Poesie d'Autore migliori


Scritta da: mor-joy
in Poesie (Poesie d'Autore)

Educare

Educare è equipaggiare il motore di una barca...
Serve prendere le misure, pesare, equilibrare...
e mettere tutto in funzione.
Ma per questo si deve avere nell'animo un po' del marinaio... un po' del pirata... un po' del poeta... e un chilo e mezzo di pazienza concentrata.
Ma è consolante sognare, mentre si lavora, che quella barca, quel bambino, prenderà il largo, se ne andrà lontano.
Sognare che quel bastimento porterà il nostro carico di parole verso porti distanti, verso isole lontane.
Sognare che quando si sarà messa a dormire la nostra barca, nuove barche porteranno inalberata la nostra bandiera.
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    Scritta da: Dario Pautasso
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Un uccello azzurro

    Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
    vuole uscire
    ma con lui sono inflessibile,
    gli dico: rimani dentro, non voglio
    che nessuno ti
    veda.

    nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
    vuole uscire
    ma io gli verso addosso whisky e aspiro
    il fumo delle sigarette
    e le puttane e i baristi
    e i commessi del droghiere
    non sanno che
    lì dentro
    c'è lui

    nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
    vuole uscire
    ma io con lui sono inflessibile,
    gli dico:
    rimani giù, mi vuoi fare andar fuori
    di testa?
    vuoi mandare all'aria tutto il mio
    lavoro?
    vuoi far saltare le vendite dei miei libri in
    Europa?

    nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
    vuole uscire
    ma io sono troppo furbo, lo lascio uscire
    solo di notte qualche volta
    quando dormono tutti.
    gli dico: lo so che ci sei,
    non essere
    triste

    poi lo rimetto a posto,
    ma lui lì dentro un pochino
    canta, mica l'ho fatto davvero
    morire,
    dormiamo insieme
    così col nostro
    patto segreto
    ed è così grazioso da
    far piangere
    un uomo, ma io non
    piango, e
    voi?
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Mi guardo le mani
      Come se i pensieri si raccogliessero lì
      Come acqua piovana
      Vorrei poterli bere
      E dissetarmi
      L'idea che la vita
      Possa essere una mano aperta
      Dà serenità
      Ma è una serenità breve
      Che s'infrange
      Appena sollevo lo sguardo
      Su questa notte senza fine
      Se mi osservo riflesso nel vetro
      Capisco che è come quando
      Mi preparavo a partire
      Non dico che questo tempo
      Sia trascorso invano
      Respirare l'infinito
      Sconvolge
      Ruba il cuore
      E nulla è più come prima
      E le meraviglie
      Di cui gli occhi si riempiono
      Danno sensazioni che mi renderanno
      Schiavo di una nuova nostalgia
      Ancora una volta
      Sono dietro una finestra
      Non molto diverso dal bambino
      Che sperava che il soffitto del mondo
      Gli restituisse il suo palloncino
      Anch'io aspetto
      Un segno
      Un sogno
      Un suono
      Qualcosa che rompa questo sonno
      Ma questa notte è senza soffitto
      E quel palloncino non ritornerà
      Volevo allontanarmi verso me stesso
      Per sapere se è vero
      Che ovunque si vada
      Il cielo ha lo stesso colore
      E dovunque
      Si prova lo stesso mal d'universo
      Lancio il sasso di queste parole
      Nello stagno delle tue emozioni
      Lascialo cadere sul fondo
      E segui le onde
      Non so su quale riva ti porteranno
      Ma spero che
      Quando ti volterai indietro
      A guardare la strada
      Sentirai che ne è valsa la pena.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Buongiorno a te
        che sono tre minuti che sei sveglia
        ma è già da un'ora che rifletti.
        Che questa notte hai chiuso gli occhi
        ma senza riposare.
        Ed hai il caffè che fuma sopra il tavolo.
        Buongiorno a te.
        Che di motivi per fermarti
        eccome se ne avresti.
        E invece no.
        Tu hai scelto di lottare.
        Di non scappare.
        Da questa vita che non ha risposte
        e a volte ti fa male.
        Buongiorno a te
        che ti rimbocchi occhi e cuore.
        E nonostante tutto.
        Ti dedichi ogni giorno la tua dolcezza.
        Il tuo coraggio.
        Il tuo sorriso migliore.
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          Scritta da: Cristallina
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Niente è grande come le piccole cose

          Mentre spremi un'arancia
          canta la lavatrice e l'acqua della doccia
          ti riscalda i pensieri
          La vita si offre attraverso uno schermo
          di persuasione mentre c'e chi guarda
          il sole aspettando la luna
          c'è chi si guarda intorno aspettando un
          segnale.
          Basterebbe guardarsi dentro e intristirsi
          per il continuo bisogno di eroi
          da quando mi impediscono di bere, di
          fumare e mi istruiscono
          sull'alimentazione sana e seguono i
          miei passi e le mie conversazioni per
          paura che io mi faccia male
          è lecito domandarsi se ci sia vita su
          Marte.
          Quando chiudi la porta, che tu sia
          dentro o fuori, ricordati che niente è
          grande come le piccole cose e che
          quando incontri qualcuno che ti
          sembra non sappia quello che dica in
          realtà sta semplicemente dicendo quello
          che sa.
          Composta domenica 2 dicembre 2012
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Le parole

            Le parole non hanno occhi né gambe,
            non hanno bocca né braccia,
            non hanno visceri
            e spesso nemmeno cuore,
            o ne hanno assai poco.

            Non puoi chiedere alle parole
            di accenderti una sigaretta
            ma possono renderti più piacevole
            il vino.

            E certo non puoi costringere le parole
            a fare qualcosa che non
            voglion fare.
            Non puoi sovraccaricarle
            e non puoi svegliarle
            quando decidono di dormire.

            A volte
            le parole ti tratteranno bene,
            a seconda di quel
            che gli chiedi
            di fare.
            Altre volte,
            ti tratteranno male,
            qualunque cosa
            tu gli chieda di fare.

            Le parole vanno
            e vengono.
            Qualche volta ti tocca
            di aspettarle a lungo.
            Qualche volta non tornano
            più indietro.

            Qualche volta gli scrittori
            si uccidono
            quando le parole li lasciano.
            Altri scrittori
            fingeranno di averle ancora
            in pugno
            anche se le loro parole
            sono già morte e sepolte.

            Fanno così
            molti scrittori famosi
            e molti meno famosi
            che sono scrittori soltanto
            di nome.

            Le parole non sono
            per tutti.
            E per la maggioranza,
            esistono
            soltanto per poco.

            Le parole sono
            uno dei più grandi
            miracoli
            al mondo,
            possono illuminare
            o distruggere
            menti,
            nazioni,
            culture.
            Le parole sono belle
            e pericolose.

            Se vengono a trovarti,
            te ne accorgerai
            e ti sentirai
            il più fortunato
            della terra. Nient'altro avrà più
            importanza
            e tutto sembrerà importante.

            Ti sentirai
            il dio sole,
            riderai del tempo che fugge,
            ce l'avrai fatta,
            lo sentirai
            dalle dita
            fino alle budella,
            e sarai diventato,
            finché
            dura,
            un fottutissimo scrittore
            che rende possibile
            l'impossibile,
            scrivendo parole,
            scrivendole,
            scrivendole.
            Composta giovedì 10 ottobre 2013
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Una vita all'istante

              Una vita all'istante.
              Spettacolo senza prove.
              Corpo senza modifiche.
              Testa senza riflessione.

              Non conosco la parte che recito.
              So solo che è la mia, non mutabile.

              Il soggetto della pièce
              va indovinato direttamente in scena.

              Mal preparata all'onore di vivere,
              reggo a fatica il ritmo imposto dell'azione.
              Improvviso, benché detesti improvvisare.
              Inciampo a ogni passo nella mia ignoranza.
              Il mio modo di fare sa di provinciale.
              I miei istinti hanno del dilettante.
              L'agitazione, che mi scusa, tanto più mi umilia.
              Sento come crudeli le attenuanti.

              Parole e impulsi non revocabili,
              stelle non calcolate,
              il carattere come un capotto abbandonato in corsa -
              ecco gli esiti penosi di tale fulmineità.

              Poter provare prima, almeno un mercoledì,
              o replicare ancora una volta, almeno un giovedì!
              Ma qui già sopraggiunge il venerdì
              con un copione che non conosco.
              Mi chiedo se sia giusto
              (con voce rauca,
              perché neanche l'ho potuta schiarire tra le quinte).

              Illusorio pensare che sia solo un esame superficiale,
              fatto in un locale provvisorio. No.

              Sto sulla scena e vedo quant'è solida.
              Mi colpisce la precisione di ogni attrezzo.
              Il girevole è già in funzione da tempo.
              Anche le nebulose più lontane sono state accese.
              Oh, non ho dubbi che questa sia la prima.
              E qualunque cosa io faccia,
              si muterà per sempre in ciò che ho fatto.
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Cento Sonetti D'amore (XVII)

                Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
                o freccia di garofani che propagano il fuoco:
                t'amo come si amano certe cose oscure,
                segretamente, tra l'ombra e l'anima.

                T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
                dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
                grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
                il concentrato aroma che ascese dalla terra.

                T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
                t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
                così ti amo perché non so amare altrimenti

                che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
                così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
                così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
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                  Scritta da: MARINA PADOVAN
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Istanti

                  Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita
                  nella prossima cercherei di fare più errori
                  non cercherei di essere tanto perfetto,
                  mi negherei di più,
                  sarei meno serio di quanto sono stato,
                  difatti prenderei pochissime cose sul serio.
                  Sarei meno igienico,
                  correrei più rischi,
                  farei più viaggi,
                  guarderei più tramonti,
                  salirei più montagne,
                  nuoterei più fiumi,
                  andrei in posti dove mai sono andato,
                  mangerei più gelati e meno fave,
                  avrei più problemi reali e meno immaginari.
                  Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente
                  e precisamente ogni minuto della sua vita;
                  certo che ho avuto momenti di gioia
                  ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.
                  Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,
                  solo di momenti, non ti perdere l'oggi.
                  Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,
                  una borsa d'acqua calda, un ombrello e un paracadute;
                  se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera
                  e continuerei così fino alla fine dell'autunno.
                  Farei più giri nella carrozzella,
                  guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,
                  se avessi un'altra volta la vita davanti.
                  Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.
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