Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Federico
in Poesie (Poesie d'Autore)
Afferro le sue mani
e la stringo al mio petto.
Tento di riempire le mie braccia
della sua bellezza,
di depredare con i baci
il suo dolce sorriso,
di bere i suoi bruni sguardi
con i miei occhi.
Ma dov'è?
Chi può spremere l'azzurro dal cielo?
Cerco di afferrare la bellezza;
essa mi elude
lasciando soltanto il corpo
nelle mie mani.
Stanco e frustrato mi ritraggo.
Come può il corpo toccare
il fiore che soltanto
lo spirito riesce a sfiorare?
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Forse un mattino

    Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
    arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
    il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
    di me, con un terrore da ubriaco.

    Poi, come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
    alberi, case, colli per l'inganno consueto.
    Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
    tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
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      Scritta da: Diego P.
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Parata dionisiaca

      Il sontuoso carro di Dioniso,
      Ricolmo di fiori e ghirlande,
      Avanza lento, trainato
      Da feroci bestie ammansite.
      È un percorso che irradia
      Magia: crollano le barriere,
      Si annullano i bisogni,
      Svaporano divieti e arbitrii.
      Riconciliazione, fusione,
      Riunione del singolo
      Con tutti in un'armonia
      Universale: ecco la suprema
      Beatificazione, l'ebbrezza
      Soprannaturale. Non camminiamo
      Più, né più parliamo:
      Cantiamo e danziamo invasati
      Simili a dèi rapiti, artisti
      Dionisiaci dell'ebbrezza.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Un trucco per alleviare il nostro sanguinare

        In pratica
        le grandi parole dei grandi uomini
        non sono poi così grandi.

        E le grandi nazioni o le grandi bellezze
        non lasciano altro che il residuo
        della reputazione che sarà lentamente
        rosicchiato via.

        Né le grandi guerre sembrano così grandi,
        né le grandi poesie
        né le leggende di prima mano.

        Persino i lutti
        ora sono così tristi,
        e il fallimento non è stato altro che un
        trucco
        per farci continuare.

        E la celebrità e l'amore
        un trucco per alleviare il nostro sanguinare.

        E come il fuoco diventa cenere e l'acciaio
        diventa ruggine, noi diventiamo
        saggi
        e poi
        non così saggi.

        E sediamo su sedie
        leggendo vecchie mappe,
        guerre finite, amori finiti, vite finite,

        e un bambino gioca davanti a noi come una scimmia
        e noi diamo un colpetto alla pipa e sbadigliamo,
        chiudiamo gli occhi e dormiamo.

        Belle parole
        come belle signore,
        si accartocciano e muoiono.
        Composta mercoledì 25 settembre 2013
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          Scritta da: prosdocimo
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Come potrei

          Come potrei trattenerla in me,
          la mia anima, che la tua non sfiori;
          come levarla oltre te, all'infinito?
          Potessi nasconderla in un angolo
          sperduto nelle tenebre;
          un estraneo rifugio silenzioso
          che non seguiti a vibrare
          se vibra il tuo profondo.
          Ma tutto quello che ci tocca, te
          e me insieme
          ci tende come un arco
          che da due corde un suono solo rende
          Su quale strumento siamo tesi,
          e quale grande musicista ci tiene nella mano?
          O dolce canto.
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            Scritta da: Ayesha
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Svevo aveva ragione

            Svevo aveva ragione
            Fuori dalla penna non c'è salvezza
            diceva Svevo
            e io m'accorgo
            c'aveva ragione
            se questa è l'unica maniera
            che m'è rimasta di vivere
            ben venga tale splendore
            ornato di pezzi di carta
            e parole venute dal cuore,
            un cuore di plastica
            che scioglie al sole,
            auto combustibile
            e pieno di vapore -
            costretto a evaporare
            senza alcun pudore,
            lasciare il mondo
            cacciato dall'amore.

            Svevo aveva ragione
            che quando scrivo
            sento vita fluire
            nient'altro in questo paradiso
            mi allieta al punto da dire
            che vi sia qualcosa di meglio
            di migliaia di pagine da riempire,
            con svaghi di realtà e di orrore
            che paion fantasia
            all'occhi del lettore
            e che in verità
            son più reali
            di qualsiasi attore
            che impara a memoria un copione
            per compensare un vuoto interiore.

            Siamo attori di noi stessi
            e ci perdiamo tra i riflessi
            di una falsa ambizione
            costruita sulla notte
            e se mi chiami per nome
            allora posso dire
            che mi è concesso l'onore
            di portare vibrazione
            un vuoto d'emozione
            che parla più del sole
            un'assenza, una canzone
            una presenza priva di parole.

            Svevo aveva ragione
            non c'è salvezza senza penna
            senza un cuore lacerato
            che si apra alla vita
            e le faccia da antenna.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              E tu che hai messo mano al mio dolore
              con la dolcezza che distingue il bene
              padre esemplare di un retta schiera
              di progenie devota benedetto
              sei per quella tua ripida pazienza
              conoscitrice delle cose insane
              né ti fa meraviglia l'ardua specie
              del dolore scoperto alle tue mani
              può venir palpitante una fanciulla
              ed un brivido assurdo: sei l'umano
              incarnato nell'era degli dei.
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