Poesie personali


Scritta da: Luigi Totaro
in Poesie (Poesie personali)

Se partoriranno questi monti...

La solidarietà è come un monte
ricco di frutti e limpide sorgenti
dove ogni suo albero, ogni sua fonte
alimenta tutti gli esseri viventi

L'amore per la pace è come un monte
dove regna la tranquillità
Dalla cima fino all'ultim'orizzonte
ovunque è pace e serenità

Uniamoli tra loro con dei ponti
Siano un tuttuno senza alcun confino
Se partoriranno questi monti
di nuovo nascerà... Gesù Bambino!
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    in Poesie (Poesie personali)

    Infiorare avrei voluto i nostri giorni

    Infiorare avrei voluto i nostri giorni
    e il tuo capo infrondare con altri allori,
    il denutrito cuore saziare
    con bacche di gelso e more
    ma... solo accartocciate foglie
    e lazzi frutti di seccato legno
    oggi appena so darti in dono!
    Viene il momento in cui tutto agonizza
    e ogni cosa, esangue vacua si scompone,
    da roghi morenti che non si avvivano
    crepitii più non ascolti e nell'anima
    ammalata, che non sa più stare in piedi,
    solo silenzio di ceneri sale e rimane.
    Altra foce non ha questo mio male
    che fiotta con ardita foga
    se non l'infinito chiuso del vuoto.
    Ma nella fedeltà che non muta,
    dall'ammutolito mio fagotto,
    per uno stretto forame un filo
    di speranze, fluendo a te conduce.
    È da questa mia prigionia
    che aspetto un gesto tuo,
    che pane d'amore mastico adagio
    e capriola qualche speranza;
    è qui che qualche foglia
    ancora riparo trova dal vento;
    è in quest'ombra che un sasso
    non si arroventa fissato dal sole.
    Pur se ambiguo e scialbo
    appare il sorriso del domani
    e specchio d'acqua
    il volto sereno non rifrange,
    ignora lo stesso il mugolìo
    che da quest'oggi in fuga tu odi;
    sfollato da un tuo bacio
    il lagno rauco del mio gemito,
    inudibile, si allontani via dissolto!
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      in Poesie (Poesie personali)

      Insurrezioni

      È da molto che spendo
      i miei giorni allo scuro!
      In fuga dal mio rinchiuso,
      come una volta, domani,
      seguirò una rotta solare,
      estranei mi fisseranno
      occhi schivi di donna
      trapassandomi il cuore!
      Ossigenato dai giardini
      dei cortili circostanti,
      invasivo alle narici
      mi raggiungerà l'olezzo
      che si diffonde dai fioriti
      tralci protesi oltre
      le infocate ringhiere.
      L'orma dei miei passi
      su polverosa redola, dirà
      che di lì un uomo è passato.
      Avvisterò qualche sparuto
      passero che, al dispiegarsi
      della mia ombra silente,
      alipede, spiccherà un volo.
      Grigioverde lucertola
      immota in oziosa postazione,
      vedrò poi spaventata svariare
      per il brullo muro crepato
      alla ricerca di un latibolo
      fidato che tutta l'accolga
      riparandola dal rischio
      di un accadimento temuto.
      Domani, una svagata occhiata
      lancerò ai cartelloni ingialliti;
      sedotto dal fragrante richiamo
      di una tazza di caffé spumoso,
      stanco, mi fermerò in un bar
      a contare i gelati che si sciolgono
      tra le mani accaldate di bambini
      avvampati accorsi in frotte
      dal popoloso rione vicino.
      Domani sarà un trasgredire!
      L'innesco di un moto riottoso
      avvierà una covata rivolta,
      capovolgerò le mie malinconie;
      ad un'insurrezione aderirà
      questo cuore orfano di sole
      e di oscurità prigioniero.
      In un mondo di piccole cose,
      un altro sarò per un giorno
      meravigliando me stesso!
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        in Poesie (Poesie personali)

        T'avrei creduta sulla parola

        T'avrei creduta sulla parola
        se solo mi avessi detto:
        - Non voglio che tu vada via! -
        È da inenarrabile tempo
        che, esiliato dal tuo cuore,
        di te più non ho cercato notizie.
        Nel vuoto che mi lasciasti
        come avrei potuto?
        Al di là dello squarcio
        raro di un ricordo,
        affiorò, di tanto in tanto,
        il periscopio della nostalgia
        per scrutare sull'orizzonte
        delle cose perdute
        una labile scia da te lasciata.
        Quante volte nel silenzio
        l'orecchio tesi all'eco
        del frangente della tua vita!
        Scancellata, in modo
        definitivo dal mio taccuino
        ogni antica annotazione
        che ti riguardasse,
        a chi chiedeva dove tu fossi,
        o se per doloroso rammentare
        correvo a te remota,
        io non seppi dire se oltre la fitta
        cortina dietro cui eri scomparsa
        probabilmente ancora ti aggiravi.
        Per affermare che
        tu sia di certo svanita
        non ho prove adeguate,
        in un impensato angolo
        del mondo, tu sarai!
        Talvolta avrai pensato
        al ragazzo con la motoretta
        che tremante arretrò
        al suo primo bacio,
        ti sarai chiesta
        se questo rinsecchito
        flabello di canna,
        agli assalti delle folate
        oggi ancora resista.
        Si, sono qui,
        risparmiato dal turbine,
        a vangare nella memoria
        le ignite zolle di un amore
        che apparso alato ratto fuggì
        privando le mie pupille
        di esistenziali guizzi di luce.
        Resati irreperibile quaggiù,
        nell'aldilà, in cui so che credi,
        forse ti rintraccerò nel mezzo
        di un folto nugolo di ombre,
        per riannodare un filo doppio
        da te, senza pietà reciso.
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          Scritta da: Luigi Totaro
          in Poesie (Poesie personali)

          La notte di Natale

          La notte di Natale tutto è magia.
          I fedeli in chiesa vanno a frotte
          per la messa della mezzanotte
          Tutto è pace, tutto è poesia

          Le famiglie intorno ad un camino
          sgranano ricordi del passato
          C'è sempre un bambino addormentato
          ed una nonna che gli sta vicino

          In ogni strada, in ogni vicoletto
          luci multicolori sono accese
          Le case sembrano tutte delle chiese
          In attesa del Bambinello benedetto

          Notte tranquilla, cieli cristallini
          ricamati di stelle risplendenti
          Suoni di dolci canti evanescenti
          Domani è Natale, la festa dei bambini.
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            Scritta da: Lara Segarini
            in Poesie (Poesie personali)

            Poesia per te

            Ascolta le sue parole
            Ti dice di non piangere
            Ti sussurra non disperarti
            Ti racconta la verità
            Ti urla vivi

            Poesia mia
            Vai dal sole e raccogli il suo calore
            Vai dall'acqua e raccogli il suo tepore
            Vai dalla terra e raccogli i suoi frutti

            Portala a lei,
            lei seduta su quel sasso in riva al mio pensiero
            quella dolce ragazza indifesa,
            pensierosa, felice,
            dubbiosa e incantevole
            che sta pensando alla sua vita
            al suo dolore e a tutto il resto.

            Ascolta le sue parole
            Ti dice di non piangere
            Ti sussurra non disperarti
            Ti racconta la verità
            Ti urla vivi

            Poesia mia
            Raccogli i suoi pensieri.
            Racchiudili nei desideri.
            Racchiudi la sua vita
            e raccontamela

            Racchiudi i suoi sogni
            e mostrameli
            Portali a me, fammeli leggere.
            Fammi sentire quello che sente.
            Fammi vedere quello che vede.
            Fammi provare quello che prova.
            Falle capire che le voglio bene.
            Falle sentire il mio cuore che batte, quando la vede.
            Falle sentire i miei pensieri.
            Falle vedere i miei ricordi.
            Falle rivivere i bei momenti
            Falle risentire le emozioni provate.
            Falle sentire i dolori della vita passata.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)

              Spiaggia di Zalala

              Sento l'odore della spiaggia di Zalala
              battuta dall'onda venuta da lontano.
              Porta rumori sepolti da millenni
              sotto radici di uomini e di belve.

              Rivedo tronchi di palme abbattute
              giocare con l'acqua e l'arena
              sotto un cielo bruciato da ardori
              e la luna che ascolta i misteri.

              Mi rannicchio sotto una mano gigante
              contemplando la notte umida di sudori.
              La Zambesia dorme con le sue pene
              mentre io elimino i miei veleni.

              Sento l'odore della spiaggia di Zalala,
              tasto l'ombra fresca del suo bosco.
              Un uccello canta nella notte
              e una stella cade senza salutare.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)

                Queimadas

                Fuoco nella savana, crepitio di canne,
                fumo negli alberi ed occhi di dolore
                sono i colori di questa sera africana
                stesa sull'orizzonte in calore.

                Cadono anche i rami senza rumore
                su cenere bianca a forma d'uomo.
                Le gazelle su pinnacoli di termiti
                invocano la pioggia che s'avvicina.

                Fuoco nella savana, tamburi nella notte,
                fiamme sulle costole e corna nelle reti:
                sono i fantasmi di questa sera africana
                avvolti come figli in capulana nera.

                Fuggono le forme nell'ombra del fuoco
                le grida degli animali si confondono.
                Donne e bambini afferrano la notte
                dipinta di luna, danza e tamburi.
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