Poesie personali


Scritta da: Blondgirl Sweet
in Poesie (Poesie personali)

Vorrei gridare

E vorrei gridare
al mondo
quello che sono,
quello che sento,
quello che provo,
quel pensiero
che giorno dopo giorno,
ora dopo ora,
minuto dopo minuto
percuote la mia mente...
Così: instancabilmente,
incessantemente,
irripentibilmente...
E vorrei gridare al mondo,
sentirmi libera,
libera di volare...
Sì... ogni tanto
fa bene volare...
E vorrei
conoscere nuovi orizzonti,
nuovi cieli,
nuovi abissi...
E sì vorrei gridare
al mondo
"anche io ce l'ho fatta"...
Ma ecco,
appena le mie labbra
si schiudono
qualcosa mi catapulta
nuovamente giù...
Sì, questo mondo è
troppo sordo...
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    Scritta da: Blondgirl Sweet
    in Poesie (Poesie personali)

    È proprio vero

    Sì, è proprio vero,
    quando sembra che
    la tua anima
    stia per librarsi,
    ecco che quell'uragano
    si ripresenta ai tuoi occhi,
    sì... così
    tempestivo,
    impulsivo,
    imperterrito...
    E ti prende,
    ti trascina via,
    ti porta in abissi infernali...
    E la tua mente si oscura,
    i tuoi pensieri si confondono,
    la tua anima si spegne...
    Si spegne di quella luce
    che aveva donato le ali
    ad un animo terreno...
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      Scritta da: Emanuele O'Brien
      in Poesie (Poesie personali)

      Il bosco e il mare

      Il canto delle fronde dell'albero cheto,
      il fremito della vita, nel bosco smeraldo,
      come vento hanno spazzato il pensiero lieto
      della dama tra le canne, del suo sguardo spavaldo.

      La rabbia dell'onda che infrange lo scoglio,
      esso non morirà, resterà sepolto,
      dolente guardiano sul mio cuore veglio,
      l'anima segnata porterà sempre il tuo volto.

      Tra i passi incerti sfrigolano le bronzee foglie,
      tra la spuma che sprizza avanza dolente il lupo,
      sulla strada di grigi ciottoli si accascia la moglie,
      il vento ha parlato fra le canute canne, ora sferza il nero dirupo.
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        Scritta da: Blondgirl Sweet
        in Poesie (Poesie personali)

        E sto qui

        E sto quì ascoltando ciò che ci accumuna,
        ascoltando quelle parole impresse
        ormai nella mia mente,
        e che vorrei fossero realtà...
        E sto quì, fra i miei sogni,
        li vedo... sì sono proprio lì...
        a un passo dalla mia mano
        eppure non riesco ad afferrarli...
        E sto quì, tra lacrime e sorrisi,
        disegnando il tuo volto nei miei pensieri,
        cercando di renderlo sempre
        più indelebile...
        E sto qui per vivere
        dei tuoi sguardi silenziosi,
        dei tuoi sorrisi nascosti,
        del tuo essermi indifferente
        e dedito allo stesso tempo,
        del modo in cui mi fai sentire
        per vivere di te...
        E sto quì, sperando
        in un nuovo miraggio
        che solo una tua parola
        potrà darmi...
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          Scritta da: Tiziano Marzotto
          in Poesie (Poesie personali)

          Dedicato a Natasha

          Giungi dall'Est per me così lontano
          come un fragile ma indomito uccello migratore

          Vuoi sfuggire ai tuoi passati tormenti
          e trovare nuova linfa per la tua giovane vita

          O forse sei qui alla ricerca della via eterna per la tua anima perduta

          Il tuo sorriso incanta il mio animo attento

          Le tue buffe confusioni son dolci note per la mia ferrea logica

          La tua gioia di vivere mi avvolge in un dolce abbraccio foriero di calde sensazioni

          Ed è per questo che le rigide porte del mio cuore cedono inesorabilmente
          come un forte ben armato ma pur sempre indifeso alla forza debordante di un grande esercito

          Ma a volte, si sa, la vita è crudele e ti dà ciò che ripugni e ti toglie ciò che ardentemente desideri
          come in un pazzo e scellerato gioco senza senso

          E quindi siamo qui
          a contemplarci solamente le nostre virtù
          nella ormai inesorabile certezza
          che mai un domani saranno completamente condivise
          dalle nostre anime e dalle nostre menti.

          Buona fortuna comunque
          mia piccola grande Natasha.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Mare

            Quando vetrina di cristallo puro
            incontaminato mi mostri, Mare,
            un cosmo di sconosciute creature,
            quando lampeggiano riflessi
            di vitree scaglie o spume
            o in un video immaginato
            zampilli i tuoi giganti esplodono,
            quando percorro l'offesa piaggia
            al morir di un mareggio
            e mi imbatto in carcasse
            di conchiglie o stracci di fondali
            o in uno sparuto osso di seppia
            stupito allor mi sovvien
            che nella notte dei tempi
            da te, principio equoreo,
            un giorno emersi uomo.
            Ah quante volte rapito
            familiare il tuo palpito riascolto
            come ai tuoi ritmi
            che di improvviso mutano
            altezza e tono mi abbandono!
            Come seguo il lacerarsi
            dello smisurato telo d'azzurri
            ad ogni strappo di vento;
            come ti sciorina l'insulto dei nembi
            al sopravvenire di una bufera!
            E il tuo viso che si corruga
            all'insorgere di un delirio lontano,
            le nivee frange che attaccano
            e devastano lidi, i getti
            di pulviscoli cristallini che spezzano
            lo sguardo all'orizzonte levato,
            il risucchio rabbioso di bocche
            ebbre al dilatarsi dei tuoi polmoni,
            gli scompigli di ectoplasma,
            i bollori di salsedine che si scagliano
            su venati ciottoli di riviere:
            cancellazione di battigie,
            rovesciar di scafi, affondar di navigli!
            Oh calma divina
            quando stremato in bonaccia
            ti assopisci in un accadere nullo!
            Incessante viver il tuo che ti rinnova
            sotto lo sguardo di un sole passante
            che si specchia e dilegua al passo dell'ora.
            È in questa immensa tua statura
            che un piccolo me accresciuto si ritrova
            che più gagliardo un sangue ritorna
            e mi ricaccia nel giogo della vita
            persuaso da richiami ineludibili
            giunti da fraseggi di altri sogni...
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              Scritta da: Emanuele O'Brien
              in Poesie (Poesie personali)
              Solitario vagabondo senza fato,
              tu solo hai visto lo splendore delle bianche luci,
              candide vie degli esseri dolenti
              segnati dal marchio porpora dello sguardo fiero,
              azzurrina luce dei suoi occhi
              stanco e malfermo avanza il suo passo,
              montagna scossa dalle grandi radici
              la cui cima nera non comprende
              e nell'ovattato silenzio attende il mediatore,
              che dorme fra gli spiriti
              sorriso dal sole.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)

                Il Bibi

                All'ombra di un albero solitario
                aspetto il Bibi del villaggio.
                La sua risposta mi viene da lontano
                da un mondo abitato da persone
                piene di sapienza e poche parole.

                Immobile scrutava l'aria del mattino
                posata sui fiori del mango secolare.
                Un tucano batteva il suo becco
                richiamando la notte nella tana.

                Lo guardai racchiuso nel silenzio.
                Non ruppi il suo segreto.
                Era un vecchio che parlava coi morti
                consultando l'oggi, ieri e il domani.

                All'ombra di un mango mi fermai
                ascoltando il Bibi che parlava.
                La sua voce limpida di silenzio
                mi riempì il cuore e mi lasciò contento.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Il danzatore

                  Era un'ombra che danzava con la notte
                  masticando i ricordi di leggenda
                  sperduta nel ventre delle zucche
                  di una marimba con note senza vento.

                  Era un'ombra germinata da semi
                  raccolti in segreto in piena foresta.
                  Le mani toccavano dei raggi di luce
                  caduti da un ramo di um mango in festa.

                  Era un'ombra che danzava da ore
                  al ritmo dei tamburi scavati nel tempo.
                  Cercava nell'aria un'estasi d'ebrezza
                  battendo la terra con umana dolcezza.

                  Era un'ombra di uomo o donna, non so,
                  giocando a nascondiglio con la notte.
                  Era vestita di conterie, semi e conchiglie
                  e la luna guardava senza parlare.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Temporale tropicale

                    D'improvviso il cielo è nero,
                    la foresta cambia la sua voce,
                    un lampo spacca le nuvole
                    un fragore esce dalle rocce.

                    Il Dio della pioggia è sceso
                    cammina sullo zingo della casa
                    l'accompagnano tamburi forestieri
                    e "makocho" venuti da lontano.

                    Gli alberi cadono frustrati dal vento,
                    il tetto di paglia è un nido nell'aria,
                    un cane abbaia al Dio che passa
                    e rantola all'angolo come frustato.

                    Le foglie di mandioca sono d'argento,
                    il miglio s'inchina baciando la terra,
                    le papaie cadono su foglie antiche
                    mentre un pipistrello resta appeso
                    sotto il mio tetto amico.

                    Così piove in questa terra d'Africa
                    quando il Dio maschio decide di pisciare.
                    Quando invece col sole piove dolcemente
                    dicono: "È Dio femmina che ci vuol bagnare".
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