Poesie personali


Scritta da: Laura Di Nella
in Poesie (Poesie personali)

Un dinosauro inadeguato

Ahimè, quale immagine può raffigurare il percorso del mio essere,
se non quella di un dinosauro inadeguato?

Un enorme animale
che, trascinando la sua esistenza solitaria,
ignaro della sua mole,
incute paura ed orrore
ma non se ne preoccupa:
le sue brutture sono lo specchio
dell'animo di chi lo giudica senza pietà.
La sua presenza non passa inosservata: troppo diversa per essere accettata.

Nella casa di bambole
non può celare la sua essenza,
urla la sua vitalità,
scambiata per immane furia distruttiva.

I suoi movimenti,
per cercare una posizione
che non disturbi la quiete di chi,
con la perfidia e l'inganno, ha nutrito prole altrui,
generano frastuoni
che rimbombano nella valle incantata,
attraverso echi amplificati e deformati
dalle urla di chi vuol seminare panico.

Nessuno riesce a capire
e il delirio collettivo degenera in follia.

L'animale deve essere addomesticato, sentenziano!
Ma come può il dinosauro vivere in una gabbia dorata
che lo isoli dal mondo, per poterne far parte?

Nonostante capisca di rinnegare se stesso,
si cimenta in dissertazioni
sulle porcellane del negozio
e finge di non intuire
il vero intento dei suoi carcerieri.
Ma il gesto atteso ed orchestrato viene compiuto,
indicando un piccolo vassoio nell'angolo di una vetrina,
al viandante che gli si avvicina incuriosito.

La gioia disperata del dinosauro non vacilla, guardando l'abisso che ha davanti:
apre lentamente l'anta
e mostra con fierezza quel vassoio.

Un vento gelido si alza impetuoso,
dopo che, anche la più piccola finestra
della casa delle bamole, sia stata serrata accuratamente,
si veste di uragano e si avventa sul negozio
distruggendo ogni cosa.

Lo sguardo del dinosauro è ormai rassegnato,
porge, con delicatezza, quel vassosio
all'incredulo viandante
e, in un baleno, è come inghiottito dalla vallata.

Il viandante riprende il suo cammino, disorientato e stordito, porta con sé quel prezioso dono,
cercando di dare un senso a quella frenetica pazzia.

Verso sera si siede stanco ed esausto
e ripensa tristemente al dinosauro.

Osserva la vallata dalla cima del monte,
stringendo a sé il vassoio, inorridisce:
le bambole si muovono al ritmo di una macabra danza,
improvvisamente,
quell'eco spaventoso torna inquietante
... che delirio!
Un altro innocente perisce,
in nome di un potere che codardamente cela sempre il suo vero colto!
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    Scritta da: Cleonice Parisi
    in Poesie (Poesie personali)

    L'offesa

    È buona cosa,
    lasciar all'offesa lo spazio per far dilagar parola,
    affinché in quello stesso mare affoghi.

    È buona cosa,
    lasciar all'offesa l'intero cielo,
    affinché sol del suo volo si scorga,
    ed il giudizio solo lei colga.

    È buona cosa
    nel subir offesa,
    non cader nella trappola tesa
    che vorrebbe sguainar spada alla difesa;

    L'offesa è una spada tesa,
    non accettar impresa
    per una terra già presa.

    L'eco dell'offesa arrecata nella valle del silenzio,
    raddoppierà il cordoglio nella sorniona montagna,
    che disturbata da quel molesto dire,
    apprezzerà della valle
    il suo non voler interloquire.

    Quando alle porte del tuo castello,
    busserà nemico armato,
    basterà non schiuder porta
    del suo ulterior bussar poco importa.

    È nell'offesa
    la pretesa e la trappola tesa,
    non aprirai castello
    per un inutil duello.
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      in Poesie (Poesie personali)

      Vorrei

      Vorrei accarezzarti le mani
      e con le mani toccarti capelli,
      vestire i tuoi occhi sì belli
      di sguardi e sospiri lontani...
      Trovarti di notte e abbracciarti,
      cercare di te e poi fermarti,
      poterti donare il mio viso
      e rubarti contenta un sorriso.
      Vorrei aspettarti la sera nascosta nell'erba, sudata,
      carpirti i segreti che ancora non hai,
      scoprire che forse verrai
      e aspettare la notte
      nell'ansia passata;
      capire il perché non basta a fuggire,
      nel prato, tra l'erba e l'aurora,
      riposa la piccola debole spora
      che ieri voleva morire.
      Vorrei rimanere da te,
      levarmi gli occhiali
      e posarli sul prato,
      aprire il tuo guscio incastrato
      e farti nutrire di me.
      Ma senza parole e in pochi momenti
      qualcuno mi chiama lontano
      raccolgo a tastoni sul suolo le lenti
      e chiudo il mio guscio pian piano.
      Tu resti un istante confuso
      poi apri la porta che avevi sbarrato
      mi spingi nell'atrio,
      poi fuori, scocciato,
      ma non sembri deluso.
      Il nostro pensiero rimane immutato,
      sei sempre il mio uomo,
      l'amore che ha vinto
      ed io... il timore
      che spesso hai respinto...
      ma mai che hai scordato.
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        Scritta da: Fra Libertaria
        in Poesie (Poesie personali)

        Loro come me

        A tutti coloro che timidamente hanno immaginato il calore,
        Ai sognatori indisponenti e mal assortiti,
        A tutti i navigatori di false speranze e delusioni,
        A tutti i detenuti di un carcere senza sbarre, costruito su misura,
        Ai musici di strada vaganti nella perenne notte,
        Agli scout che hanno smarrito la strada e dimenticato la stella polare,
        Ai pittori che guardano muri grigi da inventare,
        Ai poeti truffatori ed ingenui,
        Agli idealisi di rango inferiore,
        Ai figli della terra inghiottitit dalla disperazione e dall'attesa,
        Ai becchini che han scavato la loro ultima fossa,
        A coloro che gonfiano l'esistenza di monossido di carbonio,
        A quelli che guardano la corda con un po' di tentazione,
        Ai sofisti di terza serata che svendono il loro buonumore,
        Ai forestieri della vita,
        Ai ballerini con punte di gesso ammuffito,
        Ai viandanti che non possiedono la lista del loro destino...

        continuate A lottare! Ci sarà sempre un motivo per non cadere.
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          in Poesie (Poesie personali)

          È tutto finito

          È tutto finito,
          la tristezza è solo quello che resta...
          una lacrima che dentro nasconde quel che provo per te...
          una lacrima che cadendo porterà con se questo segreto:
          ti amo
          ma mai te lo potrò dire
          perché ormai di noi è rimasto solo il ricordo...
          è inutile pensare a un noi,
          ed è inutile pensare a te
          perché ogni pensiero che ti dono va perduto...
          ma ora che la razionalità ha sfiorato la follia
          io non posso fare a meno di pensarti...
          In questa notte di solo buio
          solo una stella potrà illuminare la mia mente
          E in questi giorni di nuvole e temporali
          solo tu brillerai nel mio cuore...
          Non è facile vedere il sole e non poterlo toccare,
          non è facile vederti ma solo da lontano
          Ma visto che questo è tutto quel che di te posso avere
          Resterò qui a guardare il mio sole
          Resterò qui a sognare la mia luna
          E fino alla fine dei tempi
          restò qui a guardarti mio amore...
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            Scritta da: Barbara Brussa
            in Poesie (Poesie personali)

            Melodia delle Stelle Cadenti

            Su, vieni...
            dammi la mano!
            Saliamo questa scala,
            fatta di arcobaleno.
            Ci porterà dritti alla nostra dimora.
            Nuvola di cotone ci accoglie;
            coperta di cielo ci scalda;
            Quante volte mi hai fatto mangiare
            la luce della luna,
            affinché potessi vedere
            i tuoi occhi parlarmi?
            Ogni notte ci incontriamo lì.
            Lì, dove le parole
            farebbero troppo baccano.
            Lì, dove tu mi capisci
            e ti senti sereno.
            Lì, dove i tuoni amplificano
            i battiti dei nostri cuori.
            Lì, dove io so da dove proviene
            quella brezza leggera.
            Orchidea selvaggia...
            dalle tue labbra nasce una melodia:
            Melodia delle stelle cadenti.
            Non credo in tutto
            Non credo a tutto
            Ma credo in te...
            Aspettami ai piedi dell'arcobaleno
            e ti porterò lassù, ancora una volta.
            Aspettami! Non farò tardi...
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              Scritta da: Barbara Brussa
              in Poesie (Poesie personali)

              Delirio Notturno

              Tocco forte e deciso di mani;
              lenti massaggi sulla pelle,
              che presto diventa ardente.
              "Fammi sognare!"
              Mi stringi,
              fino a farmi confondere
              col profumo di te.
              Bocca che conosce, che brucia,
              che assaggia.
              Gusto di ciliegie mature.
              Cerniera che stride.
              Schegge di passione,
              colpiscono in pieno.
              Tutta la notte, senza stancarsi.
              Sospiri intrecciati,
              a formare una fune,
              unica via di scampo
              da questa prigione.
              Vibrazione dei sensi.
              Ruggito dei corpi.
              Ci sbraniamo d'Amore,
              come belve feroci.
              E mi guardi, mentre lentamente...
              scivoli in me.
              Ora... non ci distinguiamo più.
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                Scritta da: Elisa Nicolò
                in Poesie (Poesie personali)

                Sulle ali della fantasia

                Osservare
                L'immensità blu del cielo
                E lasciare
                Libero il pensiero.
                Sognare grandi ali
                Che mi portano ai confini
                Della realtà
                Dove tutto è possibile
                E niente è precluso
                Alla fantasia.
                Fa che queste ali
                Non si sciolgano al sole,
                che il vento
                mi accarezzi il viso,
                che questo blu
                mi avvolga dolcemente.
                Ma se un giorno
                Dovrò svegliarmi
                Da tutto ciò
                Prendi il raggio di sole
                Più bello
                E delicatamente
                Accarezza i miei occhi.
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                  Scritta da: Antonio Roversi
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Foglie nuove

                  Guardo le foglie secche,
                  nell'autunno e nel vento:
                  s'increspano e si confondono come le sentenze di Sibilla,
                  odore di fumo e di pernod nei socchiusi caffè parigini,
                  ove oblio e ricordo tristemente si danno il turno.
                  E non è dato ai sogni
                  donare quel soave zefiro di coscienze immutate.

                  Resta nel cuore, senza compagne smarrita,
                  la speranza che non vede sé stessa.

                  Foglie nuove,
                  seguite il volo ordinato dell'angelo,
                  ballerina trasparente di seta bianca,
                  brezza suggerita a bassa voce dal mare,
                  mentre passeggia sulle punte e sull'arcobaleno;
                  pastello nell'azzurro dei miei cieli più belli.
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