Cade la pioggia e lava via una notte senza luna, cade e scivola lenta tra le mani, si affretta sul viso e solca lunghe linee sulla schiena. Ad ogni goccia un brivido scuote impetuoso il cuore addormentato, ad ogni goccia una lacrima si fa strada tra gli occhi scuri e va a morire sulle labbra. Sono sassi i pensieri che affollano le strade della mente, sono diamanti che non so più immaginare i tuoi occhi, sono giorni senza fiato i miei.
Piange il cielo... triste dell'ira universale... piange triste di un disegno ignoto... piange la natura... isterica e schizofrenica... che tanto è capace di dare... e tanto di togliere... piange... e non sa a chi chiedere perdono...
Vecchio sulla panchina Se ne sta rannicchiato, appoggiandosi al bastone con vicino la badante sulla fredda panchina di un parco vicino i pensieri pullulanti di giovinezza perduta di famiglia svanita di vigore ormai perso sguardo vagante in cerca di un sogno ormai, svanito...
Cerco di immaginare come sarà il mio presente Contraddizioni insorgono come luci abbaglianti di macchine in corsa nella notte buia. Cerco poi nelle mie tasche per vedere se qualche granello dell'imminente e lontano passato è rimasto come polvere nascosto infondo in qualche angolo non sospetto alla vista. Cerco, cerco, cerco e trovo tanta polvere. Dalle mie mani viene afferrata in modo da poterla vedere meglio. Gli occhi incominciano a bruciare sempre di più, sempre di più Sarà meglio che la rimetta nelle tasche o che la faccia disperdere via per sempre?
Scorgo dall'alto un baglio di luce che da il mio inquieto navigar un po d'ansia riduce è un raggio di sole che parte da una riva con molto stupor al cuor m'arriva ornando con petali di un fiore raro a trovare la mia nave nella tempesta continua a naufragare chissa se un giungerà sulla terra promessa da tutti ambita, invidiata e contesa intanto continuo cercando la rotta sperando che arrivi un po di vento in poppa.
Alle prime luci dell'alba il risveglio lieve, lui accanto l'attesa di un abbraccio, una carezza, una gentile tenerezza... ma è un sogno, un antico ricordo, che svanisce nella notte che finisce.
Ieri ti guardavo, Crocifisso, corpo lacerato, groviglio contorto di dolore. Oggi Ti guardo, sfolgorante Corpo di luce, vibrante di vita, mistero sconfinato del tuo Amore, a noi offerto dolorante; a noi ridato sfavillante, nella Gloria della Resurrezione; certezza unica di fede.