Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Quando l'aureo disco del giorno

Quando l'aureo disco del giorno
più non vedrò apparire all'orizzonte
e nel mio cielo non vi saranno stelle,
quando più non mi giungerà il suono
vario dell'onda o gridìo di voci,
tacerà per sempre questo mio cuore
ma fino ad allora, ancor vi parli
la tortura di questa passione,
che voi, brama prediletta,
con indifferenza, appena ascoltate!
Quando dal vuoto imprigionato
a voi libera ripenso, in alto vanno
le mie inumidite orbite;
alle illusioni, promesse strappo
perché nel vostro petto cavo
un posto sicuro io trovi.
Se sapeste nel chiaro guardare,
vedreste i miei occhi scuri
fissarvi senza tregua;
se dai vostri pensieri non escluso,
meno penoso sarebbe il ritmo
scandito dal mio dimesso andare.
È da troppo tempo che guardo
le pieghe della vostra bocca
senza baciarle; voi non sapete
che mi chinerei, fino a spezzarmi,
per raccogliere, come primizia,
un sorriso, da voi lasciato cadere!
Non ponete altri sgambetti
a questo cuore che inciampa
sulle crespe del vostro animo gelato.
Udienza accordate ad un amor
che non s'affioca e arrestate
la dolce tortura che perpetrate!
Guardatemi come la prima volta:
un rossore, vi ritornerà dal mio volto.
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    Scritta da: Alessandro Bonfanti
    in Poesie (Poesie personali)

    Ho sognato di essere vento

    Volare sui campi di grano,
    scendere sul mare ad increspare le sue onde,
    scomodare il manto di mille animali,
    muovere un vecchio mulino,
    cantare sulla cima di una montagna.
    Ho sognato di essere vento,
    ho sognato di soffiar contento.
    Ma dove soffierò:
    se i campi di grano diventano centri commerciali,
    se il mare altro non sarà che una che una chiazza d'olio,
    se gli animali li potrò trovare soltanto nelle enciclopedie,
    dove soffierò,
    se le pale del mulino saranno bucate,
    dove soffierò,
    se le cime saranno appianate?
    Ho sognato di essere vento
    ma il mio soffiare ore è un grido e un lamento.
    Potrei portare la mia voce fra i grattaceli di New York,
    Potrei scuotere auto e camion perennemente in coda sulle autostrade,
    ma non mi abbasserò a tanto.
    Perciò aiutatemi, amici miei, a soffiare con me
    perché in questo momento mi sento solo
    e ho bisogno della vostra forza per continuare a soffiare.
    Ho sognato di essere vento
    e soffierò finché anche l'aria non diverrà cemento.
    Forse un giorno l'uomo riuscirà a chiudermi impotente in una scatola
    ma adesso lasciatemi soffiare perché ho ancora qualcosa da dire.
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      Scritta da: Giuseppe Pizzuti
      in Poesie (Poesie personali)

      Il sogno... realtà, la realtà... il sogno.

      Il cuore batte forte mentre i minuti scorrono lenti,
      ancora più lenti
      nella frenesia dell'ora X.
      Il trillo del campanello...
      ... sei tu...
      ... la bocca secca...
      ... il corpo un fremito.
      L'ansia mi assale,
      il cuore in gola...
      ... un abbraccio, un bacio
      e tutto svanisce.
      Un sogno, il mio sogno
      nel lago dei tuoi occhi
      trova pace nell'ardente bacio
      di un tanto atteso desiderio.
      Carezze, sguardi,
      non si hanno parole
      solo risposte ai nostri pensieri
      che si fondono core oro
      dietro lo sprigionio di una fiamma
      per poi ricomporsi in qualcosa di più prezioso,
      non cedibile, non acquistabile
      se non dalle nostre anime.
      Imbarazzo mentre i vestiti cadono giù
      nell'attesa di un giudizio
      che la dolcezza dei tuoi gesti
      e il calore delle tue mani placa
      come l'onda del mare si placa
      nell'immensità delle acque limpide
      in un giorno d'estate.
      Sei in me, tu ed io. Un solo io
      I sospiri risuonano nella mia mente
      catturando il mio sogno
      che, consapevole dell'incertezza
      assapora ogni istante
      lasciando libero sfogo alle emozioni
      che forte fanno battere il cuore.
      Le immagini di noi riflesse allo specchio,
      i nostri corpi abbracciati
      cullano i pensieri
      nella speranza di un domani
      fatto d'Amore.
      È successo,
      il Sogno, il mio Sogno,
      è divenuto realtà.
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        Scritta da: Emanuele Caccia
        in Poesie (Poesie personali)

        Chiedo

        Ho visto come trattiamo
        la nostra Casa.
        Come distruggiamo
        il nostro mondo.
        Come ci diamo da fare
        per estinguerci.
        Si versano lacrime e cibo
        in nome della Carità.
        Ho visto tutto questo
        e so.
        Quanto siamo folli
        a pensare di poter scappare.
        Quanto ignoriamo del mondo
        se pensiamo di dominarlo.
        E mi chiedo:
        che accadrà quando il mondo
        griderà vendetta?
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          in Poesie (Poesie personali)

          Solitudini

          Quando solo ti senti
          e l'ultimo malinconico
          spinoso passo di spirale
          serrandosi ti avvolge
          e l'animo costringe
          in oblique tristezze,
          finisci col tirar pugni nell'aria
          o sputarti allo specchio
          pur di sottrarti
          ai colpi mortali
          che il dolor vibra
          al tuo esser vivo.
          Ad altri dir vorresti
          di te, delle tue pene...
          dell'esilio forzato
          del cuor che indomito
          non si prostra
          al corteo d'ombre
          dei giorni vuoti
          che passano morti
          lungo i viali che un tempo
          furono della giovinezza.
          Murate restano le parole
          che sulle labbra mute,
          come semi rattrappiti
          in aride zolle,
          agonizzano inerte.
          Ignorato dal mondo
          che con sguardo idiota
          senza guardarti ti fissa,
          soffri e contorci te stesso
          cercando di rifarti le forze,
          riemergere dal gorgo
          e aggrapparti all'istinto
          che trascina alla vita.
          Al vano gioco ritorni:
          altre albe verranno
          dalla volta trapunta di stelle!
          E se anche la ruota
          del torchio che le speranze
          macina non si inceppa,
          se anche non cessa
          l'ansia che ti fa infelice,
          nel sogno amico aspetti
          che qualcuno raccolga
          l'opaca sorte
          che ti inserra
          per trasformarla
          in un brivido di luce.
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            Scritta da: Giuseppe Pizzuti
            in Poesie (Poesie personali)

            Dall'alto del cielo

            Inutili pensieri offuscano la mente tua,
            gocce di sudore dalla tua fronte rugosa scendono,
            forte il dolore di Lei ti prende,
            come un albero in autunno spoglio e inerme
            Al trascorrere del tempo
            vivi questa tua nuova e inaspettata verità,
            solo, in balia del vento, cerchi una ragione,
            una ragione che non c'è.
            Neanche l'arrivo della primavera
            placherà quel dolore di una vita spezzata prematuramente.
            Lei dall'alto del cielo veglierà su di Te e su tutto ciò che ti circonda.
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              Scritta da: Chiaretta Moce
              in Poesie (Poesie personali)

              Non più lontani

              Quanto tempo ci ha separato,
              dove eravamo noi due...
              alla ricerca di un affetto,
              alla scoperta di una verità...
              all'entusiasmo poi svanito.
              Chi ti ha mandato da me,
              quanti angeli ti hanno sussurrato
              il mio nome?
              Ma ora posso viverti,
              scoprirti profondamente...
              ora puoi vivermi,
              abbracciarmi teneramente...
              non ci sarà tempo che ci separi,
              nessun rimorso che ci richiami...
              il mio rimorso ora sei tu,
              per non averti vissuto finora
              in tutta questa vita.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Un uomo solo

                Tardiva dispare l'ultima stella nel cielo.
                Albeggia. Spirati sono i notturni sogni.
                Sbuca il giorno, longevità di tedi,
                cruda lentezza d'ore per chi come te
                niente si aspetta, uomo solo!
                Tu certo ricordi le gremite vie
                da tempo più non ripercorse
                come alle prime luci
                ricominci lo spingere,
                il pestare, il gran vociare,
                i tafferugli dei credenti in corteo
                alla supplica diurnale delle illusioni!
                Fuggito dagli altri, sposato te stesso,
                rintanato da tempo nel tugurio dei giorni
                un fiume in magra dentro ti corre
                detriti di sangue sedimentano,
                stagna una tremore in arterie spossate;
                un affievolire di flussi ti stanca di essere vivo;
                vano aspetti la bonifica di un sorriso,
                una interiore implosione di palpiti
                uno scoppio di riso da labbra mute...
                La bussola che non illuso pur segui
                va impazzita e senza meta
                tutte le direzioni per te sono uguali,
                l'ora della meridiana sul quadrante
                dei giorni perduti ripercorre il ritmo
                del dolore che si ravviva, nel buio
                ritrovi i pioli della pena che risali,
                nell'ombra del mondo ti lasci svanire.
                Dimmi: - Tornerebbe la speranza
                se cessasse il grido di ali spezzate,
                se ritrovassi la magica chiave
                per la toppa del cuore? -
                - Ma l'illusione manca! - Tu dici!
                - In una radura spopolata,
                dalla vita sono stato sbattuto
                e ivi, sosto smarrito:
                corre e si assembra il nulla che mi parla,
                un silenzio di sale mi nutre; pensieri amari
                insabbio e spalo asciugando lacrime al sole.
                Senza fine è l'attesa in questa caducità
                di uno sconvolgente accadimento umano. -
                Chi ti occupa e opprime? Ah, cosa
                potrà mai più decantare il limaccioso respiro
                che a malavoglia ancora ti tiene in vita? -
                Oh uomo solo, come ti somiglio!
                All'aratro del tempo seguirà un solco solo
                vi giaceremo entro per sempre.
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