Nell'eterno frangere di un rio in festa inseguo l'ombra della luce, battito d'ali d'argentea pioggia; specchio rotto di mille stelle dove solo il pensiero osa.
Ed eccomi qui nella sosta obbligata della riflessione, per guardare oltre la tempesta: dove gocce di solitudine incalzano nella quiete della malinconia.
A volte penso che nulla sia più forte del rumore del silenzio; la mia mente è scossa da sensazioni che regalano emozioni intense: dentro di me, me stessa.
Infrangere lo specchio per riflettere in una moltitudine di io, e sono ognuna di loro: solo ombra della luce che s'infrange nel silenzio delle parole.
Ancora... crudele tristezza dentro me, uccidimi ogni giorno. Chiudi i miei occhi con la tua bieca felicità. Inganna i miei sospiri con il tuo finto calore. Ancora... dolce speranza dentro me, accarezzami ogni giorno. Apri le mie mani con la tua reale tenerezza. Alimenta il mio sogno d'amore con la tua fugace occhiata ogni giorno...
Tu che sola mi sai dare la forza di andare avanti... Sapere che ti ho vicina, sapere di vederti, di baciarti e sfiorarti riscalda in me ciò che oramai, col tempo era agghiacciato... Sei Tu e solamente Tu a gestire le mie emozioni... Io non sono altro che un burattino mosso dai fili invisibili ed inesorabili... dell'Amore che ho per te.
Mo vi scrivo quattro versi, dato che siete diversi, no, non froci né ricchioni: fumatori tosti e buoni, che fumate notte e giorno mentre chi vi sta d'intorno condivide il vizio audace senza mai trovare pace. Io fumavo da trent'anni nelle gioie e negli affanni respirando con fatica anche a quella vista antica (qual?, La rima ve lo dica), m'illudevo d'esser toro se ciucciavo una Marlboro, ma la resa peggiorava ogni giorno che passava. Non vi dico dei viaggi eran incubi selvaggi, sempre in cerca di un ritiro per sbafarmi qualche tiro, poi vietato dappertutto e qui venne proprio il brutto: ore e giorni d'agonia per la sigaretta mia, non potendo, come adesso, manco accenderla nel cesso. Così dissi: caro amico lascia questo vizio antico dà una svolta alla tua vita prima che sia già finita se finire devi in cenere sia per Bacco, sia per Venere, non sprecare soldi e fiato, non tossire a mozzafiato, smetti e goditi la vita, gioca nuova la partita: così feci e, non vi mento, ne son sempre più contento: se vi servono più dati meditate gli allegati.
Perché l'unico vero padrone del mondo è il denaro Perché non possiamo vivere così come siamo Perché non c'è legge per tutti i sopprusi Perché dobbiamo stare zitti coi pugni chiusi La schiavitù è abbolita, ma in realtà non è mai finita Ci sono i ricchi e i meno fortunati I furbi poi!... ci son sempre stati Da lontano ti hanno gia segnalata, sei la loro preda predestinata Tu ignara ti guardi intorno nessuno il niente tu e nulla più solo loro è basta, ti confidi a testa bassa senti il calore, pensi per un po, che sia amore Poi ti accorgi piano, piano, che ti vedono da lontano hanno ritirato la loro mano Perché il tuo conto è prosciugato Perché per i tuoi mille problemi li hanno stancato Perché sei diventata incandescente Perché non credi più alla gente Si infilano il mantello ti tolgo tutto, non ti ridò più niente... Perché a loro tu così hai pagato la pacca sulla spalla che ti hanno regalato Allora mi son detta, Dio ha sbagliato! Sicuramente lui ogni giorno si mette le mani in faccia per non guardarsi intorno guarda scruta e si inquieta a nulla è valso il suo amore Sicuramente l'uomo è stato un errore Perché!
Acquerello di colori dove sgorga la poesia, meriggi assolati e crepuscoli rosati, albe lucenti: dove il sole si diletta a carezzar girasoli...
Luna che gioca con sentinelle di cipressi, querce che abbracciano il sonno e canti d'uccelli.
Terra antica: dove la storia gronda da ogni lato fra ulivi e viti e remoti casolari vecchi castelli. Colline acerbe e sode come seni di ragazza; e il parlare duro e deciso ricorda il rumore delle balestre...
Terra graffiante e sincera ospitale e chiusa terra che inganna ma onesta terra di casa mia...