Scritta da: Rosanna Russo
in Poesie (Poesie personali)
Declamando dei sogni
Con il cuore e l'anima
-come poeti d'amore
declamiamo dei sogni
-lemmi su fogli di cielo
da un leggìo di nuvole.
Composta sabato 20 febbraio 2016
Con il cuore e l'anima
-come poeti d'amore
declamiamo dei sogni
-lemmi su fogli di cielo
da un leggìo di nuvole.
In un inverno del cuore,
abbracciai antiche memorie
-nella stanza dei ricordi.
Tra fregi di emozioni
il mio sguardo si fermò
-da riflessi rapito
bluastri contorni di luce
or dipingevano l'aria.
Era essenza di speranza
-da vaso di Pandora sortita
a lenire dell'anima gli affanni.
Signore, siamo uomini e tu lo sai.
Non lasciarci in balia del vento
come barche senza vela,
astronauti senza nave,
bimbi senza madre,
vecchi senza più nipoti.
Noi siamo sempre gli stessi:
stelle del tuo firmamento,
pianeti bizzarri nell'oscurità,
lune vaganti e deboli
attratte da molte pressioni
e poca pietà.
Signore, siamo le tue pupille
piene di luce e tenebre.
Siamo il tuo giorno
e anche la tua notte.
Lavaci nell'azzurro dei tuoi occhi:
insegnaci a volare.
Conosceremo i tuoi cieli nel tramonto
riflessi negli occhi del vecchio.
Ameremo le tue aurore silenziose
nel sorriso delle donne.
Cresceremo come tuoi figli
senza paure né tristezze.
Signore, siamo uomini e tu lo sai.
Siamo gli alberi della tua terra,
i fiori nati nel tuo giardino,
i dolori struggenti dei tuoi parti,
i sogni primaverili dei tuoi amori,
la morte passeggera dei tuoi colori.
Non abbandonarci sui marciapiedi
del nostro tempo.
Non farci distruggere dall'odio
dei vari Caino senza senno.
Noi siamo i tuoi menhir di sempre
sotto i tuoi occhi eterni.
I miei sogni viaggeranno
con le foglie d'autunno
spinti dal vento delle illusioni
in cieli maturi di stupore.
Bruceranno al sole della vita
su altari di boschi secolari,
dove gli occhi saranno d'uccelli
in continuo movimento.
Navigheranno le mie ossa
su barche di carta
spinte da mani di bimbo.
I miei sogni dondoleranno
con le ninna nanne di mamme
spingendo le culle della vita.
Li appenderò a nuvole bianche
aspettando che siano desideri
di cuori con i piedi per terra.
Viaggeremo liberi
nell'universo pieno di stelle
finché un bimbo ci darà la luce
trasformandoci in lucciole eterne.
I passi lenti di uomini stanchi
misurano le ore di giorni maturi
appoggiati a un bastone bianco
simbolo di una cecità vissuta.
Rintocca il bastone sul selciato
le campane rispondono dall'alto
le cicogne si radunano nel cielo
per la loro danza della vita.
I passi lenti maturano il cammino
fatto di sogni sbocciati nel giardino.
Sono rose dai colori forti
quei passi d'ombra nella notte.
Camminiamo su sentieri stretti
fra alberi avvinghiati alle radici.
Le foglie sono gli umani dolori
che cadono a terra per amore.
Una macchia gialla di ginestra,
una cicogna sentinella sul palo,
un nibbio reale maestoso nel cielo
scrutano l'uomo che suda all'andare.
Il sole batte sulla nuda fronte
aprendo boccioli di rose rosse.
Una donna li taglierà a sera
per regalarli al silenzio del cuore.
La ginestra battuta dal vento
spargerà il giallo in occhi stanchi.
La colomba beccherà grida umane
uscite da sentieri pieni di silenzio.
Il nibbio si posa su un ramo secco,
il fiume scorre silenzioso nel tempo,
con l'ultimo bacio di un vecchio uomo
navigando in una barca leggera di dolori.
L'uomo continuerà il suo lungo cammino
poggiato a un bastone di stelle senza tempo,
contento di essere nato in questo mondo
ricco di umane allegrie assaporate in fretta.
In una cripta di silenzio
sento una voce pregare.
È la voce dell'uomo maturo
supplicando di non ammazzare.
Figure di sarcofago antico
fuoriescono dalla memoria.
Non ci sono battiti di ali
in questa sera di bisbigli.
Due candele accendono il buio
allontanando un'ombra
portata nel cuore.
Luccicano in penombra
gli occhi di una donna.
Il silenzio avvolge la preghiera
nata sotto il sole del giorno.
In una cripta di silenzio
maturano l'uomo e la storia.
Ad un ponente afono accorro
con una compagnia d'amici...
S'approda al silenzio di quella spiaggia.
Le risate... scintille che si spengono
nell'aria, la fine d'una lunga notte bianca.
Sapeva ognuno, che lì finiva già
quella nostra breve età dorata...
Ed una forte brezza gonfiò dei
vecchi teli, come le vele di una
snella nave che finalmente salpa...
La sua voce dolce nella luce fioca di lampare...
Dentro quegli occhi di cui rivedo il sole
io navigai come un vascello senza vele
perduto in un vasto e ignoto mare
Il suo respiro era mio vento, il suo sapore sale
Così ci colse, la mia nella sua mano,
l'ultima volta ancora insieme, l'alba.
Una carezza
emoziona
uno sguardo
e...
respiro di te.
Un giorno intero passato a guardar la pioggia,
ricordando un bacio
e un tempo d'acerbo amore,
fu ingrato quel tempo,
un travaglio sotto l'eterno cielo,
tutto restava fermo,
immobili paesaggi bagnati
nude sofferte vellutate sensazioni,
uccelli fermi sugli alberi
un'aria che a fatica si respirava,
cadevo!
sembrava un dolce cadere
nei precipizi delle memorie.
"Com'era sottile l'amore quel giorno"
aggrappata al senso dell'impotenza
si immergeva in torrenti di dolore
esplodeva in mille mutamenti,
profonde lacrime
ricordano quell'incontro perduto,
fu un tempo d'amore
un misero benvenuto dei miei occhi sui suoi occhi;
fra le foglie inzuppate sul marciapiede,
che sembrava sostituissero l'asfalto,
e un tappeto di nuvole nere
che buttava violente gocce
oscurando ogni particolare di quei momenti;
si scioglievano i capelli sotto la pioggia;
le poche parole dette
avevano il sazio sapore
della sorte ormai decisa.
Non so chi eravamo in quel momento,
"una foglia o una goccia"
le foglie sull'asfalto non ricordano il loro colore
vivono tormentate dal tempo,
mutano cupe,
ingenue ed esauste
a loro non gli è dato il paradiso,
solo nebbiosi tormenti
un crudele sfiguramento
nella quiete grigia e umida del mancato universo,
le pazienti gocce
scolpiscono i loro visi
la loro pretesa innocenza,
fa sì, che l'acqua sia legge,
fa sì, che l'acqua costruisca proiettili
uccidendo labbra e braccia;
"come potevamo pretendere un bacio d'amore!"
se tutto veniva bagnato, lavato, gelato,
non vi era più calore,
l'acqua separava i corpi
con brutalità e disperazione
i sentimenti lieti affondavano tristi
nelle crepe agonizzanti dell'asfalto
dove così nera era la finzione.
non so se io ero l'acqua o la foglia
non so se tu eri l'acqua o la foglia.