Vola papà!
Le parole,
in realtà non sono mai state molte,
tra di noi,
ci capiamo... e basta.
Una luce,
è dentro me... il tuo sorriso,
ed ancora... mi basta.
Vola papà, vola!
Composta sabato 17 luglio 2010
Le parole,
in realtà non sono mai state molte,
tra di noi,
ci capiamo... e basta.
Una luce,
è dentro me... il tuo sorriso,
ed ancora... mi basta.
Vola papà, vola!
Si svuotano poco a poco le vie
ed affrettano i passi
gli ultimi viandanti,
Nei cortili si attardano
i ragazzi
nei giochi di sera
fra grida festose
e richiami amorosi
di madri rassegnate.
Ancora un poco,
non è tardi,
la magica sera
è appena cominciata.
Brillante artefatto di rosso
furor scolpito, malinconico
astro
roboante, la tua
flora
così chiara elude
il mistero
infrangendo regole
del terreno
che ha
le sue radici in pugno.
Brulla la vegetante massa di
verde sul palcoscenico arido, avido
d'acqua
in rincorsa seppellisce tessuti
alimentari
scaldato da un Sole solitario,
e l'azzurro
manto che abbraccia la terra
germoglia
attento e furtivo, e sporadici
arbusti coi loro odori filantropici
enfatizzano la gioia selvaggia
che mira
il mio sguardo, in
questa
studiata
spontanea
terra
di sogni e
passioni.
Sull'imberbe biancore delle tue gambe
scivola la mia passione repressa
e disegnami lo sguardo funesto
come quello di un ladro legato
davanti al florido bottino.
Sei tu la mia lavandaia
che con mani vellutate
lava la mia malinconia.
Sei tu la mia Regina
che con fare prepotente
il mio cuore comanda.
Sei tu il mio ruscello
la cui fresca acqua
la mia aridità disseta.
Sei tu il mio traghetto
che mi guida ineluttabile
nel burbero mare dell'amore.
È il tuo angelico abbraccio
la tanto cercata mia felicità
che mai toccherò né vivrò.
Era il sole bianco
in un prato nel cielo,
in quel raggio dorato
che il mondo ha scaldato...
Luce fresca e sincera
di umana fiera beltà.
Dalla primavera
ammiravano meravigliati
questa splendida serenità...
I bambini volarono via
e l'inverno, scese con il suo gelo.
Un milioni di fiori
sembravano lanciare saluti
nelle bianche torri.
Piccole campane d'argento.
diede loro l'addio,
come diamanti nelle rocce brillavano
splendente luce del Sole.
La sfera di mercurio
contenevano magiche conchiglie
dalla voce vellutata...
Mille perle rosa diventarono
parole e poesie
aprendo il cuore
alla musica e alle melodie...
Padroni del mondo
volarono in un bacio toccato,
attraverso le nuvole di malinconie
che hai sempre cercato e mai trovato...
Dolci ricordi
avvolgono l'anima
e nel silenzio
tutto mi parla di noi
la tua immagine
sempre viva nel cuore
sfumata malinconia
nel desiderio di te.
Nel cielo di cobalto
biancheggiano
nuvole a pecorelle.
Le inseguo, le rubo,
vi salgo su
e volteggio sull'Etna,
superba in suo splendore.
Raccolgo fili bianchi di pace,
ridiscendo a valle.
Il mare freme
increspandosi
in candore di spuma,
ne rubo luccichio di onde.
Incantata guardo.
Ora posseggo
cristalli iridescenti
che io infilo
in collana di mia vita.
Mi rivive dentro
giovinezza ritrovata.
Un
pensiero ricorrente
colora la mia mente
darti un
appuntamento
in
un posto qualunque
da soli
o
tra la gente
amarti è spazio immenso
per cui
va bene tutto
all'emozione non importa
se
il posto è bello o brutto
se piove o se c'è il sole
appena lei
ci sfiora
tutto prende colore
ma oggi
è
troppo tardi
facciamo per domani
mi
riconoscerai
confuso tra i colori
di
stupendi
tulipani.
Pettegolezzi.
Pettegolerie.
Pettegole.
Viviamo in una parte del mondo.
Viviamo in una parte della nazione
Viviamo in una parte della regione.
Viviamo in una parte della città.
Viviamo in un quartiere.
Paroline, parolone, parolette, parolacce, parole, solo parole.
Eppure bastano poche parole per cambiarti la vita.
Parole, parole, parole.
Solo e soltanto parole, gettate al vento.
Via... Volano
Sussurrano.
S'intrecciano.
Accarezzano il cuore Accarezzano la mente.
Lasciano la scia.
Si allungano.
Toccano il cuore Parole, non sono altro che parole... parole sole.
Si trasformano dietro le persiane.
Si trasformano nei vicinati.
Si trasformano a un semplice invito, per una tazza di caffè.
Parole, parole dette e ridette.
Parole trasformate.
Parole inutili.
Parole di gente che crede di sapere tutto della tua vita, ma che in realtà non sa niente.
Da piccoli frammenti di vita rubata dietro la persiana, pronti a gettare parole.
Parole che attraverso un telefono, un MSN, un email, si trasformano, si ingigantiscono, feriscono.
Uccidono la dignità, il cuore, l'anima.
Finiscono per riempire i giornali.
Si si potrebbe trasmettere un tg... e si!
Se poi li vien fatta l'intervista, non c'erano, non sanno niente.
Eppure... non eravate voi quella gente!
Pronta a gettare nel fango, con la mano sul cuore a dire lo giuro!
Il pettegolezzo è sempre esistito.
Cambia quartiere, cambia vestito.
Guarda dritto negli occhi non puntare il dito.
Guarda dritto al cuore, non commettere un altro errore Parole, parole.
Alla fine le tue non sono altro che parole.
Uccidono il cuore.
Scendono all'improvviso le tenebre nel mio cuore
la luce è spenta, la tristezza invade la mia anima
sento le viscere annodarsi in spasmi
le membra irrigidirsi
sento che non ce la faccio
vorrei potermi spegnere come un interruttore una lampadina
ma non trovo il bottone da schiacciare
Il sangue inonda il mio corpo come un fiume
il cervello fa strani giri e emette suoni striduli
e batte, batte, al galoppo impazzito
il cuore
Mi sento piena di angoscia
sto scivolando in un baratro oscuro
Cerco una mano che si tende per afferrarmi
per tornare alla vita
vita che sfugge, torna, mi spaventa
vita che vorrei cancellare come gomma su un foglio
lasciare una pagina bianca
con su scritta soltanto
la parola FINE.