Poesie personali


Scritta da: Piero Valle
in Poesie (Poesie personali)

Sabbia

Sabbia, sabbia tra le dita. Scivola, come polvere di vita che inesorabilmente passa. Dolce, morbido tappeto su cui cammino davanti a questo mare che guardo, perdendo l'orizzonte. Linea infinita, confine tra cielo e mare. Sabbia che dolcemente l'onda accarezza cancellando il segno del mio passaggio. Fragile castello custode di sogni e speranze d'un bimbo. Castello che la vita dissolve in lingue danzanti di dolci granelli che inseguono una meta lontana. Corrono e saltano come turbinio, come emozioni che il vento soffiando accresce, vento che dopo un istante scompare. E nel silenzio resto solo io, la sabbia, il mare.
Composta mercoledì 26 agosto 2009
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    Scritta da: Franco Mastroianni
    in Poesie (Poesie personali)

    Zerbini di pazienza

    Ho scavalcato muri di parole
    legate insieme... dall'indifferenza

    ho... quasi sbucciato le mie nocche
    bussando a porte... a vetri
    sostando su zerbini
    di pazienza

    senza vergogna... ho chiesto aiuto
    credendo che... mostrando
    la mia essenza
    avrei trovato braccia aperte
    un tavolo una sedia
    un piatto di minestra
    una pietanza

    e... quasi arrivato al punto
    di dire... ce l'ho fatta

    mi son sentito dire
    fratelli in cristo

    ma non
    nella pignatta.
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      Scritta da: Alessandro Sais
      in Poesie (Poesie personali)

      Senza Senso

      Io penso che non ha senso.
      È un vita senza senso.
      Troppo è lontana la verità,
      questo è ciò che penso.
      Ma che cosa accadrà?
      Ciò che era prima di me, in fasce nella culla,
      tornerà dopo di me, spirando,
      il nulla?
      Qua nasce il mio dissenso
      per questa vita senza senso.
      Io non credo alle amnesie, agli accecanti paradisi o alle reincarnazioni,
      sono solo belle, speranzose costruzioni.
      Scacciamo il nulla con delle illusioni.
      Composta martedì 18 agosto 2009
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        Scritta da: Alessandro Sais
        in Poesie (Poesie personali)

        L'incontro

        Suonano a morte le dure campane,
        in quest'eterna pioggia d'inverno
        lugubre il posto come l'inferno
        si sentono i gemiti delle puttane.
        E vado di fretta non voglio sentire,
        né tantomeno voglio vedere,
        vado di fretta, voglio dormire.
        Ma volto l'angolo di via Leopardi
        e m'è bastato il gioco di sguardi,
        scambi d'occhiate lunghi trent'anni,
        ho visto me stesso ma in altri panni.
        Ho visto un bell'uomo tutto rasato,
        cravatta azzurra e completo blu,
        melanconico ma realizzato,
        m'ha detto questo non sei tu.
        Io gli risposto: - sono un gigante,
        vengo dall'India col mio elefante
        mi nutro di sogni e di fantasia
        sentimi bello vattene via.
        Sono in ricerca del puro godere,
        o mio impacchettato gemello,
        troppe cose voglio vedere
        ma porto agilmente questo fardello.
        Rispose piangendo il mio clone,
        scandiva le sillabe singhiozzando
        : "o mio fratello hai ragione!
        Tra le dita la vita
        mi sta scivolando."
        Unisciti a me fotocopia triste,
        in questo viaggio verso l'ignoto,
        vediamo se una vita migliore esiste,
        colmiamo insieme il nostro vuoto.
        Ecco che spunta l'arcobaleno,
        nelle pozzanghere il sole abbaglia,
        e come lo zucchero insieme al veleno,
        il dottore va a spasso con la canaglia,
        finiranno al fianco la loro battaglia.
        Composta mercoledì 26 agosto 2009
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          Scritta da: Alessandro Sais
          in Poesie (Poesie personali)

          Il Trampoliere

          Sono un trampoliere
          e vivo a un metro e mezzo,
          non lo faccio di mestiere,
          quel che faccio non ha prezzo.
          Io cammino su dei trampoli,
          invisibili ai più,
          sono il re dei funamboli,
          vorresti esserlo anche tu?
          Sai che bello è avanzare
          senza ostacoli all'orizzonte?
          Ma se vuoi puoi tentare
          se le tue gambe son pronte.
          Basta salire con decisione,
          e senza ripensarci mai,
          sopra un'idea o una convinzione
          anche se causa di molti guai.
          Io sono un trampoliere
          e vivo a un metro e mezzo,
          non è il mio mestiere
          ma lo faccio da un pezzo.
          Alle volte amico sai è sconveniente
          camminare troppo in alto,
          basta un sasso, un incidente
          e t'aspetta un grande salto.
          Molto più male fa cadere da lassù,
          ma vale la pena immergersi
          e perdersi,
          con la testa nel blu.
          Composta sabato 25 luglio 2009
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            Scritta da: dax
            in Poesie (Poesie personali)

            Nascente

            Salvaci!
            Ricorda le nostre preghiere,
            le nostre speranze: su questa terra
            ch'era Tua! Oggi seviziata
            dall'inganno dalla violenza.

            Salva questa spaventata umanità
            le rose profumate, le nubi
            che vagano silenziose nel cielo.

            Te! Invochiamo dalla nostra
            disperazione, le nostre anime
            cadute nella rassegnazione
            della spirituale morte.

            Te! Invochiamo ultima paladina,
            roccia della speranza, nostra fortezza
            che dinnanzi allo sguardo di Dio invochi
            per noi misericordia.

            Avvocata Nostra
            Santa Maria Nascente.
            Composta nel agosto 2009
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              Scritta da: dax
              in Poesie (Poesie personali)

              Il ponte

              Guardo dal ponte
              l'acqua scorre omogenea, scura.

              Mormorando scivola nella notte,
              tra nebbiose rive, scrutando alberi,
              prati che la corteggiano silenziosi.

              Scorre l'acqua gorgogliando
              tra i sassi, tra il fango, custodendo
              nel suo ventre meravigliose creature.

              Guardo dal ponte
              l'acqua scorre omogenea, scura.

              Vedo il mio corpo galleggiare riverso,
              danzando lentamente tra i gorghi: rigirandosi.

              Sembra una falena che corteggia la Luna,
              sembra un pagliaccio vestito da festa,
              sembra una bambola sull'altalena.

              È la mia giovinezza che lontano muore.
              Composta nel agosto 2009
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