Scritta da: Fabio Teonick
in Poesie (Poesie anonime)
La frase contiene espressioni adatte ad un solo pubblico adulto.
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Guardami
Fissami
Fa che i nostri occhi diventino
Specchio
Fa che le nostre idee diventino
Realtà
Fa che i nostri cuori diventino
Fuoco
e fa che il fuoco del nostro amore
non bruci lo specchio della realtà.
Pensi che il sole illumini la vita,
non è vero, esiste un sole nero.
Pensi che un fiore rallegri la vita,
non è vero, esiste un fiore nero.
Pensi che un sorriso sollevi la vita,
non è vero, esiste un ghigno nero.
Ci vuole coraggio per guardare nel buio.
Perdono il tuo oltraggio, mosso dalla paura,
mi allontano da chi non potrà avere di me buona cura.
Ma ricorda:
Non teme il nero chi conosce la via,
ti avrei tenuto per mano
mostrandoti la luminosa scia.
Ed è questo il motivo, il gran sentimento che si percuote nella mia testa
e nel mio cuore esplode
e impavido e fiero si ribella all'ode comune,
all'ode delle genti comuni,
che non sanno, che non fanno.
Questo è il motivo di tanto silenzio, di tanta rabbia,
non ci sto!
Dovessi restare solo!
Non ci sto, a tante, schiaccianti, bramose e grigie parole,
finti insegnamenti.
Sono libero,
io penso, io sento, io esigo.
Ti amo per quello che sei e non per ciò che diverrai...
Ti amo con le tue debolezze, le tue incertezze,
le tue fragilità...
Ti amo perché non mi ascolti mai e i nostri confronti assomigliano a degli scontri...
Ti amo perché dal primo momento in cui sei diventato parte di me,
ti sei trasformato in un grande pittore: mi hai regalato un mondo pieno di colore,
ti sei trasformato in un poeta: mi hai regalato versi di puro amore,
ti sei trasformato in un cantante: hai riempito le mie giornate di una dolce melodia...
Sei il mio amore più grande,
sei l'amore infinito,
con nessun altro tesoro ti sostituirei
perché di mille sfumature colori i giorni miei.
Agghiacciante l'atmosfera:
un silenzio pesante,
un silenzio che sembra dire fin troppo.
Un silenzio a metafora di assenza, di mancanza, di un niente che c'è,
è da me orrendamente percepito.
Ho paura di me stessa,
che consapevolmente mi accorgo e sommessamente accetto.
Sento dentro il nodo stretto ed insolubile che vorrebbe dissolversi lacrima dopo lacrima;
Ma sono stanca,
non ho la forza per abbandonarmi a ripetuti sussulti,
sinonimi di un pianto che non giova.
Amore
parola semplice...
luce e buio
felicità... disperazione...
Lamore non chiede
l amore vuole
razionale a volte...
tormento ed estasi
ma tutto vince l amore.
Desideriamo l amore
ma a volte si affronta con
paura e riluttanza.
É' aria fresca del mattino...
fuoco di passione ...
l amore si puo avere
non si deve incatenare...
Ma quando l amore chiama
gli rispondi sempre si.
Guardami...
non parlare...
nei tuoi occhi leggo mille parole e quando essi saranno spenti, mi resterà il dizionario del tuo amore!
Era d'agosto. Un povero uccelletto
ferito dalla fionda di un maschietto
andò, per riposare l'ala offesa
sulla finestra aperta di una chiesa.
Dalle tendine del confessionale
il parroco intravide l'animale
ma, pressato da molti peccatori
che pentirsi dovean dei loro errori
rinchiuse le tendine immantinente
e si rimise a confessar la gente.
Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
diceva ogni fedele le preghiere,
una donna, notato l'uccelletto,
lo prese, e al caldo se lo mise in petto.
Ad un tratto improvviso un cinguettio
ruppe il silenzio: cìo, cìo, cìo, cìo.
Rise qualcuno, e il prete, a quel rumore
il ruolo abbandonò di confessore;
scuro nel volto, peggio della pece
s'arrampicò sul pulpito, poi fece:
"Fratelli, chi ha l'uccello, per favore
vada fuori dal tempio del Signore".
I maschi, un po' stupiti a tali parole,
lesti s'accinsero ad alzar le suole,
ma il prete a quell'errore madornale,
"Fermi, gridò, mi sono espresso male!
Rientrate tutti e statemi a sentire:
sol chi ha preso l'uccello deve uscire!"
A testa bassa, la corona in mano,
cento donne s'alzarono piangendo.
Ma, mentre se n'andavano di fuora
il prete rigridò: "Sbagliato ho ancora;
rientrate tutte quante, figlie amate,
che io non volevo dir quel che pensate!"
Poi riprese; "Già dissi e torno a dire
che chi ha preso l'uccello deve uscire.
Ma mi rivolgo, a voce chiara e tesa,
soltato a chi l'uccello ha preso in chiesa!"
A tali detti, nello stesso istante,
le monache s'alzaron tutte quante;
quindi col viso pieno di rossore
lasciarono la casa del Signore.
"Oh Santa Vergine! - esclamò il buon prete -
Sorelle orsù rientrate e state quiete,
poiché voglio concludere, o signori,
la serie degli equivoci ed errori;
perciò, senza rumori, piano piano,
esca soltato chi ha l'uccello in mano".
Una fanciulla con il fidanzato,
ch'eran nascosti in un angolo appartato
dentro una cappelletta laterale,
poco mancò che si sentisser male.
Quindi lei sussurrò col viso smorto
"che ti dicevo, hai visto? Se n'è
accorto!"
Ci accorgiamo ed è già passato,
un attimo ed è già andato,
ci osserva radiante ma distante,
alcune volte dolce ma pungente.
Bussa alla porta e senza capire,
tornano sensazioni mai sopite,
così dal nulla di un abisso,
profondo e piacevole riaffiora il tuo sorriso.