Scritta da: Rosanna Russo
in Poesie (Poesie personali)
Danza la speranza
-lassù in punta di cielo
tra tulle di nuvole.
Composta giovedì 11 febbraio 2016
Danza la speranza
-lassù in punta di cielo
tra tulle di nuvole.
La sera me ne torno a casa sconfitto,
mi guardi pietosa dicendo di averti delusa,
quest'accusa mi uccide.
Mi uccide pensare a te che credevi in me.
La fusione delle arti marziali
impone il controllo del respiro.
Sul palmo di Buddha c'è scritto enola gay.
L'uomo ha solo fretta di andare più veloce.
Come corri leggiadro tra la folla
semicroma dolce, adagiata sulla chiave di sol.
Puoi cambiar vesti o piedistalli,
ma pur ti riconoscerei.
O culo sei il sorriso di Dio.
Prendi pure la mia voce
gli ornamenti,
le isole che ho visitato.
L'ultima parola andrà alla deriva
in quest'ora di ombre e
ghiaia.
Una scheggia di cielo
in candidi riflessi obliqui
recide già il silenzio.
Si fa strada il vento,
adagiato sulla corteccia del cuore
ora spicca il volo.
Tornerà l'indifesa età
tornerà a chiamarmi
urlando tutti i disperati giorni
ma fra le onde, avrò da amarmi
al di là del torto
avrò da vivere.
Dal nord al sud,
l'Italia in festa,
dai monti al mare,
per festeggiare, è finito il Carnevale.
Si tramandano le tradizioni dolci fritti delle regioni.
Frittelline e tenerelli,
bomboloni, sfrappole, e crostoli,
cicerchiata, bugie, tortelli, ciambelline,
una scorpacciata di mascherine.
Ciramiglie, crescentine,
donzelle, favarelle,
intrigoni, scrocca fusi,
melatelli, menatelli,
bastoncelli, berlingozzi,
brugnolus, castagnole, civigliole,
cenci, crogetti, grostoli,
dozelle, fave mielate,
ficuzzole, frangette,
fravioli, brutti ma buoni, lavagnette, intrigoni,
mistocchini, peciarini, monache pregne, scorpelle,
pampuglie, pignolata, oriellettas, gale, galani,
zeppole, palle del prete, rosa chitarre, taralli,
stelle filanti, struffoli, stracci e tortelli.
È finito il carnevale i bambini stan tutti male,
hanno fatto indigestione di dolcetti e cose buone.
Giro le pagine
ai percorsi imprecisi
a quelle poche parole
a quei dettagli
che arrivano tardi
nel silenzio
del giardino mentale
ed è lì
che non lascerò scolorire
l'ultimo fotogramma,
l'ultima nota
del nostro pentagramma.
Fili biondi
che s'impigliano al vento
nella notte che ci inghiotte
fra la tempesta
dell'ultimo momento,
resterò in silenzio
nella tormenta,
nel posto della tua memoria.
Ti lascerò attraversare
i fruscii di altri spazi,
dove si caleranno
le ultime speranze
come foglie posate
alla quiete,
una sola nota, la mia,
una sola zolla di terra
nel libro della vita.
Ed io, non ci sarò,
quando mi vorrai con te,
non buttarla via, ora,
non separarla
dal mio sogno
e dalla tua realtà!
Una breve discesa
in mezzo ai rovi.
Lumache se cadeva
qualche goccia d'acqua.
Un carrubo in fondo
alla strada.
Correvo, bambino,
più forte se qualche
cagnolino abbaiava.
Si alzava la terra
sotto le mie scarpe.
Entravo io, veloce
in quella vecchia casa
senza bussare
spingendo la porta
socchiusa con le mani.
Mio nonno seduto
dinanzi ad un tavolo
rotondo, immobile,
in silenzio, mi aspettava
per giocare a briscola.
Come sarebbe stato
tutto diverso per me
se fossero uscite
altre carte!
Mio nonno mi ripeteva
un antico proverbio.
Io non ne comprendevo
il significato e
continuavo
ad accampare scuse,
a recriminare,
a cercare, assurdamente,
fuori da me stesso
la ragione delle
mie sconfitte.
Perché perdevo sempre,
allora,
ma tornavo a casa
contento
per qualche pezzo
da cento lire che
scivolava in tasca.
Passò il tempo,
il fuoco fece
ardere il roveto,
la casa fu venduta
e demolita.
Se ne andò un giorno,
mio nonno, mentre
mi trovavo a scuola.
Mi rimase una sua foto:
lo sguardo fiero,
l'aria austera,
l'aspetto da vegliardo
imponente
con le medaglie
di Vittorio Veneto
appese
al colletto della giacca.
Ora continuo a
lamentarmi per le
carte che non escono.
Ma, non sono più
contento di perdere.
Gli alberi sono puri, incontaminati, da ogni peccato
amano incondizionatamente, ogni essere umano
ogni animale che si muove, sulla terra, e che vola in cielo,
la foresta vibra a ogni respiro spirituale, c'è Dio tra di loro,
la luce sussurra parole di amore, che esce da ogni ramo,
cortecce poderose che il dono di luce invisibile è armonia,
l'intera umanità è la loro sposa, gli alberi dono a noi respiro di vita,
insieme con l'acqua, il sole, ogni seme che la terra produce,
noi siamo legati a tutto questo, in un abbraccio indissolubile.
Armonia malinconica che prende al tramonto
avvolge lo spirito confuso, in questo tempo invernale
e il silenzio parla con parole che scavano l'anima,
l'amore non conosce il tempo,
può essere un attimo, ma quell'attimo dona gioia alla vita intera
i miei pensieri arrivano all'orizzonte lontano
e risplendono con i tuoi, nel cielo sopra la terra,
anime lontane che vibrano con la luce nel cuore
splendono come stelle, sotto gli occhi di Dio,
una casa sul lago sotto alberi altissimi
tutto è leggiadro, molto amore dentro la casa
rapisce il cuore per la felicità, la serenità, la gioia,
che sprigiona come una luce splendente,
ma non è di questo mondo.