Ti prego, Bambin Gesù, per tutti i fanciulli che stasera hanno voglia di piangere perché non hanno affetto, perché non hanno nessuno.
Ti prego, Bambin Gesù, per tutti gli orfani, per tutti quelli abbandonati dai genitori, per quelli che vivono lontani dalla famiglia.
Ti prego, Bambin Gesù, per i ragazzi che oggi sono stati malati, per quelli che sono stati sfruttati, per quelli che, invece di giocare e studiare sono costretti a lavorare.
Ti prego, Bambin Gesù, per i bambini disabili e per coloro ai quali anche oggi il giorno è sembrato lungo e noioso.
Fermati Bambin Gesù dalla Grotta di Betlemme al loro letto, benedicili, proteggili e guariscili.
Asciuga, Bambin Gesù, le lacrime di tutti i tuoi fanciulli, trasforma il Natale in festa vera!
Nato quasi quattro lustri or sono per cause a me sconosciute, cresciuto sempre nello stesso luogo e dalle stesse amabil persone, maturato forse troppo in fretta, forse mai, morto per il mondo, vivo per il viaggio da compiere.
Uno specchio che tante volte mi ha mentito, adesso mi vede: né troppo alto né troppo basso, né troppo magro né troppo grasso, lisci e neri capelli timorosi su spaziosa fronte, occhi sempre ardenti, ibridi di colore; mani leggere e
amabili labbra carnose sempre unite, che le prime fanno ciò che le seconde spesso non riescono a far. Da sempre vestito secondo personali esigenze e non tramite quelle altrui, che l'apparir giammai raggiunse l'esser.
Ogni respiro vitale fu accompagnato da una nota, che forse solo tant'amata musica mai mi tradì, e anzi lei più volte mi salvò e tutt'ora mi salva, ispirandomi in ciò che per me è soffio d'anima.
Sposo delle parole, amante dei pensieri, maestro di frasi per chi ancora neanche allievo è, bramoso di migliorare, incessante nella ricerca, sapiente e incurante della difficoltà del cammino;
eruzione vulcanica nello scrivere, per colui che le nuvole alla terra da pavimento preferisce, creatore e Dio di mondi immortali per solitari viaggiatori, stanchi della solita strada reale.
Ambizioso e temerario per i propri sogni, curioso per natura, osservatore per passione, di error colpa difficilmente ammetto, ma di verità fondo il mio castello; il cuore come unico vessillo
mi ha preceduto nelle decisioni di vita, pur mai indipendente dalla residenza dell'anima. Limite d'amor non esiste, ed io pur avendone già abbastanza saggiato, ancor sazio non sono
e forse mai sarò, cosicché esso come droga si comporta, che una volta provata la prima dose, più a smetter non si riesce, e poco importa se abusandone sua Signora Morte falce abbassa.
In principio buono e onesto pur troppo, poi cangiato da un mondo insensibile, e così adattato nuovamente alla vita con pelle nuova, ma, nonostante ciò, allo stesso mondo avverso.
Spesso elogiato, osannato, con ammirazione visto, in egual volte non capito, ignorato, gettato via, caduto e rialzato come nostra vita vuole che sia, sanguinante e cicatrizzato come cura al dolore,
combattente mai arreso pur nello svantaggio, esortatore di tentativi e compagno di sventure, amante del rischio e dell'oscurità, sognatore profondo e prolisso, vendicativo di spirito.
Tratti essenziali e brevi per qualcosa d'immenso, come una vita appena iniziata ma già intensa, ancor cercando nel pubblico un consenso,
come ad ogni cosa che ha un inizio fine non può mancare, il novello semi-poeta qui termina il suo progetto, torna alla prosa e lascia ai sapienti il poetare.
Qui, coll'ammiccante faro all'orizzonte, nel mentre che le braci ardono, com'anche i nostri spiriti giovanili, non ancora intaccati dalle responsabilità del mondo.
Ci lasciamo trascinare nel vortice dell'euforia e ci perdiamo nelle gioie di questa giovane, ma non per questo innocente, età.
E così, illuminati dalle fievoli luci delle stelle, continuiamo una notte di festeggiamenti, di scherzi e di passioni, finché l'alba non spazzerà via le emozioni della notte.
Come il bagliore della candela in un luogo di buio, il piccolo barlume di speranza che mi aiuta nell'oscurità del mio animo, e che rischiara le ombre e le insicurezze che giacciono nel mio cuore.
Chiusa, come dentro un'ostrica, c'è la perla rara della tua essenza.
Se soltanto riuscissi a vederla anche tu... rimarresti abbagliato dalla sua fulgida bellezza! E forse riusciresti a concedermi un po' più di tempo per visitare quel luogo segreto che risulta segnato soltanto nelle mappe di chi ha occhi che sanno vedere.
Per guardare basta un minuto. Per vedere, spesso, non è sufficiente una vita intera.
Ah! Ma io ti prometto che farò presto, perché ho già sbirciato dentro. Ma tu, regalami un po' del tuo tempo. Tempo, solo tempo... che da tuo, diventerà nostro.
Non sempre è necessario capire. A volte le risposte rimangono silenti nel caldo nido delle emozioni sconvolgenti che ci vengono date...
Sarebbe sufficiente leggere le risposte lì dentro respirandole piano senza svegliarle. Distillandole goccia a goccia da quegli occhi che ci stanno parlando...
Secoli di tradizione fra fede e persecuzione, uniti nel nome di chi ci ha resi liberi un di. Liberi di amare nel suo nome. Liberi di ascoltare con il cuore.
Mistica speranza di vita, illusione mai finita, continuare a credere per mai concedere spazio di deludente emozione, che interrompe l'azione irrefrenabile del fuoco dentro me acceso da poco.
Come un ceppo ad ardere che brucia per scaldare le mie notti insonni, fra i botti ed i sommi. Così ardo per l'amore. Così vorrei poter vivere nel fuoco della passione.
Spegni la luce, resti sola. Ti siedi nella stanza dei ricordi Pensi a chi, con una mano, mentendo il suo cuore ti ha donato... e con l'altra tutti i sogni ti ha rubato! Così, ti sposti nella stanza dei desideri pensi ai tuoi domani, al tuo oggi e ripensi ai tuoi ieri... Lì, come per incanto ogni tua lacrima, ogni tuo sogno infranto si trasforma in un sorriso e si asciuga il pianto ... Ogni tuo desiderio si è appena avverato! ... Ma forse non sai o solo non ci hai mai pensato che da qualche parte per qualcuno Tu sei il desiderio... da lui desiderato!