Poesie d'Autore migliori


in Poesie (Poesie d'Autore)

Ricordo di Mary A.

Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l'amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d'estate
c'era una nube ch'io mirai a lungo:
bianchissima nell'alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.

E da quel giorno molte molte lune
trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
Tu chiedi che ne è di quell'amore?
Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so cosa intendi.
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento: l'ho baciato un giorno.

Ed anche il bacio avrei dimenticato
senza la nube apparsa su nel cielo.
Questa ricordo e non potrò scordare:
era molto bianca e veniva giù dall'alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna ha forse sette figli,
ma quella nuvola fiorì solo un istante
e quando riguardai sparì nel vento.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Cento Sonetti D'amore (XVII)

    Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
    o freccia di garofani che propagano il fuoco:
    t'amo come si amano certe cose oscure,
    segretamente, tra l'ombra e l'anima.

    T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
    dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
    grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
    il concentrato aroma che ascese dalla terra.

    T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
    t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
    così ti amo perché non so amare altrimenti

    che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
    così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
    così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
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      Scritta da: MARINA PADOVAN
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      Istanti

      Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita
      nella prossima cercherei di fare più errori
      non cercherei di essere tanto perfetto,
      mi negherei di più,
      sarei meno serio di quanto sono stato,
      difatti prenderei pochissime cose sul serio.
      Sarei meno igienico,
      correrei più rischi,
      farei più viaggi,
      guarderei più tramonti,
      salirei più montagne,
      nuoterei più fiumi,
      andrei in posti dove mai sono andato,
      mangerei più gelati e meno fave,
      avrei più problemi reali e meno immaginari.
      Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente
      e precisamente ogni minuto della sua vita;
      certo che ho avuto momenti di gioia
      ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.
      Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,
      solo di momenti, non ti perdere l'oggi.
      Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,
      una borsa d'acqua calda, un ombrello e un paracadute;
      se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera
      e continuerei così fino alla fine dell'autunno.
      Farei più giri nella carrozzella,
      guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,
      se avessi un'altra volta la vita davanti.
      Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
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        Al mare (o quasi)

        L'ultima cicala stride
        sulla scorza gialla dell'eucalipto
        i bambini raccolgono pinòli
        indispensabili per la galantina
        un cane alano urla dall'inferriata
        di una villa ormai disabitata
        le ville furono costruite dai padri
        ma i figli non le hanno volute
        ci sarebbe spazio per centomila terremotati
        di qui non si vede nemmeno la proda
        se può chiamarsi cosí quell'ottanta per cento
        ceduta in uso ai bagnini
        e sarebbe eccessivo pretendervi
        una pace alcionica
        il mare è d'altronde infestato
        mentre i rifiuti in totale
        formano ondulate collinette plastiche
        esaurite le siepi hanno avuto lo sfratto
        i deliziosi figli della ruggine
        gli scriccioli o reatini come spesso
        li citano i poeti. E c'è anche qualche boccio
        di magnolia l'etichetta di un pediatra
        ma qui i bambini volano in bicicletta
        e non hanno bisogno delle sue cure
        Chi vuole respirare a grandi zaffate
        la musa del nostro tempo la precarietà
        può passare di qui senza affrettarsi
        è il colpo secco quello che fa orrore
        non già l'evanescenza il dolce afflato del nulla
        Hic manebimus se vi piace non proprio
        ottimamente ma il meglio sarebbe troppo simile
        alla morte ( e questa piace solo ai giovani)
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Senza di te tornavo, come ebbro...

          Senza di te tornavo, come ebbro,
          non più capace d'esser solo, a sera
          quando le stanche nuvole dileguano
          nel buio incerto.
          Mille volte son stato così solo
          dacché son vivo, e mille uguali sere
          m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti
          le campagne, le nuvole.
          Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
          della fatale sera. Ed ora, ebbro,
          torno senza di te, e al mio fianco
          c'è solo l'ombra.

          E mi sarai lontano mille volte,
          e poi, per sempre. Io non so frenare
          quest'angoscia che monta dentro al seno;
          essere solo.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Il mio passato

            Spesso ripeto sottovoce
            che si deve vivere di ricordi solo
            quando mi sono rimasti pochi giorni.
            Quello che è passato
            è come se non ci fosse mai stato.
            Il passato è un laccio che
            stringe la gola alla mia mente
            e toglie energie per affrontare il mio presente.
            Il passato è solo fumo
            di chi non ha vissuto.
            Quello che ho già visto
            non conta più niente.
            Il passato ed il futuro
            non sono realtà ma solo effimere illusioni.
            Devo liberarmi del tempo
            e vivere il presente giacché non esiste altro tempo
            che questo meraviglioso istante.
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