Scritta da: Andrea Manfrè
in Poesie (Poesie d'Autore)
Sotto le fasce spesse dei nostri atti,
rimane intatta la nostra anima di bambino,
l'anima fugge al tempo.
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Sotto le fasce spesse dei nostri atti,
rimane intatta la nostra anima di bambino,
l'anima fugge al tempo.
Ognuno sta solo
sul cuore della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Non vivere su questa terra come un estraneo o come un turista della natura.
Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre:
credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto credi nell'uomo.
Ama le nuvole, le macchine,
i libri, ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza del ramo che si secca,
dell'astro che si spegne,
dell'animale ferito che rantola,
ma prima di tutto senti la tristezza e il dolore dell'uomo.
Ti diano gioia tutti i beni della terra:
l'ombra e la luce ti diano gioia,
le quattro stagioni ti diano gioia,
ma soprattutto
a piene mani ti dia gioia l'uomo!
Se riuscirai a non perdere la testa quando tutti
la perdono intorno a te, dandone a te la colpa;
se riuscirai ad aver fede in te quando tutti dubitano,
e mettendo in conto anche il loro dubitare;
se riuscirai ad attendere senza stancarti nell'attesa,
se, calunniato, non perderai tempo con le calunnie,
o se, odiato, non ti farai prendere dall'odio,
senza apparir però troppo buono o troppo saggio;
se riuscirai a sognare senza che il sogno sia il padrone;
se riuscirai a pensare senza che pensare sia il tuo scopo,
se riuscirai ad affrontare il successo e l'insuccesso
trattando quei due impostori allo stesso modo
se riuscirai ad ascoltare la verità da espressa
distorta da furfanti per intrappolarvi gli ingenui,
o a veder crollare le cose per cui dai la tua vita
e a chinarti per rimetterle insieme con mezzi di ripiego;
se riuscirai ad ammucchiare tutte le tue vincite
e a giocartele in un sol colpo a testa-e-croce,
a perdere e a ricominciar tutto daccapo,
senza mai fiatare e dir nulla delle perdite;
se riuscirai a costringere cuore, nervi e muscoli,
benché sfiniti da un pezzo, a servire ai tuoi scopi,
e a tener duro quando niente più resta in te
tranne la volontà che ingiunge: "tieni duro! ";
se riuscirai a parlare alle folle serbando le tue virtù,
o a passeggiar coi Re e non perdere il tuo fare ordinario;
se né i nemici o i cari amici riusciranno a colpirti,
se tutti contano per te, ma nessuno mai troppo;
se riuscirai a riempire l'attimo inesorabile
e a dar valore ad ognuno dei suoi sessanta secondi,
il mondo sarà tuo allora, con quanto contiene,
e - quel che è più, tu sarai un Uomo, ragazzo mio!
I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati da un vento funebre.
E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria.
Ora sì, posso dire che
che m'appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto finì, così rapito!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.
Il mio non arrivo nella città di N.
È avvenuto puntualmente.
Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.
Hai fatto in tempo a non venire
all'ora prevista.
Il treno è arrivato sul terzo binario.
È scesa molta gente.
L'assenza della mia persona
si avviava verso l'uscita tra la folla.
Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.
A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.
Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.
La stazione della città di N.
Ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.
L'insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
sui binari designati.
È avvenuto perfino
l'incontro fissato.
Fuori dalla portata
della nostra presenza.
Nel paradiso perduto
della probabilità.
Altrove.
Altrove.
Come risuonano queste piccole parole.
Ma la cosa migliore non furono quei baci
e neppure le passeggiate serali, o i nostri segreti.
La cosa migliore era la forza che quell'Amore mi dava,
la forza lieta di vivere e di lottare per lei,
di camminare sull'acqua e sul fuoco.
Potersi buttare, per un istante,
poter sacrificare degli anni
per il sorriso di una donna:
questa sì che è felicità, e io non l'ho perduta.
Profumo ancora un po' di te
quando mi hai detto che
non mi avresti mai lasciato
non pensavo che parlassi seriamente.
Ma chi ci crede a quelle frasi.
Solamente che adesso
sei nella mia mente.
E sorridi.
Avevi ragione quando dicevi
che non si può scappare
da chi ci ha amato veramente.
E adesso che nessuno ci vede
capisco che tra innamorarsi e amare
c'è una differenza madornale.
Puoi perfino maledirlo.
Ma l'amore se ne frega.
L'amore, lui. Succede.
Non posso darti soluzioni per tutti i problema della vita
Non ho risposte per i... tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro
Però quando serve starò vicino a te
Non posso evitarti di precipitare,
solamente posso offrirti la mia mano
perché ti sostenga e non cadi
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei
Però gioisco sinceramente quando ti vedo felice
Non giudico le decisioni che prendi nella vita
Mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
Però posso offrirti lo spazio necessario per crescere
Non posso evitare la tua sofferenza,
quando qualche pena ti tocca il cuore
Però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere
Solamente posso volerti come sei ed essere tuo amico.
Quando vedo quei cowboy che vanno in autostrada
con il loro pick-up rosso fiammante
diciamo,
un giorno di sole di marzo
con un bel cane
(o dei cani)
slegati e sobbalzanti sul
pianale
mi viene da chiedermi, con
che filosofia vivono e quale
seguono,
quali nobili sentimenti
li muovono,
e quando mi accosto per
dare un'occhiata
prima agli animali impauriti
e poi ai loro padroni incuranti,
non sono mai preparato
all'eccesso di
rabbia
che mi monta dentro,
una disperazione dello spirito
talmente forte che
la percepisco
come qualcosa di
fisico,
come una mazzata
su stomaco, testa e
mente, e
allora capisco perché
ho avuto tanti guai
nelle fabbriche
nei bar
alle feste
i picnic
a ogni riunione della
gente,
grande o piccola:
quella gente non è altro che
braccia, gambe, teste, orecchie, occhi, parti
vuote
cucite insieme
senza
alcun significato dentro.
Non c'è proprio niente che gli si
possa dire e
imprecargli contro sarebbe
come
sparare in un mucchio di
merda.
Gli animali schiacciati che vedo
lasciati sul ciglio
dell'autostrada
già morti o morenti -
non li lasceremmo mica degli uomini
così
a spirare e marcire al sole,
ci ricorderebbe
troppo
delle nostre deboli morti a venire
che,
il più delle volte
passato il funerale
sono di gran lunga
più farsesche che
profonde.