Poesie personali


Scritta da: Rosita Matera
in Poesie (Poesie personali)

Il discorso della neve

Mi conosci, sai chi sono,
vivo solo per amore
per la vita, per la terra,
per il cielo che mi spira,
e che m'ispira
per bellezza,
per freschezza,
per la luce che rifletto,
per il bianco della luna con cui
m'hanno dipinta.

Io non vivo per me stessa
ma per pura emanazione
dell'eterno che fluisce sulla fronte mia che brucia,
mi frantumo e mi compongo,
mi dispongo come coltre
e mi sciolgo per amore
della terra che risorge.
Composta martedì 27 febbraio 2018
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    Scritta da: Marta Emme
    in Poesie (Poesie personali)

    Il brevetto

    Manitù, dai gradi pascoli celesti,
    insieme al tanto amato popolo
    dei Sioux, vedi oggi* (tempi
    moderni) come il mondo degli
    uomini si muova a testa in giù*
    (non riconosce i valori dei padri);
    pur con l'invidia che a gogò porta
    l'uomo agli sfottò. Sì, come quel
    tale, fatto carciofo, perfetto nel
    forno, ma quì* (nel frangente)
    buono neanche per contorno. Di
    sostanza* (senso del volontariato)
    lì, ce n'è poca e il brevetto* (di
    uomo) che per lui è stato usato
    come una "sola" l'ha forgiato. La
    natura, quella umana, non è degna
    di pencolar così* (vacillare sul
    bene), e intanto frana. Allor, da
    lassù, risana l'uomo di virtù, come
    eran* (valore e coraggio) nella
    combattiva* (contro l'ingiustizia)
    gente dei Sioux. Perché, semmai,
    quella prova* (provocazione) è
    stata solo una incommensurabile
    "sola" * (sconfitta dell'uomo) e a
    veder bene, per tutti quanti: popoli
    e militanti* (volontari in senso
    generale). Che detto per inciso, per
    il coltivo* (solidarietà), uno così, fa
    più danno che in natura il beccafico*
    (piccolo uccello ghiotto di frutti e
    fichi). E con ciò, quel, si meritava
    una risposta che a operar nel bene
    fosse corrisposta. Manitù, Manitù,
    il viso pallido* (chi si considera
    superiore) è un grande gnorri*
    (finge di non sapere quanto è avido),
    hai ragione, hai ragione tu, come ben
    sai, o Dio grande del grande popolo
    dei Sioux.
    Composta martedì 20 febbraio 2018
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      Scritta da: Marta Emme
      in Poesie (Poesie personali)

      Votazione

      Quando in mente non c'è la patria,
      si fa una legge elettorale che
      manda i partiti dallo psichiatra*
      (crisi di identità). Così per stare in
      sintonia* (con la legge elettorale)
      la miglior terapia diventa
      raccontar novelle, rassicuranti e
      belle, come fa, alla nipote, una
      brava zia, a lei, che di grandi
      esempi ha bramosia. Peccato che
      il finale, qui, non presenti la stessa
      garanzia* (bello). Infatti non avrà il
      tanto cercato potere* (governare),
      l'aspetto di un integerrimo e capace
      condottiere, ma di chi l'inciucio lo
      deve fare per mestiere. Speriamo
      di sbagliare e che ci sia invece per
      gli italiani, da raccontare, un finale
      che consegni a tutti una grande
      morale.
      Composta sabato 24 febbraio 2018
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        in Poesie (Poesie personali)
        È inutile scavare quando è la superficie
        a darti ebbrezza,
        insensato dolore che ricopre delicato
        la mia anima,
        svanisci nelle tenebre
        affinché io possa respirare
        e il mondo rifletta le immagini
        a colori.
        Dentro un lago incantato,
        fra i boschi di una foresta o
        le rupi di una valle,
        corro, inciampo e mi rialzo.
        Un amore non l'ho mai vissuto,
        l'ho soltanto atteso.
        Composta lunedì 26 febbraio 2018
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          in Poesie (Poesie personali)
          Non scompaio quando sono in presenza,
          scompaio quando il mondo mi reclama
          nell'assenza di parole profonde,
          commisurate all'altezza di un cuore puro.
          Ti mando un sussulto di fresca aria di campagna,
          ti desidero astuto e pieno d'onore come mai
          un uomo prima ha vissuto una vita.
          Le tue mani nelle mie,
          le scaldo con un soffio di magia,
          annego la sciagura come lei fece con me.
          Distacco gli occhi dal tuo pianto,
          un anno, un mese di pura follia.
          Sono pronta a ricevere le tue domande,
          non dimenticare le mie.
          Due universi che battono all'unisono,
          come la prima notte, come il primo sguardo.
          Ancora, ancora un'altra volta.
          Composta sabato 24 febbraio 2018
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            Scritta da: Cetty Cannatella
            in Poesie (Poesie personali)

            Mia madre è Siriana

            Apri le braccia oh madre
            e fammi sentire ancora il tuo ventre.
            Chiuderò i pugni e gli occhi.
            Sentirò ancora il sapore del tuo latte
            e la ninna nanna dolce.
            Apri le braccia oh madre
            perché questa guerra è troppo dolore
            perché tu non debba vedermi morire
            I tuoi occhi brillano è luce
            orgoglio
            coraggio
            oppure solo lacrime?
            Sono la forza della donna
            che dopo aver partorito un figlio
            non regge l'inumano dolore di vederlo inutilmente morire.
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              Scritta da: Luigi Ferrari
              in Poesie (Poesie personali)

              I poeti

              I poeti
              anche quelli
              non proprio maledetti
              hanno ricevuto una grazia.
              Una grazia
              vuol dire
              qualcosa che è dato gratuitamente
              dato per caso
              senza guardare la faccia
              che a volte è brutta
              butterata
              bianca
              ma anche nera
              tanto nera
              che la notte sembra blu
              blu notte
              confuso con la notte.
              Una grazia
              vuol dire che qualcuno o qualcuno
              ti ha dato un talento.
              Il poeta non lo mette in banca...
              detesta riscuotere gli interessi...
              a volte
              sotterra il talento
              sotto mucchi di neve...
              ma la primavera
              arriva sgomitando
              cioè (come dire)
              che ti dà delle gomitate sui fianchi
              perché pensa che i poeti
              siano sempre un po' ubriachi.
              Allora quel talento
              ti piove addosso
              improvviso
              e tu non hai ombrello né mantella
              né cerata
              e allora aspetti
              che quelle gocce
              si confondano con le lacrime...
              lacrime di gioia,
              beninteso,
              ma sono salate uguale.
              Composta lunedì 26 febbraio 2018
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                Scritta da: Antonio Dati
                in Poesie (Poesie personali)

                L'incognita

                Ho amato nella mia vita.
                Luce ed ombre, cuore e anima.
                Sul davanzale della finestra
                il canto mattutino non risuonerà.
                Al sorgere del sole i tuoi occhi
                rimarranno chiusi.
                Il tempo crudele si è preso la tua anima
                vederti sorridere al nuovo giorno
                non avrò la gioia
                quello che le mie mani hanno stretto con passione,
                che hanno sfiorate con delicatezza
                il tuo viso, le vibrazioni del tuo corpo
                si dissolveranno nella polvere
                divenendo esso stesso polvere ii cielo si è fatto scuro,
                si avverte il frusciare della pioggia.
                Nube su nube si addensano,
                si fa buio.
                La mia anima non resiste.
                Piango con gli occhi rivolto al cielo.
                Piango al dolore che soffoca la mia pena.
                Piango in questo silenzio, solo, nel buio della stanza,
                dove con te ho vissuto in felicità, gioie
                e i dolori della vita.
                Ora volerai nell'immenso vuoto vestita da sposa.
                In lontananza si odano sempre più il gracchiare uno stormo di uccelli migratori, forse
                ti accompagneranno per l'ultimo viaggio della vita.
                Composta giovedì 22 febbraio 2018
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                  in Poesie (Poesie personali)
                  Sono nato scintilla,
                  Poi diventato fuoco.
                  Crescendo nel tempo
                  Ora non mi puoi più fermare:
                  Perché la mia fiamma brillerà nel buio.
                  Sarò il faro del marinaio,
                  La luna nella notte
                  e il tuono della tempesta.
                  Non c'è più niente che puoi fare...
                  La mia fiamma ormai avanza.
                  Composta venerdì 23 febbraio 2018
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