Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

A N. V. N.

C'è nel contatto umano un limite fatale,
non lo varca né amore né passione,
pur se in muto spavento si fondono le labbra
e il cuore si dilacera d'amore.

Perfino l'amicizia vi è impotente,
e anni d'alta, fiammeggiante gioia,
quando libera è l'anima ed estranea
allo struggersi lento del piacere.

Chi cerca di raggiungerlo è folle,
se lo tocca soffre una sorda pena...
ora hai compreso perché il mio cuore
non batte sotto la tua mano.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Io sono innamorato di tutte le signore
    che mangiano le paste nelle confetterie.

    Signore e signorine -
    le dita senza guanto -
    scelgon la pasta. Quanto
    ritornano bambine!

    Perché nïun le veda,
    volgon le spalle, in fretta,
    sollevan la veletta,
    divorano la preda.

    C'è quella che s'informa
    pensosa della scelta;
    quella che toglie svelta,
    né cura tinta e forma.

    L'una, pur mentre inghiotte,
    già pensa al dopo, al poi;
    e domina i vassoi
    con le pupille ghiotte.

    Un'altra - il dolce crebbe -
    muove le disperate
    bianchissime al giulebbe
    dita confetturate!

    Un'altra, con bell'arte,
    sugge la punta estrema:
    invano! Ché la crema
    esce dall'altra parte!

    L'una, senz'abbadare
    a giovine che adocchi,
    divora in pace. Gli occhi
    altra solleva, e pare

    sugga, in supremo annunzio,
    non crema e cioccolatte,
    ma superliquefatte
    parole del D'Annunzio.

    Fra questi aromi acuti,
    strani, commisti troppo
    di cedro, di sciroppo,
    di creme, di velluti,

    di essenze parigine,
    di mammole, di chiome:
    oh! Le signore come
    ritornano bambine!

    Perché non m'è concesso -
    o legge inopportuna! -
    il farmivi da presso,
    baciarvi ad una ad una,

    o belle bocche intatte
    di giovani signore,
    baciarvi nel sapore
    di crema e cioccolatte?

    Io sono innamorato di tutte le signore
    che mangiano le paste nelle confetterie.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Adolescente

      Su te, vergine adolescente,
      sta come un'ombra sacra.
      Nulla è più misterioso
      e adorabile e proprio
      della tua carne spogliata.
      Ma ti recludi nell'attenta veste
      e abiti lontano
      con la tua grazia
      dove non sai chi ti raggiungerà.
      Certo non io. Se ti veggo passare
      a tanta regale distanza,
      con la chioma sciolta
      e tutta la persona astata,
      la vertigine mi si porta via.
      Sei l'imporosa e liscia creatura
      cui preme nel suo respiro
      l'oscuro gaudio della carne che appena
      sopporta la sua pienezza.
      Nel sangue, che ha diffusioni
      di fiamma sulla tua faccia,
      il cosmo fa le sue risa
      come nell'occhio nero della rondine.
      La tua pupilla è bruciata
      dal sole che dentro vi sta.
      La tua bocca è serrata.
      Non sanno le mani tue bianche
      il sudore umiliante dei contatti.
      E penso come il tuo corpo
      difficoltoso e vago
      fa disperare l'amore
      nel cuor dell'uomo!

      Pure qualcuno ti disfiorerà,
      bocca di sorgiva.
      Qualcuno che non lo saprà,
      un pescatore di spugne,
      avrà questa perla rara.
      Gli sarà grazia e fortuna
      il non averti cercata
      e non sapere chi sei
      e non poterti godere
      con la sottile coscienza
      che offende il geloso Iddio.
      Oh sì, l'animale sarà
      abbastanza ignaro
      per non morire prima di toccarti.
      E tutto è così.
      Tu anche non sai chi sei.
      E prendere ti lascerai,
      ma per vedere come il gioco è fatto,
      per ridere un poco insieme.
      Come fiamma si perde nella luce,
      al tocco della realtà
      i misteri che tu prometti
      si disciolgono in nulla.
      Inconsumata passerà
      tanta gioia!
      Tu ti darai, tu ti perderai,
      per il capriccio che non indovina
      mai, col primo che ti piacerà.
      Ama il tempo lo scherzo
      che lo seconda,
      non il cauto volere che indugia.
      Così la fanciullezza
      fa ruzzolare il mondo
      e il saggio non è che un fanciullo
      che si duole di essere cresciuto.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Elisabetta
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Passione d'amore

        Quei parmi in cielo fra gli Dei, se accanto
        ti siede, e vede il tuo bel riso, e sente
        i dolci detti e l'amoroso canto!

        A me repente,
        con più tumulto il core urta nel petto:
        more la voce, mentre ch'io ti miro,
        su la mia lingua nelle fauci stretto
        geme il sorriso.

        Serpe la fiamma entro il mio sangue, ed ardo:
        un indistinto tintinnio m'ingombra
        gli orecchi, e sogno: mi s'innalza al gaurdo
        torbida l'ombra.

        E tutta molle d'un sudor di gelo,
        e smorta in viso come erba che langue,
        tremo e fremo di brividi, ed anelo
        tacito, esangue.
        Vota la poesia: Commenta
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Per la verità, io non ti amo coi miei occhi

          Per la verità, io non ti amo coi miei occhi,
          perché essi vedono in te un mucchio di difetti;
          ma è il mio cuore che ama quel che loro disprezzano
          e, apparenze a parte, ne gode alla follia.
          Né i miei orecchi delizia il timbro della tua voce,
          né la mia sensibilità è incline a vili toccamenti,
          né il mio gusto e l'olfatto bramano l'invito
          al banchetto dei sensi con te soltanto.
          Ma né i miei cinque spiriti, né i miei cinque sensi
          possono dissuadere questo mio sciocco cuore dal tuo servizio,
          avendo ormai perso ogni sembianza umana,
          ridotto a schiavo e misero vassallo del tuo superbo cuore.
          Solo in questo io considero la mia peste un bene:
          che chi mi fa peccare, m'infligge pure la penitenza.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Marco Giannetti
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Sul destino di questo bizzarro mondo
            nascono fiori aridi e terribili
            spinosi nel cuore i sentimenti
            che dolcissime albe, dalla notte
            ancora avvolte di nebulose nostalgie,
            riportano nel cuore corroso dalla vita.

            Ed io attendo sul prato di ginestre
            ma tu, incredibile, non giungi.
            Per prenderti la mano ti raggiungo,
            e dalla tua rassegnata indifferenza
            mi porgi in cambio petali e sorrisi
            - logora vita, mia anima, mio tutto! –
            che hanno l'amaro sapore di un addio.
            Composta lunedì 3 agosto 2009
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Rosarita De Martino
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Andiamo fino a Betlemme

              Andiamo fino a Betlemme,
              come i pastori.
              L'importante è muoversi.
              E se invece di un Dio glorioso,
              ci imbattiamo nella fragilità
              di un bambino,
              non ci venga il dubbio di aver
              sbagliato il percorso.
              Il volto spaurito degli oppressi,
              la solitudine degli infelici,
              l'amarezza di tutti gli
              uomini della Terra,
              sono il luogo dove Egli continua
              a vivere in clandestinità.
              A noi il compito di cercarlo.
              Mettiamoci in cammino senza paura.
              Vota la poesia: Commenta
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Che te ne fai d'un titolo?

                Non ce la fanno i belli muoiono tra le fiamme:
                sonniferi, veleno per i topi, corda, qualunque cosa...
                Si strappano le braccia, si buttano dalla finestra, si cavano gli occhi dalle orbite, respingono l'amore
                respingono l'odio respingono, respingono.
                Non ce la fanno i belli non resistono, sono le farfalle, sono le colombe, sono i passeri, non ce la fanno.
                Una lunga fiammata mentre i vecchi giocano a dama nel parco.
                Una fiammata, una bella fiammata mentre i vecchi giocano a dama nel parco, al sole.
                I belli si trovano all'angolo di una stanza
                accartocciati tra ragni e siringhe, nel silenzio, e non sapremo mai perché se ne sono andati, erano tanto
                belli.
                Non ce la fanno i belli muoiono giovani e lasciano i brutti alla loro brutta vita.
                Amabili e vivaci: vita e suicidio e morte mentre i vecchi giocano a dama sotto il sole nel parco.
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Sharmas
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  L'uomo e la donna

                  L'uomo è la più elevata delle creature.
                  La donna è il più sublime degli ideali.
                  Dio fece per l'uomo un trono, per la donna un altare.
                  Il trono esalta, l'altare santifica.

                  L'uomo è il cervello. La donna il cuore.
                  Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
                  La luce feconda, l'amore resuscita.
                  L'uomo è forte per la ragione.
                  La donna è invincibile per le lacrime.
                  La ragione convince, le lacrime commuovono.

                  L'uomo è capace di tutti gli eroismi.
                  La donna di tutti i martìri.
                  L'eroismo nobilita, il martirio sublima.
                  L'uomo ha la supremazia.
                  La donna la preferenza.
                  La supremazia significa forza;
                  la preferenza rappresenta il diritto.

                  L'uomo è un genio. La donna un angelo.
                  Il genio è incommensurabile;
                  l'angelo indefinibile.
                  L'aspirazione dell'uomo è la gloria suprema.
                  L'aspirazione della donna è la virtù estrema.
                  La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.

                  L'uomo è un codice. La donna un vangelo.
                  Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
                  L'uomo pensa. La donna sogna.
                  Pensare è avere il cranio di una larva;
                  sognare è avere sulla fronte un'aureola.

                  L'uomo è un oceano. La donna un lago.
                  L'oceano ha la perla che adorna;
                  il lago la poesia che abbaglia.
                  L'uomo è l'aquila che vola.
                  La donna è l'usignolo che canta.
                  Volare è dominare lo spazio;
                  cantare è conquistare l'Anima.

                  L'uomo è un tempio. La donna il sacrario.
                  Dinanzi al tempio ci scopriamo;
                  davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
                  l'uomo si trova dove termina la terra,
                  la donna dove comincia il cielo.
                  Vota la poesia: Commenta