Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Adolescente

Su te, vergine adolescente,
sta come un'ombra sacra.
Nulla è più misterioso
e adorabile e proprio
della tua carne spogliata.
Ma ti recludi nell'attenta veste
e abiti lontano
con la tua grazia
dove non sai chi ti raggiungerà.
Certo non io. Se ti veggo passare
a tanta regale distanza,
con la chioma sciolta
e tutta la persona astata,
la vertigine mi si porta via.
Sei l'imporosa e liscia creatura
cui preme nel suo respiro
l'oscuro gaudio della carne che appena
sopporta la sua pienezza.
Nel sangue, che ha diffusioni
di fiamma sulla tua faccia,
il cosmo fa le sue risa
come nell'occhio nero della rondine.
La tua pupilla è bruciata
dal sole che dentro vi sta.
La tua bocca è serrata.
Non sanno le mani tue bianche
il sudore umiliante dei contatti.
E penso come il tuo corpo
difficoltoso e vago
fa disperare l'amore
nel cuor dell'uomo!

Pure qualcuno ti disfiorerà,
bocca di sorgiva.
Qualcuno che non lo saprà,
un pescatore di spugne,
avrà questa perla rara.
Gli sarà grazia e fortuna
il non averti cercata
e non sapere chi sei
e non poterti godere
con la sottile coscienza
che offende il geloso Iddio.
Oh sì, l'animale sarà
abbastanza ignaro
per non morire prima di toccarti.
E tutto è così.
Tu anche non sai chi sei.
E prendere ti lascerai,
ma per vedere come il gioco è fatto,
per ridere un poco insieme.
Come fiamma si perde nella luce,
al tocco della realtà
i misteri che tu prometti
si disciolgono in nulla.
Inconsumata passerà
tanta gioia!
Tu ti darai, tu ti perderai,
per il capriccio che non indovina
mai, col primo che ti piacerà.
Ama il tempo lo scherzo
che lo seconda,
non il cauto volere che indugia.
Così la fanciullezza
fa ruzzolare il mondo
e il saggio non è che un fanciullo
che si duole di essere cresciuto.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Elisabetta
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Passione d'amore

    Quei parmi in cielo fra gli Dei, se accanto
    ti siede, e vede il tuo bel riso, e sente
    i dolci detti e l'amoroso canto!

    A me repente,
    con più tumulto il core urta nel petto:
    more la voce, mentre ch'io ti miro,
    su la mia lingua nelle fauci stretto
    geme il sorriso.

    Serpe la fiamma entro il mio sangue, ed ardo:
    un indistinto tintinnio m'ingombra
    gli orecchi, e sogno: mi s'innalza al gaurdo
    torbida l'ombra.

    E tutta molle d'un sudor di gelo,
    e smorta in viso come erba che langue,
    tremo e fremo di brividi, ed anelo
    tacito, esangue.
    Vota la poesia: Commenta
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Accade che le affinità d'anima
      non giungano ai gesti e alle parole ma
      rimangano effuse come un magnetismo.
      É raro ma accade. Può darsi
      che sia vera soltanto la lontananza,
      vero l'oblio, vera la foglia secca
      più del fresco germoglio.
      Tanto e altro può darsi o dirsi.
      Comprendo la tua caparbia volontà di
      essere sempre assente perché
      solo così si manifesta la tua magia.
      Innumeri le astuzie che intendo.
      Insisto nel ricercarti nel fuscello
      e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno,
      sempre nel vuoto: in quello che
      anche al trapano resiste.
      Era o non era la volontà dei numi
      che presidiano il tuo lontano focolare,
      strani multiformi multanimi animali domestici;
      fors'era così come mi pareva
      o non era. Ignoro se
      la mia inesistenza appaga il tuo destino,
      se la tua colma il mio che ne trabocca,
      se l'innocenza é una colpa oppure
      si coglie sulla soglia dei tuoi lari.
      Di me, di te tutto conosco,
      tutto ignoro.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Paul Mehis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Per la vecchia denti-storti

        Conosco una donna
        che compera continuamente puzzle
        cinesi
        puzzle
        cubi
        cavi
        pezzi che alla fine s'incastrano
        in un ordine
        li completa
        matematicamente
        risolve tutti i suoi
        puzzle
        vive giù in riva al mare
        mette lo zucchero fuori per le formiche
        e crede
        alla fin fine
        in un mondo migliore.
        Ha i capelli bianchi
        li pettina di rado
        ha i denti storti
        e indossa ampie tute informi
        su un corpo che molte
        donne vorrebbero avere.
        Per anni mi ha irritato
        con quelle che giudicavo
        eccentricità - come i gusci d'uovo a mollo
        (per nutrire le piante
        col calcio).
        Ma infine quando penso alla sua
        vita
        e la paragono alle altre vite
        più eccitanti, più belle
        e originali
        mi accorgo che lei ha ferito meno
        gente di tutti quelli che conosco
        (e per ferire intendo semplicemente ferire).
        Ha passato periodi tremendi,
        periodi in cui avrei forse potuto
        aiutarla di più
        perché è la madre della mia unica figlia
        e siamo stati un tempo grandi amanti,
        ma ne è uscita,
        come ho detto
        ha ferito meno gente di
        tutti quelli che conosco,
        e se guardi le cose così,
        beh,
        ha creato un mondo migliore.
        Ha vinto.
        Composta martedì 21 luglio 2009
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Gabriella Stigliano
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Non mi accorsi del momento

          Non mi accorsi del momento in cui varcai
          per la prima volta la soglia
          di questa vita
          Quale fu la potenza che mi schiuse
          in questo vasto mistero
          come sboccia un fiore
          in una foresta a mezzanotte?
          Quando al mattino guardai la luce,
          subito sentii che non ero
          uno straniero in questo mondo,
          che l'inscrutabile, senza nome e forma
          mi aveva preso tra le sue braccia
          sotto l'aspetto di mia madre.
          Così, nella morte, lo stesso sconosciuto
          m'apparirà come sempre a me noto.
          e poiché amo questa vita
          so che amerò anche in morte.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Vi è un piacere nei boschi inesplorati

            Vi è un piacere nei boschi inesplorati
            e un'estasi nelle spiagge deserte,
            vi è una compagnia che nessuno può turbare
            presso il mare profondo,
            e una musica nel suo ruggito;
            non amo meno l'uomo ma di più la natura
            dopo questi colloqui dove fuggo
            da quel che sono o prima sono stato
            per confondermi con l'universo e lì sentire
            ciò che mai posso esprimere
            né del tutto celare.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Amami

              Amami
              e nel ricordo prendi la fionda antica
              e battimi i capelli. Mi vedrai crescere
              nera come la foresta dell'Amazzonia,
              ma se scosti i miei rami vedrai nella mia lingua
              uccelli variopinti e paradisi terrestri.
              Allora non pregare il Signore,
              perché la dovizia del mio canto
              io l'ho rubata a lui in un giorno di distrazione.
              Composta domenica 12 aprile 2015
              Vota la poesia: Commenta
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Mamm'Emilia

                In te sono stato albume, uovo, pesce,
                le ere sconfinate della terra
                ho attraversato nella tua placenta,
                fuori di te sono contato a giorni.

                In te sono passato da cellula a scheletro
                un milione di volte mi sono ingrandito,
                fuori di te l'accrescimento è stato immensamente meno.
                Sono sgusciato dalla tua pienezza
                senza lasciarti vuota perché il vuoto
                l'ho portato con me.

                Sono venuto nudo, mi hai coperto
                così ho imparato nudità e pudore
                il latte e la sua assenza.
                Mi hai messo in bocca tutte le parole
                a cucchiaini, tranne una: mamma.
                Quella l'inventa il figlio sbattendo le due labbra
                quella l'insegna il figlio.
                Da te ho preso le voci del mio luogo,
                le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
                da te ho ascoltato il primo libro
                dietro la febbre della scarlattina.
                Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
                a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
                a finire le parole crociate, ti ho versato il vino
                e ho macchiato la tavola,
                non ti ho messo un nipote sulle gambe
                non ti ho fatto bussare a una prigione
                non ancora,
                da te ho imparato il lutto e l'ora di finirlo,
                a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
                non sono stato figlio.
                Da te ho preso gli occhi chiari
                Non il loro peso
                a te ho nascosto tutto.
                Ho promesso di bruciare il tuo corpo
                di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco
                fratello vulcano che ci orientava il sonno.
                Ti spargerò nell'aria dopo l'acquazzone
                all'ora dell'arcobaleno
                che ti faceva spalancare gli occhi.
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Davide Bidin
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Alle porte di Madrid

                  Non ascoltare le voci delle sfere dell'aldilà,
                  né intrecciare nella trama delle righe,
                  "poesie ermetiche"
                  né cercare
                  con pazienza di orafo
                  rime graziose
                  e fini espressioni,
                  stasera, grazie al cielo, io sto più su.
                  di tutto ciò.

                  Stasera io
                  sono un cantastorie di strada.
                  La mia voce è semplice, senza artifici,
                  e tu
                  non puoi udire la mia canzone...

                  È notte.
                  Nevica.
                  Tu sei alle porte di Madrid.
                  Davanti a te hai l'armata dei nemici,
                  che è venuta per uccidere
                  tutto ciò che c'è di più bello:
                  la libertà,
                  il sogno,
                  la speranza
                  e i ragazzi.

                  E nevica.
                  E forse,
                  i tuoi piedi nudi gelano.

                  Nevica...
                  Ed ecco,
                  in quest'istante
                  che io penso a te con tutto il mio cuore,
                  forse
                  una pallottola spezzerà la tua vita
                  e per te non ci sarà più
                  neve
                  né vento
                  né notte
                  né giorno...

                  E nevica.
                  So
                  che anche prima di gridare
                  "No pasaran"
                  e di montare la guardia
                  alle porte di Madrid,
                  tu esistevi!

                  Chi eri,
                  di dove sei venuto?
                  Forse
                  dalle miniere delle Asturie?
                  Forse
                  una benda insanguinata sulla tua fronte
                  ha coperto
                  una ferita che ti sei presa al Nord?
                  Forse
                  sei tu quello che per ultimo
                  sparò nella notte che gli junker
                  bombardavano Bilbao?
                  O servivi come bracciante
                  nelle tenute di un qualche
                  conte Pernando Valesquero di Cortolon?
                  O avevi una botteguccia
                  alla Porta del Sole
                  e vendevi le frutta dai colori spagnoli?
                  Forse, non avevi alcun talento,
                  o forse avevi una bella voce?
                  O eri uno studente,
                  un futuro giurista,
                  e i tuoi libri
                  sotto i cingoli d'un carro armato italiano
                  son rimasti
                  nella città universitaria?
                  Forse non credevi in Dio,
                  e forse invece portavi una piccola croce di rame
                  a un cordino di seta?

                  Chi sei,
                  come ti chiami,
                  quanti anni hai?
                  Non ho visto la tua faccia,
                  e non la vedrò.

                  Forse
                  essa ricorda le facce di quelli
                  che batterono le bande di Kolciak in Siberia?
                  O, in qualche tratto,
                  tu ricordi coloro
                  che sono caduti
                  a Domlupinar?

                  O somigli a Robespierre?
                  Non hai udito il mio nome,
                  e non l'udrai.

                  Tra noi due, fratello,
                  ci sono i mari e i monti,
                  e le mie maledette catene,
                  e le prescrizioni
                  del comitato di non intervento...
                  Non posso venire da te,
                  non posso mandarti di qui
                  né una cassa di cartucce
                  né uova
                  né un paio di calze di lana...

                  So
                  che in questo gelo
                  i tuoi piedi nudi,
                  là, alle porte di Madrid,
                  come due bimbi
                  gelano al vento...

                  E so
                  che tutto ciò che in questo mondo
                  c'è di grande
                  e di bello,
                  tutto ciò che sarà fatto dagli uomini,
                  tutta la Verità futura
                  e la Grandezza,
                  che io aspetto con tanta ansia nel cuore,
                  tutto questo riluce nei tuoi occhi,
                  sentinella mia,
                  stanotte
                  alle porte di Madrid...

                  E so
                  che oggi non posso,
                  come non potei ieri
                  e non potrò domani,
                  fare nient'altro
                  che pensare a te
                  e amarti.
                  Vota la poesia: Commenta