Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Federico
in Poesie (Poesie d'Autore)
Afferro le sue mani
e la stringo al mio petto.
Tento di riempire le mie braccia
della sua bellezza,
di depredare con i baci
il suo dolce sorriso,
di bere i suoi bruni sguardi
con i miei occhi.
Ma dov'è?
Chi può spremere l'azzurro dal cielo?
Cerco di afferrare la bellezza;
essa mi elude
lasciando soltanto il corpo
nelle mie mani.
Stanco e frustrato mi ritraggo.
Come può il corpo toccare
il fiore che soltanto
lo spirito riesce a sfiorare?
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte
    e profonde trincee solcheranno il campo della tua bellezza,
    l'orgoglioso manto della gioventù, ora ammirato,
    sarà a brandelli, tenuto in nessun conto.
    Allora, se richiesto dove la tua bellezza giace,
    dove il tesoro dei tuoi gagliardi giorni,
    rispondere ch'essi s'adagiano infossati nei tuoi occhi
    per te vergogna bruciante sarebbe e ridicolo vanto.
    Quanta più lode meriterebbe la tua bellezza,
    se tu potessi replicare: "Questo mio bel bambino
    pareggia il conto e fa perdonare il passare degli anni",
    dando prova che la sua bellezza da te fu data.
    Sarebbe questo un sentirsi giovane quando sei vecchio,
    mirare il tuo sangue caldo quand'esso nelle tue vene è freddo.
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      Scritta da: Barbara Brussa
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      A tutte le donne

      Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
      sei un granello di colpa
      anche agli occhi di Dio
      malgrado le tue sante guerre
      per l'emancipazione.
      Spaccarono la tua bellezza
      e rimane uno scheletro d'amore
      che però grida ancora vendetta
      e soltanto tu riesci
      ancora a piangere,
      poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
      poi ti volti e non sai ancora dire
      e taci meravigliata
      e allora diventi grande come la terra.
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        Scritta da: Barbara Brussa
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Ai giovani

        Bella ridente e giovane
        con il tuo ventre scoperto,
        e una medaglia d'oro
        sull'ombelico,
        mi dici che fai l'amore ogni giorno
        e sei felice e io penso che il tuo ventre
        è vergine mentre il mio
        è un groviglio di vipere
        che voi chiamate poesia
        ed è soltanto tutto l'amore
        che non ho avuto
        vedendoti io ho maledetto
        la sorte di essere un poeta.
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          Scritta da: mor-joy
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Sull'Amore

          Si chiama Amore ogni superiorità,
          ogni capacità di comprensione,
          ogni capacità di sorridere nel dolore.
          Amore per noi stessi e per il nostro destino,
          affettuosa adesione
          a ciò che l'Imperscrutabile
          vuole fare di noi
          anche quando
          non siamo ancora in grado di vederlo
          e di comprenderlo.
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            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Passa radiosa, come la notte tersa

            Passa radiosa, come la notte tersa
            dai cieli stellati;
            il meglio del buio e del fulgore
            si incontra nei suoi occhi
            addolciti a quella tenera luce
            che il cielo nega allo sforzo del giorno.
            Un'ombra in più, un raggio in meno, avrebbero
            in parte guastato la grazia senza nome
            che si posa sui capelli neri
            o illumina il volto con dolcezza,
            dove pensieri limpidi
            svelano pura e preziosa dimora.
            Su quella guancia, sopra quella fronte serena
            sorrisi e colori parlano di pacifici giorni,
            di un intelletto in armonia con tutto,
            di un cuore che ama innocente.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Nato

              Dunque è sua madre.
              Questa piccola donna.
              Artefice dagli occhi grigi.

              La barca su cui, anni fa,
              lui approdò alla riva.

              È da lei che si è tirato fuori
              nel mondo,
              nella non-eternità.

              Genitrice dell'uomo
              con cui salto attraverso il fuoco.

              È dunque lei, l'unica
              che non lo scelse
              pronto, compiuto.

              Da sola lo tirò
              dentro la pelle a me nota,
              lo attaccò alle ossa
              a me nascoste.

              Da sola egli cercò
              gli occhi grigi
              con cui mi ha guardato.

              Dunque è lei, la sua Alfa.
              Perché mai me l'ha mostrata?

              Nato.
              Così è nato, anche lui.
              Nato come tutti.
              Come me, che morirò.

              Figlio d'una donna reale.
              Uno giunto dalle profondità del corpo.
              In viaggio verso l'Omega.

              Esposto
              alla propria assenza
              da ogni dove,
              in ogni istante.

              E la sua testa
              è una testa contro un muro
              cedevole per ora.

              E le sue mosse
              sono tentativi di eludere
              il verdetto universale.

              Ho capito
              che è già a metà cammino.

              Ma questo a me non l'ha detto,
              no.

              "Questa è mia madre"
              mi ha detto soltanto.
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                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Paura dei tuoi occhi

                Paura dei tuoi occhi,
                di quel vertice puro
                entro cui batte il pensiero,
                paura del tuo sguardo
                nascosto velluto d'algebra
                col quale mi percorri,
                paura delle tue mani
                calamite leggere
                che chiedono linfa,
                paura dei tuoi ginocchi
                che premono il mio grembo
                e poi ancora paura
                sempre sempre paura,
                finché il mare sommerge
                questa mia debole carne
                e io giaccio sfinita
                su te che diventi spiaggia
                e io che divento onda
                che tu percuoti e percuoti
                con il tuo remo d'Amore.
                Composta martedì 4 agosto 2015
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