Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Il desiderio

Io non invidio ai vati
Le lodi e i sacri allori,
Nè curo i pregi e gli ori
D'un duce o d'un sovran.
     Saran miei dì beati
Se avrò il mio crine cinto
Di serto vario-pinto
Tessuto di tua man.
     Saran miei dì beati
Se in mezzo a bosco ombroso
Il volto tuo vezzoso
Godrommi a contemplar.
     Che bel vederci allora
Mille cambiar sembianti,
E direi: O cori amanti,
Cessate il palpitar!
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    Scritta da: Francesca Oniram
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Corrispondenze

    La natura è un tempio in cui viventi
    colonne lasciano talvolta sfuggire
    confuse parole; l'uomo vi passa,
    attraverso foreste di simboli,
    che lo guardano con sguardi
    familiari.
    Simili a lunghi echi,
    che di lontano si confondano
    in una tenebrosa e profonda unità
    – vasta come la notte e la luce –
    i profumi, i colori e i suoni si rispondono.
    Profumi freschi come carni di bimbi,
    dolci come il suono dell'oboe,
    verdi come praterie.
    Ed altri corrotti, ricchi e trionfanti,
    vasti come le cose infinite:
    l'ambra, il muschio, il benzoino
    e l'incenso, che cantano
    i rapimenti dello spirito e dei sensi.
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      Scritta da: Julie Gensini
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Lucinda Matlock

      Andavo a ballare a Chandlerville
      e giocavo alle carte a Winchester.
      Una volta cambiammo compagni
      ritornando in carrozza sotto la luna di giugno,
      e così conobbi Davis.
      Ci sposammo e vivemmo insieme settant'anni.
      Filavo, tessevo, curavo la casa, vegliavo i malati,
      coltivavo il giardino e, la festa,
      andavo spesso per i campi dove cantano le allodole,
      e lungo lo Spoon raccogliendo tante conchiglie,
      e tanti fiori e tante erbe medicinali-
      gridando alle colline boscose, cantando alle verdi vallate.
      A novantasei anni avevo vissuto abbastanza, ecco tutto,
      e passai ad un dolce riposo.
      Cos'è questo che sento di dolori e stanchezza
      e ira, scontento e speranze fallite?
      Figli e figlie degeneri,
      la Vita è troppo forte per voi-
      ci vuole vita per amare la Vita...
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        Scritta da: L'auretta XXX
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        I cinquant'anni sono come
        L'ultima ora del pomeriggio,
        quando il sole tramontato
        ci dispone spontaneamente alla riflessione.
        Nel mio caso, tuttavia,
        il crepuscolo mi induce al peccato.
        Forse per questo,
        arrivata alla cinquantina,
        medito sul mio rapporto
        con il cibo e l'erotismo,
        le debolezze della carne,
        che più mi tentano,
        anche se, a ben guardare, non sono quelle
        che più ho praticato.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Più degna di vederlo, potrò essere
          Perché il lungo Impedimento - la Grazia - in Me -
          Con Estati, e con Inverni, farà crescere,
          Trascorso qualche Anno - Un aspetto mi darà

          Da farmi la più bella della Terra -
          l'Attesa - allora - apparirà così preziosa
          Che attribuirò una pena dimezzata
          Alla colpa di esser stata scelta - allora -

          è tempo di pregustare il Suo Sguardo -
          Dapprima - Delizia - e poi - Sorpresa -
          Quel volgersi ripetuto al mio volto
          Per Accertare che sia la Grazia -

          Lasciata dietro di sé Un Giorno - Tanto minore
          Da cercare la Prova, che Quella - sia Questa -

          Io devo solo non diventare così nuova
          Da farlo sbagliare - e chiedere di me
          a me - quando subito verso la Porta
          Andrò - per non andare più Altrove -

          Io devo solo non tramutarmi in così bella
          Da farlo sospirare - "l'Altra - Lei - Dov'è?"
          L'Amore, tuttavia, m'istruirà a dovere
          Sarò perfetta - ai Suoi occhi -

          Se Egli percepirà l'altra Verità -
          In una più Eccellente Gioventù -

          Com'è dolce non essersi privata Invano -
          Ma guadagnare - con la perdita - Col Dolore - ottenere -
          La Bellezza che Lo compensi al meglio -
          La Bellezza della Domanda - Acquietata.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Ne li occhi porta la mia donna Amore (Vita Nova, XXI)

            Ne li occhi porta la mia donna Amore,
            per che si fa gentil ciò ch'ella mira;
            ov'ella passa, ogn'om ver lei si gira,
            e cui saluta fa tremar lo core,
            sì che, bassando il viso, tutto smore,
            e d'ogni suo difetto allor sospira:
            fugge dinanzi a lei superbia ed ira.
            Aiutatemi, donne, farle onore.
            Ogne dolcezza, ogne pensero umile
            nasce nel core a chi parlar la sente,
            ond'è laudato chi prima la vide.
            Quel ch'ella par quando un poco sorride,
            non si po' dicer né tenere a mente,
            sì è novo miracolo e gentile.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Solo, fra i mesti miei pensieri, in riva

              Solo, fra i mesti miei pensieri, in riva
              al mar là dove il tosco fiume ha foce,
              con Fido il mio destrier pian pian men giva;
              e muggìan l'onde irate in suon feroce.

              Quell'ermo lido, e il gran fragor mi empiva
              il cuor (cui fiamma inestinguibil cuoce)
              d'alta malinconia; ma grata, e priva
              di quel suo pianger, che pur tanto nuoce.

              Dolce oblio di mie pene e di me stesso
              nella pacata fantasia piovea;
              e senza affanno sospirava io spesso:

              quella, ch'io sempre bramo, anco parea
              cavalcando venirne a me dappresso...
              Nullo error mai felice al par mi fea.
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