Poesie d'Autore migliori


in Poesie (Poesie d'Autore)
Non sarà che alle nozze di animi costanti
Io ammetta impedimenti, amore non è amore
Che muta quando scopre mutamenti,
O a separarsi inclina quando altri si separa.
Oh no, è un faro irremovibile
Che mira la tempesta e mai ne viene scosso;
Esso è la stella di ogni sperduta nave,
Remoto il suo valore, pur se il suo luogo noto.
Amore non soggiace al tempo, anche se labbra
E rosee guance cadranno sotto la sua arcuata falce.
Amore non muta in brevi ore e settimane,
Ma impavido resiste fino al giorno del Giudizio.
Se questo è errore, e sarà contro me provato,
allora io non ho mai scritto, e mai nessuno ha amato.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Adolescente

    Su te, vergine adolescente,
    sta come un'ombra sacra.
    Nulla è più misterioso
    e adorabile e proprio
    della tua carne spogliata.
    Ma ti recludi nell'attenta veste
    e abiti lontano
    con la tua grazia
    dove non sai chi ti raggiungerà.
    Certo non io. Se ti veggo passare
    a tanta regale distanza,
    con la chioma sciolta
    e tutta la persona astata,
    la vertigine mi si porta via.
    Sei l'imporosa e liscia creatura
    cui preme nel suo respiro
    l'oscuro gaudio della carne che appena
    sopporta la sua pienezza.
    Nel sangue, che ha diffusioni
    di fiamma sulla tua faccia,
    il cosmo fa le sue risa
    come nell'occhio nero della rondine.
    La tua pupilla è bruciata
    dal sole che dentro vi sta.
    La tua bocca è serrata.
    Non sanno le mani tue bianche
    il sudore umiliante dei contatti.
    E penso come il tuo corpo
    difficoltoso e vago
    fa disperare l'amore
    nel cuor dell'uomo!

    Pure qualcuno ti disfiorerà,
    bocca di sorgiva.
    Qualcuno che non lo saprà,
    un pescatore di spugne,
    avrà questa perla rara.
    Gli sarà grazia e fortuna
    il non averti cercata
    e non sapere chi sei
    e non poterti godere
    con la sottile coscienza
    che offende il geloso Iddio.
    Oh sì, l'animale sarà
    abbastanza ignaro
    per non morire prima di toccarti.
    E tutto è così.
    Tu anche non sai chi sei.
    E prendere ti lascerai,
    ma per vedere come il gioco è fatto,
    per ridere un poco insieme.
    Come fiamma si perde nella luce,
    al tocco della realtà
    i misteri che tu prometti
    si disciolgono in nulla.
    Inconsumata passerà
    tanta gioia!
    Tu ti darai, tu ti perderai,
    per il capriccio che non indovina
    mai, col primo che ti piacerà.
    Ama il tempo lo scherzo
    che lo seconda,
    non il cauto volere che indugia.
    Così la fanciullezza
    fa ruzzolare il mondo
    e il saggio non è che un fanciullo
    che si duole di essere cresciuto.
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      Scritta da: Ely By
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      "Ho voglia di te".
      Perché quando ami non c'è altro da dire.
      È inevitabile.
      Può accadere di tutto,
      possono dirti qualunque cosa,
      cercare di convincerti del contrario.
      Ma dentro, nel tuo cuore,
      nel tuo animo, nella tua testa,
      girano solo quelle parole.
      Ho voglia di te.
      Quando ridi, quando lo aspetti,
      quando lo cerchi, quando lo pensi.
      Ho voglia di te.
      Quando guardi le cose, quando mangi e sbuffi,
      quando dormi, quando sogni...
      Ho voglia di te.
      Quando hai paura, quando ti abbracci,
      quando ti arrabbi e te ne vai.
      Ho voglia di te.
      Di mattina, di sera, di notte.
      Quando fai altro.
      Ho voglia di te.
      Anche se ti fa male,
      anche se a volte non andrà come doveva.
      Ho voglia di te.
      Forse questa è la risposta.
      Perché le risposte, a volte,
      arrivano quando meno te lo aspetti.
      O forse proprio quando non le aspetti più.
      [... ]
      La vita sorprende, ti prende,
      ti cerca, ti vuole.
      Non ti molla.
      Ti riempie di suoni, colori, sguardi, tuffi al cuore.
      Quella stessa vita che tempo prima
      ti aveva sbattuto a terra.
      Senza risposte.
      Le risposte che tutti cerchiamo sempre.
      Ma a volte a dartele non sono
      le persone che ti aspettavi.
      E per qualche risposta in più
      che ora hai in tasca,
      ci sono mille nuove domande che arriveranno.
      Perché il gioco della vita non si ferma.
      E l'amore ha le sue regole,
      sempre diverse da come le avevi impostate...
      Perché l'amore non ha un suo perché...
      Perché... Ho voglia di te.
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        Scritta da: Cheope
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Elegia XIX: andando a letto

        Vieni, mia Donna, vieni mio vigore sfida di ogni riposo,
        finché mi affanno resterò in affanno.
        Spesso il nemico avendo il suo nemico in vista
        dalla sola presenza vien fiaccato, anche se non combatte.
        Getta pur quel cinto che splende simile allo Zodiaco,
        ma che nasconde al mio sguardo un mondo assai più bello.
        Togli gli spilli dal pettorale cosparso di lustrini,
        così che gli occhi dei maliziosi vi si possono fermare.
        Slacciati, perché quell'accordo armonioso
        mi dice di esser già l'ora di recarsi a letto.
        Via quel busto felice, che invidio,
        perché può starti così stretto.
        E via la gonna che svela una tanto bella condizione,
        come quando dai campi fioriti l'ombra dei colli si fugge.
        Via il diadema tenace, ed esso mostri
        il diadema fluente dei capelli che da te si leva:
        e ora via quelle scarpe, posa il tuo piede libero
        in questo sacro tempio dell'amore, su questo soffice letto.
        In vesti così bianche che gli Angeli del cielo erano soliti
        essere accolti dagli uomini; Angelo, conduci insieme a te
        un cielo simile al Paradiso di Maometto; e sebbene
        cattivi spiriti biancovestiti passino, noi facilmente riconosciamo
        questi Angeli da uno spirito malvagio,
        quelli rizzano i nostri capelli, ma questi ci rizzano la carne.

        Dona licenza alle mie mani erranti, lasciale andare
        avanti e indietro, in mezzo, sopra e sotto.
        Oh mia America! Mia nuova terra scoperta,
        mio regno, più sicuro se solo un uomo lo domina,
        miniera di pietre preziose, mio Impero,
        come sono benedetto in questo mio scoprirti!
        Entrare in questi ceppi significa essere liberi;
        dove metto la mia mano sarà il mio suggello.

        Completa nudità! Tutte le gioie a te sono dovute,
        come le anime si separano dal corpo, così i corpi si devono spogliare
        per gustare la gioia interamente. Le gemme che voi donne usate
        sono come i miei dorati pomi d'Atlanta, davanti allo sguardo degli uomini,
        tali che quando l'occhio di uno stupido s'illumina a una gemma
        la sua anima terrena non vuole la donna, ma vuole i suoi beni.
        Come dipinti, o come gaie rilegature di libri
        fatte per i profani, così sono le vesti delle donne;
        in sè le donne sono libri mistici che solo noi,
        fatti degni della loro grazia, vediamo rivelati.
        E poiché io sono chiamato a conoscere tanto,
        liberamente mostrati come a una levatrice;
        getta via tutto, si, getta i tuoi bianchi lini:
        all'innocenza nessuna penitenza è mai dovuta.

        Per insegnarti, per primo ecco son nudo; allora dunque,
        per coprirti che altro ti occorre più di un uomo?
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          Scritta da: Elisabetta
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Passione d'amore

          Quei parmi in cielo fra gli Dei, se accanto
          ti siede, e vede il tuo bel riso, e sente
          i dolci detti e l'amoroso canto!

          A me repente,
          con più tumulto il core urta nel petto:
          more la voce, mentre ch'io ti miro,
          su la mia lingua nelle fauci stretto
          geme il sorriso.

          Serpe la fiamma entro il mio sangue, ed ardo:
          un indistinto tintinnio m'ingombra
          gli orecchi, e sogno: mi s'innalza al gaurdo
          torbida l'ombra.

          E tutta molle d'un sudor di gelo,
          e smorta in viso come erba che langue,
          tremo e fremo di brividi, ed anelo
          tacito, esangue.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Accade che le affinità d'anima
            non giungano ai gesti e alle parole ma
            rimangano effuse come un magnetismo.
            É raro ma accade. Può darsi
            che sia vera soltanto la lontananza,
            vero l'oblio, vera la foglia secca
            più del fresco germoglio.
            Tanto e altro può darsi o dirsi.
            Comprendo la tua caparbia volontà di
            essere sempre assente perché
            solo così si manifesta la tua magia.
            Innumeri le astuzie che intendo.
            Insisto nel ricercarti nel fuscello
            e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno,
            sempre nel vuoto: in quello che
            anche al trapano resiste.
            Era o non era la volontà dei numi
            che presidiano il tuo lontano focolare,
            strani multiformi multanimi animali domestici;
            fors'era così come mi pareva
            o non era. Ignoro se
            la mia inesistenza appaga il tuo destino,
            se la tua colma il mio che ne trabocca,
            se l'innocenza é una colpa oppure
            si coglie sulla soglia dei tuoi lari.
            Di me, di te tutto conosco,
            tutto ignoro.
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              Scritta da: Paul Mehis
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Per la vecchia denti-storti

              Conosco una donna
              che compera continuamente puzzle
              cinesi
              puzzle
              cubi
              cavi
              pezzi che alla fine s'incastrano
              in un ordine
              li completa
              matematicamente
              risolve tutti i suoi
              puzzle
              vive giù in riva al mare
              mette lo zucchero fuori per le formiche
              e crede
              alla fin fine
              in un mondo migliore.
              Ha i capelli bianchi
              li pettina di rado
              ha i denti storti
              e indossa ampie tute informi
              su un corpo che molte
              donne vorrebbero avere.
              Per anni mi ha irritato
              con quelle che giudicavo
              eccentricità - come i gusci d'uovo a mollo
              (per nutrire le piante
              col calcio).
              Ma infine quando penso alla sua
              vita
              e la paragono alle altre vite
              più eccitanti, più belle
              e originali
              mi accorgo che lei ha ferito meno
              gente di tutti quelli che conosco
              (e per ferire intendo semplicemente ferire).
              Ha passato periodi tremendi,
              periodi in cui avrei forse potuto
              aiutarla di più
              perché è la madre della mia unica figlia
              e siamo stati un tempo grandi amanti,
              ma ne è uscita,
              come ho detto
              ha ferito meno gente di
              tutti quelli che conosco,
              e se guardi le cose così,
              beh,
              ha creato un mondo migliore.
              Ha vinto.
              Composta martedì 21 luglio 2009
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                Scritta da: Davide Bidin
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Alle porte di Madrid

                Non ascoltare le voci delle sfere dell'aldilà,
                né intrecciare nella trama delle righe,
                "poesie ermetiche"
                né cercare
                con pazienza di orafo
                rime graziose
                e fini espressioni,
                stasera, grazie al cielo, io sto più su.
                di tutto ciò.

                Stasera io
                sono un cantastorie di strada.
                La mia voce è semplice, senza artifici,
                e tu
                non puoi udire la mia canzone...

                È notte.
                Nevica.
                Tu sei alle porte di Madrid.
                Davanti a te hai l'armata dei nemici,
                che è venuta per uccidere
                tutto ciò che c'è di più bello:
                la libertà,
                il sogno,
                la speranza
                e i ragazzi.

                E nevica.
                E forse,
                i tuoi piedi nudi gelano.

                Nevica...
                Ed ecco,
                in quest'istante
                che io penso a te con tutto il mio cuore,
                forse
                una pallottola spezzerà la tua vita
                e per te non ci sarà più
                neve
                né vento
                né notte
                né giorno...

                E nevica.
                So
                che anche prima di gridare
                "No pasaran"
                e di montare la guardia
                alle porte di Madrid,
                tu esistevi!

                Chi eri,
                di dove sei venuto?
                Forse
                dalle miniere delle Asturie?
                Forse
                una benda insanguinata sulla tua fronte
                ha coperto
                una ferita che ti sei presa al Nord?
                Forse
                sei tu quello che per ultimo
                sparò nella notte che gli junker
                bombardavano Bilbao?
                O servivi come bracciante
                nelle tenute di un qualche
                conte Pernando Valesquero di Cortolon?
                O avevi una botteguccia
                alla Porta del Sole
                e vendevi le frutta dai colori spagnoli?
                Forse, non avevi alcun talento,
                o forse avevi una bella voce?
                O eri uno studente,
                un futuro giurista,
                e i tuoi libri
                sotto i cingoli d'un carro armato italiano
                son rimasti
                nella città universitaria?
                Forse non credevi in Dio,
                e forse invece portavi una piccola croce di rame
                a un cordino di seta?

                Chi sei,
                come ti chiami,
                quanti anni hai?
                Non ho visto la tua faccia,
                e non la vedrò.

                Forse
                essa ricorda le facce di quelli
                che batterono le bande di Kolciak in Siberia?
                O, in qualche tratto,
                tu ricordi coloro
                che sono caduti
                a Domlupinar?

                O somigli a Robespierre?
                Non hai udito il mio nome,
                e non l'udrai.

                Tra noi due, fratello,
                ci sono i mari e i monti,
                e le mie maledette catene,
                e le prescrizioni
                del comitato di non intervento...
                Non posso venire da te,
                non posso mandarti di qui
                né una cassa di cartucce
                né uova
                né un paio di calze di lana...

                So
                che in questo gelo
                i tuoi piedi nudi,
                là, alle porte di Madrid,
                come due bimbi
                gelano al vento...

                E so
                che tutto ciò che in questo mondo
                c'è di grande
                e di bello,
                tutto ciò che sarà fatto dagli uomini,
                tutta la Verità futura
                e la Grandezza,
                che io aspetto con tanta ansia nel cuore,
                tutto questo riluce nei tuoi occhi,
                sentinella mia,
                stanotte
                alle porte di Madrid...

                E so
                che oggi non posso,
                come non potei ieri
                e non potrò domani,
                fare nient'altro
                che pensare a te
                e amarti.
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                  Scritta da: Gabriella Stigliano
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Vi è un piacere nei boschi inesplorati

                  Vi è un piacere nei boschi inesplorati
                  e un'estasi nelle spiagge deserte,
                  vi è una compagnia che nessuno può turbare
                  presso il mare profondo,
                  e una musica nel suo ruggito;
                  non amo meno l'uomo ma di più la natura
                  dopo questi colloqui dove fuggo
                  da quel che sono o prima sono stato
                  per confondermi con l'universo e lì sentire
                  ciò che mai posso esprimere
                  né del tutto celare.
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                    Scritta da: Andrea De Candia
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Amami

                    Amami
                    e nel ricordo prendi la fionda antica
                    e battimi i capelli. Mi vedrai crescere
                    nera come la foresta dell'Amazzonia,
                    ma se scosti i miei rami vedrai nella mia lingua
                    uccelli variopinti e paradisi terrestri.
                    Allora non pregare il Signore,
                    perché la dovizia del mio canto
                    io l'ho rubata a lui in un giorno di distrazione.
                    Composta domenica 12 aprile 2015
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