Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Carlotta B.
in Poesie (Poesie d'Autore)
Sono qui di fronte a te
con la mia finta felicità,
i miei falsi sorrisi,
che non possono nascondere
il desiderio che ho di te,
di toccare i tuoi capelli biondi,
di sfiorare le tue labbra con le mie.
Sei bellissima, lo vedo anch'io,
ma non so dirtelo.
No, non sono innamorato di te
- non lo sono mai stato di nessuna -
ma mi piacerebbe sentirti
almeno per un attimo mia,
provare emozione
per un tuo sguardo d'amore
... io che non voglio
amore eterno né pietà.
Aiutami, ti prego,
sto male:
nel dolore che attraversa
le mie risate stanche,
nell'oblìo assurdo delle mie sere vuote.
Inségnami ad amare,
a dare soprattutto,
a sciogliere il mare di ghiaccio
per poterti ricevere
e riscaldare.
Aiutami
a riscoprire il calore del mio cuore,
l'ingenua energia di un bambino stupìto,
il faro accecante del sole di luglio
soffocante nel tardo mattino.
Inségnami ad amare,
senza pretese,
senza progetti,
senza troppe speranze.
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    Scritta da: Rosita Matera
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Se...

    Se riesci a mantenere la calma, quando tutti attorno a te la stanno perdendo, e te ne fanno una colpa;
    Se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te
    tenendo però nel giusto conto i loro dubbi;
    Se sai aspettare senza stancarti di aspettare,
    o essendo calunniato non rispondere con calunnie,
    o essendo odiato, non dare spazio all'odio,
    senza tuttavia sembrare troppo buono
    ne parlare troppo saggio;

    Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;
    Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine;
    Se sai incontrarti con il Successo e la Sconfitta
    e trattare questi due impostori allo stesso modo;
    Se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto
    distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per ingenui;
    o vedere le cose, per le quali hai dedicato la vita,
    distrutte,
    o umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;

    Se sai fare un'unica pila delle tue vittorie,
    e rischiarla in un sol colpo a testa o croce,
    e perdere, e ricominciare di nuovo dall'inizio
    senza mai lasciarti sfuggire una parola
    su quello che hai perso;
    se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi,
    i tuoi polsi
    a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più
    e così resistere quando in te non c'è più nulla
    tranne la volontà che dice loro "Resistete!";

    Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà
    o passeggiare con i re senza perdere il comportamento normale;
    Se non possono ferirti né i nemici né gli amici troppo premurosi;
    Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo;
    Se riesci a riempire l'inesorabile minuto
    dando valore ad ogni istante che passa;
    tua è la Terra e tutto ciò che vi è in essa
    e - quel che più conta - tu sarai un Uomo, figlio mio!
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      Scritta da: Marco Giannetti
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Sul destino di questo bizzarro mondo
      nascono fiori aridi e terribili
      spinosi nel cuore i sentimenti
      che dolcissime albe, dalla notte
      ancora avvolte di nebulose nostalgie,
      riportano nel cuore corroso dalla vita.

      Ed io attendo sul prato di ginestre
      ma tu, incredibile, non giungi.
      Per prenderti la mano ti raggiungo,
      e dalla tua rassegnata indifferenza
      mi porgi in cambio petali e sorrisi
      - logora vita, mia anima, mio tutto! –
      che hanno l'amaro sapore di un addio.
      Composta lunedì 3 agosto 2009
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        Scritta da: Sharmas
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'uomo e la donna

        L'uomo è la più elevata delle creature.
        La donna è il più sublime degli ideali.
        Dio fece per l'uomo un trono, per la donna un altare.
        Il trono esalta, l'altare santifica.

        L'uomo è il cervello. La donna il cuore.
        Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
        La luce feconda, l'amore resuscita.
        L'uomo è forte per la ragione.
        La donna è invincibile per le lacrime.
        La ragione convince, le lacrime commuovono.

        L'uomo è capace di tutti gli eroismi.
        La donna di tutti i martìri.
        L'eroismo nobilita, il martirio sublima.
        L'uomo ha la supremazia.
        La donna la preferenza.
        La supremazia significa forza;
        la preferenza rappresenta il diritto.

        L'uomo è un genio. La donna un angelo.
        Il genio è incommensurabile;
        l'angelo indefinibile.
        L'aspirazione dell'uomo è la gloria suprema.
        L'aspirazione della donna è la virtù estrema.
        La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.

        L'uomo è un codice. La donna un vangelo.
        Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
        L'uomo pensa. La donna sogna.
        Pensare è avere il cranio di una larva;
        sognare è avere sulla fronte un'aureola.

        L'uomo è un oceano. La donna un lago.
        L'oceano ha la perla che adorna;
        il lago la poesia che abbaglia.
        L'uomo è l'aquila che vola.
        La donna è l'usignolo che canta.
        Volare è dominare lo spazio;
        cantare è conquistare l'Anima.

        L'uomo è un tempio. La donna il sacrario.
        Dinanzi al tempio ci scopriamo;
        davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
        l'uomo si trova dove termina la terra,
        la donna dove comincia il cielo.
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          Scritta da: Rosarita De Martino
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Andiamo fino a Betlemme

          Andiamo fino a Betlemme,
          come i pastori.
          L'importante è muoversi.
          E se invece di un Dio glorioso,
          ci imbattiamo nella fragilità
          di un bambino,
          non ci venga il dubbio di aver
          sbagliato il percorso.
          Il volto spaurito degli oppressi,
          la solitudine degli infelici,
          l'amarezza di tutti gli
          uomini della Terra,
          sono il luogo dove Egli continua
          a vivere in clandestinità.
          A noi il compito di cercarlo.
          Mettiamoci in cammino senza paura.
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            Scritta da: Davide Bidin
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Hymn

            E quando mi hai mostrato il Ponte Di Brooklyn
            Al mattino,
            Ah, Dio,
            E la gente che scivolava sul ghiaccio per strada,
            due volte,
            due volte,
            due persone diverse
            sopraggiunsero, andavano a lavorare,
            Così serie e volenterose,
            Col loro penoso Daily News
            In pugno
            Scivolarono sul ghiaccio & caddero
            Entrambe nel giro di 5 minuti
            E io scoppiai in un dirotto pianto
            Fu allora che m'insegnasti a piangere, Ah
            Dio, Quel mattino,
            Ah, Tu
            Con me appoggiato al lampione ad asciugarmi
            Gli occhi,
            gli occhi,
            nessuno sapeva che avevo pianto
            e poi che gliene fregava
            ma Oh ho visto mio padre
            e la madre di mio nonno
            e le lunghe file di sedie
            e gli astanti che piangevano e il morto,
            Ahimè, sapevo che Tu Iddio
            Avevi dei piani migliori di quello
            Così qualsiasi sia il tuo piano per me
            Spaccatore di maestà
            Fa che sia un lampo
            Una folgore
            Fa che sia uno schioccar di dita
            Riportami a casa dalla Madre Eterna
            Oggi stesso
            Sempre a tua disposizione
            (e fino a quel dì)
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Il funerale di uno scrittore

              C'era una frana sulla
              Pacific Coast Highway e ci hanno fatto fare una
              deviazione fin su alle colline di Malibu
              e c'era un gran traffico e faceva caldo, e poi
              ci siamo persi.
              Ma ho intravisto un carro funebre e ho detto: "ecco
              il carro funebre, seguiamolo", e la mia donna ha detto:
              "quello non è il carro funebre", e io ho detto: "sì, è il
              nostro carro funebre".

              Il carro funebre ha girato a sinistra e io l'ho seguito
              mentre si arrampicava per una
              stradina sterrata, fino a quando non ha accostato e io
              ho pensato: "si è perso pure lui". C'era un camioncino parcheggiato lì
              e un signore che vendeva fragole
              e io mi sono fermato
              e ho chiesto
              dov'era la chiesa e lui mi ha dato le indicazioni
              e la mia donna ha detto al tizio delle fragole: "al ritorno
              passiamo a comprare un po' di fragole". poi ho fatto
              inversione e il carro funebre si è rimesso in moto
              e ci siamo avviati uno dietro l'altro
              fino a quando non siamo arrivati alla
              chiesa.

              eravamo lì
              per il funerale di un grand'uomo
              ma
              il gruppo era sparito: la
              famiglia, un paio di vecchi amici sceneggiatori,
              e altre due o tre persone. abbiamo
              detto due parole ai parenti e alla moglie del defunto
              e poi siamo entrati e la messa è cominciata e il
              prete non era niente di che ma uno dei figli del grand'uomo
              ha fatto un bel discorso, e poi è finito tutto
              ed eccoci di nuovo fuori, in macchina,
              di nuovo dietro al carro funebre, giù per la stessa stradina
              ripida
              e di nuovo davanti al camioncino delle fragole, e la mia
              donna ha detto: "non fermiamoci per le fragole",
              e mentre proseguivamo verso il cimitero, ho pensato:
              Fante, sei stato uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi
              e questo è un giorno triste.
              alla fine, eccoci al cimitero; il prete
              ha detto qualcosa ed è tutto finito.
              sono andato dalla vedova che se ne stava lì seduta tutta pallida
              e bella e piuttosto solitaria su una sedia pieghevole di metallo.
              "Hank", mi ha detto, "è difficile", e ho provato inutilmente
              a dire qualcosa che le fosse di conforto.

              allora ce ne siamo andati, lasciandola lì, e
              io stavo proprio male.

              Ho chiesto a un amico di riaccompagnare la mia ragazza in
              città e me ne sono andato all'ippodromo. Sono arrivato
              giusto in tempo per la prima corsa, e mentre giocavo la mia
              scommessa l'impiegato mi guardava strano e mi ha detto
              "Gesù, Hank, come mai porti la cravatta?"
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                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Difficoltoso è riconoscer l'amore.
                Ma io quella sera più del tuo corpo
                ho desiderato il tuo tempo.
                Ho desiderato il tuo cuore.
                E forse questo significa amare.
                Voler aspettare.
                Voler condividere.
                Voler ricordare.
                Perciò sognavo di averti vicina.
                Di averti con me.
                Per ogni mattina.
                Quando la luce del giorno
                ci avrebbe svegliati.
                Accolti.
                Abbracciati.
                A far colazione.
                Dopo una doccia veloce.
                Chiederti: ti va di restare?
                Possiamo andarcene a correre.
                E dopo pranzare.
                Magari se vuoi questa sera ti porto a ballare.
                Nessun programma.
                Nessuna promessa.
                Soltanto una luce negli occhi
                a indicarci la strada.
                La stessa.
                E mentre stai dormendo
                penso che potrei abbracciarti.
                E invece resto fermo
                fermo ad osservarti.
                Che vadano affanculo
                tutte le paure della vita.
                Mi perdo dentro ai tuoi respiri
                e mi ripeto che ogni notte
                passata accanto a te
                vicino ai nostri sogni
                dovrebbe per giustizia
                essere infinita.
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