Scritta da: Ada Roggio
in Poesie (Poesie personali)
Cammina hai deciso di non fermarti più
Cammina tu,
per le strade del mondo.
Cammina la mano di Dio ti insegue
Cammina.
Composta giovedì 27 agosto 2009
Cammina hai deciso di non fermarti più
Cammina tu,
per le strade del mondo.
Cammina la mano di Dio ti insegue
Cammina.
Sabbia, sabbia tra le dita. Scivola, come polvere di vita che inesorabilmente passa. Dolce, morbido tappeto su cui cammino davanti a questo mare che guardo, perdendo l'orizzonte. Linea infinita, confine tra cielo e mare. Sabbia che dolcemente l'onda accarezza cancellando il segno del mio passaggio. Fragile castello custode di sogni e speranze d'un bimbo. Castello che la vita dissolve in lingue danzanti di dolci granelli che inseguono una meta lontana. Corrono e saltano come turbinio, come emozioni che il vento soffiando accresce, vento che dopo un istante scompare. E nel silenzio resto solo io, la sabbia, il mare.
Ho scavalcato muri di parole
legate insieme... dall'indifferenza
ho... quasi sbucciato le mie nocche
bussando a porte... a vetri
sostando su zerbini
di pazienza
senza vergogna... ho chiesto aiuto
credendo che... mostrando
la mia essenza
avrei trovato braccia aperte
un tavolo una sedia
un piatto di minestra
una pietanza
e... quasi arrivato al punto
di dire... ce l'ho fatta
mi son sentito dire
fratelli in cristo
ma non
nella pignatta.
Io penso che non ha senso.
È un vita senza senso.
Troppo è lontana la verità,
questo è ciò che penso.
Ma che cosa accadrà?
Ciò che era prima di me, in fasce nella culla,
tornerà dopo di me, spirando,
il nulla?
Qua nasce il mio dissenso
per questa vita senza senso.
Io non credo alle amnesie, agli accecanti paradisi o alle reincarnazioni,
sono solo belle, speranzose costruzioni.
Scacciamo il nulla con delle illusioni.
Suonano a morte le dure campane,
in quest'eterna pioggia d'inverno
lugubre il posto come l'inferno
si sentono i gemiti delle puttane.
E vado di fretta non voglio sentire,
né tantomeno voglio vedere,
vado di fretta, voglio dormire.
Ma volto l'angolo di via Leopardi
e m'è bastato il gioco di sguardi,
scambi d'occhiate lunghi trent'anni,
ho visto me stesso ma in altri panni.
Ho visto un bell'uomo tutto rasato,
cravatta azzurra e completo blu,
melanconico ma realizzato,
m'ha detto questo non sei tu.
Io gli risposto: - sono un gigante,
vengo dall'India col mio elefante
mi nutro di sogni e di fantasia
sentimi bello vattene via.
Sono in ricerca del puro godere,
o mio impacchettato gemello,
troppe cose voglio vedere
ma porto agilmente questo fardello.
Rispose piangendo il mio clone,
scandiva le sillabe singhiozzando
: "o mio fratello hai ragione!
Tra le dita la vita
mi sta scivolando."
Unisciti a me fotocopia triste,
in questo viaggio verso l'ignoto,
vediamo se una vita migliore esiste,
colmiamo insieme il nostro vuoto.
Ecco che spunta l'arcobaleno,
nelle pozzanghere il sole abbaglia,
e come lo zucchero insieme al veleno,
il dottore va a spasso con la canaglia,
finiranno al fianco la loro battaglia.
Sono un trampoliere
e vivo a un metro e mezzo,
non lo faccio di mestiere,
quel che faccio non ha prezzo.
Io cammino su dei trampoli,
invisibili ai più,
sono il re dei funamboli,
vorresti esserlo anche tu?
Sai che bello è avanzare
senza ostacoli all'orizzonte?
Ma se vuoi puoi tentare
se le tue gambe son pronte.
Basta salire con decisione,
e senza ripensarci mai,
sopra un'idea o una convinzione
anche se causa di molti guai.
Io sono un trampoliere
e vivo a un metro e mezzo,
non è il mio mestiere
ma lo faccio da un pezzo.
Alle volte amico sai è sconveniente
camminare troppo in alto,
basta un sasso, un incidente
e t'aspetta un grande salto.
Molto più male fa cadere da lassù,
ma vale la pena immergersi
e perdersi,
con la testa nel blu.
Freddo serpente,
spira a spira,
avvolge l'anima,
il dolore.
Salvaci!
Ricorda le nostre preghiere,
le nostre speranze: su questa terra
ch'era Tua! Oggi seviziata
dall'inganno dalla violenza.
Salva questa spaventata umanità
le rose profumate, le nubi
che vagano silenziose nel cielo.
Te! Invochiamo dalla nostra
disperazione, le nostre anime
cadute nella rassegnazione
della spirituale morte.
Te! Invochiamo ultima paladina,
roccia della speranza, nostra fortezza
che dinnanzi allo sguardo di Dio invochi
per noi misericordia.
Avvocata Nostra
Santa Maria Nascente.
Guardo dal ponte
l'acqua scorre omogenea, scura.
Mormorando scivola nella notte,
tra nebbiose rive, scrutando alberi,
prati che la corteggiano silenziosi.
Scorre l'acqua gorgogliando
tra i sassi, tra il fango, custodendo
nel suo ventre meravigliose creature.
Guardo dal ponte
l'acqua scorre omogenea, scura.
Vedo il mio corpo galleggiare riverso,
danzando lentamente tra i gorghi: rigirandosi.
Sembra una falena che corteggia la Luna,
sembra un pagliaccio vestito da festa,
sembra una bambola sull'altalena.
È la mia giovinezza che lontano muore.
Oh altra cosa era lei
nel pensier ora mi sfugge
il familiar sorriso
adombrato da una sì tal maschera
che cela a noi mortali
inestricabili misteri.
Oh altra cosa era lei
nel pensier ora mi sfugge
il sì dolce canto
taciuto dal mesto sigillo
posto sulle marmoree
labbra.
Oh altra cosa era lei
ma nel pensier
ora mi sfugge.