Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
L'arte
Chi ti ha scolpita... ne sono certo
conosceva l'arte
perché di te non ha lasciato niente
in disparte.
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Chi ti ha scolpita... ne sono certo
conosceva l'arte
perché di te non ha lasciato niente
in disparte.
È sera quando le stelle
si tuffano nell'argento
del mare d'estate.
La riva si lascia accarezzare
dalla candida schiuma
di timide onde.
Passi leggeri
calpestano sentieri
senza tempo.
Una brezza svogliata
si insinua tra i capelli,
gioca con le mie vesti bianche
suona la sua canzone.
Ascolto rapita
le note del mare,
fondersi in una melodia
che commuove l'anima.
Per ogni diamante in cielo
un brivido
che racconta un pezzo di vita, una emozione
un sogno da realizzare.
Il passato, il presente
e ciò che sarà.
La luna strizza l'occhio da lassù
ad illuminare la notte
di chi sogna
di chi ama
di chi tenta di afferrarla
per sentirsi meno solo.
Mi volto.
Accanto e intorno a me
tanti volti, tante storie, tante speranze
calpestano quei sentieri senza tempo!
Sono,
in questo istante, quel che avrei voluto essere da sempre,
innamorato,
di una donna, che percorre strade inventate dal cuore per poter sognare,
e il cuore in petto mi cattura,
lo stringe a se, lo rende schiavo, legato,
e ad ogni battito che sento, vivo, libero di amarti.
E allora scrivo, per te,
canzoni di parole a fuoco impresse dentro le mie stesse dita,
che toccano, vibrano, ricercano armonie che ti somigliano,
le stesse dita che si meravigliano a sentirti esistere, vicino,
a me.
Scrivo del tuo respiro,
sentirlo addosso come fosse pelle del mio corpo,
fuori, dentro, vestirmene nella mia stessa mente,
e disegnare quelle immagini che nascono a pensarti,
a sentirti,
e appartenergli, e appartenerti.
Io lo so,
vivrò per sempre nei tuoi occhi,
per sempre dei tuoi occhi,
altro non importa, assume essenza d'ombra,
tu sei, semplicemente.
E io sono, con te.
Chi una rosa
offre,
offre l'amore.
O fiore,
che dell'amor
sei il simbolo più eletto,
che di speranza nutri,
e di poesia,
la timida fanciulla
che ti accoglie,
tu sai,
rosa odorosa,
come coprire
le tue punte aguzze,
intanto
che il tuo profumo
inebria la ragione.
Anche l'amore
cela
le pungenti spine
di un'aspra vita,
con le tenui foglie
della gioventù.
Ed è perciò,
che tu, fanciulla,
accogli,
inebriata e ignara,
coi colorati petali,
quelle doppie spine:
e della vita mendace
e della rosa.
Rovistando alcune carte
abbandonate e impolverate,
mi cade in terra, proprio qui davanti,
una vecchia tua fotografia.
La prendo su e ti guardo:
dovevi avere circa dodici anni,
e c’erano due amiche insieme a te.
Passeggiavi con esse
disinvolta e compiaciuta:
tutto era bello, in fondo, e tanta gioia
sprizzava dal tuo volto entusiasmato.
Il sole, in cielo, alto, senza nuvole,
il tuo sguardo smaltò su quella foto,
unica testimonianza giunta sino a me
di un tuo così bel giorno.
Avrei voluto anch’io esserti accanto,
per essere con te, fanciullo con fanciulla,
qual foglia verde accanto al fiore in boccio,
ma non ti avevo ancora incontrata.
Pensa, ancora non ti conoscevo.
Sono trascorsi giorni, mesi ed anni.
Il fiore adesso è molto profumato,
dischiuso e sobriamente colorato.
La foglia, col passar delle stagioni,
non è più di un bel verde come allora,
ma è ancor forte, ben salda e assai diritta.
Ma soprattutto è ancora vicinissima
a quell’unico fiore, che sei tu!
Ma che dolce risveglio
aprire gli occhi e... ritrovarci insieme
tu soffice terra... ed io il tuo seme.
Cola dalle pareti della mente
l'umidità delle false parole
che scivolano via
velando gli occhi
indifferente è l'anima
freddo lo sguardo
parvenza di fogli bagnati.
Solo ieri ti stringevo a me
in un abbraccio che doveva difenderci dal mondo.
Gli occhi miei nei tuoi,
la mia mano accarezzava il tuo piccolo volto
poggiato sereno sul mio seno.
Mesi trascorsi troppo in fretta
a donarti il miracolo
che ti ha fatto diventare grande.
I sorrisi, il rivolo di latte
ai lati di una bocca minuscola.
Dai primi suoni, al balbettio incerto
di parole che raccontavano il tuo mondo,
fino ai discorsi polemici di un adolescente.
Il tempo è volato
ma non il desiderio di stringerti come prima.
Non fa più
se non quando dormi.
Sei grande ormai
come dici sempre tu.
Nei tuoi occhi limpidi
è rimasto il bambino che sei stato,
nato quel giorno di Ottobre
dove anche io
sono nata per la prima volta.
Grazie a te, Matteo,
grazie di cuore mio adorato figlio,
per avermi donato la vita!
Ciao... dolce amore
sono colui che tu conosci bene
ma il mio nome
non è franco... sono il suo cuore
ti scrivo mentre lui
come tu sai
è sempre intento
a ricercar parole nuove
sono sicuro che le scriverà per te
ma intanto... ora che è un po distratto
ti voglio dir
che lui ti ama
come un matto.
Andai al mare,
perché la pace volevo trovare;
andai al mare,
e nostalgia cominciai a provare.
Provai con la montagna,
ma la tristezza mi prese;
provai in campagna,
ma alla solitudine si arrese
il mio essere.