Scritta da: Nastjia

Viaggio nel buio

Pensi che il sole illumini la vita,
non è vero, esiste un sole nero.

Pensi che un fiore rallegri la vita,
non è vero, esiste un fiore nero.

Pensi che un sorriso sollevi la vita,
non è vero, esiste un ghigno nero.

Ci vuole coraggio per guardare nel buio.
Perdono il tuo oltraggio, mosso dalla paura,
mi allontano da chi non potrà avere di me buona cura.

Ma ricorda:

Non teme il nero chi conosce la via,
ti avrei tenuto per mano
mostrandoti la luminosa scia.
Anonimo
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    Scritta da: Cristiano Qualsiasi

    Parole di uno Studente schiacciato dalla Scuola

    Ed è questo il motivo, il gran sentimento che si percuote nella mia testa
    e nel mio cuore esplode
    e impavido e fiero si ribella all'ode comune,
    all'ode delle genti comuni,
    che non sanno, che non fanno.
    Questo è il motivo di tanto silenzio, di tanta rabbia,
    non ci sto!
    Dovessi restare solo!
    Non ci sto, a tante, schiaccianti, bramose e grigie parole,
    finti insegnamenti.
    Sono libero,
    io penso, io sento, io esigo.
    Anonimo
    Composta martedì 24 gennaio 2017
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      Scritta da: Assia & Niki

      A mio figlio

      Ti amo per quello che sei e non per ciò che diverrai...
      Ti amo con le tue debolezze, le tue incertezze,
      le tue fragilità...
      Ti amo perché non mi ascolti mai e i nostri confronti assomigliano a degli scontri...
      Ti amo perché dal primo momento in cui sei diventato parte di me,
      ti sei trasformato in un grande pittore: mi hai regalato un mondo pieno di colore,
      ti sei trasformato in un poeta: mi hai regalato versi di puro amore,
      ti sei trasformato in un cantante: hai riempito le mie giornate di una dolce melodia...
      Sei il mio amore più grande,
      sei l'amore infinito,
      con nessun altro tesoro ti sostituirei
      perché di mille sfumature colori i giorni miei.
      Anonimo
      Composta venerdì 18 marzo 2011
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        Scritta da: Francesca Nacca
        Agghiacciante l'atmosfera:
        un silenzio pesante,
        un silenzio che sembra dire fin troppo.
        Un silenzio a metafora di assenza, di mancanza, di un niente che c'è,
        è da me orrendamente percepito.
        Ho paura di me stessa,
        che consapevolmente mi accorgo e sommessamente accetto.
        Sento dentro il nodo stretto ed insolubile che vorrebbe dissolversi lacrima dopo lacrima;
        Ma sono stanca,
        non ho la forza per abbandonarmi a ripetuti sussulti,
        sinonimi di un pianto che non giova.
        Anonimo
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Amore
          parola semplice...
          luce e buio
          felicità... disperazione...
          Lamore non chiede
          l amore vuole
          razionale a volte...
          tormento ed estasi
          ma tutto vince l amore.
          Desideriamo l amore
          ma a volte si affronta con
          paura e riluttanza.
          É' aria fresca del mattino...
          fuoco di passione ...
          l amore si puo avere
          non si deve incatenare...
          Ma quando l amore chiama
          gli rispondi sempre si.
          Anonimo
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            Scritta da: Elisabetta

            Il passero ferito

            Era d'agosto. Un povero uccelletto
            ferito dalla fionda di un maschietto
            andò, per riposare l'ala offesa
            sulla finestra aperta di una chiesa.

            Dalle tendine del confessionale
            il parroco intravide l'animale
            ma, pressato da molti peccatori
            che pentirsi dovean dei loro errori
            rinchiuse le tendine immantinente
            e si rimise a confessar la gente.

            Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
            diceva ogni fedele le preghiere,
            una donna, notato l'uccelletto,
            lo prese, e al caldo se lo mise in petto.

            Ad un tratto improvviso un cinguettio
            ruppe il silenzio: cìo, cìo, cìo, cìo.

            Rise qualcuno, e il prete, a quel rumore
            il ruolo abbandonò di confessore;
            scuro nel volto, peggio della pece
            s'arrampicò sul pulpito, poi fece:
            "Fratelli, chi ha l'uccello, per favore
            vada fuori dal tempio del Signore".

            I maschi, un po' stupiti a tali parole,
            lesti s'accinsero ad alzar le suole,
            ma il prete a quell'errore madornale,
            "Fermi, gridò, mi sono espresso male!
            Rientrate tutti e statemi a sentire:
            sol chi ha preso l'uccello deve uscire!"

            A testa bassa, la corona in mano,
            cento donne s'alzarono piangendo.
            Ma, mentre se n'andavano di fuora
            il prete rigridò: "Sbagliato ho ancora;
            rientrate tutte quante, figlie amate,
            che io non volevo dir quel che pensate!"

            Poi riprese; "Già dissi e torno a dire
            che chi ha preso l'uccello deve uscire.
            Ma mi rivolgo, a voce chiara e tesa,
            soltato a chi l'uccello ha preso in chiesa!"

            A tali detti, nello stesso istante,
            le monache s'alzaron tutte quante;
            quindi col viso pieno di rossore
            lasciarono la casa del Signore.

            "Oh Santa Vergine! - esclamò il buon prete -
            Sorelle orsù rientrate e state quiete,
            poiché voglio concludere, o signori,
            la serie degli equivoci ed errori;
            perciò, senza rumori, piano piano,
            esca soltato chi ha l'uccello in mano".

            Una fanciulla con il fidanzato,
            ch'eran nascosti in un angolo appartato
            dentro una cappelletta laterale,
            poco mancò che si sentisser male.
            Quindi lei sussurrò col viso smorto
            "che ti dicevo, hai visto? Se n'è
            accorto!"
            Anonimo
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