E tu, e io e tu, metti le ali al tuo cuore, e usa la mia spalla come pendio. E tu, usa le mie mani, quando preghi Dio e tu, usa i miei occhi, per vedere il mondo... e chi sono in fondo. E io? E io! E io, userò il tuo cuore come cuscino... quando vecchio scivolerò dal gradino e io, mi stringerò più forte a te... quando ad abbandonarmi sarà anche Dio e io, guarderò il mondo attraverso i tuoi occhi Anche quando i miei ti daranno l'ultimo addio.
Poche lontane irrisorie speranze di calma; scarse illusioni concrete su fatti concreti; rimorsi remoti nel tempo, discese di strade scoscese, geniali trovate improvvise... poi niente; ritorni incostanti ancorati al passato; rifiuti totali; nemmeno una tregua... poi niente; rimbombi tonanti di ira, calmati nel tempo, ombre normali di luce; canzoni lontane; luoghi dispersi quà e là; piccole oasi di pace, senza pensieri... poi... erte salite, grandi fatiche e lunghi sentieri; consensi parziali e totali, liberi voli, frammenti di sale, completa certezza, abbandono totale: voglia di bere... sedata unica fata rimasta a vedere.
Sofferenza in me c'era Che il tempo buio e freddo in me portò. Il tempo passava e qualcosa si avvicinava sempre più si senti... ma cos'èra dov'era. L'estate lei era... Arrivò è il mio cuore incontro e ghiaccio trovò. Un raggio lei era... di luce d'amore che al mio cuore bussò la mia vita illumino perché caldo formo e il cuore mio riscaldò. Verde vedeva e azzurro immaginava Fiorito di nuovo ritorno, perché amore e passione incontrò tutto era nuovo tutto era bello perché amore istillo. L'estate era li e la fine busso io dissi no... aspetta ancora un po' e per poco duro. La distanza poi portò che l'amore non fermò I giorni passarono è il tempo riprovò Perché io chiedevo? Male non è ho ma amore ora c'è Ma il tempo non sentiva. Ho! Mio Dio perché... sofferenza... perché solitudine... perché morte Nuovamente vuoi da mè? La sofferenza la solitudine e la morte in me busso!. Il raggio di luce che caldo portò sempre più si sposto e così si allontanò. Un altro trovo è il cuor mio pace no trovo si ammalò e di colpo si fermo freddo ritorno e morte ritrovò. Perché... perché... perché? Il male in me si fermo che sole più non portò. L'amore e l'odore nel cuor mio mai più si avvicinò perché morte in me trovo.
Quella mattina in volo il mio Cupido si alzò, è su te gli occhi posò; lontano in quel momento ero. Mi disse va "prendila, amala, desiderala", io non credevo in lui perché solo sofferenza in me portava.
Quando ti vidi, nel mio Cuore lasciai scoccare una freccia. Il nostro sguardo fece incrociare, gli occhi miei mai più lasciar andar via volevan.
Mi svegliai in un lago di lacrime, dolci piene d'amore, ma non sapevo il mio destino quel era, se viverti ho lasciarti se morire in te ho fuggire questo amore. Un sigillo e un patto da me voleva, che il mio cuore tuo era... Accettai è l'amore si creò.
Mio Cupido, dove sei! Perché questo tu fai a me. Amore, Dolore e Rabbia nel mio cuore c'è, perché l'età non c'è; Una è la vita, uno è l'amore, che età non vede.
Ho Amore il tuo nome qual è... Chi sei, dove vai, cosa fai, un cuore pieno di amore ti aspetta, prendilo, rubalo e conservalo, uno ne nasce è uno ne muore, è di valore è.
L'Amore è come una poesia, dal cuore nasce e sulla carta vive, perché indelebile rimane nel tempo. Questo è ciò che cercavo e mai trovavo. Ma ora cosa è Amore o Dolore?
"Ti Amo e ti amerò per sempre", mio dolce raggio di luce, che il mio cuore hai scaldato è la mia vita illuminato; in Me rimarrai e per sempre Tu vivrai nel cuor mio.
Mai più potrò sentire da vicino il tuo profumo... Ma ti confesso: tutte le notti te lo rubo, mentre ti sogno, per conservare fino al risvoglio il tuo ricordo e per avvicinarlo poi al mio viso...
Correre dove nessuno potrà trovarmi... correre fino a perdere il fiato e crollare... correre a braccia aperte verso un'alba che non è mai venuta... correre sull'asfalto che brucia e fa male... correre e ritrovare un sorriso perduto da tempo... correre per ritrovare parte noi... correre e riscoprirsi senza bugie... correre per non creare più nessuna illusione... correre per non avere più paura... fermarsi... guardarsi intorno e rendersi conto che doveva andare così... correre lontano... lontano... lontano... senza cadere giù! Correre perché non posso volare più!
In questo pomeriggio alcolico, sintetico e immobile, m'inquieta un sole -o forse un'alba, meravigliosa, come a volte ciò che lo sembra, poi non lo è-.
Mi fotto da me, cosi che sento lo spleen, sento l'abbandono, sento l'angoscia, sento il sapore vecchio e tormentato del vuoto dentro di me alla ricerca sfrenata di te.
Contemplando una strana notte. Meditando su assenze indefinite di questo presente, volutamente mi perdo dietro parole sibilline, mentre ti sento muovere fra queste dita e fra le righe.