Scritta da: Sir Jo Black
in Poesie (Poesie personali)
Freddo serpente
Freddo serpente,
spira a spira,
avvolge l'anima,
il dolore.
Composta mercoledì 26 agosto 2009
dal libro "PensieriParole 2011" di PensieriParole Staff
Freddo serpente,
spira a spira,
avvolge l'anima,
il dolore.
Salvaci!
Ricorda le nostre preghiere,
le nostre speranze: su questa terra
ch'era Tua! Oggi seviziata
dall'inganno dalla violenza.
Salva questa spaventata umanità
le rose profumate, le nubi
che vagano silenziose nel cielo.
Te! Invochiamo dalla nostra
disperazione, le nostre anime
cadute nella rassegnazione
della spirituale morte.
Te! Invochiamo ultima paladina,
roccia della speranza, nostra fortezza
che dinnanzi allo sguardo di Dio invochi
per noi misericordia.
Avvocata Nostra
Santa Maria Nascente.
Guardo dal ponte
l'acqua scorre omogenea, scura.
Mormorando scivola nella notte,
tra nebbiose rive, scrutando alberi,
prati che la corteggiano silenziosi.
Scorre l'acqua gorgogliando
tra i sassi, tra il fango, custodendo
nel suo ventre meravigliose creature.
Guardo dal ponte
l'acqua scorre omogenea, scura.
Vedo il mio corpo galleggiare riverso,
danzando lentamente tra i gorghi: rigirandosi.
Sembra una falena che corteggia la Luna,
sembra un pagliaccio vestito da festa,
sembra una bambola sull'altalena.
È la mia giovinezza che lontano muore.
Oh altra cosa era lei
nel pensier ora mi sfugge
il familiar sorriso
adombrato da una sì tal maschera
che cela a noi mortali
inestricabili misteri.
Oh altra cosa era lei
nel pensier ora mi sfugge
il sì dolce canto
taciuto dal mesto sigillo
posto sulle marmoree
labbra.
Oh altra cosa era lei
ma nel pensier
ora mi sfugge.
Nel silenzio della notte ammiro il tuo bagliore,
so che sei li...
ne sento il profumo e il calore,
ma ti ritrai,
è paura... è ansia... è...
una cascata che ci travolge
una cascata che ci avvolge...
ed è come precipitare nel cielo,
rapire una stella
assaporarne il sapore
e poi precipitare nel vuoto,
senza sapere il perché.
Scova il sentiero ripido e scosceso
Cammina senza indugio su di esso
Non voltarti mai, fino alla cima
Solo allora, all'ombra di un ulivo
Scoprirai come anche il più grande feudo
Sia solo un minuscolo altare
Alla vanità degli uomini.
Mare nero si alza.
Furioso ghermisce la riva.
Lo guardo e aspetto.
Non mi muovo,
non ho più paura.
È inutile...
Aspetto...
Ho creduto e non credo,
ho sperato e non spero,
ho cercato e non cerco.
Non aspettavo questo mare,
ma aspetto...
Mare nero scende,
schianta la riva...
Lo guardo,
attendo...
Non mi muovo più.
La mano degli antichi dei dell'olimpo
Infonde il sacro fuoco dell'arte
Nei nostri miseri corpi di uomini
Spinti da tale atavica passione
Incontriamo dolori e gioie
Successi e fallimenti, sudore e lacrime
Ma niente riuscirà mai a spegnere
Questa fiamma che scorre nelle vene.
Sdraiato sul letto,
sento ancora il tuo profumo...
sento ancora le tue risate...
sento ancora il tuo ansimare...
sento ancora il calore del tuo corpo...
sento ancora le tue mani che cercano le mie...
ricordo di un sogno passato, miele per la memoria, lama tagliente per un presente di solitudine...
Una passione travolgente
due corpi si fondono
dando vita a una nuova vita
Il ritardo, l'ansia, l'incredulità,
la gioia, la certezza
Comincia un nuovo cammino
mai fatto prima.
Ti incammini verso un sentiero
giorno dopo giorno
Sperando, amando gia quella creatura
Frutto dell'amore
i continui controlli, lo vedi lo tocchi con mano
Senti scalciare nel tuo ventre
Lo accarezzi giurando amore eterno
Poi d'improvviso dolori lancinanti
che si accavallano
La sofferenza diventa piacevole compagna
Poi all'improvviso la vita
Il suo primo vagito
Ti unirà per la vita il cordone ombelicale
che nessuno mai potrà spezzare
Lui ad essere figlio
Tu ad essere madre.