Poesie personali


Scritta da: Leandro C.
in Poesie (Poesie personali)

Lo scrittore

Posso essere uno scrittore
Che scrive per amore
Ma sono un conduttore
Che guida per ore!
Pure questa poesia
è una pura fantasia
Della mente mia
Sembra proprio una follia!
È per una persona speciale
Non è una cosa occasionale!
Non ti voglio imbarazzare
Voglio solo far brillare
La luce stellare
Che i tuoi occhi fan brillare!
Il tuo sguardo penetrante
Sempre bello ed interessante
Che ti rende intrigante
Me ne fa pensare tante!
Visto che non dici niente
Devo per forza entrarti in mente
Non so proprio cosa pensare
è per questo che mi fai sballare!
Tu sei semplice e silenziosa
Sei proprio una bimba graziosa
Sei una che non osa
Per questo sei preziosa!
Te lo posso scrivere anche in prosa
Ma è una più sfiziosa
Per il poeta
Che ti scrive sulla seta!
Composta giovedì 15 luglio 2004
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    Scritta da: Leandro C.
    in Poesie (Poesie personali)

    Messina 1° Ottobre 2009

    Molti stavano lavorando
    Mentre stava piovigginando,
    Ogni tanto fuori davi un'occhiata
    a quella pioggia sempre più in picchiata.
    L'acqua nelle strade sta salendo
    Ed i torrenti sta inondando,
    La montagna sta assorbendo
    Ma pian piano sta cedendo,
    Guardate si sta mollando
    è un'immensa valanga di fango.
    La gente urla e chiede aiuto
    Qualcuno non è sopravvissuto,
    Sono bastate poche ore
    Per creare il terrore.
    Il fango ha travolto tutto
    e si è portato via molte vite soprattutto,
    è arrivato fino a valle
    Lasciando solo devastazione alle sue spalle.
    C'è la strada da liberare
    e per questo bisogna spalare,
    Scavare incessantemente
    Per salvare quella gente.
    La lista dei morti è in aumento
    Un altro cuore purtroppo si è spento,
    Ancora si cercano i dispersi
    Sono ancora diversi.
    Sabato 10 Ottobre
    Funerali di Stato tra luci ed ombre,
    Un omaggio a chi è morto con onore
    Noi tutti ci uniamo al vostro dolore.
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      Scritta da: Enzo D.
      in Poesie (Poesie personali)

      Le mie poesie

      Povere umili creature,
      belle come agli occhi del padre le figlie,
      ma in realtà non so come sono.
      Ma so cosa sono.
      Amiche fidate, confidenti pazienti
      sempre disposte ad ascoltarmi,
      senza contraddire i miei deliri,
      senza ridere dei miei sogni grotteschi.
      Fioche candeline
      che nella notte della solitudine
      illuminano il cuore, steso lì, sulla pagina.
      Voci tolte alla mente per far parlare l'anima
      affacciata su spiragli di irrealtà, di sogni,
      su marcite di rimpianti, scorci di speranze.
      Faville del rogo di sensazioni,
      che cova nei recessi cupi dell'essere,
      sprizzate alla luce e spentesi sulla carta,
      per catturare e lenire emozioni.
      Storie di un attimo, di un giorno... una vita,
      nate non per raccontare un libro
      ma per riempire un cuore spogliato.
      Ali di silenzi gravanti, parole erranti,
      rifugio sereno di pensieri smarriti,
      manine giunte per le mie preghiere.
      Complici innocenti dei miei stessi peccati.
      Composta lunedì 21 settembre 2009
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        Scritta da: Enzo D.
        in Poesie (Poesie personali)

        Vivrò

        Tu eri quell'età che non ho mai avuto,
        una stagione che non ho mai vissuto,
        un sorso d'acqua senza una fontana,
        una luce senza una candela.
        Che me ne faccio di sorrisi e gioie,
        di fiori profumati, cieli azzurri, verdi prati
        che ti sei portati via?
        Mi basta che la pioggia non mi bagni,
        il sole non mi bruci, il freddo non mi geli.
        Le tue mani sono quel soffitto.
        O sei quel ciocco che arde nel camino
        o quella lanterna appesa all'abbaino.
        E dico quiete il mio silenzio mesto
        e pace la mia solitudine romita,
        acque amare che batte ma non fende
        il remo inutile di pensieri alla deriva.
        E consumerò l'audacia di frutti nuovi
        raccolti quasi acerbi ancora,
        la voluttà di un desinar bollente,
        la lussuria di un buon bicchier di vino.
        Una sigaretta da baciare lentamente.
        Il dormiveglia sereno di preghiera.
        Ed è già notte.
        Composta venerdì 23 gennaio 2009
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          Scritta da: Mariella Mulas
          in Poesie (Poesie personali)

          Odo un canto...

          Odo un canto...
          e un inquieto suono accanto,
          forse note di violino
          che sommesse poi si liberano
          frizzando di brividi lo spazio...
          Scorrono poi nuovamente lievi
          quasi a voler riconoscere morbidezze
          trovando, all'opposto, inattesi spigoli di toni stridenti.

          E, invece, l'immagine di un archetto tra agili dita
          a carezzare corde
          invoglia solo un tempo sospirato da armonie
          e rassettato da senso di leggerezza
          in cuori ingenui che danzano...
          danzano battiti, nati a sedurre pensieri di felicità
          poi inesorabilmente più frenetici
          in giri di vorticoso destino.

          Questo destino,
          come lupo che lancia ululi alla luna
          di condanna predatrice,
          annusa orme d'innumerevoli sogni lieti
          lungo il percorso di ogni singolo sentiero,
          e, subito dopo, con balzo fulmineo,
          scova divorando quelle arie deboli di attese
          costringendo suoni in vibrati lamenti,
          cupi, ridondanti di sragionata dolenza,
          così che, quelle visioni agognate di paradisi,
          sono esclusivi inferni d'irreale,

          dove venti alteri spogliano rami in primavera,
          dove gocce, credute ristoratrici
          si cristallizzano di sabbia
          su zolle sospiranti già d'arsura,
          fino ad annullare speranze di sguardi all'orizzonte
          in apparenze di sorrisi
          nella vita soggiogata, all'improvviso,
          da sole letture trascritte in spartiti di lacrime.

          Odo un canto, e ancora più forte e infinito
          un inquieto suono accanto... come di cigno morente.

          Mi fascio di penombra di tramonto in questo difficile esistere accompagnandomi, ormai certa,
          a note finali di un violino impazzito.
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            Scritta da: Mariella Mulas
            in Poesie (Poesie personali)

            Inventarsi l'anima felice

            Dolce oblio
            dell'esistenza stanca
            è inventarsi
            l'anima felice...
            e non scandagliare segreti
            nei ripostigli della memoria...
            Trovare solo ingenuità
            di parole,
            brevi parole,
            balbettate di sorrisi
            in prime pronunce d'amore...
            Dolce quindi alienare passioni
            e accomodare
            unicamente istanti
            dove baci
            sono immagini rosa
            fra labbra,
            e non brividi...
            Circuisco pensieri solitari
            fra antiche pagine
            di romanzi
            per essere apparente,
            senza realtà,
            solo romantica di emozioni,
            granelli di sogni
            che non indagano mai
            nel profondo dell'infelicità.
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              Scritta da: Mariella Mulas
              in Poesie (Poesie personali)
              Ogni nube, ogni goccia di pioggia,
              ogni bolla d'aria che, tra nubi, tingerà
              un arcobaleno,
              ogni raggio che scintillerà,
              ogni farfalla che si accosterà di voli lieti,
              ogni canto melodioso d'uccelli,
              ogni fiore che con i suoi petali
              rallegrerà il tuo sorriso,
              sarà lungo sguardo d'amore
              che ti accarezza quando non sei con me.
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                Scritta da: Giusy
                in Poesie (Poesie personali)

                Parole

                Parole
                che tra versi e prose
                v'inondate,
                che tra poesia e musica
                viaggiate,
                lasciando scie sfumate
                dai rosati sentimenti.
                Parole
                potenti e magiche,
                che di profumi intensi
                inebriate,
                chi il sentiero dell'amore
                incrocia.
                Parole
                che attraverso le labbra dei poeti
                cantate la voce dell'anima,
                e attraverso le dita dei musicanti
                danzate di grazia
                tra le melodiche note,
                donando ai cuori innamorati
                palpiti zaffirati dal dolce sentire.
                Parole
                non fermatevi mai di stupire,
                di sedurre
                di conquistare.
                Parole
                che la musica decorate
                di sentimenti e poesia,
                che luoghi lontani raggiungete
                tra sorrisi e dolce malinconia,
                non abbandonate in questa
                gabbia grigia
                l'anima mia.
                Lasciate che da essa
                germogli la mia poesia.
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                  Scritta da: Giusy
                  in Poesie (Poesie personali)

                  A te

                  Le tue mani rugose,
                  accompagnavano i miei primi anni di vita
                  ed in quelle mani,
                  v'era il conforto della saggezza.
                  Ricordo ancora i tuoi racconti,
                  che nelle giornate raccolte
                  dal freddo dell'inverno,
                  erano pillole di saggezza e d'esempio
                  per noi figli
                  dei tuoi figli.
                  E nelle sere di nebbia un tuo sorriso
                  sembrava regalarci la luce
                  della tua mai abbandonata speranza.
                  E tra quelle mani,
                  che di rughe e calli
                  il lavoro tuo faticoso incise
                  ritrovavo il calore delle tue carezze,
                  come un padre che per il figlio
                  si scopre,
                  per ripararlo dal freddo della vita.
                  Ricordo ancora i tuoi sorrisi,
                  così come i tuoi rimproveri
                  che rafforzavano l'anima mia.
                  Ed ho ancora tra le mani
                  i tuoi preziosi semi che mi desti
                  che adesso semino nel terreno della vita,
                  quella vita
                  che amaramente mi derubò,
                  della tua preziosa presenza.
                  Un ultimo respiro tra le mie braccia...
                  sentii la placida morte a te arrivare
                  che spietata,
                  ti strappò da me.
                  L'ultimo tuo sguardo al mondo
                  un istante agonizzante ti soffocò il respiro,
                  quell'istante,
                  che mi travolse
                  nel dolore per averti perso.
                  Quell'istante,
                  suggellato da quell'urlo impotente
                  che invano ti chiamò a sé.
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