Poesie personali


Scritta da: Gaetano Toffali
in Poesie (Poesie personali)

Invettiva

La dignità perpetua non è
Nella casa di pubblico affare
Dopo la cacca si fa il bidè
Lavate le mani prima di mangiare
Siamo polli non polis noi
Che apriamo la busta senza rispondere
Siamo conigli mangia parole
Siamo salumi da affettare

Magna l'Italia vince su Grecia
Filosofia è per perditempo
Sono felice è mantra cantato
Da chi lo compra il pensiero altrui

Andate a casa servitù maldestra
Non c'è dignità nel vostro onore
Della ricchezza come strada maestra
Ci si rinuncia se è senza pudore
Nessuno è santo nemmeno per poco
Ma quando puzza diventa sovrana
Giù dalla giostra finisce gioco
Non è più ora di Italia puttana.
Composta lunedì 30 novembre 2009
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    Scritta da: SAVERIO FERRARA
    in Poesie (Poesie personali)

    Melodia del cuore

    Sono passati pochi giorni e già ho nostalgia di te.
    Il corpo, la mente, il cuore, sono immersi nella nostra canzone.

    Le note della sua musica conquistano i miei sensi
    e fanno rivivere in me emozioni immense.

    Sento qualcosa che vibra al ritmo di quel suon:
    è il mio cuore che crede che tu mi stia vicino.

    Invece no,
    ma quel battito continua come fossi accanto a me.

    Forse sarà il mio forte desiderio di te,
    ma questa dolce musica diffonde in me
    anche l'irresistibile profumo di te.

    Sarà l'ebbrezza di quel profumo,
    sarà l'effetto della splendente luna,
    ma questa musica mi tiene compagnia come facevi tu...

    Le note svaniscono lente, adesso ci sei tu,
    ma il mio cuore si culla ancora in quella melodia,
    che mi teneva compagnia quando non c'eri tu...
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      in Poesie (Poesie personali)

      Puntapenna (spiaggia bellissima Vastese)

      Cinquanta scalini incavati nel terreno
      sostenuti dal consumato legno inchiodato
      intercalano, dal parcheggio sempre pieno
      al luogo più naturale e più ammirato

      di Vasto, la spiaggia più ambità
      Puntapenna, esprime ancora la sua vita

      senza commento perché toglie il fiato
      dona a chi guarda un senso di libertà
      non rende la foto di quel paesaggio immortalato
      priva di odori, rumori, muore la sua vitalità

      poi c'è quel porto, così umano
      cosi non giusto in quel luogo divino
      nella natura perfetta un umano difetto profano
      difetto che valorizza ancor più il paesaggio vicino

      conposto...
      dalla vita e dalla semplicità del posto

      il pescatore sul trabocco paziente,
      il gabbiano che vola lento e si adacia
      a pelo d'acqua che si infrange sul duro scoglio...
      il suo nome come la punta della mia penna
      che, non è stata capace d'imprimere parole
      belle, che le rendono giustizia, su questo foglio.
      Composta sabato 22 gennaio 2011
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        Scritta da: Nadia Cossuto
        in Poesie (Poesie personali)
        Quando ti senti la testa vuota o troppo confusa
        Quando fai le cose che non vorresti
        Quando neanche più la ragione riesce a consolarti
        Quando ti senti il cuore battere forte forte
        Quando l'emozione è più grande della forza
        Quando nelle vene non scorre soltanto il tuo sangue
        Quando ti comporti male per non scioglierti davanti agli occhi suoi
        Quando è troppa la distanza che ti divide
        Quando hai molte cose da dirgli ma non parli
        Quando potresti sbagliare
        Quando non avresti dovuto farlo
        Quando avresti potuto evitarlo
        Quando lo ami e non sai fino a...
        quando.
        Composta domenica 23 gennaio 2011
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          Scritta da: delta
          in Poesie (Poesie personali)

          Il mondo non ci appartiene

          Siamo i figli della banalità quotidiana.
          Viviamo in una società che è tutta un immenso manicomio,
          dove l'appiattimento delle opinioni è processo terapeutico
          e l'illusione trionfa sempre sulla realtà.
          Cosi vegetiamo stupidamente pieni di idee prefabbricate:
          il mondo non ci appartiene.
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)

            LXX

            La Scuola sta per cominciare, mamma,
            e conoscere voglio, tosto, i libri di testo
            ché l'acquisto vo farlo al più presto
            per seguitare bene, poi, il programma.

            L'acquisto ora non è più dilemma,
            il portafogli è gonfio e a spesa desto
            grazie a zia e al brav'uomo mesto
            e costo pure gravoso non c'infiamma.

            Se vuoi, mamma, tornare puoi al paesello
            E vivere, come prima, tra la gente,
            togliendoti del campo lo fardello.

            Dover primiero dell'uomo è la famiglia,
            per essa del lavoro essere amante;
            chi sceglie non così, la scelta sbaglia.
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              Scritta da: Nello Maruca
              in Poesie (Poesie personali)

              LXIX

              Se in rarità, per mera fortuna
              Serenità a qualcuno attinge
              Tosto natural forza lo sospinge
              A spendersi e visitare altra raduna. *

              Chè quanta gente al mond'accomuna
              Vorrebbe ch'essa in intimo suo giunge
              Ma sporadicamente scarse ne raggiunge
              Per poco, però, ch'indugiare in niuna

              Lice. Così, presto, è spento il fuoco
              Che loro respiri han tenut'acceso
              E come sorte vuole lo fu per poco.

              Domani faranno rotta per l'America
              Con l'alma in pena per il nostro peso,
              volta la mente alla campagna aprica.
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                Scritta da: Nello Maruca
                in Poesie (Poesie personali)

                LXVIII

                Perciò mamma Titina e lo suo figlio
                Tengono d'ossigeno magna riserva
                E condizione loro forte s'innerva
                Mentre cervello lotta lo scompiglio.

                Pur rimanendo qual anche nel meglio
                E pari modestia ognuno conserva
                Parente e amico miglioria osserva
                E fantasia galoppa a più garbuglio.

                La grazia repente a mani aperte
                Non turba acquisita costumanza
                E dolcezza rimane e non inverte.

                Nulla rimpiazza all'impegno l'agio
                Sol maggior devozione a Provvidenza
                Che di carità ha fatto omaggio.
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                  Scritta da: Nello Maruca
                  in Poesie (Poesie personali)

                  LXVII

                  Là dov'è sventura n'è in sopravanza,
                  se in loco è miseria che alligna
                  più tempo avanza più d'essa ne regna.
                  Dove benessere è n'è in abbondanza.

                  Quell'anno principia in benevolenza,
                  a quot'alta vola, perciò, la tigna *
                  indi non attecchisce a pomo né a vigna
                  ché dove sol campeggia è temperanza.

                  Quando favor compare all'orizzonte,
                  di fronte, a spalle o di lato giunge
                  e qualunque lo movente di sua fonte

                  e che in alto monte o pianoro genera,
                  o zoticone o noto conte attinge
                  mai sempre è vicenda che rigenera.
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