Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Sapore salato

Il dolce sapore salato
ristagna in fondo al palato,
l'odore che ho appena odorato
è misto nel soffio di un fiato,
lo sguardo è smarrito...
si è perso nel vento sfiatato,
un piccolo invito è bastato
e il cuore è scattato.
Non c'era dolore
nel volto sudato d'amore,
e il piccolo fiore che ero
s'è tinto di prato.
Un chiaro pensiero,
nascosto nell'occhio crucciato,
ha aperto la mente a un grande destriero:
il vento del nostro passato.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Quello che resta

    Le spade hanno marciato entro cuori di legno,
    salvando dall'asfalto pensatori immortali,
    e il cuore titubante lasciato a macerare
    saltella in lungo e in largo con echi di rimando.
    L'equilibrio naturale è un pendolo danzante
    e la falce uno scatto che congela questo ballo,
    lui non torna più da una guerra oramai persa,
    lei oramai piange la precoce vedovanza.

    Il corvo lo accompagna sopra ali di cicogna,
    sorvola campi immensi con aria di fanciullo,
    spreca qualche pianto per quella nuova luce,
    si volta a riguardare il presente che abbandona.
    Abbandona, capisci?
    Lui è andato, lei rimane, ed è peggio di morire.
    Gli spilli dentr'al cuore, la morte dell'amore,
    il freddo gli permane nelle membra corrucciate.

    "Come farò? Quale la forza?
    A me avverso il destino! Di quale paura,
    in quale timore, dovrà rifugiarsi il suicidio?
    Quali le colpe, chissà che doveri
    per una povera vedova e gravida!"

    L'altare ormai lordo di sangue nutre una nenia
    dai teschi già sepolti, dal coro di sudari
    svetta un soprano in testa al lamento.
    E intanto il figlio della luce si allatta
    sul tonfo del pianto e triste e tetro,
    per lui ancor più duro sarà il combattimento,
    pugnando a sé la vita con la sua sola armata.
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      Quello che è perso - Lo Spirito

      Ora che la macchina ha oscurato il canto
      è sempre più difficile poter ridarti
      in gloria e onore a quel poeta - ancora? -
      che tosto t'ha innalzata a divina e a provvidenza;
      umano, mi chiedi, ahimè di ritornare:
      la macchina - lo sai - ormai ha già covato
      e l'ospite incurante, che nutre la nemesi,
      ormai ne è assopito, ne più che mai dipende.

      Ricordo e piango,
      ed ora che soltanto è tornata a me quest'arte
      spesso mi soffermo attonito a pensare
      agli spiccioli di tempo sperperati a farsi male,
      ai sorrisi che, se fatti, calmieravano il dolore
      (se soltanto avemmo avuto abbastanza sale in testa)
      od a tutte quelle volte che il sapore del far male
      umiliava la ragione sotto gli occhi d'un orgoglio beffardo.

      Preferisco passeggiare col demonio
      che trovarmi sul rasoio con me stesso
      e cercare di sommare i minuti ch'ho investito
      ad estrarre l'innocenza dalla terra pulsante
      mentre avvelenavo il sangue e la linfa
      con un nettare pungente e amaro.

      Potrei chiedermi se mi incontrassi
      a che è valso dare fuoco ai tuoi diamanti
      o cercar di concimarli con la rabbia,
      e in tal caso, stando fermo,
      mi potrei sputare in faccia sbeffeggiandomi maligno.

      Fuori da un'amara simpatia
      altro non resta che sudicia acqua storta,
      mentre il fuoco che prima ci scaldava
      sembra averci consumato pelle, spirito e desiderio.

      Tu non sai quanto mi manchi, amore.
      Tu non sai quanto ti amo.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Fuori da una amara simpatia

        Se qualcuno mai scriverà della mia vita
        vorrei che ne sortisse che sono stato vero,

        sempre un po' in ritardo ma puntuale per l'amore
        che tosto m'invasava come demone febbrile.

        Potranno forse dire che non eravam coesi
        ma tu non indugiare, semmai continua a incedere

        finché le malelingue, che sempre abbiam campato,
        seguiranno starnutendo spruzzi di sperma.

        Non chiedere alla sfera quali sian le nostre parti
        ché il copione, cara mia, s'arricchisce giornalmente:

        tutto muta, tutto cambia; l'importante è la simbiosi
        e quel che vedi incongruo forse ha nome evoluzione.
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          Alla maniera di Shakespeare

          Chi sei tu che dalla tenebra appari
          e suoni i tuoi capelli come vermiglia rete,
          offrendo maliziosa il tuo veleno ambrato
          mentre languida avvicini le mie labbra
          e guardandomi le accarezzi con un bacio?

          Comunque il tuo ariete trova l'uscio spalancato
          perché se guardi e hai visto anch'io non son da meno,
          e lesto ti ricambio in modo assai cortese
          ed anche generoso ché c'aggiungo un po' del mio,
          e la colpa è un prezzo che non devo pagare.

          Chi sei tu che vieni a portare innovamento
          e stringi nelle gambe una tenue speranza,
          pretendendo in cambio una tiepida freschezza
          mentre le tue mani esplorano il petto
          in cerca di un ansimante e azzurro orgasmo?

          Ma sei così fugace e un ostacolo interrompe,
          il nostro rito cessa e l'equilibrio si fa nero,
          così rapido è il contatto, come la tua sparizione
          che neanche faccio in tempo ad imprimerti in memoria;
          solo un fremito ricorda il tuo sapore vaporoso.

          Chi sei tu che t'allontani contro voglia
          e mi lasci risoluta sbigottito e sorridente,
          arrivando chissà come forse dalla mia coscienza
          mentre cavalcando un uragano travolgi le certezze
          ed in dono m'hai portato consapevolezze nuove?
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            Scritta da: Alessandro Borghesi
            in Poesie (Poesie personali)

            L'alba di Valerio

            Mente, mente...
            infausto silenzio
            ne circonda i suoi limiti

            Segreto è il tuo dubbio
            che nascondi nelle mura
            della coscienza turbata

            Amico dei miei pensieri
            hai toccato il filo della vita
            spezzato come una sottile tela

            Cancellato per sempre
            nei nostri visi, increduli
            dell'inaspettato gesto

            Ricolto da stupore
            e rabbia, lanciato verso
            il dolore e al pianto

            Credo il buon Signore
            che ti perdonerà e ti accoglierà
            nella sua immensa casa

            Non ti dimenticherò
            sarai nel mio cuore
            nel cassetto dei ricordi

            Vorrei volare con te
            per scrutare insieme
            le meraviglie della nostra gioventù

            Ti ricorderò nel cielo
            in una stella nascente
            a forma di guerriero che brillerà
            più dei nostri pensieri...

            Ciao Valerio...
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              Scritta da: Alessandro Borghesi
              in Poesie (Poesie personali)

              Amore impossibile

              Ti sento e ti canto o mia divina musa
              che dall'alto del mio pensier
              mi ascolti in silenzio

              Notti turbate dal pensiero
              di una dolce fanciulla
              dalle movenze divine

              Figlia della sincerità
              accarezzata dal tramonto del mare
              illuminata dal candor delle stagioni

              Soave si muove
              dentro alle pupille
              di questi occhi innamorati

              Una gemma nata dal soffio
              di una carezza e dalla spuma
              di un astro nascente

              Un tuo sguardo avvolge
              dei brividi nei sentieri
              che solo la tua fantasia può immaginare

              Una mano di bambina
              tocca i miei sogni
              che bruciano di passione

              Il tuo corpo candido
              muove con un abbraccio
              le ombre della tristezza

              Vorrei solcare il tuo sorriso
              per trovare la luce
              dell'immenso amore

              Forse l'amore sarà
              una mistica pioggia
              che bagna la tua anima

              Ora che sto morendo
              in questa stanza ricolma di rimorsi
              sappi che ti amerò per sempre
              fino alla fine di questa favola magica.
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                Scritta da: Edoardo Molino
                in Poesie (Poesie personali)

                Una vita che fugge...

                E in ogni stanza cerco
                un qualcosa, che mi dia
                una via da percorrere,
                un passato ostacolato,
                un ricordo innebbiato,
                di cio che è stato
                ma di cio che non viene ricoradto

                le foglie cadono,
                non risalgono da dove sono venute,
                un malinconico addio
                un distacco,
                che ripercuote l'uomo in tutta la sua vita,

                un cerchio di persone
                bambini che giocano allegramente
                in sconosciuti parchi
                in incognite periferi
                di innominate città

                dove non sapranno mai cosa
                cosa e cio che devono sapere
                un cerchio
                un circolo dove non si puo uscire,

                certe persone riescono a capire
                il significato di cio che non è la vita
                ma il ciò
                il fondamentale
                nulla viene afferrato
                una mente disastrata
                pensieri viventi sparsi
                per intere vie

                numeri. Lettere
                formano un alchimia di
                scritte
                all uomo comprensibili,
                a me sconosciute,
                cioe che ci chiediamo
                non verra mai risposto
                se non con la morte...
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  Altalene sull'acqua

                  Non lago, né mare;
                  solo acqua piatta e incolore
                  senza cambi di luce
                  tra orizzonte e cielo.

                  Voci di giochi;
                  lontane vibrazioni senza gioia
                  stanco è il tempo
                  di confondere il silenzio.

                  Lento pendolo;
                  piedi nudi sfiorano l'acqua
                  spezzandone l'incolore pelle
                  in spumeggiante silenzio.

                  Eppure non è pace;
                  misteriose altalene respirano
                  sospese al grigio del cielo
                  senza grida di bambini.

                  Intorno solo solitudine;
                  cerco sorrisi innocenti
                  le loro altalene sull'acqua
                  non cantano gioia.

                  Chi vi ha ucciso?
                  Chi vi ha messo a giocare con la vita?
                  Dove si reggono le vostre altalene?
                  Perché sono silenziose le vostre scie?

                  Solo rigano di pietà la fredda pelle di questo oceano.
                  Oceano deserto e neutro
                  incapace di riflettere le vostre stelle.
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                    Scritta da: Roberto Felice
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                    Lune e Sole

                    Hai sentito mai?,
                    per la storia d'amore
                    tra la Luna ed il Sole...
                    Oguali e diversi,
                    si amavano immenso,
                    ma il universo,
                    gli era di traverso
                    Sepparo, la lLuna ed il Sole,
                    e messi nuova legge-
                    "dove ce amore-
                    quella tutto regge!"
                    Da allora, la luna, ed il sole,
                    s'inseguono nell ciello...
                    pur sappendo che e folle,
                    -quell amour'e bello!
                    Dando caldo, ed il freddo,
                    luce, ombre, sentimenti...
                    con il lor'amore vero
                    danno vita su la terra!
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