Chi sei tu che dalla tenebra appari e suoni i tuoi capelli come vermiglia rete, offrendo maliziosa il tuo veleno ambrato mentre languida avvicini le mie labbra e guardandomi le accarezzi con un bacio?
Comunque il tuo ariete trova l'uscio spalancato perché se guardi e hai visto anch'io non son da meno, e lesto ti ricambio in modo assai cortese ed anche generoso ché c'aggiungo un po' del mio, e la colpa è un prezzo che non devo pagare.
Chi sei tu che vieni a portare innovamento e stringi nelle gambe una tenue speranza, pretendendo in cambio una tiepida freschezza mentre le tue mani esplorano il petto in cerca di un ansimante e azzurro orgasmo?
Ma sei così fugace e un ostacolo interrompe, il nostro rito cessa e l'equilibrio si fa nero, così rapido è il contatto, come la tua sparizione che neanche faccio in tempo ad imprimerti in memoria; solo un fremito ricorda il tuo sapore vaporoso.
Chi sei tu che t'allontani contro voglia e mi lasci risoluta sbigottito e sorridente, arrivando chissà come forse dalla mia coscienza mentre cavalcando un uragano travolgi le certezze ed in dono m'hai portato consapevolezze nuove?
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