Scritta da: Cristallina
in Poesie (Poesie personali)
SENZA RISPOSTA
Rimaste nel limbo
dell'anima,
domande senza risposta
riemergono.
Ridanno voce al dolore
-taciuto-
Ora declamano verità!
Composta sabato 30 settembre 2017
Rimaste nel limbo
dell'anima,
domande senza risposta
riemergono.
Ridanno voce al dolore
-taciuto-
Ora declamano verità!
Sfuggi
e nel fluire
brandelli fuligginosi
d'anima spendi.
Futile vita arranca lungo la via.
Scarnifichi e tremi
per superbia definizione,
quando basterebbe riflettersi
semplicemente
in giuste acque.
E si badi che tra il giusto e il limpido
v'esiste la differenza che
rende puro l'amore
e torbida
la momentanea felicità.
Ho voglia di scrivere una canzone
ma le parole, dispettose,
giocano a nascondino
tra le pareti graffiate del mio cuore;
scrigno segreto di ogni mio pensiero.
Si rincorrono perdendosi
nel vuoto della mia memoria,
dove la melodia del mare
sussurra dolcissime parole d'amore.
Inciampano nei ricordi
di un tempo mai dimenticato,
dove gocce d'argento
scivolano su uno spettro
dai colori intensi.
Ammiro entusiasta le parole
danzare intorno,
nell'infinito della mia fantasia,
tenendo per mano frammenti
di luce e sospiri delle mie emozioni.
Il mio sguardo segue le loro evoluzioni
in un mondo magico,
dal sapore d'eternità
alla ricerca di un'anima serena;
di giorni di sole e di sorrisi
che hanno sapore di vita.
Ho voglia di scrivere una canzone
ma mi mancano le parole.
Assumere e
assunsi.
Sapore di te
l'alba di te.
Nascosi
i tuoi seni
tra i miei palmi.
La rotta collide.
Sparpagliati i semi.
Sorge da lontano
una veste
da sinistra a destra
seguo con lo sguardo
e poi al mio fianco.
Vissi due volte
all'ombra delle tue ciglia.
Sono qui
su le tue labbra
Assumere.
Assumi.
Non ricordo
dov'eravamo.
Non so dove siamo.
Su le tue labbra.
sì!
e in nessun altro luogo.
Ancora un poco.
Giocami seriamente.
Separàti
divelti
due gigli,
una parola.
Vaniglia.
E detergiti
con la mia voce
placida,
sconfitta,
disinteressata.
Tutto ritorna
così stanco.
Autunno...
Malinconia che ti attanaglia.
Silenzi che diventano rumori fastidiosi,
luci bagnate in fondo ai corridoi.
Non devi avere paura della morte.
Non ho paura della morte.
Lei mi è amica.
Devo esserle amica, devi esserle amica.
Lei sarà l'ultimo battito, l'ultimo sguardo, l'ultimo respiro.
Il giorno in cui lei verrà a prendermi,
devo tenderle la mano e camminare con lei,
devo esserle amica, è lunga la strada.
Infondo ci sarà Dio che mi darà pace.
Ma so che solo esserle amica, mi darà pace e serenità.
È l'ultimo viaggio di ognuno di noi.
Lasciamo per sempre, l'amore infinito i figli, l'amore della vita, gli affetti più cari.
Salutiamo il sole, la luna, il cielo, le stelle, tutte le cose belle.
Salutiamo i nostri ricordi, perdoniamo il male.
Il perdono è la salvezza dell'anima.
Aspettiamo e andiamo via serenamente.
Lei è mia amica.
Un boato, e poi silenzio,
le foglie ballano
alla musica del vento.
In città non si ode il mare,
si può immaginare,
le onde da lontano combattono
un'infinita battaglia
contro il mondo.
Un boato, e poi un lamento,
la terra si dispiace
ma finisce il suo sgomento.
La luna dalla città
si può vedere
ma la faccia che le diamo
non è detto sia fedele.
Solo un sasso
adagiato sulla spiaggia
può dire di settembre.
Nel fiume della vita
nostalgie
sono legate agli anni
delle pagine verdi
dove la primavera
vide sbocciare fiori
come sogni
che affiorano alle notti...
Ora che tutti i fogli
sono pieni
di scarabocchi e errori
non c'è spazio
per nuove emulsioni
spinti dalla corrente
di rimpianti
che agita le acque
il fiume della vita
conduce nostalgie
verso il mare.
La vita tanto strana,
crediamo di essere capaci di vincere
tutte le battaglie a cui siamo sottoposti,
sorridiamo ogni qual volta che tentenniamo.
Maledetto intervento.
L'hai condannata!
Questo continuo stare male,
la porta a riflettere, e pensare.
Portare costantemente il peso invalidante
di non sentirsi più donna,
paura, ansia.
Guardarsi allo specchio e non riconoscere più il proprio volto.
Sentire la mancanza del respiro.
Alzarsi dal letto di primo mattino,
senza più sentire la freschezza dell'aria
che piano, piano attraversa la persiana
ancora socchiusa.
Si sfogliano le pagine dall'albero della vita,
e ti accorgi che ce ne sono ancora ben poche da sfogliare.
È passato tutto questo tempo!
La conseguenza di tutto questo stare male,
il continuo ripetersi di fallimenti e conflitti,
stanca, affaticata.
Paura di mostrare al mondo gli aspetti più vulnerabili di noi stessi.
Vulnerabile, vergogna, isolamento,
questa stanchezza invincibile,
sentirsi incapaci e incompresi.
La mente più lucida del proprio corpo che sembra continuamente esplodere.
Aver perso la voglia di sentirsi in armonia
con il proprio corpo.
Paura di non essere più amata e restare sola
Maledetto intervento,
l'hai condannata.