Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Quando con le sue mareggiate

Quando con le sue mareggiate
uomo tristezza ti palleggia
venuto meno il pericolo di dire
parole indurite a chicchessia
accorrono e fanno ressa nugoli
di pensieri che non puoi fermare.
Progetti e ricordi, in gran pompa
sfilano e ti danzano intorno;
ti rivestono con le loro trame
li odi e ti mozzano il fiato:
tu, chiudi gli occhi e non dici parola.
Ieri, oggi, domani... gli sterili figli
della nostra vita mortale,
i fantasmi del nostro durare
che ci ricatturano con le loro storie!
Come lontani spari in giorno
di festa che l'occhio non vede
il cuore che batte e spera
il rimbombo ne ascolta.
Velleità, ideali pagliuzze accese,
faville che pur rivivono nelle pupille
espulse da neonati vagheggi
nel silenzio chi sa dove
frottole andranno a morire!
Cederesti del tutto. Poi,
improvviso si spezza il cerchio
attorno a cui giri senza saperlo
rinvieni e ritrovi il respiro.
Pacato, dentro più non ti guardi,
riprendi il tuo ritmo umano...
Ma lo scontento ben presto riparla,
allarga le braccia e ti viene incontro
di te ancora prende possesso, ti fa suo!
Cessa l'interiore sciabordio:
ozia l'ora e si annera il tempo;
spogliato rimani di ogni senso.
Dimesso, tra scherni di ombre
che covano fredde sere future
riarso ripensi alla vita che passa...
alla speranza che al limite
vana ti consuma rigonfio d'illusioni.
E mentre più accidiato temi
gli sfasci che il vuoto perpetua
riascolti i passi dei nemico che conosci
il niente e la morte.
Tra scaglie e pietre arse,
assetato di sereno essere
pure ritorni a cercare una polla
per dissetare la speranza
che domani ritrovi un altro te stesso.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie personali)

    La speranza

    La speranza è quella virtù che ci accompagna tutta la vita,
    ci illumina quando tutto è buio,
    accende un sorriso quando ormai sorridere sembra impossibile,
    ci conforta nei momenti disperati,
    e ci dà la forza di vivere quando vivere sembra non avere senso,
    ci fa credere in un domani migliore,
    dando un senso a tutto quello che c'è stato.
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      in Poesie (Poesie personali)

      Se mai ce ne fosse bisogno

      Se mai ce ne fosse bisogno
      compiaciuta spendi a mio favore
      qualche frizzante e olezzante parola
      quando interrogata da civettuole
      di me lontano a caso racconti:
      nel totale, poi sai non sarò
      così diverso da come mi vuoi.
      A chi non sa nulla di noi
      e non è toccato da amore
      mostra che giusto avevano visto
      i nostri cuori, che un miracolo
      esistenziale, tardivo e raro,
      pur è possibile per chi spera.
      Ben di rado ci è consentito
      ribaltare un destino franato
      ma testimonia che ancor talvolta
      è possibile che una bottiglia vuota
      si riempia e disseti una vita
      che anche gli uccelli di malaugurio
      possono essere smentiti
      quando pregni di sicumera
      cianciano che da una pozza torbida
      mai si può attingere acqua chiara.
      -Chi da luce rischia il buio!-
      proclamò un poeta
      correremo questo rischio
      improvvisata dicitrice
      tanti curiosi poi lasceremo
      a bocca chiusa e con un palmo di naso.
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        Scritta da: Dario Maretti
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        La Sfinge

        Ma in quante foto sparse nel mondo ci sono io!?
        Mi faccio e rifaccio questa domanda,
        nell'attesa che finisca anche questa giornata.
        Ed in questa,
        spero fruttuosa attesa,
        l'unica cosa che posso fare,
        è pensare.
        Sono sempre attorno a me,
        tutti pronti,
        a cogliere il movimento impercettibile.
        Chissà poi per quale motivo!
        Ed io devo restare impassibile,
        ai flash abbaglianti delle foto,
        ai raggi taglienti del sole,
        agli scherni sterili delle persone.
        Fortunatamente tra un po',
        calerà il buio
        ed io avrò soltanto voglia di
        tornarmene a casa,
        e mettermi impassibile nel letto.
        Paradossale,
        mi viene in mente!
        Io sono Alvaro,
        almeno così mi hanno ribattezzato in Italia,
        e sono la sfinge che,
        ogni giorno,
        attira l'attenzione dei passanti
        a Castel Sant'Angelo.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Bioccolo argentato

          Nell'azzurro infinito
          un bioccolo argentato,
          come isola lontana
          avvisto nel mare cielo.
          Che farà là solo e immoto,
          non teme l'appressarsi dell'ora
          che scardinerà il suo batuffolo
          di vapore mutandolo in altra fattura?
          Incerto e ignoto è ogni destino!
          Se penso al mio
          nei mutamenti che il dolore imprime
          viene da interiore cisterna sonora
          l'eco di un tonfo di vuoto accadere.
          Perché non rende il viver una ragione?
          Oh il miraggio che ci inganna
          e del vero ultimo ci priva!
          Almanacchi di pagine indecifrabili
          studieremo un giorno nell'Aldilà!
          In un fermento di puro silenzio,
          riapriremo il solco sempre assetato
          di una conoscenza che non appaga
          l'antico bisogno di saper per certo
          perché qui siamo e non altrove.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Ricordando Pavese

            Del difficile mestiere di vivere
            come te, poco e male appresi:
            spezzare il cerchio della solitudine
            oltre l'ozio guardare la luna e i falò
            appieno comunicare con gli altri
            scovare una fida compagna
            foggiare amore e illusioni
            emergere da un torbido domani
            precluse attività io le riconobbi:
            goffo, tutto mal intesi negli anni.
            Tu forse più di me sapesti
            che se ben interiorizzati e seguiti
            (assecondandone il ritmo)
            soffrire diventa meno caro
            e l'esistere si fa desiderio continuo
            che vuoi appieno godere.
            All'alba, all'invito degli eventi
            sorridendo al sole che ti guarda
            ti persuadi ad andare per il mondo:
            un viluppo poi segue volubile
            frana si sfrangia e smentisce
            quanto strepitante avevi creduto.
            Se vieni ai ferri corti con la vita
            bisogna che raschi con perizia
            la pruina delle illusorie apparenze
            per trovare un senso a quanto ti accade
            e metterne in luce la vera sostanza:
            il significato supertemporale
            il rinveniente che non si racconta
            il pathos sgusciante che non si descrive
            l'esaustivo che giustifichi e plachi
            una vita febbrile scondita e rapinosa.
            Ammettiamolo pure senza sforzo:
            bisogna ben conservare la speranza
            e attizzare l'abitudine di illudersi
            non irrigidire l'elasticità istintiva
            se vogliamo con gusto sopravvivere
            se non vogliamo già stenderci
            stanchi, consapevoli e più lucidi,
            nella fossa tombale del nulla.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)

              Scultura africana

              Abbracciati a un tronco ancestrale
              dormivano i sogni della tribù
              insieme agli spiriti del tempo
              racchiusi in maschere senza gioventù.

              Vennero i miei amici africani
              gettando sguardi con interroganti.
              Le mie mani erano vuote
              nella savana ardente di giganti.

              Mi perseguitano sculture Makonde
              durante la sera oscura di desideri.
              Non ballano, non dicono niente
              sfilano davanti insieme al vento.

              Abbracciati a un tronco ancestrale
              dormono il sonno dell'Africa morente,
              aspettando un eclissi di sole
              per danzare sotto conosciute stelle.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)

                Uomini nel vento

                Piedi di marmo nel vento
                mani di ferro lucente nell'aria
                occhi di ruggine nella luna
                tante lacrime rosse sul domani.

                Dov'è l'armonia eterna dell'uomo,
                dove sono gli ideali della bellezza,
                forse i miti frustrati nelle caverne
                sono spariti dall'umanità moderna?

                Camminano solitari i poeti maledetti
                sotto falsi archi di trionfo
                costruiti con pietre troppo fragili
                da uomini con ferite profonde.

                Colori gettati sulle tele
                sono linee rotte dallo spavento.
                Figure piene di tristezza
                germinano in terreni di bellezza.

                È questo il nuovo occidente
                perduto in labirinto con varie uscite.
                Si avvicina il giorno senza notti
                con mani pulite e mente arrugginita?
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Natale di luci

                  Natale di luci e colori
                  nelle strade gelide.
                  Poveri stesi su cartoni
                  e stracci maledetti.
                  Musiche pastorali
                  venute da angoli bui
                  ridestano colombe
                  di pace su muri bianchi.

                  Splendono gli auguri
                  d'oro e d'argento
                  con figure di pastori
                  senza gregge.
                  Dietro vetri con neve
                  artificiale
                  si nascondono mani
                  senza pane.

                  Natale di fantasmi
                  in decadenza.
                  Religione in maschera
                  politica.
                  Politici con guanti
                  di prelati romani.
                  Tanta nostalgia
                  scoppia dentro.

                  Rinasce una stella
                  nel lontano oriente.
                  I re magi
                  sono uomini senza cammello.
                  Giuseppe un operaio
                  senza tetto,
                  Maria una ragazza
                  incinta in fretta.

                  Natale di un bimbo
                  senza più dolori.
                  Natale della terra
                  senza più padroni.
                  Natale del cielo
                  senza inquinamento.
                  Rinasci o Cristo
                  con mezzaluna a stella.
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                    Scritta da: Dario Maretti
                    in Poesie (Poesie personali)

                    E intanto aspetto te

                    E intanto aspetto te.
                    E intanto aspetto che ci pensi un po',
                    e intanto aspetto che mi pensi un po'.
                    E intanto aspetto che tu capisca che
                    la vita è una questione di momenti
                    e che il più delle volte non si ripetono.
                    E intanto aspetto che tu dia un senso alle tue azioni,
                    che tu non dia importanza alle tue convinzioni.
                    E intanto aspetto che passi l'inverno,
                    il freddo gela pure le emozioni.
                    E intanto aspetto che arrivi l'estate,
                    con il sole tutto sembrerà più comico.
                    E intanto aspetto che giunga da lontano un suono
                    che dia la voce ai tuoi sguardi silenziosi.
                    E intanto aspetto che passino le mie paure,
                    che passino le mie perplessità.
                    E intanto aspetto che passi in fretta
                    tutto questo tempo che dovrò aspettare,
                    che mi sembra interminabile se lo immagino senza te.
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