Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Federico
in Poesie (Poesie d'Autore)

Il primo Vedente

"In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" -dice Paolo all'Areopago d'Atene-
Chi è Costui?
Come se fosse l'ineffabile spazio che avvolge tutto -Lui il Creatore:
Domina ogni cosa, traendo l'esistenza dal nulla, e non soltanto in principio, ma di continuo.
Tutto perdura divenendo perpetuamente -
"Al principio era il Verbo e per mezzo di Esso tutto è stato fatto".
Il Mistero del principio nasce assieme al Verbo, si rivela attraverso il Verbo.
Verbo - perenne visione ed enunciazione.
Colui che creava, vedeva - vide "che ciò era buono", scorgeva con un concetto diverso dal nostro.
Lui - il primo Vedente -
Vedeva, ritrovava in tutto un'orma del suo Essere, della sua plenitudine -

Vedeva: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius -Il nudo e il trasparente,
il vero, il buono e il bello-

Scorgeva con un concetto insolito, estraneo al nostro.
Una perenne visione ed enunciazione:
"Al principio era il Verbo e per mezzo di Esso tutto è stato fatto",
il tutto, in cui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo -Il Verbo, lo stupendo Verbo primordiale, come un'invisibile soglia
di tutto ciò che è stato creato, esiste ed esisterà.
Come se il Verbo fosse la soglia.

La soglia del Verbo, in cui tutto era di foggia invisibile,
la divina e l'eterna - dietro questa soglia iniziano gli eventi!
Mi trovo sul limine della Sistina -
Forse tutto ciò era più facile interpretare nel linguaggio della "Genesi" -
Ma il Libro aspetta l'immagine. - E giusto. Aspettava un suo Michelangelo.

Perché Colui che creava, "vedeva" - vide, che "ciò era buono".
"Vedeva", ed allora il Libro aspettava il frutto della "visione".
O uomo che vedi anche tu, vieni -
Sto invocandovi "vedenti" di tutti i tempi.
Sto invocandoti, Michelangelo!

Nel Vaticano è posta una cappella, che aspetta il frutto della tua visione!
La visione aspetta l'immagine.
Da quando il Verbo si fece carne, la visione, da allora, aspetta.
Stiamo sulla soglia del Libro.
Questo è il Libro delle Origini - Genesis.
Qui, in questa cappella lo ha descritto Michelangelo,
non con le parole, ma con una ricchezza
affluente dei colori.
Entriamo, per rileggerlo,
passando dallo stupore allo stupore.

Così, allora, è qui - vediamo e riconosciamo
il Principio che sorge dall'inesistenza,
ubbidendo al Verbo della creazione;
Qui traspira da queste mura.
Ma forse la Fine affiora più intensamente.
Sì, ancor più efficacemente traspare il Giudizio.
Un Giudizio, un finale Giudizio.
Ecco la via che tutti attraversiamo -
ognuno di noi.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Cogli questo piccolo fiore
    e prendilo. Non indugiare!
    Temo che esso appassisca
    e cada nella polvere.

    Non so se potrà trovare
    posto nella tua ghirlanda
    ma onoralo con la carezza pietosa
    della tua mano - e coglilo.

    Temo che il giorno finisca
    prima del mio risveglio
    e passi l'ora dell'offerta.

    Anche se il colore è pallido
    e tenue è il suo profumo
    serviti di questo fiore
    finché c'è tempo - e coglilo.
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      Scritta da: Marilù Rossi
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Vita della mia vita...

      Vita della mia vita,
      sempre cercherò di conservare
      puro il mio corpo,
      sapendo che la tua carezza vivente
      mi sfiora tutte le membra.

      Sempre cercherò di allontanare
      ogni falsità dai miei pensieri,
      sapendo che tu sei la verità
      che nella mente
      mi ha acceso la luce della ragione.

      Sempre cercherò di scacciare
      ogni malvagità dal mio cuore,
      e di farvi fiorire l'amore,
      sapendo che hai la tua dimora
      nel più profondo del cuore.

      E sempre cercherò nelle mie azioni
      di rivelare te,
      sapendo che è il tuo potere
      che mi dà la forza di agire.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        A Lou Andreas-Salomé

        Non posso ricordare. Ma quei momenti
        puri dureranno in me come
        in fondo a un vaso troppo pieno.
        Non penso a te, ma sono per amore tuo
        e questo mi dà forza.
        Non ti invento nei luoghi
        che adesso senza te non hanno senso.
        Il tuo non esserci
        è già caldo di te, ed è più vero,
        più del tuo mancarmi. La nostalgia
        spesso non distingue. Perché
        cercare allora se il tuo influsso
        già sento su di me lieve
        come un raggio di luna alla finestra.
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          Scritta da: Prometeo
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Notte d'estate

          È una bella notte d'estate
          Tengono le alte case
          aperti i balconi
          del vecchio paese sulla vasta piazza
          Nell'ampio rettangolo deserto,
          panchine di pietra, evonimi ed acacie
          simmetrici disegnano
          le nere ombre sulla bianca arena.
          Allo zenit la luna, e sulla torre
          la sfera dell'orologio illuminata.
          Io in questo vecchio paese vo passeggiando
          solo come un fantasma.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura

            Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
            che desti la furia del pallido e del freddo,
            da sud a sud leva i tuoi occhi indelebili,
            da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
            Non voglio che vacillino il tuo riso o i tuoi passi,
            non voglio che muoia la mia eredità d'allegria,
            non bussare al mio petto, sono assente.
            Vivi in mia assenza come in una casa.
            È una casa tanto grande l'assenza
            che v'entrerai traverso i muri
            e appenderai i quadri all'aria.
            È una casa tanto trasparente l'assenza
            che senza vita ti vedrò vivere
            e se soffri, amor mio, morirò un'altra volta.
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              Scritta da: mor-joy
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Ricordo il meraviglioso istante

              Ricordo il meraviglioso istante: davanti a me apparisti tu,
              come una visione fugace, come il genio della pura bellezza.

              Nei tormenti di una tristezza disperata, nelle agitazioni di una rumorosa vanità,
              suonò per me a lungo la tenera voce, e mi apparvero in sogno i cari tratti.

              Passarono gli anni. Il ribelle impeto delle tempeste disperse i sogni di una volta,
              e io dimenticai la tua tenera voce, i tuoi tratti celestiali.

              Nella mia remota e oscura reclusione trascorrevano quietamente i miei giorni
              senza divinità, senza ispirazione, senza lacrime, senza vita, senza amore.

              Ma venne dell'anima il risveglio: ed ecco di nuovo sei apparsa tu,
              come una visione fugace, come il genio della tua pura bellezza.

              E il cuore batte nell'inebriamento, e sono per esso risuscitati di nuovo
              e la divinità e l'ispirazione, e la vita, e le lacrime e l'amore.
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