Poesie personali


Scritta da: Marco Teocoli
in Poesie (Poesie personali)

Un attimo per amare

Un attimo è solo un attimo
Seduto ad ascoltare il tempo
Mentre governo il mondo
Gestisco la vita intensa
Mi muovo con frequenza
Un attimo per vivere

Stop, basta, alt
Tutto si ferma
Il sole si spegne
Il vento non si sente
La musica è svanita
Non sento più le dita
Un attimo per pensare

Un attimo è solo un attimo

Fotogrammi tanti fotogrammi
Veloci ma incisi
Proiettano i momenti lieti
Ricordano i sentimenti
Di una vita ormai sospesa
Un grazie alle persone care
Un addio a ciò che sono stato
Un abbandono nel silenzio
Un attimo per morire

Un attimo è solo un attimo

Black out, buio bianco
Il bianco avvolge i pensieri
Spazi candidi senza vita
Silenzi mai ascoltati
Libertà mai vissuta
Un attimo per sperare

Un attimo è solo un attimo

Esserci ancora può deludere
Chi si aspetta di cambiare
Dopo aver capito
Che la vita è un attimo
Un attimo per amare.
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    Scritta da: Luca Bruno
    in Poesie (Poesie personali)

    Anima vagante

    Anima persa...
    vaga per questo cuore...
    anima di lupo solitario...
    ali insanguinate...
    dal sangue del mio cuore...
    che non smette di sanguinare...
    anima persa...
    in questa nebbia di sofferenza...
    anima persa vaga...
    senza trovare rifugio sicuro...
    vorrebbe scappare via...
    ma i meandri del mio cuore sono troppo bui e tetri...
    piange...
    e cosi le lacrime si uniscono al sangue...
    creando il dolore...
    quello interiore...
    quello che solo un anima pura può guarire...
    un anima che non esiste...
    perché quell'anima ero io...
    al giorno d'oggi non se ne trovano più anime così...
    ero bianco puro...
    ora sono rosso...
    rosso di rabbia verso il mondo...
    e rosso di sofferenza...
    e cosi la mia anima vaga...
    senza trovar rifugio...
    né nel mio cuore...
    ne in quello di altri...
    morire...
    senza trovar meta...
    la fine di un barbone...
    o la fine...
    la mia fine...
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      Scritta da: Luca Bruno
      in Poesie (Poesie personali)

      Sognare

      La realtà...
      troppo dura...
      troppo solitaria...
      siamo divisi...
      i nostri cuori e le nostre anime...
      sono cose distinte...
      la tua mancanza si sente troppo...
      il mio cuore ti vuole...
      perché mi manchi...
      ti ho davanti agli occhi...
      ma non ti posso avere...
      e cosi vado a dormire con le lacrime agli occhi...
      mentre si chiudono i miei occhi immagino te...
      ed entro nol mondo dei sogni...
      della fantasia...
      in cui io e te siamo più vicini di qualsiasi cosa...
      camminando per la foresta...
      ti dico tutto ciò che non ti ho mai detto nella realtà...
      ti voglio...
      ti desidero...
      ti amo...
      ma purtroppo questo è solo un sogno...
      e quando mi sveglierò...
      tutto sarà come prima...
      e tu rimarrai solo un sogno per me...
      finquando sogno e realtà non si uniranno in una sola parola...
      chiamata amore...
      e vivremò per sempre in un sogno...
      ogni mattina ci sveglieremo...
      ma continueremo a sognare...
      perché l'amore è un sogno...
      che pochi realizzano...
      ti prego unisciti a me...
      diventiamo un solo corpo...
      con due anime...
      e viviamo insieme questo sogno chiamato...
      amore...
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        Scritta da: Barbara Brussa
        in Poesie (Poesie personali)

        La Cena

        La cena?
        Ci penso io!
        Nuvole rosa, sulle quali sedersi
        Un lembo di cielo, come tovaglia
        La luce degli occhi,
        per creare l'atmosfera

        Spicchi di luna,
        guarniti con schegge d'aurora
        e conditi con succo d'amore
        Una spolverata di stelle e...
        buon appetito!
        Mentre le note del cuore
        si diffondono nell'aria...
        si consumerà un ottimo piatto...
        "ar-dente"!

        Rigorosamente in due.
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          Scritta da: Barbara Brussa
          in Poesie (Poesie personali)

          Fantasmi

          È terribile
          sentire l'assenza della presenza.
          È come vivere accanto ad un fantasma.
          Sentirne il fiato sul collo,
          che ti mette brividi nel corpo
          e gelo nel cuore.
          Un'anima dannata,
          che ti appare all'improvviso.
          Pochi attimi, rubati all'eternità.
          Il dissolversi di un'immagine
          che, forse, non hai nemmeno
          realmente veduto...
          Nessuna certezza.
          Nessun calore.
          Nessuno (veramente) accanto a te.
          Le stanze del tuo freddo castello gridano,
          in un vuoto silenzio.
          Nessuno risponde.
          Nemmeno tu puoi sentire.
          Perché sei già morto.
          Morto dentro.
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            Scritta da: Angelo Dessi
            in Poesie (Poesie personali)
            Ascoltami, o signore dalla veste oscura e disegnami nel silenzio da te concesso il futuro se triste deve essere scritto, o lasciami e abbandonami e fammi camminare dove nessuno e passato, dove posso ancor sognare, ridere... ridere e ridere ancora, dove la vita non è una colonna sonora, di un film in bianconero dal finale gia visto, lasciami vivere io ho bisogno di questo.
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              Scritta da: F4B10Z
              in Poesie (Poesie personali)
              Una danza di stelle,
              accompagna la scia del ricordo.
              Un giardino, cuore mio,
              adesso arido e scarno.
              L'odore dell'erba,
              in un giorno di pioggia,
              lacrime mie.
              E il rumore,
              fuori da una finestra,
              di tempesta, tuoi sorrisi.
              Una candela,
              ormai consumata,
              nostro amore.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Niente di niente sia

                Oggi o domani verrei a casa tua,
                farei questo assurdo viaggio
                come tante volte pur accadde
                solo per infilare di straforo
                qualche parole nella sottile fessura
                che sempre ha la porta degli impostori
                col bene non potrei rompere o bruciare
                penso il divieto di rivederci
                che mi sono imposto da tempo.
                Niente, vorrei dirti,
                solo niente di niente.
                Fu detto già tutto
                tu non sentivi, non potevi
                e io non seppi parlare
                per il dolore che non provavo.
                Da quando ci siamo separati
                sopravviviamo, io
                sotto le rovine di quel tempo
                che mai fu, tu serpe vivente
                attorcigliata con l'inganno
                all'albero delle emozioni
                per addentare frutti immeritati.
                Ma questo mio niente
                che dopo di te vivido
                mi sostiene e si rafforza,
                cresce bene con l'insonnia della notte,
                fruttifica, si fa grande, muta la voce,
                e non vuole più stare solo con me,
                esce sempre più spesso
                con una lucerna a cercare il tuo niente,
                ancora più consistente e apparente
                che inutilmente nel nulla si esalta.
                I miei occhi pur fissarono il sole
                conobbero e seppero dei sui raggi
                non guardano più oltre adesso
                da che ti incrociarono l'ultima volta
                e non ricordano di aver visto
                perché dell'oscurità nulla si ricorda.
                A che servirebbe rivederti?
                Perderei il niente del mio niente.
                Di tutte le cose che potevo fare
                ne ho scelto una sola e vi ho creduto,
                monco di amore e di voglia di essere
                ripenserei alla tua pazzia
                al tuo cuore di marmo
                più gelido di un avello
                al bacio voluttuoso della menzogna
                alla lapidazione delle virtù
                all'odio che diurno ti acceca
                alla sarabanda della vanità
                sul proscenio dell'apparire
                a parole innocenti agitate a discolpa
                di atti che neppure un imberbe commette:
                tu sei il Niente che mi ha scelto
                per togliermi il tutto che avevi: così sia.
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  Stanco e sonnolente da anni aspettavo

                  Stanco e sonnolente
                  da anni aspettavo
                  di chiudere gli occhi
                  mettermi nella bara
                  e in sordina andar via.
                  Come e da chissà dove
                  poi arrivasti tu...
                  Quanto tempo sia passato
                  da allora è follia che
                  insorge e sfuria
                  nella tenebra
                  dei miei pensieri.
                  Oggi, del tempo che fu
                  limpido ricordo
                  che mi dicesti solo:
                  - Sveglia, su è l'alba
                  andiamo, la notte
                  la vedrai più tardi
                  viviamo un altro giorno... -
                  Potrò essere, mi illusi
                  come acqua che sgorga
                  prima dello stagno,
                  improvviso e dolce
                  mi piovvero addosso
                  stelle e raggi di sole
                  rividi le scaglie del mare
                  mi erpicai ansante
                  per colline ubertose
                  evaporò malinconia:
                  tra le sue braccia
                  stretto mi strinse amore.
                  -Potrà sorte mutare
                  in rovina quanto vivo? -
                  -Impensabile! - tante volte
                  dicemmo l'uno all'altro.
                  Or perché t'ho perduta
                  e ho rimpianto acerbo
                  di quell'estro di amor
                  che non avevi nel cuore
                  perché smarrita
                  nel dedalo dei sogni
                  non ti rintraccio
                  come se fossi qualcuna
                  a cui si tiene per la vita.
                  Sei la grande storia
                  che non è stata scritta ancora
                  se senza pianto ho brividi
                  di ricordanza falsa e vana.
                  Svanisci pure del tutto
                  come un vento moribondo
                  che non spalanchi la finestra
                  poi aprirò la porta del dolore
                  e si fermerà la campana
                  che ti suona a morte.
                  Ti lascerò senza volerlo
                  tornare qualche volta:
                  per il cuore gelido passerai
                  come ombra di presenza passata
                  tra stanchezza sonnolenza
                  e confusione di ricordi.
                  Appurerai e dirò che non sei
                  e ancor via andrai senza perdono
                  rincorsa da una ostile confidenza.
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