Dal profondo del mio cuore e della mia anima intravedo una luce farsi spazio dall'oblio. Una luce nuova composta da mille colori forte di virtù ataviche una luce che mi acceca e mi incanta. Questa luce prende forma e vedo Te finalmente... Ho atteso tanto questo momento e sognato quest'incontro. Non è la fine ma solo l'inizio. In un istante sei arrivata e non basterebbe una vita per dimenticarti. Riesci a leggere in me come in un libro aperto vorrei essere un libro e tu saresti la mia prima pagina. Siamo prigionieri del passato ma padroni del nostro futuro. Sento rinascere in me emozioni nuove da tempo dimenticate ed emozioni mai provate una guerra di sentimenti. La tua voce mi fà sospirare le tue carezze mi fanno sognare i tuoi baci mi ridanno la vita. Pensavo non potessi esistere e invece sbagliavo. Troppo per essere vera. Una Dea un sogno ora realtà. La mia mente vaga come in un sogno. Saprò meritarmi un dono così prezioso? Forse non ho mai amato veramente ma sento in me un sentimento senza eguali. Forse non sono mai nato veramente o forse sono già morto. La mia vita comincia ora... con Te.
Ora che dormo da solo mi accorgo che dorme anche il mio cuore. Ora che parlo con me sento le parole e i pensieri più vicini e più profondi. Ora che guardo il tramonto andare via mi sembra in un attimo di scorgere il sole, quel sole ballerino che poco ha speso per scaldarci. Ora che siamo lontani tutto si scompone e tutto si rianima. Ora che non penso più a te come ad un amore vorrei portarti con me come un piccolo gioiellino e poterti gratificare con lo sguardo per tutto ciò che mi hai regalato. Ora passa il sapore delle cose, ma tu non passerai, ora.
Buchi profondissimi che scavano nei miei occhi danno sensazione di bollore al loro interno, milioni di minuscoli aghetti si mantengono su ogni poro delle mie ciglia, tanto dolore, tanti sospiri, tanta sofferenza, immenso sconforto. Ecco il manifestarsi di tutto questo dolore, il fragile che possiede l'animo tortura, sollievo, pazzia... l'animo umano.
Cerca la pace nella sua testa come nuvole fuggenti che si uniscono spietate di luce di festa la serenità quel che visse un tempo e che il conoscere troppa gente è andata via volando col vento continua ricerca in un continuo benessere fermandosi impazzito di fronte ad un infinita speranza queste le parole che gli brillavano dal corpo quando viveva i giorni nutrendosi di questa spietata speranza smarrimento di un destino, smarrimento di un quieto vivere, smarrimento di un delicato animo, ritrovamento di una infinita speranza, la sua infinita speranza, il suo piccolino, il suo chiamato amore.
La pioggia Guardo dalla finestra La pioggia, le vie sono vuote, sento emozione e solitudine. La pioggia piange Fa piangere anche un cuore solitario. Quando guardo la pioggia anelo il vero amore Ma... ho paura di soffrire, Così, chiudo il mio cuore per non piangere. Ma, questa pioggia, scende forte fuori, la guardo, la sento, mi fa sognare. Nella mia mente vive un pensiero lontano, un sogno impossibile. Nel mio cuore si nasconde un piccolo segreto. Che porta dolore... è solo... una illusione Questo mi fa sentire la pioggia che vive dentro me.
Vorrei conoscerlo Prima di tutto e insieme a te, potere scoprire l'amore
Senza timore Senza riserva Ora è tardi per me Il mio cuore ha cicatrici
ah! Se potessi Vorrei essere insieme a te Quando il mio cuore Ha scoperto che cosa era amare e quando il mio corpo Ha scoperto che cosa era il desiderio
Sarei sempre con te e impareremo insieme Le lezioni dell'amore Uniti scopriremo Il segreto della vita
Per un attimo ho permesso che il mio cuore sognasse Non lo concederò più Che il mio cuore si affidi non desidero più amare l'amore solo porta dolore.
Le prime farfalle di marzo oggi le ho viste. Ombre alla rinfusa sulle pagine di un libro aperto un libro che parla a chi vorrà parlare senza forse usare suoni, volavano a due, nere e rosse nelle ali, forse giocavano ad amarsi, forse giocavano con un sole che come loro è ancora fragile... il libro nelle mie mani e gli occhi in quel volo, le mie gambe nell'erba e marzo che porta note di vento trasparente...
Ancora dopo sette anni incredula ti osservo guardarmi con i miei occhi pronunciare "mami" con le mie labbra ... mi sembri ancora un miracolo lo sarai sempre per me.
C'è ancora quella strada ch'è sempre nuova all'occhio estraneo e al cuore che non percepisce quel monotono strazio. Quante e quante volte percorresti quattro volte al giorno quella strada consumata e là lasciavi di volta in volta la tua vita. Nel lavoro trovavi la battaglia perenne dell'operaio che si ribella per la conoscenza di una vita nuova migliore nella fatica. Ma la macchina ancora nemica dell'uomo aiutata dall'ambiente insano carpì la tua vita straziando il tuo corpo. A te fin dai giorni giovani rinnovai la mia lotta cercando la sicurezza la dignità, la fratellanza che tu volevi nel lavoro e nella vita che più non è.
Impregnato e lercio di nulla più non temo il domani potrò sì separarmi da una vita che non ho vissuto che a tratti. Più niente chiedo e sento lo so e lo so bene e lo voglio e ogni smentita è vana. Eloquente un ossimoro accarezza significo le mie ossa modella il viso dei miei giorni; dal promontorio delle attese tutto è una chiara foschia diffusa. Poche volte ci baciò amore poco forbito parlò la speranza si accasciarono reduci sogni troppo il sorriso di uno sguardo mancò allo spalancarsi dei giorni. All'occaso imbrunisce l'aria limine ultra si fa l'orizzonte e nessun altro porto si pensa. Ardire, ambire, lusingarsi ansimare ancora a che vale se oltre non un lido o un atollo tangibile si immagina ospitale. E così lo scroscio infinito del nulla cade mi penetra e mi trapassa all'aurora di questa quinta stagione, dalle scaturigini dell'abisso sgorga beffarda una luce e tutta di scialbo opaco mi contrassegna. Annaspo nel mulinare dei pensieri incalzato da ciò che accade; percorro il sottobosco sonorizzato dal vocio loquace del silenzio che effonde; oltre le alture o le fosse melmose dell'essere, fisso il tempo senza corpo che piè veloce passa come un vento. Non ho voglia di niente e di nulla nella mota sguazzo e resto e non ci bado. Senza scalpore o sorpresa placido a germi di mal di essere mi consegno; per dovere, ignaro, batte il cuore che non sa dirmi neppure per cosa.