Quanta vita mi hai preso, quanti giorni vissuti nell'assurdo, quante notti insonni e minacciose, quanti suoni martellanti e parole versate addosso come piene di fiumi violenti.
Raffiche di parole orribili per ricordarmi che eri sempre lì, che mai avresti mollato, anche a costo di vedermi morire, vedermi morire dentro o morire del tutto.
Io che mi sento e sempre mi sono sentita come albero dritto e fiero, che si fa spezzare dalla tormenta ma non si china al suolo. No, non mi chino alla tua furia, alla tua volontà pazza e meschina, preferisco ferirmi e spezzarmi.
E questo ti accresce ancor di più la rabbia e l'ostinazione di volere qualcosa che non ti è dovuto, e ancor meno ti è dovuto quel rispetto di cui tanto vorresti riempirti.
Non hai dignità di persona, strisciante sei, come verde serpe, preda di mostruosità di pensieri che creano violenze e soprusi, un agire cieco, sordo, folle...
Quanta vita mi hai tolto, quanti segreti rubati e mortificati, quante pressanti minacce, e ricatti, quanti bui momenti e giornate buttate, tutta vita percossa, sprecata.
Un abisso, sì, un abisso, si schiuda improvviso sotto il tuo passo. Quanta vita mi hai preso... e quanta ancora potrai?
Leggerla mi ha emozionato: e' triste pensare che qualcuno debba passare attraverso queste sofferenze, e magari non trovare la forza per ribellarsi e uscirne!Molto bella!
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