Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

No, non dire mai che il mio cuore è stato falso (Sonetto 109)

No, non dire mai che il mio cuore è stato falso
Anche se l'assenza sembrò ridurre la mia fiamma;
come non è facil ch'io mi stacchi da me stesso,
così è della mia anima che vive nel tuo petto:
quello è il rifugio mio d'amore; se ho vagato
come chi viaggia, io di nuovo lì ritorno
fedelmente puntuale, non mutato dagli eventi,
tanto ch'io stesso porto acqua alle mie colpe.
Non credere mai, pur se in me regnassero
tutte le debolezze che insidiano la carne,
ch'io mi possa macchiare in modo tanto assurdo
da perdere per niente la somma dei tuoi pregi:
perché niente io chiamo questo immenso universo
tranne te, mia rosa; in esso tu sei il mio tutto.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Quanto ancor più bella sembra la bellezza (Sonetto 54)

    Quanto ancor più bella sembra la bellezza,
    per quel ricco ornamento che virtù le dona!
    Bella ci appar la rosa, ma più bella la pensiamo
    per la soave essenza che vive dentro a lei.
    Anche le selvatiche hanno tinte molto intense
    simili al colore delle rose profumate,
    hanno le stesse spine e giocano con lo stesso brio
    quando la brezza d'estate ne schiude gli ascosi boccioli:
    ma poiché il loro pregio è solo l'apparenza,
    abbandonate vivono, sfioriscono neglette e
    solitarie muoiono. Non così per le fragranti rose:
    la loro dolce morte divien soavissimo profumo:
    e così è; per te, fiore stupendo e ambito,
    come appassirai, i miei versi stilleran la tua virtù.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      La morte di Tantalo

      Noi sedemmo sull'orlo
      della fontana nella vigna d'oro.
      Sedemmo lacrimosi in silenzio.
      Le palpebre della mia dolce amica
      si gonfiavano dietro le lagrime
      come due vele
      dietro una leggera brezza marina.
      Il nostro dolore non era dolore d'amore
      né dolore di nostalgia
      né dolore carnale.
      Noi morivamo tutti i giorni
      cercando una causa divina
      il mio dolce bene ed io.

      Ma quel giorno già vanía
      e la causa della nostra morte
      non era stata rivenuta.

      E calò la sera su la vigna d'oro
      e tanto essa era oscura
      che alle nostre anime apparve
      una nevicata di stelle.

      Assaporammo tutta la notte
      i meravigliosi grappoli.
      Bevemmo l'acqua d'oro,
      e l'alba ci trovò seduti
      sull'orlo della fontana
      nella vigna non piú d'oro.

      O dolce mio amore,
      confessa al viandante
      che non abbiamo saputo morire
      negandoci il frutto saporoso
      e l'acqua d'oro, come la luna.

      E aggiungi che non morremo piú
      e che andremo per la vita
      errando per sempre.
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        Scritta da: mor-joy
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Valore

        Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
        Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
        Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
        la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
        Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello
        che oggi vale ancora poco.
        Considero valore tutte le ferite.
        Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
        tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
        provare gratitudine senza ricordare di che.
        Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord,
        qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
        Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
        la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
        Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.
        Molti di questi valori non ho conosciuto.
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          Scritta da: Alessandro Pinto
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Desiderio proibito

          In tutti i divieti c'è
          una magica forza
          che induce alla tentazione.
          Il vietato è contagioso,
          i desideri proibiti
          si propagano in noi
          come tormento perenne
          infuriato dall'inibizione.
          L'ubbidienza al tabù
          presuppone la rinuncia,
          perché tutti i divieti
          sono menomazioni che
          nascondono desideri.
          Così la tentazione
          cresce a dismisura nella
          prigione dell'inconscio.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Nato

            Dunque è sua madre.
            Questa piccola donna.
            Artefice dagli occhi grigi.

            La barca su cui, anni fa,
            lui approdò alla riva.

            È da lei che si è tirato fuori
            nel mondo,
            nella non-eternità.

            Genitrice dell'uomo
            con cui salto attraverso il fuoco.

            È dunque lei, l'unica
            che non lo scelse
            pronto, compiuto.

            Da sola lo tirò
            dentro la pelle a me nota,
            lo attaccò alle ossa
            a me nascoste.

            Da sola egli cercò
            gli occhi grigi
            con cui mi ha guardato.

            Dunque è lei, la sua Alfa.
            Perché mai me l'ha mostrata?

            Nato.
            Così è nato, anche lui.
            Nato come tutti.
            Come me, che morirò.

            Figlio d'una donna reale.
            Uno giunto dalle profondità del corpo.
            In viaggio verso l'Omega.

            Esposto
            alla propria assenza
            da ogni dove,
            in ogni istante.

            E la sua testa
            è una testa contro un muro
            cedevole per ora.

            E le sue mosse
            sono tentativi di eludere
            il verdetto universale.

            Ho capito
            che è già a metà cammino.

            Ma questo a me non l'ha detto,
            no.

            "Questa è mia madre"
            mi ha detto soltanto.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Il silenzio fiorisce

              Qui il silenzio fiorisce movendo
              il pesante vascello dell'anima,
              e il vento, cane docile, lambisce
              i giunchi appena incurvati.

              Qui il desiderio in un'insenatura
              vuota fa attraccare i suoi vascelli.
              E in questa quiete è dolce non sapere
              dei murmuri lontani della terra.

              Qui a lievi immagini, a lievi pensieri
              io consacro i miei versi,
              e con un languido fruscío li accolgono
              le armoniose correnti del fiume.

              Abbassando le ciglia con languore,
              voi, fanciulle, nei versi avete letto
              come le gru da una pagina all'altra
              siano volate nella lontananza.

              Ed ogni suono era per voi allusione
              e sonava ineffabile ogni verso.
              Ed amavate nell'ampia largura
              delle mie rime scorrevoli.

              E ciascuna per sempre ha conosciuto
              e non potrà dimenticare mai
              come baciava, come s'avvinghiava,
              come cantava l'acqua silenziosa.
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