Poesie personali


Scritta da: Ada Roggio
in Poesie (Poesie personali)

Figli

Pensa ai genitori abbandonati,
più fedeli di loro,
che si farebbero morire,
per non vedere il proprio figlio soffrire
i genitori danno sempre amore incondizionatamente,
ricevendo poi una telefonata, un msn.
Buon Natale...
Siamo spiacenti...
ma abbiamo altri impegni.
Oppure ti regalano i silenzi...
Composta giovedì 20 agosto 2009
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    Scritta da: Antonio Dati
    in Poesie (Poesie personali)
    A M O R E
    cinque lettere
    da sole vuote
    semplici segni.
    Unite in uno abbraccio
    una esplosione di gioia
    un brivido lungo la schiena.
    Sensazione meravigliosa
    leggero come farfalla
    ti abbandoni.
    Sogni dolci carezze
    baci appassionati
    cuori all'unisono
    battiti crescendi.
    Il cielo la luna
    la terra tappezzata
    fiori nascenti,
    appena sbocciati
    petali di tanti colori.
    Il tempo immobile
    complice il creato
    voli in alto, sempre di più
    amore infinito
    amore per sempre.
    Composta giovedì 20 agosto 2009
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      Scritta da: piumarossa70
      in Poesie (Poesie personali)

      Mutaforma

      Una magia, una spirale rossa violacea dall'abisso di uno
      specchio...
      del mio specchio che deforma la mia anima, che la
      prende che la plasma forse come io vorrei.
      I miei lunghi capelli neri lentamente vorticano e
      scivolano in piume assenti e presenti nel mio io...
      io che mi prende le mani e che mi fa salire fumo azzurro
      agli occhi, e ancora mani trasformate a tre dita e lunghi
      artigli neri, non rimango stupita ma chiedo e voglio
      le ali, si ali ai lati del mio corpo, ali marroni, striate e
      fiere... spiegate da rimanere sospesa più in alto del vento
      così da guardare piccoli punti muoversi, così come
      piccoli granelli innocenti, minuscoli esseri che non
      comprendono ancora il loro cammino.
      Il volto tramutato da un adunco becco, da aprire, da
      parlare, da comprendere a chi mi somiglia, da spiegare
      a chi si sente differente e da mostare a chi la differenza
      la trasmuta in indifferenza, a chi solo io voglio...
      e aria addosso e aria dentro le narici calde, e velocità
      mai provata, ma desiderata tanto da toccare
      l'immaginazione... e l'immaginazione che prende il
      sopravvento e si mescola tra spirito e sogno irreale.
      Lo specchio lentamente si colora d'argento, e io no, non
      voglio, ma imperterrito mi riporta al mio odore, alla
      mia bocca che ancora intrappola il grido
      del falco.
      Composta giovedì 20 agosto 2009
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        in Poesie (Poesie personali)

        L'amore

        Cos'è l'amore?
        È un tornado che ti prende alla sprovvista,
        ti porta in alto e ti fa sentire leggero.
        Impasta i sogni con la polvere ed acceca i tuoi occhi.
        Giri intorno e si emulsionano i pensieri
        non vedi nulla tranne una danza infernale che non puoi fermare
        ma quando tutto si ferma,
        quando apri gli occhi accecati e fai ordine tra i tuoi pensieri,
        vedi tristezza, solitudine e desolazione...
        allora temi l'amore.
        Composta mercoledì 19 agosto 2009
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          Scritta da: Rita S.
          in Poesie (Poesie personali)

          Quanta vita

          Quanta vita mi hai preso,
          quanti giorni vissuti nell'assurdo,
          quante notti insonni e minacciose,
          quanti suoni martellanti
          e parole versate addosso
          come piene di fiumi violenti.

          Raffiche di parole orribili
          per ricordarmi che eri sempre lì,
          che mai avresti mollato,
          anche a costo di vedermi morire,
          vedermi morire dentro
          o morire del tutto.

          Io che mi sento
          e sempre mi sono sentita
          come albero dritto e fiero,
          che si fa spezzare dalla tormenta
          ma non si china al suolo.
          No, non mi chino alla tua furia,
          alla tua volontà pazza e meschina,
          preferisco ferirmi e spezzarmi.

          E questo ti accresce ancor di più
          la rabbia e l'ostinazione di volere
          qualcosa che non ti è dovuto,
          e ancor meno ti è dovuto quel rispetto
          di cui tanto vorresti riempirti.

          Non hai dignità di persona,
          strisciante sei, come verde serpe,
          preda di mostruosità di pensieri
          che creano violenze e soprusi,
          un agire cieco, sordo, folle...

          Quanta vita mi hai tolto,
          quanti segreti rubati e mortificati,
          quante pressanti minacce, e ricatti,
          quanti bui momenti e giornate buttate,
          tutta vita percossa, sprecata.

          Un abisso, sì, un abisso,
          si schiuda improvviso sotto il tuo passo.
          Quanta vita mi hai preso...
          e quanta ancora potrai?
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            Scritta da: Marzia Ornofoli
            in Poesie (Poesie personali)

            Le verità che racconta il mare

            O pino che alla costa del mio mare
            coroni lo stupendo specchio azzurro,
            tu vigile rispondi col sussurro
            a ciò che all'onda piace raccontare.
            Lunghe storie che sanno solo le onde
            e cose antiche o viste nell'estate
            che la risacca chiude con risate
            e il pino freme e garrulo risponde.
            Eterno dire tra la terra e il mare
            che tutti un giorno vide e tutto sa
            serrandolo, tra i flutti, per narrare.
            Per questo a te rivien l'umanità
            che torna inconscia in cerca d'una voce
            che narri solamente la verità.
            Composta mercoledì 19 agosto 2009
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              Scritta da: Giorgio SantyManero
              in Poesie (Poesie personali)

              La Lotta

              Finalmente soli
              assaliti da un insolito tremore
              gli sguardi furiosi
              pieni di desiderio.
              Musicista dell'amore
              incomincio a suonare
              piano sulle tue corde.
              A ogni vibrazione
              una tua nota urlata.
              La tua melodia
              attraversa la mia schiena
              e una scarica di corrente
              mi fa pulsare la mente.
              Servitore fedele
              ti seguo
              ti rincorro
              per poi trasformarmi
              nel tuo aguzzino.
              Con le mani
              con la bocca
              stringo i laccioli.
              Ormai immobile
              sotto il mio peso
              urli la tua rabbia
              e la tua voglia di vivere.
              Senza pietà e senza timore
              ti lascio gridare
              fino a lasciarti
              silenziosa e esausta.
              Il tuo sguardo docile
              mi trafigge con occhi brillanti.
              Da cacciatore a preda
              un'illusione durata un istante.
              Mi bracchi
              mi prendi
              mi leghi
              mi schiacci.
              Immobile sotto il tuo peso
              mi gusti come primizie.
              È il tuo modo
              per dirmi grazie.
              Composta sabato 8 agosto 2009
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