Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Elegia

Quanti solleoni e rose settembrine
nevi nidi e fiori di ibisco
discendendo la vita potrò
ancora censire prima del nulla?
Chiuderò anch'io gli occhi
e sposerà pace e oblio
per sempre il cuore intirizzito.

Tu hai visto quanto ti ha amato
come ha gioito e tremato donna
quando per un poco lo hai toccato
e come dignitoso abbia poi pianto
espiando la pena di un inganno.

Oh addio giorni di stelle cadenti,
difesi ultimi sogni tardivi
ricordi di carezze e baci
di arrivi e partenze furtive
addio speranze e illusioni
disciolte in intrugli amari!
Chi vi poté credere e ubbidire
istigato dalla voglia di vivere
prima che abiezione funghisse
e rancura abbattesse amore!
Cuore incontri e t'accompagni
oggi a smanie di funebri brame
taciti voci e risali silenzi.
Ridato mai ci è quanto perduto:
la corda dell'innocenza prima
tesa si spezza e il suo carillon
nessuno poi più ode deluso.

Che altro fluisce tra te e me
lamia con petto artigliato
mentre aspettiamo la fine
e il nulla cresce e si infiocca?
Che ti sazia mentre il tempo
sorpassa il passato e lo specchio
ti ricorda vespri di beltà
giunti con ciocche di capelli
bianchi oggi ancor più fitte?

Ognuno solo per conto suo
passante tra giorni di gramaglie
e ragne di ricordi viscosi
illuso, più illuso di prima,
illuso di padroneggiare il timone
di una vita che molle e floscia
delusa barcolla su un vascello
senza alberi e vele, che va
senza sestiere per un deserto mare
senza vento verso la boa
che segna il confine di ogni veduta
all'allungo della luce di un faro.

Che vedi nitido davanti a te
oltre il supplizio mio mesto che sbuca
e rischiarisce da questa lontananza
d'anima al venir della cava sera?
La guerra è finita e insieme siamo morti:
ognuno forse illumina la sua ombra
vagando tra campi di memorie:
all'altra amata, miserrimo chiede perdono.
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    Scritta da: elio
    in Poesie (Poesie personali)

    Finalmente...

    Nei vicoli
    della speranza
    rincorrere l'amore
    della vita.
    Cercare
    la compagna sognata
    e non riuscire a trovarla.
    Nelle mille
    giornate opache
    desiderare la pace
    in una carezza sincera
    e trovarla
    finalmente
    nel viso radioso
    di una fanciulla
    innamorata.
    Nell'animo inquieto
    riappare il sorriso
    con un sentimento vero,
    un affetto sincero
    come una storia
    d'altri tempi.
    Composta giovedì 13 agosto 2009
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      Scritta da: piumarossa70
      in Poesie (Poesie personali)

      La signora nera

      Pensavo di avere imparato, di poterla governare, gestire,
      intrappolare in una bottiglia di vetro scuro...
      e invece silenziosa
      scivolando lentamente
      è diventata prepotente, e si prende tutto ciò
      che mi appartiene, guida i miei sogni e gestisce i miei
      pensieri facendoli vorticare
      impregnandomi lo stomaco di echi
      sordi...
      colora con i suoi pennelli di setole setose cancellando e imbrattando
      i miei disegni, senza chiederne il permesso, così
      con il suo profumo acre si fa sentire, lei...
      l'assenza!
      Composta giovedì 13 agosto 2009
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        Scritta da: Lilyth71
        in Poesie (Poesie personali)

        Per Te

        Dovrei soffrire perché sei andato via
        lasciandomi ancora una volta, l'ultima volta,
        ma non ho lacrime, né fingerò di averne
        il bene che ti ho voluto è solo un ricordo sbiadito ormai
        e soltanto ora capirai chi ti ha amato davvero e perché
        un'ultima cosa voglio dirti!
        Addio...
        Composta sabato 1 agosto 2009
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          Scritta da: piumarossa70
          in Poesie (Poesie personali)

          Ciocche di... pensieri

          Che serata strana...
          che mi fa soffermare a pensare mentre
          tolgo ciocche fastidiose dalla fronte,
          capelli lucidi e sciolti: sciolti come i pensieri che vorrei,
          lucidi per togliere questa nebbia che sale
          nelle mie convinzioni, o pseudo convinzioni.
          Credere, ascoltare il dubbio come un serpente a due
          teste
          o
          ascoltare una distesa d'erba a riposo?
          Male, oh si, come so fingere di nasconderlo,
          come è facile sorridere ridere, cammuffare le
          ciglia bagnate con gesti di dita veloci o semplicemente
          capelli negli occhi e ridere ancora
          e combattere con la paura di una nuova e
          antica delusione che mi schiaccerebbe, si
          questa volta mi schiaccerebbe, la consapevolezza
          in questo mi disidrata
          un'altra ciocca che prende vita, che sposto nervosa,
          un pensiero che porto lontano, una domanda che fugge
          per non ascoltare l'eco di una risposta.
          Risposta che potrebbe rimbalzare contro un muro
          bianco,
          e portarmi semplicemente il nulla.
          Composta giovedì 13 agosto 2009
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            Scritta da: Jessica Simonetti
            in Poesie (Poesie personali)

            Lettera d'amore

            Qui, malgrado, ti amo
            come se la notte fosse
            il nostro giorno
            e la guerra la nostra
            più infinita pace

            Qui dico che ti amo
            come le onde muoiono alle pietre
            tu come perpetuo vento mi inondi l'anima
            e qui, malgrado, ti amo

            e come ti amo,
            come quando piove su Piazza Mazzini
            e come continuerà la pioggia
            sul Palazzo Baronale
            e lì ti amo.

            Qui, controvoglia ti amo,
            profondo e segnato rammarico
            come se io non riuscissi
            a espiare ciò che è
            la mia colpa più grande

            Ti amo sulla Fontana vecchia,
            Ti amo a Villa Borghese
            Ti amo a San Giovanni,
            che tanto luminoso era
            lo sguardo su con approvazione
            lanciava sicuro

            Ti amo sul mio volto stanco
            Ti amavo sulle basi
            e sullo strike.
            ti amerò su tutte le cose,
            eterne, magnificenti e antiche
            sfolgorano agli occhi nostri

            e lei che ci guardava da lontano
            come un terremoto mi tremano
            le mani
            e su queste ti amo
            sul suo odio nutrito
            con la passione nostra

            e lì giro la faccia
            verso il tramonto
            su cui già ti amavo
            poiché è già cosa bella
            per quanto brilla per opera
            non nostra

            Ti amo a Nostra Signora,
            Ti amo alla Statua dei Caduti
            ti amo al porto, sul faro
            che ci osserva
            senza parlare, senza sentenza

            Ti amo a Piazza Regina Margherita
            ti amo sul Grattacielo
            che si serve della più piccola parte,
            per la sua altezza
            del nostro segreto amore
            che lì è nato
            lì dove per la prima volta,
            ti ho amato

            Ti amo, dopo tutto,
            sulle cose a noi più care
            e sulle cose che
            ci massacrano, cattive
            su una strada lunga
            che ci tiene lontano
            anche se ancora mai niente
            riesce a convincermi
            che sei creatura di questa terra.
            Composta giovedì 19 marzo 2009
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              Scritta da: Jessica Simonetti
              in Poesie (Poesie personali)

              Illusione

              La notte si va ancora sciogliendo
              mentre la luna ancora muta e silenziosa
              ci guarda, colpevoli, come se non mi avessi
              amata mai...
              e se il sole ch'ero io tramontava,
              tu facevi sorgerne un altro
              dietro i boschi, i monti e
              dietro la mia luce
              e dietro i miei occhi.
              Non ero che una luce, una luce flebile
              e io che mi illudevo di essere la più bella.
              Composta venerdì 17 aprile 2009
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                Scritta da: Jessica Simonetti
                in Poesie (Poesie personali)

                E tu...

                Ma quali occhi,
                ma quale mare
                mare che mi porta lontano
                dalla tua luna
                spenta

                sole, sole freddo
                e trema il cuore
                sento che affonda
                perché tu non vai via

                Rimbalzi nell'anima
                e ti porto fuori
                da questo freddo
                passa tra la mia luce
                ascolta il mio bagliore fioco...

                Occhi che nei miei si
                riflettono continui
                specchio delle mie
                tortuose lacrime
                aspetta ancora
                che io legga
                la vita
                e regga la mia razione
                dolcemente amara.
                Composta giovedì 6 agosto 2009
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