in Poesie (Poesie personali)
Sto sospesa per aria
come un palloncino.
A metà tra sogni
e illusioni.
In attesa...
e non so,
se prenderò il volo
o precipiterò verso terra.
Sei tu che tieni il filo.
Composta martedì 6 febbraio 2018
Sto sospesa per aria
come un palloncino.
A metà tra sogni
e illusioni.
In attesa...
e non so,
se prenderò il volo
o precipiterò verso terra.
Sei tu che tieni il filo.
Oggi mi scopro
a osservar incantata
qualunque cosa
pareva scontata.
Or finalmente
mi rendo conto
quanta bellezza
c'è in un tramonto!
Quanti colori
può aver la natura
e all'improvviso
non ho più paura
di questa vita
che ci travolge,
che corre veloce,
che ci sconvolge,
perché nell'attimo
e nella sua brevità
riscopro frammenti
di serenità.
Così nell'azzurro
di un cielo terso
ritrovo quello
che avevo perso.
La felicità che cerchiamo
l'abbiamo già,
è dispersa in granelli
di semplicità.
Il quel fascio di luce
che mi culla e avvolge
del suo chiaro di luna
non mi sento più solo.
Un improvviso spruzzo d'acqua
rompe le lunghe ombre pomeridiane
su un piccolo giardino verde oscuro
che s'accende al sole
e al domani.
Due pettegole sghignazzano allegre
intorno al camino che muore.
Ricordano vecchie avventure di fuoco
mentre la fiamma muore.
Il pomeriggio di novembre avanza
con un venticello che divora nuvole
senza messaggi
in un cielo azzurro.
Avanzano i mesi a passo veloce
al ritmo cadenzato di giorni più corti
mentre la sera si trasforma in notte
chiudendosi in bozzolo
di sogni.
Siamo in novembre, mese dei morti
che rivivono nella memoria
con volti antichi e voci nuove
racchiuse nel cuore e nella memoria.
Mese di ricordi leggibili negli occhi
lavati nella nebbia mattutina
toccando carezze perdute nel tempo
fresche come rose
appena recise.
Le croci delle tombe richiamano voci
nascoste nel cuore di anni
quando la mamma ci accarezzava
o con gli amici giocavamo.
Il cimitero è pieno di fiori profumati
di gente compunta e silenziosa.
Rintocca una dolce melodia
mentre una lacrima
ci cade nelle mani.
Novembre di freschi e sacri crisantemi
ricco di lacrime e ricordi mai marciti.
Mese di singhiozzi e lacrime accese
scrigno di volti
appesi.
Si spalancano le porte di una notte chiara
mentre il silenzio accoglie lunghi echi
prigionieri di strani esseri
che svolazzano nel cielo.
Il cuore batte appeso alla luce della luna
che sbalordita si nasconde
mentre le mani cercano il buio
per aprirmi l'ultima porta
della notte.
Cosa cerco in questo silenzio
quando la mia voce si perde in caverne
i fantasmi vivono in frantumi di memoria
aprendo una cieca finestra?
Sento rimbombi di tamburi
sotto un cielo di croci
canti di pianto e parole strane,
ritmi frenetici di piedi che battono la terra
che a tutti sfama
e tutti seppellisce per iguale.
Cammino sotto questo cielo di diamanti
lanciati in aria da folletti nascosti
dietro fiori nuovi
nati con le grida
della notte.
Sotto questo cielo pieno di echi celesti
che solo il cuore sente
l'anima si specchia negli occhi
di una donna vera.
Cammino insieme al giorno che avanza
rotto da rumori strani
nati da gallerie fatte di vento
di voci venute da caverne umane.
Nascono singhiozzi,
lacrime cadute da occhi stanchi,
pioggia di polvere a colori
trasformano la sera
in musica e ardori.
Cammino su un carro di fuoco
nel chiarore dell'aurora
ripiena di tanti fili d'argento e oro
nella nascita del sole.
Si smuove nel chiarore mattutino
un volto nato nella notte
spinto da mille spilli ardenti
in un cielo di piccole stelle.
Galoppo su leggere ali di farfalle
dietro cavalli senza briglie.
Rompono con i duri zoccoli
le nere ombre della notte
rannicchiata nei miei occhi azzurri.
In attesa che scoppi la luce
su un nuovo orizzonte
si accendono le colline
di questo mondo.
E balla come non hai mai fatto
vivila la vita, falle un dispetto.
Balla e non fermarti
anche se il tuo cuore ti grida forte in petto
non concederti nessuna tregua
passo dopo passo
arriverai forse un po' più stanca
ma soddisfatta
di esserti rialzata di fronte a chi
credeva che la tua vita fosse una disfatta!
Segui quel ritmo che ti batte in testa.
Seguila la vita, comincia la tua festa.
Non è mai troppo tardi per reinventare
quella coreografia che da tempo
avevi scordato di ballare.
E se imparassimo a sorridere
per ogni lacrima versata
riusciremmo a fare comunque
una bella traversata
su quei fiumi di parole
che hanno invaso il nostro cuore.
Nuoteremmo a perdifiato
senza mai stancarci...
pescheremmo ogni parola
per trasformarla in una cosa sola:
una barca senza remi
innamorata del suo vento
che le porti quel sorriso
e spazzi via il suo tormento.