Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Patty Diphusa
in Poesie (Poesie d'Autore)
Nessuno può rivelarvi nulla
se non ciò che già si trova
in stato di dormiveglia
nell’albeggiare della nostra conoscenza.
L’insegnante che avanza
nell’ombra del tempio,
fra i suoi discepoli,
non trasmette la sua sapienza,
ma piuttosto la sua fede
e la sua amorevolezza.
Se è veramente saggio,
non vi introdurrà
nella casa della sua sapienza,
ma vi accompagnerà
alla soglia
della vostra mente.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Sensazione

    Nelle sere d'estate andrò per i sentieri,
    pizzicato dal grano, pestando i fili d'erba;
    ne sentirò, sognante, il fresco sotto i piedi.
    E al vento lascerò bagnare la mia testa.

    Non dirò più parole, non farò più pensieri:
    ma un amore infinito mi salirà nel petto,
    e andrò molto lontano, sarò come uno zingaro,
    come con una donna per i campi contento.
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      Scritta da: Lucio Dusso
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Io lupo della steppa trotto solo
      solo, nel mondo ormai di neve bianco...
      Dalla betulla scende un corvo stanco,
      ma non vedo una lepre, un capriolo!
      Oh come voglio bene ai caprioli!
      Poterne trovar uno, oh bella cosa!
      Vi affonderei la bocca mia bramosa:
      non v'è nulla che tanto mi consoli.
      E con amor e affezion sincera,
      delle tenere carni farei strazio,
      finché di sangue veramente sazio
      a urlare andrei dentro la notte nera.
      Anche una lepre basterebbe, via!
      Dolce ha la carne pel mio gusto bruto...
      Possibile che tutto abbia perduto
      quel che abbelliva un dì la vita mia?
      È grigio ormai della mia coda il pelo,
      e già la vista mi s'annebbia e oscura,
      sono anni che mia moglie è in sepoltura,
      ed una lepre, un capriolo anelo.
      Vado a caccia di lepri, trotto e sogno
      all'invernale sibilo del vento,
      e ingozzo neve, neve, finché ho spento
      la mia sete, e do l'anima al demonio.
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        Scritta da: Sonia Dem.
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Come un poeta

        Cantavo al cielo
        la mia delicata malinconia
        e mi volarono incontro tutti i sogni e i desideri miei,
        stormi di parole,
        dolci melodie irrequiete,
        vite di donne sognanti alla luna.
        Tacciono i venti,
        la calma si apre alle mie spalle,
        innanzi a me il sorriso,
        dietro il passato,
        oltre i miei passi il tempo.
        Composta giovedì 14 gennaio 2010
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          Scritta da: mor-joy
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Contro la Morte

          Morte, non essere troppo orgogliosa, se anche
          qualcuno ti chiama terribile e possente
          Tu non lo sei affatto: perché
          quelli che pensi di travolgere
          in realtà non muoiono, povera morte, né puoi uccidere me.
          Se dal riposo e dal sonno, che sono tue immagini,
          deriva molto piacere, molto più dovrebbe derivarne da Te, con cui proprio i nostri migliori se ne vanno,
          per primi, tu che riposi le loro ossa e ne liberi l'anima.
          Schiava del caso e del destino, di re e disperati,
          Tu che dimori con guerra e con veleno, con ogni infermità,
          l'oppio e l'incanto ci fanno dormire ugualmente,
          e molto meglio del colpo che ci sferri.
          Perché tanta superbia?
          Perché tanta superbia? Trascorso un breve sonno,
          eternamente, resteremo svegli, e la morte
          non sarà più, sarai Tu a morire.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
            Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
            Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
            Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
            Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
            Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
            Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
            Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
            Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
            Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
            Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
            Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua.
            E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
            immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
            assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
            Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
            Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
            Verità, non prestarmi troppa attenzione.
            Serietà, sii magnanima con me.
            Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
            Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
            Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
            Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
            So che finché vivo niente mi giustifica,
            perché io stessa mi sono d'ostacolo.
            Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
            e poi fatico per farle sembrare leggere.
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              Scritta da: Barbara Brussa
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Estate

              C'è un giardino chiaro, fra mura basse,
              di erba secca e di luce, che cuoce adagio
              la sua terra. È una luce che sa di mare.
              Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli
              e ne scuoti il ricordo.
              Ho veduto cadere
              molti frutti, dolci, su un'erba che so,
              con un tonfo. Così trasalisci tu pure
              al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
              come intorno accadesse un prodigio d'aria
              e il prodigio sei tu. C'è un sapore uguale
              nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
              Ascolti.
              La parole che ascolti ti toccano appena.
              Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
              che ti finge alle spalle la luce del mare.
              Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
              con un tonfo, e ne stilla una pena antica
              come il succo dei frutti caduti allora.
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                Scritta da: Gabriella Stigliano
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Alla vita

                Amici ci aspetta una barca e dondola
                nella luce ove il cielo s'inarca
                e tocca il mare, volano creature pazze ad amare
                il viso d'Iddio caldo di speranza
                in alto in basso cercando
                affetto in ogni occulta distanza
                e piangono: noi siamo in terra
                ma ci potremo un giorno librare
                esilmente piegare sul seno divino
                come rose dai muri nelle strade odorose
                sul bimbo che le chiede senza voce.

                Amici dalla barca si vede il mondo
                e in lui una verità che precede
                intrepida, un sospiro profondo
                dalle foci alle sorgenti;
                la Madonna dagli occhi trasparenti
                scende adagio incontro ai morenti,
                raccoglie il cumulo della vita, i dolori
                le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita.
                Le ragazze alla finestra annerita
                con lo sguardo verso i monti
                non sanno finire d'aspettare l'avvenire.

                Nelle stanze la voce materna
                senza origine, senza profondità s'alterna
                col silenzio della terra, è bella
                e tutto par nato da quella.
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