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in Poesie (Poesie d'Autore)
Il dono tuo, il quaderno, è dentro la mia mente
scritto tutto in memoria imperitura,
che assai più durerà di quelle vuote pagine,
oltre ogni termine, fino all'eternità.
O almeno fino a che la mente e il cuore
avranno da natura la facoltà di esistere,
finché al labile oblio non daran la lor parte
di te, il tuo ricordo non potrà cancellarsi;
quei miseri appunti non potrebbero tanto contenere
né mi occorre un registro per segnare il tuo amore;
per questo ho osato dar via il tuo quaderno,
fidando invece in quello che meglio ti riceve.
Il tenere un qualcosa che serva a ricordarti
equivarrebbe a ammettere ch'io so dimenticarti.
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    Scritta da: Elisa Iacobellis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Prima di tutto l'uomo

    Non vivere su questa terra come un estraneo o come un turista della natura.
    Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre:
    credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto credi nell'uomo.
    Ama le nuvole, le macchine,
    i libri, ma prima di tutto ama l'uomo.
    Senti la tristezza del ramo che si secca,
    dell'astro che si spegne,
    dell'animale ferito che rantola,
    ma prima di tutto senti la tristezza e il dolore dell'uomo.
    Ti diano gioia tutti i beni della terra:
    l'ombra e la luce ti diano gioia,
    le quattro stagioni ti diano gioia,
    ma soprattutto
    a piene mani ti dia gioia l'uomo!
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      La filosofia dell'amore

      Le fonti si confondono col fiume
      i fiumi con l'Oceano
      i venti del Cielo sempre
      in dolci moti si uniscono
      niente al mondo è celibe
      e tutto per divina
      legge in una forza
      si incontra e si confonde.
      Perché non io con te?
      Vedi che le montagne baciano l'alto
      del Cielo, e che le onde una per una
      si abbracciano. Nessun fiore-sorella
      vivrebbe più ritroso
      verso il fratello-fiore.
      E il chiarore del sole abbraccia la terra
      e i raggi della Luna baciano il mare.
      Per che cosa tutto questo lavoro tenero
      se tu non vuoi baciarmi?
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Passato

        I ricordi, queste ombre troppo lunghe
        del nostro breve corpo,
        questo strascico di morte
        che noi lasciamo vivendo
        i lugubri e durevoli ricordi,
        eccoli già apparire:
        melanconici e muti
        fantasmi agitati da un vento funebre.
        E tu non sei più che un ricordo.
        Sei trapassata nella mia memoria.
        Ora sì, posso dire che
        che m'appartieni
        e qualche cosa fra di noi è accaduto
        irrevocabilmente.
        Tutto finì, così rapito!
        Precipitoso e lieve
        il tempo ci raggiunse.
        Di fuggevoli istanti ordì una storia
        ben chiusa e triste.
        Dovevamo saperlo che l'amore
        brucia la vita e fa volare il tempo.
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          Scritta da: Irin Supertramp
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Hai detto tutto questo
          Certo, ho detto tutto questo.
          Cosa vuoi? Voglio bruciare.
          Perché?
          Perché sono infiammabile, sono
          serio.
          Hai detto tutto questo...
          Certo, ho detto tutto questo.
          Non sai cosa vuoi
          E dici che la vita non è abbastanza.
          La vita non è abbastanza.
          Allora cos'è abbastanza?
          Sentire... altrimenti muoio.
          Cosa proverai?
          Il fuoco.
          Allora vai avanti e brucia.
          Ma la vita non è in fiamme.
          Allora muori.
          Fisicamente?

          Sì. Irriverenza.
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            Scritta da: sagea
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            E così vorresti fare lo scrittore?

            E così vorresti fare lo scrittore?
            Se non ti esplode dentro
            a dispetto di tutto,
            non farlo
            a meno che non ti venga dritto
            dal cuore e dalla mente e dalla bocca
            e dalle viscere,
            non farlo.
            E così vorresti fare lo scrittore?
            Se non ti esplode dentro
            a dispetto di tutto,
            non farlo
            a meno che non ti venga dritto
            dal cuore e dalla mente e dalla bocca
            e dalle viscere,
            non farlo.

            Se devi startene seduto per ore
            a fissare lo schermo del computer
            o curvo sulla macchina da scrivere
            alla ricerca delle parole,
            non farlo.

            Se lo fai solo per soldi o per fama,
            non farlo
            se lo fai perché vuoi
            delle donne nel letto,
            non farlo.

            Se devi startene lì a
            scrivere e riscrivere,
            non farlo.
            Se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
            non farlo.
            Se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
            lascia perdere.

            Se devi aspettare che ti esca come un ruggito,
            allora aspetta pazientemente.
            Se non ti esce mai come un ruggito,
            fai qualcos'altro.
            Se prima devi leggerlo a tua moglie
            o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
            o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
            non sei pronto.

            Non essere come tanti scrittori,
            non essere come tutte quelle migliaia di
            persone che si definiscono scrittori,
            non essere monotono o noioso e
            pretenzioso, non farti consumare dall'autocompiacimento

            le biblioteche del mondo
            hanno sbadigliato
            fino ad addormentarsi per tipi come te
            non aggiungerti a loro
            non farlo
            a meno che non ti esca
            dall'anima come un razzo,
            a meno che lo star fermo
            non ti porti alla follia o
            al suicidio o all'omicidio,
            non farlo
            a meno che il sole dentro di te stia
            bruciandoti le viscere,
            non farlo.
            quando sarà veramente il momento,
            e se sei predestinato,
            si farà da sé e continuerà finché tu morirai o morirà in te.

            Non c'è altro modo
            e non c'è mai stato.
            Composta mercoledì 25 settembre 2013
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Ad ognuno un giorno

              A ognuno un giorno muore un proprio caro,
              tra l'essere e il non essere
              è costretto a scegliere il secondo.

              È duro riconoscere che è un fatto banale,
              incluso nel corso degli eventi,
              conforme a procedura,

              prima o poi inserito nell'ordine del giorno,
              della sera, della notte, di un pallido mattino;

              scontato come una voce dell'indice,
              come un paragrafo del codice,
              come una data qualsiasi
              del calendario.

              Ma è il diritto e il rovescio della natura.
              Il suo omen e amen distribuiti a caso.
              La sua casistica e la sua onnipotenza.

              Solo ogni tanto
              ci mostra un po' di cortesia -
              i nostri cari morti
              ce li butta nei sogni.
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                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Mi guardo le mani
                Come se i pensieri si raccogliessero lì
                Come acqua piovana
                Vorrei poterli bere
                E dissetarmi
                L'idea che la vita
                Possa essere una mano aperta
                Dà serenità
                Ma è una serenità breve
                Che s'infrange
                Appena sollevo lo sguardo
                Su questa notte senza fine
                Se mi osservo riflesso nel vetro
                Capisco che è come quando
                Mi preparavo a partire
                Non dico che questo tempo
                Sia trascorso invano
                Respirare l'infinito
                Sconvolge
                Ruba il cuore
                E nulla è più come prima
                E le meraviglie
                Di cui gli occhi si riempiono
                Danno sensazioni che mi renderanno
                Schiavo di una nuova nostalgia
                Ancora una volta
                Sono dietro una finestra
                Non molto diverso dal bambino
                Che sperava che il soffitto del mondo
                Gli restituisse il suo palloncino
                Anch'io aspetto
                Un segno
                Un sogno
                Un suono
                Qualcosa che rompa questo sonno
                Ma questa notte è senza soffitto
                E quel palloncino non ritornerà
                Volevo allontanarmi verso me stesso
                Per sapere se è vero
                Che ovunque si vada
                Il cielo ha lo stesso colore
                E dovunque
                Si prova lo stesso mal d'universo
                Lancio il sasso di queste parole
                Nello stagno delle tue emozioni
                Lascialo cadere sul fondo
                E segui le onde
                Non so su quale riva ti porteranno
                Ma spero che
                Quando ti volterai indietro
                A guardare la strada
                Sentirai che ne è valsa la pena.
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