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in Poesie (Poesie d'Autore)

La meditazione

La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.

La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.

È la nostra luce, non la nostra ombra,
a spaventarci di più.

Ci domandiamo: " Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? "
In realtà chi sei tu per Non esserlo?
Siamo figli di Dio.

Il nostro giocare in piccolo,
non serve al mondo.

Non c'è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicché gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.

Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.

Siamo nati per rendere manifesta
la gloria di Dio che è dentro di noi.

Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.

E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.

E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    A Zacinto

    Né più mai toccherò le sacre sponde
    ove il mio corpo fanciulletto giacque,
    Zacinto mia, che te specchi nell'onde
    del greco mar da cui vergine nacque

    Venere, e fea quelle isole feconde
    col suo primo sorriso, onde non tacque
    le tue limpide nubi e le tue fronde
    l'inclito verso di colui che l'acque

    cantò fatali, ed il diverso esiglio
    per cui bello di fama e di sventura
    baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

    Tu non altro che il canto avrai del figlio,
    o materna mia terra; a noi prescrisse
    il fato illacrimata sepoltura.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Che te ne fai d'un titolo?

      Non ce la fanno i belli muoiono tra le fiamme:
      sonniferi, veleno per i topi, corda, qualunque cosa...
      Si strappano le braccia, si buttano dalla finestra, si cavano gli occhi dalle orbite, respingono l'amore
      respingono l'odio respingono, respingono.
      Non ce la fanno i belli non resistono, sono le farfalle, sono le colombe, sono i passeri, non ce la fanno.
      Una lunga fiammata mentre i vecchi giocano a dama nel parco.
      Una fiammata, una bella fiammata mentre i vecchi giocano a dama nel parco, al sole.
      I belli si trovano all'angolo di una stanza
      accartocciati tra ragni e siringhe, nel silenzio, e non sapremo mai perché se ne sono andati, erano tanto
      belli.
      Non ce la fanno i belli muoiono giovani e lasciano i brutti alla loro brutta vita.
      Amabili e vivaci: vita e suicidio e morte mentre i vecchi giocano a dama sotto il sole nel parco.
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        Scritta da: Marco Giannetti
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Sul destino di questo bizzarro mondo
        nascono fiori aridi e terribili
        spinosi nel cuore i sentimenti
        che dolcissime albe, dalla notte
        ancora avvolte di nebulose nostalgie,
        riportano nel cuore corroso dalla vita.

        Ed io attendo sul prato di ginestre
        ma tu, incredibile, non giungi.
        Per prenderti la mano ti raggiungo,
        e dalla tua rassegnata indifferenza
        mi porgi in cambio petali e sorrisi
        - logora vita, mia anima, mio tutto! –
        che hanno l'amaro sapore di un addio.
        Composta lunedì 3 agosto 2009
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          Scritta da: Sharmas
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          L'uomo e la donna

          L'uomo è la più elevata delle creature.
          La donna è il più sublime degli ideali.
          Dio fece per l'uomo un trono, per la donna un altare.
          Il trono esalta, l'altare santifica.

          L'uomo è il cervello. La donna il cuore.
          Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
          La luce feconda, l'amore resuscita.
          L'uomo è forte per la ragione.
          La donna è invincibile per le lacrime.
          La ragione convince, le lacrime commuovono.

          L'uomo è capace di tutti gli eroismi.
          La donna di tutti i martìri.
          L'eroismo nobilita, il martirio sublima.
          L'uomo ha la supremazia.
          La donna la preferenza.
          La supremazia significa forza;
          la preferenza rappresenta il diritto.

          L'uomo è un genio. La donna un angelo.
          Il genio è incommensurabile;
          l'angelo indefinibile.
          L'aspirazione dell'uomo è la gloria suprema.
          L'aspirazione della donna è la virtù estrema.
          La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.

          L'uomo è un codice. La donna un vangelo.
          Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
          L'uomo pensa. La donna sogna.
          Pensare è avere il cranio di una larva;
          sognare è avere sulla fronte un'aureola.

          L'uomo è un oceano. La donna un lago.
          L'oceano ha la perla che adorna;
          il lago la poesia che abbaglia.
          L'uomo è l'aquila che vola.
          La donna è l'usignolo che canta.
          Volare è dominare lo spazio;
          cantare è conquistare l'Anima.

          L'uomo è un tempio. La donna il sacrario.
          Dinanzi al tempio ci scopriamo;
          davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
          l'uomo si trova dove termina la terra,
          la donna dove comincia il cielo.
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            Scritta da: Rosarita De Martino
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Andiamo fino a Betlemme

            Andiamo fino a Betlemme,
            come i pastori.
            L'importante è muoversi.
            E se invece di un Dio glorioso,
            ci imbattiamo nella fragilità
            di un bambino,
            non ci venga il dubbio di aver
            sbagliato il percorso.
            Il volto spaurito degli oppressi,
            la solitudine degli infelici,
            l'amarezza di tutti gli
            uomini della Terra,
            sono il luogo dove Egli continua
            a vivere in clandestinità.
            A noi il compito di cercarlo.
            Mettiamoci in cammino senza paura.
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              Scritta da: Davide Bidin
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Hymn

              E quando mi hai mostrato il Ponte Di Brooklyn
              Al mattino,
              Ah, Dio,
              E la gente che scivolava sul ghiaccio per strada,
              due volte,
              due volte,
              due persone diverse
              sopraggiunsero, andavano a lavorare,
              Così serie e volenterose,
              Col loro penoso Daily News
              In pugno
              Scivolarono sul ghiaccio & caddero
              Entrambe nel giro di 5 minuti
              E io scoppiai in un dirotto pianto
              Fu allora che m'insegnasti a piangere, Ah
              Dio, Quel mattino,
              Ah, Tu
              Con me appoggiato al lampione ad asciugarmi
              Gli occhi,
              gli occhi,
              nessuno sapeva che avevo pianto
              e poi che gliene fregava
              ma Oh ho visto mio padre
              e la madre di mio nonno
              e le lunghe file di sedie
              e gli astanti che piangevano e il morto,
              Ahimè, sapevo che Tu Iddio
              Avevi dei piani migliori di quello
              Così qualsiasi sia il tuo piano per me
              Spaccatore di maestà
              Fa che sia un lampo
              Una folgore
              Fa che sia uno schioccar di dita
              Riportami a casa dalla Madre Eterna
              Oggi stesso
              Sempre a tua disposizione
              (e fino a quel dì)
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Il funerale di uno scrittore

                C'era una frana sulla
                Pacific Coast Highway e ci hanno fatto fare una
                deviazione fin su alle colline di Malibu
                e c'era un gran traffico e faceva caldo, e poi
                ci siamo persi.
                Ma ho intravisto un carro funebre e ho detto: "ecco
                il carro funebre, seguiamolo", e la mia donna ha detto:
                "quello non è il carro funebre", e io ho detto: "sì, è il
                nostro carro funebre".

                Il carro funebre ha girato a sinistra e io l'ho seguito
                mentre si arrampicava per una
                stradina sterrata, fino a quando non ha accostato e io
                ho pensato: "si è perso pure lui". C'era un camioncino parcheggiato lì
                e un signore che vendeva fragole
                e io mi sono fermato
                e ho chiesto
                dov'era la chiesa e lui mi ha dato le indicazioni
                e la mia donna ha detto al tizio delle fragole: "al ritorno
                passiamo a comprare un po' di fragole". poi ho fatto
                inversione e il carro funebre si è rimesso in moto
                e ci siamo avviati uno dietro l'altro
                fino a quando non siamo arrivati alla
                chiesa.

                eravamo lì
                per il funerale di un grand'uomo
                ma
                il gruppo era sparito: la
                famiglia, un paio di vecchi amici sceneggiatori,
                e altre due o tre persone. abbiamo
                detto due parole ai parenti e alla moglie del defunto
                e poi siamo entrati e la messa è cominciata e il
                prete non era niente di che ma uno dei figli del grand'uomo
                ha fatto un bel discorso, e poi è finito tutto
                ed eccoci di nuovo fuori, in macchina,
                di nuovo dietro al carro funebre, giù per la stessa stradina
                ripida
                e di nuovo davanti al camioncino delle fragole, e la mia
                donna ha detto: "non fermiamoci per le fragole",
                e mentre proseguivamo verso il cimitero, ho pensato:
                Fante, sei stato uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi
                e questo è un giorno triste.
                alla fine, eccoci al cimitero; il prete
                ha detto qualcosa ed è tutto finito.
                sono andato dalla vedova che se ne stava lì seduta tutta pallida
                e bella e piuttosto solitaria su una sedia pieghevole di metallo.
                "Hank", mi ha detto, "è difficile", e ho provato inutilmente
                a dire qualcosa che le fosse di conforto.

                allora ce ne siamo andati, lasciandola lì, e
                io stavo proprio male.

                Ho chiesto a un amico di riaccompagnare la mia ragazza in
                città e me ne sono andato all'ippodromo. Sono arrivato
                giusto in tempo per la prima corsa, e mentre giocavo la mia
                scommessa l'impiegato mi guardava strano e mi ha detto
                "Gesù, Hank, come mai porti la cravatta?"
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                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  Difficoltoso è riconoscer l'amore.
                  Ma io quella sera più del tuo corpo
                  ho desiderato il tuo tempo.
                  Ho desiderato il tuo cuore.
                  E forse questo significa amare.
                  Voler aspettare.
                  Voler condividere.
                  Voler ricordare.
                  Perciò sognavo di averti vicina.
                  Di averti con me.
                  Per ogni mattina.
                  Quando la luce del giorno
                  ci avrebbe svegliati.
                  Accolti.
                  Abbracciati.
                  A far colazione.
                  Dopo una doccia veloce.
                  Chiederti: ti va di restare?
                  Possiamo andarcene a correre.
                  E dopo pranzare.
                  Magari se vuoi questa sera ti porto a ballare.
                  Nessun programma.
                  Nessuna promessa.
                  Soltanto una luce negli occhi
                  a indicarci la strada.
                  La stessa.
                  E mentre stai dormendo
                  penso che potrei abbracciarti.
                  E invece resto fermo
                  fermo ad osservarti.
                  Che vadano affanculo
                  tutte le paure della vita.
                  Mi perdo dentro ai tuoi respiri
                  e mi ripeto che ogni notte
                  passata accanto a te
                  vicino ai nostri sogni
                  dovrebbe per giustizia
                  essere infinita.
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