Poesie personali


Scritta da: Matteo Salomone
in Poesie (Poesie personali)

Emilè

Mi chiamo Emilè
e questa non è la mia storia
ma forse il primo pensiero lucido
in una vita così altrimenti oscura.
Perché vi sembrerà pazzia
ma sto per donare la mia anima
alla donna che ho scavato nella roccia.

Non sono suo amico,
nemmeno credo che ne avesse.
Non è mai stato
che un semplice bottaio,
un emarginato, forse
anche un po' matto.
Per questo ci hanno messo
tanto a ritrovarlo,
era completamente solo.

Avevo così poco nella mia vita
prima di quel giorno,
prima di incontrarla.
La gente ci vedeva solo
un blocco di pietra ma
io ci vedevo Lei,
la donna imprigionata in quella forma.
Davvero non potete capire?

Dicono che nel buio
la sua fosse l'unica luce accesa
di tutta la vallata.
Chissà poi cosa combinasse
per tutta la notte?

Bottaio di giorno, si,
ma la notte ero Dio,
un creatore innamorato
che scava la roccia
per dare sangue al niente.
Perché io la vedevo e io dovevo.

L'hanno ritrovato
accanto a una statua.
C'è chi dice sia il frutto di quelle notti.
Altri sostengono che un bottaio
non può essere stato capace di tanto.
Non lui.

Polvere eri e
polvere sarò presto ma,
in quest attimo solo,
in questa lucida pazzia,
posso vederti, come sempre,
ora come tutti,
eppure come nessuno potrà mai più.

Hanno venduto la statua
per pagare il funerale.
Ora lei è da qualche parte in Europa,
più lontano di quanto
lui sia mai andato.

E spero che Dio possa
perdonare questo furto,
l'anima e la vita che ti ho donato,
perché non mi pento.
Per questo soltanto ho vissuto.
Solo per te ho amato.
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    Scritta da: Franco Mastroianni
    in Poesie (Poesie personali)

    Prato fiorito

    Tu mi piaci
    sei bella
    con qualsiasi colore
    con
    qualsiasi vestito
    sei il mio prato fiorito
    che resiste al cemento delle grandi città

    sei
    ricerca stupore
    il minuto che riempie la mia vita di ore
    il mio sogno proibito
    le
    mie vite passate
    quelle ancor da venire

    sei
    respiro costante
    sei l'azione
    l'agire

    sei così dentro
    me
    che mi porgo alla gente
    e
    mi accorgo che uso

    i tuoi modi di dire.

    Socchiudo le labbra

    bacio le tue parole.

    Prima di farle uscire.
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      Scritta da: Brunason
      in Poesie (Poesie personali)

      Povertà

      Per un momento
      i mie incauti passi
      mi han portato sull'orlo.
      Un terribile baratro.

      Quasi cadevo!
      Giù a precipizio
      ignara avanzavo.
      Una trappola odiosa.

      Tu manchi di tutto
      e spogli l'incauto
      che si affaccia al tuo cuore
      del suo limpido amore.

      Ora ti vedo,
      avido e misero.
      Tu rubi qualcosa
      che proprio non hai.

      Io ricca d'amore,
      grande in me,
      generosa lo dono.
      Sciocca che sono!

      Ti vedo ora, vinto.
      Prigioniero e ignaro
      perfino a te stesso.
      Tu rubi la mia libertà.

      Freddo glaciale
      sottrai il calore.
      Nascosto e furtivo,
      rifiuti la verità.

      Così piccolo e misero.
      Oh quant'è vero!
      T'aggrappi tenace
      all'altrui nobiltà.

      Ora ascolta.
      Sai che ti dico?
      Non c'è nessuno
      che vuole la tua povertà.
      Composta mercoledì 5 maggio 2010
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        Scritta da: Umberto Zavagno
        in Poesie (Poesie personali)

        Le mani

        Quella mano scivolava e tornava
        e sul seno si fermava un istante
        come costretta a un incrocio
        subito rifuggiva inseguendo un brivido
        coprendo le distanze del tuo essere
        modellandolo quasi fosse creta

        quella mano cercava i tuoi sensi
        giocando con le tue estremità
        risaliva come il sangue nelle vene
        sino alle tue labbra
        non badava al sollevarsi del tuo seno
        spostava un ricciolo nero
        e si confondeva nei tuoi capelli
        continuava così come un soffio di vento
        con passione
        i tuoi sospiri e la tua pelle
        rispondevano come corde di un violino

        ma il violino è sparito, rubato disperso
        confuso il suonatore si guarda le mani
        sono io che ho perso le note?
        In quella mano
        ogni creatura si è persa
        dalla testa di un gatto
        fino all'orrido ramarro

        quella mano non conosce vendetta
        ora si perde seguendo strade diverse
        cede ad abbagli di idee senza colori
        fugge e si infila in fredde fessure
        per salire più in alto possibile
        cerca l'azzurro dove ci incontrammo

        fila di formiche si avvicinano
        forse con lo stesso pensiero
        emergendo dalle nuvole a valle
        visi sudati e occhi
        che l'aria piu'pura rende più chiari
        energie disperse si dice per niente
        ma il ridere ci ha resi diversi

        la nostra vita complessa aumenta gli scopi
        inseguendo questi fini ci si perde
        contando denaro e comodi oggetti
        dei quali noi schiavi ci rendiamo
        l'amore e il riso lo otteniamo comprando
        o in un rapido giro di danza

        non rinnego questi piaceri
        ma aspiro a qualcosa più puro
        qualcosa che metta radici profonde
        lacrime vere per chi soffre e a fame

        Russel diceva:
        "il meglio è chi sta in silenzio accanto"

        puoi stare in silenzio
        su distese di colline e mari trasparenti
        non se vedi le rovine che causiamo
        vorrei trovare mani diverse
        non tanto per suonare ancora
        solo tenere accesa la scintilla
        per un mondo migliore.
        Composta mercoledì 14 aprile 2010
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          Scritta da: Dora
          in Poesie (Poesie personali)
          A occhi chiusi seguo i miei passi,
          nelle tenebre di un sogno svanito mi rifugio
          le ombre che attraversano il mio cammino
          oscurano la mente ed i ricordi
          le orme tue dietro me, invisibili e estranee
          non mi inseguono in questo vagabondar
          senza una meta, senza un fine
          Spersa nel bosco della solitudine
          invoco la tua luce che non rischiara la mia strada
          perché tu faro della mia vita, la luce nella tua vita hai spento...
          Composta giovedì 28 maggio 2009
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            Scritta da: Ada Roggio
            in Poesie (Poesie personali)

            Non fidarti di nessuno

            Non fidarti di nessuno...
            Non mi fido più di nessuno
            Non mi fido nemmeno della mia stessa ombra
            Anche anni fa non mi fidavo di nessuno
            Poi un giorno
            Uno stramaledetto giorno
            Nel momento in cui avevo tanto dolore
            Dentro e fuori al mio cuore
            Incontrai il diavolo
            Il diavolo in persona
            Travestito da uomo
            Mi fidai, cambiai, sbagliai
            Caddi, sprofondai, mi annientai
            Diventai un fantoccio
            Irriconoscibile, agli occhi degli altri, ai miei occhi, e a quelli del mondo
            Milioni di volte, volevo lasciare quella mano
            Non mi lasciava andare via
            Mi teneva stretta
            Una mano di fuoco, incandescente
            Una mano che agli occhi della gente
            Avevo tutto ma in realtà non avevo niente
            Riuscì a svincolarmi come per magia
            Corsi via di li, andai via
            All'improvviso, in un istante
            Una mano che divenne acqua, cascata, fiume, oceano
            che ridiede ogni giorno senso alla mia vita, che senso non ne aveva più
            Milioni divennero i pensieri quelli di oggi, quelli di ieri
            Oggi non rivedo quella figura
            Quella donna era spaventata, sola, da aver paura
            Oggi ricucio quello che resta
            Un rattoppo qua, e la, senza fretta
            Di quel poco, e niente che mi rimane
            Un consiglio ti voglio dare
            Di nessuno ti devi fidare.
            Composta venerdì 7 maggio 2010
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              Scritta da: S94#11
              in Poesie (Poesie personali)

              Amica

              Bella fanciulla,
              osserva dalla finestra:
              il tuo muto sguardo
              si perde
              nell'immensità del cielo.
              Arride la fortuna
              al tuo dolce cuore:
              oggi lui ti ha
              sorriso e tu
              gioisci al ricordo.
              Se solo l'ombra scura
              non ti toccasse mai!

              Amica mia,
              or sospiri e gemi.
              Quella finestra ormai
              si è oscurata:
              per lui di nuovo
              eri invisibile.
              Ma ben altri
              purtroppo saranno
              i tuoi patimenti!
              Nessuno merita
              il tuo triste volto
              al pensier suo.

              Giovane donna,
              alza lo sguardo:
              i giorni passeranno,
              le stagioni porteranno
              via i dolori, crescerai.
              Accanto a te sarò,
              mentre crescerai.
              Tutto muta:
              or piangi, or ridi,
              or speri ed ami.
              Non ti preoccupare,
              crescerai.
              Composta venerdì 7 maggio 2010
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