Scritta da: Linda Reale Ruffino
in Poesie (Poesie personali)
Sconosciuti ai più
i dolori e le cicatrici celate
dentro un sorriso
che sa lenire
e passare oltre!
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Sconosciuti ai più
i dolori e le cicatrici celate
dentro un sorriso
che sa lenire
e passare oltre!
Ci sono affinità che vanno oltre le logiche
le riconosci a pelle due anime simili,
sanno attraversarsi
senza nemmeno sfiorarsi,
possono capirsi
senza neanche aprire bocca,
riescono ad emozionarsi
con un semplice sorriso,
chiudono nel loro mondo
tutto il loro mondo d'amore.
Vorrei essere un petalo
abbandonarmi al vento
volare fino a te
e inondarti del mio profumo.
Sul sentiero delle querce, il mio spirito nasce ogni volta,
vicino a questi maestosi giganti, angustie e dispiaceri,
fuggono da dentro me, lasciando spazio alla luce,
il respiro delle querce, nutre il corpo, la mente e il nostro cuore,
i rami con le foglie ingiallite, si elevano verso il cielo, con grazia e magnificenza!
Loro conoscono il mistero del tempo, dobbiamo sempre trovare
il lato positivo di ogni cosa, dobbiamo cercarlo dentro noi stessi,
nella profondità del nostro cuore palpitante e nella nostra anima, che vive nel silenzio, della profondità
è come un piccolo uccello, nel deserto che non vola, che aspetta...
il rosso tramonto, abbraccia le querce, ultima carezza prima del buio della notte.
Sotto gli alberi, ci sono io con un abbraccio, un sorriso o un semplice bacio
tra il gorgogliare, di un ruscello, nella brezza del vento.
Attimi
di un giorno come tanti,
sentire il tuo cuore battere
all'unisono col mio,
solo noi in un
posto tranquillo.
Ancora attendo stasera,
come è sempre un'attesa
ogni respiro di vita
lontano dalla luce del tuo sguardo,
infinita attesa,
infinito silenzio
nell'eterno presente dell'anima.
Il tuo passo attendo,
promessa sognata
di un concorde cammino nel tempo,
irraggiungibile desiderio.
Così mi aggrappo
all'onda infinita che temo
di chiamare amore
nella profonda ferita
della tua assenza,
come la foglia tremante
s'affida al soffio caldo del vento,
cercando l'amato sorriso del sole.
Nostalgia della luce
nel silenzio dell'ombra,
cerchio di solitudine.
Le tue labbra serrate
da lotte amare, sigillo
ostinato, inconsolabile al mio sguardo.
I miei occhi stanchi
nel vigile pensiero di pace
e di conforto a piaga immendicabile.
Così ci consuma il desiderio
d'amore inappagato, forte
come il dolore, che saldo
ci unisce nella triste lontananza.
L'essere nel tempo
non è misurato
in uno spazio,
è smisurata
e concreta
ricerca di noi stessi.
È inevitabile cogliere
il sublime,
in uno dei giorni dorati
destinati a noi,
è un effetto dell'animo
sul valore di un paesaggio,
che appare reale
nella contemplazione
che rassicura,
e meditare
su un altro universo:
in un cielo brillante,
che appariva sempre uguale,
colare come cera
sul fuoco,
raro come una cometa.
Così siamo
inesistente
polvere azzurra
tra le stelle
e il vento
silente.
Dentro,
il pensiero scorre infinito,
fuori dal guscio
ammutolisce,
col tenero sguardo
a riccio
in uno spazio sconosciuto.
Come sono grandi
le piccole cose,
un sassolino nella scarpa,
un granello di sabbia in un occhio:
piccole cose eppure,
il viaggio si arresta,
gli occhi lacrimano.
Piccole cose.
Lo sguardo vuoto
davanti a una fotografia
del passato
un mondo dimenticato
affiora nella mente
una folla di pensieri,
di ricordi, di sensazioni
balla la danza
del tempo perduto.