Scritta da: Silvana Stremiz
Amore
parola semplice...
luce e buio
felicità... disperazione...
Lamore non chiede
l amore vuole
razionale a volte...
tormento ed estasi
ma tutto vince l amore.
Desideriamo l amore
ma a volte si affronta con
paura e riluttanza.
É' aria fresca del mattino...
fuoco di passione ...
l amore si puo avere
non si deve incatenare...
Ma quando l amore chiama
gli rispondi sempre si.
Anonimo
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz
    Il canto allegro della Vita si fa sempre più lento nel mio cuore.
    Una ninna nanna portata dalla freschezza lo avvolge, cullandolo dolcemente nella gioia dei suoi sogni.
    Piano piano, il colori spariscono, coperti da una morbida coperta bianca che scende lieve, dono dal cielo, sopra di loro.
    Li prega di tranquilizzarsi, perché per loro è arrivato il momento di dormire.
    Dormire... i miei occhi si chiudono pesanti, lasciandomi fluttuare nella fantasia del mondo.
    Com'è meravigliosa la pace.
    Anonimo
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Anonimo Anonimo

      Albeggia sul borgo

      Camminando sul borgo all'alba c'è
      un momento,
      un secondo,
      in cui la luce del sole è ancora fresca,
      come l'aria di una mattina di primavera
      e i lampioni soleggiano.
      In quel secondo persi il tuo nome
      e m'innamorai della vitrea distesa,
      così speranzosa nei riflessi del sole,
      e che di te,
      conservava solo il maleodorante tanfo dei pescherecci.
      Provai a spingermi più a fondo,
      guardando l'infinito e notai una diga,
      immobile come la morte.
      Ahi quanta lunga strada mi separa da te,
      pensai,
      ahi quanto nuotare ancora...
      t'avevo appena dimenticata e avevo già voglia di morire.
      Anonimo
      Vota la poesia: Commenta

        Illusione

        Vorrei essere una lacrima
        per scendere lentamente
        dai tuoi occhi
        per accarezzare le tue guance
        e posarmi sulle tue labbra
        per baciarti

        Vorrei essere il vento
        per avvolgerti tutta
        e stringerti a me
        in un forte abbraccio

        Vorrei poterti avere
        per dirti le parole
        che ho nel cuore

        Vorrei vedere lo splendore
        del tuo corpo fremere
        alle carezze dell'amore

        Vorrei ma mi illudo
        tu non potrai mai esser mia
        tutto ci separa
        la tua e la mia età
        la mia e la tua condizione

        perciò mi resta solo l'illusione
        continuerò a sognarti
        solo così mi illuderò di averti.
        Anonimo
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Elisabetta

          Il passero ferito

          Era d'agosto. Un povero uccelletto
          ferito dalla fionda di un maschietto
          andò, per riposare l'ala offesa
          sulla finestra aperta di una chiesa.

          Dalle tendine del confessionale
          il parroco intravide l'animale
          ma, pressato da molti peccatori
          che pentirsi dovean dei loro errori
          rinchiuse le tendine immantinente
          e si rimise a confessar la gente.

          Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
          diceva ogni fedele le preghiere,
          una donna, notato l'uccelletto,
          lo prese, e al caldo se lo mise in petto.

          Ad un tratto improvviso un cinguettio
          ruppe il silenzio: cìo, cìo, cìo, cìo.

          Rise qualcuno, e il prete, a quel rumore
          il ruolo abbandonò di confessore;
          scuro nel volto, peggio della pece
          s'arrampicò sul pulpito, poi fece:
          "Fratelli, chi ha l'uccello, per favore
          vada fuori dal tempio del Signore".

          I maschi, un po' stupiti a tali parole,
          lesti s'accinsero ad alzar le suole,
          ma il prete a quell'errore madornale,
          "Fermi, gridò, mi sono espresso male!
          Rientrate tutti e statemi a sentire:
          sol chi ha preso l'uccello deve uscire!"

          A testa bassa, la corona in mano,
          cento donne s'alzarono piangendo.
          Ma, mentre se n'andavano di fuora
          il prete rigridò: "Sbagliato ho ancora;
          rientrate tutte quante, figlie amate,
          che io non volevo dir quel che pensate!"

          Poi riprese; "Già dissi e torno a dire
          che chi ha preso l'uccello deve uscire.
          Ma mi rivolgo, a voce chiara e tesa,
          soltato a chi l'uccello ha preso in chiesa!"

          A tali detti, nello stesso istante,
          le monache s'alzaron tutte quante;
          quindi col viso pieno di rossore
          lasciarono la casa del Signore.

          "Oh Santa Vergine! - esclamò il buon prete -
          Sorelle orsù rientrate e state quiete,
          poiché voglio concludere, o signori,
          la serie degli equivoci ed errori;
          perciò, senza rumori, piano piano,
          esca soltato chi ha l'uccello in mano".

          Una fanciulla con il fidanzato,
          ch'eran nascosti in un angolo appartato
          dentro una cappelletta laterale,
          poco mancò che si sentisser male.
          Quindi lei sussurrò col viso smorto
          "che ti dicevo, hai visto? Se n'è
          accorto!"
          Anonimo
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Anthony Porretta
            Così ti sei ritrovato da solo?
            Non hai più nessuno per ascoltarti?
            E non hai più nessuno per farti compagnia?
            Ok... perfetto.
            Posso dirti che sei molto fortunato
            perché ora hai tutto il tempo e tutta la libertà per sapere cosa vuoi veramente fare della tua vita...
            manda via questa angoscia della solitudine e respira profondo
            ascolta la tua voglia e lei ti ascolterà...
            e poi invita la saggezza così lei ti farà compagnia.
            Riflettici
            perché non sai ancora cosa ami per davvero nella vita
            non lo sai
            mai, mai, mai considerare ciò che non ti ama come qualche cosa che tu ami.
            Il tempo, se stesse, lo spazio... sono delle cose che non si devono mai sprecare
            allora avanti e dimentica il resto e vai alla ricerca di altri colori...
            perché il più grande dispiacere è di conoscere solo una parte delle possibilità quando invece ce ne sono un infinità
            questo è lo sforzo che può fare tutta la differenza.
            La differenza che ti può far trovare una strada che ti possa portare alla felicità.
            Anonimo
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Danza di Venere

              Comunque vada

              Ti amerò,
              domani ti amerò e chiederò al tuo cuore di battere,
              ti amerò domani e chiederò al tuo respiro di mandarti in affanno,
              ti amerò chiedendo al tuo corpo un abbraccio,
              ti amerò domani ti amerò e chiederò ai tuoi occhi un saluto,
              ti amerò ogni giorno perché non c'è comando che faccia finire una passione,
              forse non smetterò forse lo farò ma ciò che conta è che domani ti amerò.
              Anonimo
              Composta domenica 12 marzo 2017
              Vota la poesia: Commenta