongono. Anche le loro morti sono morti al quadrato, furbi furbi furbi.
        Hanno case migliori, auto migliori, risate migliori.
        Persino i loro incubi sono sogni sgargianti.
        Questi furbi ti siedono di fronte, con un sorriso pulito, che li riempe, fianco i capelli sprizzano nitore.
        Quanto ho vissuto e quanti ne ho visti.
        Sapete cos'è davvero la morte?
        È uno di questi furbi rottinculo che ti stringe la mano e ti abbraccia.
        Sapete cos'è davvero la morte?
        Venite a vedermi mentre allungo la carta di credito
        al cameriere disprezzandovi. O peggio.
        Composta domenica 27 ottobre 2013
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          Scritta da: Gabriella Stigliano
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Mi avevano lasciato solo
          nella campagna, sotto
          la pioggia fina, solo.
          Mi guardavano muti
          meravigliati
          i nudi pioppi. soffrivano
          della mia pena. pena
          di non saper chiararnente...

          E la terra bagnata
          e i neri altissimi monti
          tacevano vinti. Sembrava
          che un dio cattivo
          avesse con un sol gesto
          tutto pietrificato.

          E la pioggia lavava quelle pietre.
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            Scritta da: prosdocimo
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Come potrei

            Come potrei trattenerla in me,
            la mia anima, che la tua non sfiori;
            come levarla oltre te, all'infinito?
            Potessi nasconderla in un angolo
            sperduto nelle tenebre;
            un estraneo rifugio silenzioso
            che non seguiti a vibrare
            se vibra il tuo profondo.
            Ma tutto quello che ci tocca, te
            e me insieme
            ci tende come un arco
            che da due corde un suono solo rende
            Su quale strumento siamo tesi,
            e quale grande musicista ci tiene nella mano?
            O dolce canto.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              E tu che hai messo mano al mio dolore
              con la dolcezza che distingue il bene
              padre esemplare di un retta schiera
              di progenie devota benedetto
              sei per quella tua ripida pazienza
              conoscitrice delle cose insane
              né ti fa meraviglia l'ardua specie
              del dolore scoperto alle tue mani
              può venir palpitante una fanciulla
              ed un brivido assurdo: sei l'umano
              incarnato nell'era degli dei.
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Un trucco per alleviare il nostro sanguinare

                In pratica
                le grandi parole dei grandi uomini
                non sono poi così grandi.

                E le grandi nazioni o le grandi bellezze
                non lasciano altro che il residuo
                della reputazione che sarà lentamente
                rosicchiato via.

                Né le grandi guerre sembrano così grandi,
                né le grandi poesie
                né le leggende di prima mano.

                Persino i lutti
                ora sono così tristi,
                e il fallimento non è stato altro che un
                trucco
                per farci continuare.

                E la celebrità e l'amore
                un trucco per alleviare il nostro sanguinare.

                E come il fuoco diventa cenere e l'acciaio
                diventa ruggine, noi diventiamo
                saggi
                e poi
                non così saggi.

                E sediamo su sedie
                leggendo vecchie mappe,
                guerre finite, amori finiti, vite finite,

                e un bambino gioca davanti a noi come una scimmia
                e noi diamo un colpetto alla pipa e sbadigliamo,
                chiudiamo gli occhi e dormiamo.

                Belle parole
                come belle signore,
                si accartocciano e muoiono.
                Composta mercoledì 25 settembre 2013
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