Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Calypso

Più svelto, macchinista, e fammi in fretta
la Springfield Line sotto il sole splendente.
Via come un razzo, non fermarti mai
finché non freni in Grand Central, New York.
Perché ad aspettarmi c'è laggiù,
in mezzo a quel salone, colui che fra tutti amo di più.
Se non è lì quando arrivo in città
starò sul marciapiede e piangerò.
Perché è lui che voglio rimirare,
l'acme di perfezione e di bontà.
Se mi serra la mano e mi dice "ti amo",
ed è per me un fenomeno sublime.
I boschi sono tutti verdi e lustri ai lati del binario
; anche gli alberi hanno i loro amori, pur diversi dal mio.
Ma il povero banchiere vecchio e obeso, in carrozza di lusso,
non ha nessuno che lo ami eccetto il suo avana.
Se fossi io il Capo dela Chiesa o dello Stato,
m'inciprierei il naso e ordinerei a tutti di aspettare.
Perché l'amore conta ed è potente
ben più di un prete o di un politicante.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Sono quella che sono

    Sono quella che sono
    Sono fatta così
    Se ho voglia di ridere
    Rido come una matta
    Amo colui che m'ama
    Non è colpa mia
    Se non e sempre quello
    Per cui faccio follie
    Sono quella che sono
    Sono fatta così
    Che volete ancora
    Che volete da me
    Son fatta per piacere
    Non c'è niente da fare
    Troppo alti i miei tacchi
    Troppo arcuate le reni
    Troppo sodi i miei seni
    Troppo truccati gli occhi
    E poi
    Che ve ne importa a voi
    Sono fatta così
    Chi mi vuole son qui
    Che cosa ve ne importa
    Del mio proprio passato
    Certo qualcuno ho amato
    E qualcuno ha amato me
    Come i giovani che s'amano
    Sanno semplicemente amare
    Amare amare...
    Che vale interrogarmi
    Sono qui per piacervi
    E niente può cambiarmi.
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      Scritta da: Eclissi
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Casida del pianto

      Ho chiuso la mia finestra
      perché non voglio udire il pianto,
      ma dietro i grigi muri
      altro non s'ode che il pianto.
      Vi sono pochissimi angeli che cantano,
      pochissimi cani che abbaiano;
      mille violini entrano nella palma della mia mano.
      Ma il pianto è un cane immenso,
      il pianto è un angelo immenso,
      il pianto è un violino immenso,
      le lacrime imbavagliano il vento.
      E altro non s'ode che il pianto.
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        Scritta da: Paul Mehis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Ode all'allegria

        Allegria
        Foglia verde
        Caduta dalla finestra.
        Minuscola chiarezza
        Appena nata,
        elefante sonoro
        abbagliante
        moneta,
        a volte
        fragile raffica,
        o
        piuttosto
        pane permanente,
        speranza compiuta,
        dovere svolto.
        Ti sdegnai allegria.
        Fui mal consigliato.
        La luna
        mi portò per i suoi cammini.
        Gli antichi poeti
        mi prestarono occhiali
        e posi
        accanto ad ogni cosa
        un nimbo oscuro,
        sul fiore una corona nera,
        sulla bocca amata
        un triste bacio.
        È ancora presto.
        Lascia che mi penta.
        Avevo pensato che soltanto
        se il mio cuore
        avesse bruciato
        il rovo del tormento,
        se la pioggia avesse bagnato
        il mio vestito
        nella regione violacea del lutto,
        se avessi chiuso
        gli occhi alla rosa
        e toccato la ferita,
        se avessi condiviso tutti i dolori,
        avrei aiutato gli uomini.
        Non fui nel giusto.
        Sbagliai i miei passi
        Ed oggi ti invoco, allegria.

        Come la terra
        sei
        necessaria.

        Come il fuoco
        sostieni
        i focolari.

        Come il pane
        sei pura.

        Come l'acqua d'un fiume
        sei sonora.

        Come un'ape
        Distribuisci miele volando.

        Allegria,
        fui un giovane taciturno,
        credetti che la tua chioma
        fosse scandalosa.

        Non era vero, me ne resi conto
        quando sul mio petto
        essa si sciolse in cascata.

        Oggi allegria,
        incontrata per strada,
        lontano da ogni libro,
        accompagnami.

        Con te
        voglio andare di casa in casa,
        voglio andare di gente in gente,
        di bandiera in bandiera.
        Tu non appartieni soltanto a me,
        Andremo sulle isole,
        sui mari.
        Andremo nelle miniere,
        nei boschi.
        E non soltanto boscaioli solitari,
        povere lavandaie
        o spigolosi, augusti
        tagliapietre,
        mi riceveranno con i tuoi grappoli,
        ma i congregati,
        i riuniti,
        i sindacati del mare o del legno,
        i valorosi ragazzi
        nella loro lotta.

        Con te per il mondo!
        Con il mio canto!
        Con il volo socchiuso
        della stella,
        e con la gioia
        della spuma!

        Io sono debitore verso tutti
        perché devo
        a tutti la mia allegria.

        Nessuno si sorprenda perché voglio
        consegnare agli uomini
        i doni della terra,
        perché ho imparato lottando
        che è mio terrestre dovere
        propagare l'allegria.
        E con il mio canto compio il mio destino.
        Composta mercoledì 23 settembre 2009
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          Scritta da: Sonia Dem.
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Tra i topazi e le fresie

          Sei pieno di tutte le ombre che mi inseguono
          di tutti quegli attimi che mi lasciano un segno...
          Tu sei dove le rose si schiudono...
          ove uccelli di bosco sussurrano ai monti
          sei tra i topazi e le fresie
          tra il suono di campane che si espande e le chiese
          Sei pieno di domande e muto di risposte
          Ombra e luce sono le tue colpe.
          Composta domenica 11 ottobre 2009
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            Scritta da: Barbara Brussa
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Come polvere o vento

            Se la mia poesia mi abbandonasse
            come polvere o vento,
            se io non potessi più cantare,
            come polvere o vento,
            io cadrei a terra sconfitta
            trafitta forse come la farfalla
            e in cerca della polvere d'oro
            morirei sopra una lampadina accesa,
            se la mia poesia non fosse come una gruccia
            che tiene su uno scheletro tremante,
            cadrei a terra come un cadavere
            che l'amore ha sconfitto.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Solitudine

              La solitudine è come la pioggia.
              Si alza dal mare verso sera;
              dalle pianure lontane, distanti,
              sale verso il cielo a cui da sempre appartiene.
              E proprio dal cielo ricade sulla città.

              Piove quaggiù nelle ore crepuscolari,
              allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino
              e i corpi, che nulla hanno trovato,
              delusi e affranti si lasciano l'un l'altro;
              e persone che si odiano a vicenda
              sono costrette a dormire insieme in un letto unico:

              è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi.
              Composta domenica 21 settembre 1902
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                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Fammi un quadro del sole -
                posso appenderlo in camera mia
                e fingere di scaldarmi
                mentre gli altri lo chiamano "Giorno!".

                Disegna per me un pettirosso - su un ramo -
                così sognerò di sentirlo cantare
                e quando nei frutteti cesserà il canto -
                ch'io deponga l'illusione.

                Dimmi se è vero che fa caldo a mezzogiorno -
                se sono i ranuncoli che "volano"
                o le farfalle che "fioriscono".
                E poi, sfuggi il gelo sopra i prati
                e la ruggine sugli alberi.
                Dammi l'illusione che questi due - ruggine e gelo -
                non debbano arrivare mai!
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