Se potessi... regalerei un sorriso, vero e unico desiderio dell'uomo.
Se potessi... darei un senso a questa umanità userei la mia forza per respingere la falsità
Se potessi... cambierei la malvagità del passato portando un respiro a quello che è stato.
Se potessi... avrei la forza di chiedere un giorno il perché, scavalcando i ricordi ti stringarei, ti bacerei, ti direi ancora una volta ti amo vita del mio cuore.
Se potessi... farei tutto questo, ma il destino nero signore di ogni fato, risponderebbe... mi dispiace ma non posso.
Si muove sinuoso nel delirio di onnipotenza. Riconosce la sua preda perché è altro da sé. Annusa le sue debolezze e la sua forza. È violento, senza rimorsi e perpetua una legge senza rispetto.
Urla violenza gratuita e trova riscontri nell'ottusità di chi non riconosce limiti al proprio egocentrismo.
Si insinua in forme diverse e trova sempre terreni fertili dove attecchire.
Non ha pace e nel suo percorso miete vittime senza pietà ... uomini, donne, bambini, ideali...
Contro la fragilità dei singoli si accanisce, contro l'opposizione di chi, tenacemente, non si arrende trova la sua sadica compiacenza poiché il sopruso e l'ingiustizia sono la sua vita e il dolore altrui il suo nutrimento.
Vorrei regalarti il sole per scaldare il tuo cuore, la luna per cullare i tuoi sogni. Vorrei donarti l'arcobaleno per colorare la tua vita, i cieli azzurri per i tuoi voli liberi. Ti ho donato la vita per essere migliore.
Lento, dolce, inutile gocciolare di cera che consuma le mie candele. Caotico e nostalgico rimpiangere il passato, ripudiando un futuro diverso dal tuo destino. Strano desiderio notturno, al risveglio, sudando il tuo freddo in una lunga notte appena cominciata, dove cerchi affannata i pensieri lasciati nella notte prima. Non c'è meta nel tuo iter di pianti e rimorsi; non c'è traguardo per chi corre dalla parte opposta. Vai, trascinata dal vento, dove le terre non hanno colore, perché un giorno lontano, che sai certo, possa così apparirti più vicino: nel contare il tuo tempo passano i minuti, e nei minuti passano i pensieri che ti hanno resa viva. Poche candele ancora ti restano da consumare: da sola o infelice cosa importa, esse impiegano sempre lo stesso tempo.
Tra le mani un biglietto: "È un viaggio severo" ti fu detto.
È così iniziasti il cammino che non eri neppure un bambino, e nelle orecchie ancor quel dire: "È un viaggio severo, non ti posso mentire".
Sentisti il cammin divenir pesante mentre eri semplicemente un viandante, e quando prono al ciel saggiasti terra, ancor di quella voce ascoltasti favella: "È un viaggio severo, ma questa è la tua guerra".
Sollevasti membra facendo leva sulla tua tempra, caparbio occhio avevi ma poco in verità vedevi, e quando trappola fu tesa, tu prima di cader cercasti presa.
La notte era buia e soffocante, e tu eri solo un triste viandante fu allora che ascoltasti il vero canto di quel cuor che avei cercato tanto:
"È un viaggio severo, ma è in te quel sentiero, camminerai affranto stretto al tuo solo pianto, e tra lacrime e dolore raccoglierai il tuo primo fiore.
È nello sciogliere il mistero tu avrai inver trovato il tuo sentiero quello che abita ogni cuore, ma che chiede viaggio per far riconoscer Amore."