Poesie personali


Scritta da: Elisa Nicolò
in Poesie (Poesie personali)

Sulle ali della fantasia

Osservare
L'immensità blu del cielo
E lasciare
Libero il pensiero.
Sognare grandi ali
Che mi portano ai confini
Della realtà
Dove tutto è possibile
E niente è precluso
Alla fantasia.
Fa che queste ali
Non si sciolgano al sole,
che il vento
mi accarezzi il viso,
che questo blu
mi avvolga dolcemente.
Ma se un giorno
Dovrò svegliarmi
Da tutto ciò
Prendi il raggio di sole
Più bello
E delicatamente
Accarezza i miei occhi.
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    Scritta da: Antonio Roversi
    in Poesie (Poesie personali)

    Foglie nuove

    Guardo le foglie secche,
    nell'autunno e nel vento:
    s'increspano e si confondono come le sentenze di Sibilla,
    odore di fumo e di pernod nei socchiusi caffè parigini,
    ove oblio e ricordo tristemente si danno il turno.
    E non è dato ai sogni
    donare quel soave zefiro di coscienze immutate.

    Resta nel cuore, senza compagne smarrita,
    la speranza che non vede sé stessa.

    Foglie nuove,
    seguite il volo ordinato dell'angelo,
    ballerina trasparente di seta bianca,
    brezza suggerita a bassa voce dal mare,
    mentre passeggia sulle punte e sull'arcobaleno;
    pastello nell'azzurro dei miei cieli più belli.
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      in Poesie (Poesie personali)

      Sapore salato

      Il dolce sapore salato
      ristagna in fondo al palato,
      l'odore che ho appena odorato
      è misto nel soffio di un fiato,
      lo sguardo è smarrito...
      si è perso nel vento sfiatato,
      un piccolo invito è bastato
      e il cuore è scattato.
      Non c'era dolore
      nel volto sudato d'amore,
      e il piccolo fiore che ero
      s'è tinto di prato.
      Un chiaro pensiero,
      nascosto nell'occhio crucciato,
      ha aperto la mente a un grande destriero:
      il vento del nostro passato.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Quello che resta

        Le spade hanno marciato entro cuori di legno,
        salvando dall'asfalto pensatori immortali,
        e il cuore titubante lasciato a macerare
        saltella in lungo e in largo con echi di rimando.
        L'equilibrio naturale è un pendolo danzante
        e la falce uno scatto che congela questo ballo,
        lui non torna più da una guerra oramai persa,
        lei oramai piange la precoce vedovanza.

        Il corvo lo accompagna sopra ali di cicogna,
        sorvola campi immensi con aria di fanciullo,
        spreca qualche pianto per quella nuova luce,
        si volta a riguardare il presente che abbandona.
        Abbandona, capisci?
        Lui è andato, lei rimane, ed è peggio di morire.
        Gli spilli dentr'al cuore, la morte dell'amore,
        il freddo gli permane nelle membra corrucciate.

        "Come farò? Quale la forza?
        A me avverso il destino! Di quale paura,
        in quale timore, dovrà rifugiarsi il suicidio?
        Quali le colpe, chissà che doveri
        per una povera vedova e gravida!"

        L'altare ormai lordo di sangue nutre una nenia
        dai teschi già sepolti, dal coro di sudari
        svetta un soprano in testa al lamento.
        E intanto il figlio della luce si allatta
        sul tonfo del pianto e triste e tetro,
        per lui ancor più duro sarà il combattimento,
        pugnando a sé la vita con la sua sola armata.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Quello che è perso - Lo Spirito

          Ora che la macchina ha oscurato il canto
          è sempre più difficile poter ridarti
          in gloria e onore a quel poeta - ancora? -
          che tosto t'ha innalzata a divina e a provvidenza;
          umano, mi chiedi, ahimè di ritornare:
          la macchina - lo sai - ormai ha già covato
          e l'ospite incurante, che nutre la nemesi,
          ormai ne è assopito, ne più che mai dipende.

          Ricordo e piango,
          ed ora che soltanto è tornata a me quest'arte
          spesso mi soffermo attonito a pensare
          agli spiccioli di tempo sperperati a farsi male,
          ai sorrisi che, se fatti, calmieravano il dolore
          (se soltanto avemmo avuto abbastanza sale in testa)
          od a tutte quelle volte che il sapore del far male
          umiliava la ragione sotto gli occhi d'un orgoglio beffardo.

          Preferisco passeggiare col demonio
          che trovarmi sul rasoio con me stesso
          e cercare di sommare i minuti ch'ho investito
          ad estrarre l'innocenza dalla terra pulsante
          mentre avvelenavo il sangue e la linfa
          con un nettare pungente e amaro.

          Potrei chiedermi se mi incontrassi
          a che è valso dare fuoco ai tuoi diamanti
          o cercar di concimarli con la rabbia,
          e in tal caso, stando fermo,
          mi potrei sputare in faccia sbeffeggiandomi maligno.

          Fuori da un'amara simpatia
          altro non resta che sudicia acqua storta,
          mentre il fuoco che prima ci scaldava
          sembra averci consumato pelle, spirito e desiderio.

          Tu non sai quanto mi manchi, amore.
          Tu non sai quanto ti amo.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Fuori da una amara simpatia

            Se qualcuno mai scriverà della mia vita
            vorrei che ne sortisse che sono stato vero,

            sempre un po' in ritardo ma puntuale per l'amore
            che tosto m'invasava come demone febbrile.

            Potranno forse dire che non eravam coesi
            ma tu non indugiare, semmai continua a incedere

            finché le malelingue, che sempre abbiam campato,
            seguiranno starnutendo spruzzi di sperma.

            Non chiedere alla sfera quali sian le nostre parti
            ché il copione, cara mia, s'arricchisce giornalmente:

            tutto muta, tutto cambia; l'importante è la simbiosi
            e quel che vedi incongruo forse ha nome evoluzione.
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              in Poesie (Poesie personali)

              Alla maniera di Shakespeare

              Chi sei tu che dalla tenebra appari
              e suoni i tuoi capelli come vermiglia rete,
              offrendo maliziosa il tuo veleno ambrato
              mentre languida avvicini le mie labbra
              e guardandomi le accarezzi con un bacio?

              Comunque il tuo ariete trova l'uscio spalancato
              perché se guardi e hai visto anch'io non son da meno,
              e lesto ti ricambio in modo assai cortese
              ed anche generoso ché c'aggiungo un po' del mio,
              e la colpa è un prezzo che non devo pagare.

              Chi sei tu che vieni a portare innovamento
              e stringi nelle gambe una tenue speranza,
              pretendendo in cambio una tiepida freschezza
              mentre le tue mani esplorano il petto
              in cerca di un ansimante e azzurro orgasmo?

              Ma sei così fugace e un ostacolo interrompe,
              il nostro rito cessa e l'equilibrio si fa nero,
              così rapido è il contatto, come la tua sparizione
              che neanche faccio in tempo ad imprimerti in memoria;
              solo un fremito ricorda il tuo sapore vaporoso.

              Chi sei tu che t'allontani contro voglia
              e mi lasci risoluta sbigottito e sorridente,
              arrivando chissà come forse dalla mia coscienza
              mentre cavalcando un uragano travolgi le certezze
              ed in dono m'hai portato consapevolezze nuove?
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                Scritta da: Alessandro Borghesi
                in Poesie (Poesie personali)

                L'alba di Valerio

                Mente, mente...
                infausto silenzio
                ne circonda i suoi limiti

                Segreto è il tuo dubbio
                che nascondi nelle mura
                della coscienza turbata

                Amico dei miei pensieri
                hai toccato il filo della vita
                spezzato come una sottile tela

                Cancellato per sempre
                nei nostri visi, increduli
                dell'inaspettato gesto

                Ricolto da stupore
                e rabbia, lanciato verso
                il dolore e al pianto

                Credo il buon Signore
                che ti perdonerà e ti accoglierà
                nella sua immensa casa

                Non ti dimenticherò
                sarai nel mio cuore
                nel cassetto dei ricordi

                Vorrei volare con te
                per scrutare insieme
                le meraviglie della nostra gioventù

                Ti ricorderò nel cielo
                in una stella nascente
                a forma di guerriero che brillerà
                più dei nostri pensieri...

                Ciao Valerio...
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                  Scritta da: Alessandro Borghesi
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Amore impossibile

                  Ti sento e ti canto o mia divina musa
                  che dall'alto del mio pensier
                  mi ascolti in silenzio

                  Notti turbate dal pensiero
                  di una dolce fanciulla
                  dalle movenze divine

                  Figlia della sincerità
                  accarezzata dal tramonto del mare
                  illuminata dal candor delle stagioni

                  Soave si muove
                  dentro alle pupille
                  di questi occhi innamorati

                  Una gemma nata dal soffio
                  di una carezza e dalla spuma
                  di un astro nascente

                  Un tuo sguardo avvolge
                  dei brividi nei sentieri
                  che solo la tua fantasia può immaginare

                  Una mano di bambina
                  tocca i miei sogni
                  che bruciano di passione

                  Il tuo corpo candido
                  muove con un abbraccio
                  le ombre della tristezza

                  Vorrei solcare il tuo sorriso
                  per trovare la luce
                  dell'immenso amore

                  Forse l'amore sarà
                  una mistica pioggia
                  che bagna la tua anima

                  Ora che sto morendo
                  in questa stanza ricolma di rimorsi
                  sappi che ti amerò per sempre
                  fino alla fine di questa favola magica.
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                    Scritta da: Edoardo Molino
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Una vita che fugge...

                    E in ogni stanza cerco
                    un qualcosa, che mi dia
                    una via da percorrere,
                    un passato ostacolato,
                    un ricordo innebbiato,
                    di cio che è stato
                    ma di cio che non viene ricoradto

                    le foglie cadono,
                    non risalgono da dove sono venute,
                    un malinconico addio
                    un distacco,
                    che ripercuote l'uomo in tutta la sua vita,

                    un cerchio di persone
                    bambini che giocano allegramente
                    in sconosciuti parchi
                    in incognite periferi
                    di innominate città

                    dove non sapranno mai cosa
                    cosa e cio che devono sapere
                    un cerchio
                    un circolo dove non si puo uscire,

                    certe persone riescono a capire
                    il significato di cio che non è la vita
                    ma il ciò
                    il fondamentale
                    nulla viene afferrato
                    una mente disastrata
                    pensieri viventi sparsi
                    per intere vie

                    numeri. Lettere
                    formano un alchimia di
                    scritte
                    all uomo comprensibili,
                    a me sconosciute,
                    cioe che ci chiediamo
                    non verra mai risposto
                    se non con la morte...
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