Poesie personali


Scritta da: Nello Maruca
in Poesie (Poesie personali)

CLVII

Non è viuzza che non tiene ammanto
d'uomini in armi assettati di guerra
e lor nefandezza sangue solca terra
e si gareggia chi uccide e quanto.

Mai conosciuto avea sì tanto pianto,
nemmanco visto padre che sotterra
figlio e, con esso, pur suo cuor'interra;
scena straziante ch'induce compianto.

In tale clima di terrore incusso
in nostr'orto a coltivare ortaggi
uomini armati senz'averci escusso,

dopo averci d'ogni bene concusso * derubato
in nostra casa, in funzione d'ostaggi,
ci fucilano a soddisfa d'istinti selvaggi.
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    Scritta da: Nello Maruca
    in Poesie (Poesie personali)

    CLVI

    Cotanta carità può Provvidenza;
    potere umano non puote sì tanto
    che sol Divinità può farne vanto
    e trarti pote da tant'indigenza.

    Quando morsa stringe Stato in violenza
    e se dell'equità perde suo manto
    popolo sol'allora conosce quanto
    pesa la dignità e l'uguaglianza.

    L'onesto cittadino è alla sbando,
    vive miseramente d'espedienti
    e solo triboli son'abbondanti

    Perseguitato, vessato e vilipeso,
    mortificato, malmenato e offeso
    pate pur pena di possente brando.
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      CLV

      Bel giovane d'aspetto signorile
      Passo deciso, modo disinvolto
      a noi s'appresta e con dire sciolto:
      Chi tra voi è la signora Gentile?

      Dovevo essere qui già in aprile
      Ma da tanto mala sorte m'ha distolto
      Chè sentier già corso è altra volta volto
      e da coste brasiliane sono in Cile.

      Ma son contento d'essere qua giunto
      Che molt'altri passati son per l'armi,
      altri seviziati in fetido recinto. * *carcere

      Quando, ormai, da stanchezza vinto
      e della triste fine già convito
      Una scialuppa giunge a ripescarmi.
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        CLIV

        Il solo realizzo è il lavoro,
        In esso abbiamo unico sfogo
        e gratifica la scritta in cima al logo
        Che soddisfa più di miniera d'oro.

        Il nome del caseificio "Teodoro"
        Sorretto da verghe simili spago
        Fuso d'acciaio, ferro e platino vago
        Che sol'essa scritta supera tesoro.

        Quanto in noi il mondo non può pattare
        Perché indelebile fisso è nel cuore
        e mai alcuno lo potrà cacciare.

        Tanto t'ho detto, Tina adorata,
        t'aggiungo che nutriamo grand'amore;
        il resto l'esporrà donna angosciata.
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          CLIII

          Parrà strana di certo nostra presenzia
          Altero preserva, però, significato
          e ond'intuirne appieno lo stato * *motivo
          Necessita ritornar pregressa scienzia

          Bisogna far ritroso a tua puerizia
          Rispecchiarsi entro tuo verde stato* giovane età
          Quando bel fiore eri appena sbocciato
          e quando bolliva* in te prim'amicizia. * nasceva

          Bel fiore troneggiava nel nostr'orto
          Alla ricerca del tuo grand'effluvio
          Finché la sorte lo porta alla morte.

          Allora il mondo ci pare contorto
          e da quel dì piangiamo amara sorte
          Che non è giorno che non è diluvio.
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)

            CLII

            In corso di tua prolungat'assenza
            in visita fu il vicino Bonconto
            assieme a donna Maria del Ronto
            a palesar motivo di loro presenza.

            Scusaci, Tina, per la nostr'invadenza,
            così a dir comincia lo grande Bonconto,
            fissare dovevamo appuntamento
            ma siamo certi della tua clemenza.

            Sempre ben venuti in questa casa
            Che di tutte persone del villaggio
            Siete più meritevoli e più degni

            Dico tanto per meritato omaggio
            Che da che m'aggiro in questa casa
            Vostre buon'azioni sono di segni. * * insegnamento.
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              Scritta da: Nello Maruca
              in Poesie (Poesie personali)

              CLI

              Quando ai piè dell'assolato fabbricato,
              sorpreso nel trovare donne e bambini,
              al centro mamma a carezzare piccini
              col viso sorridente e radiato.

              Che d'importante, mamma, è capitato?
              Perché tanta gente, tanti bei piccini
              Tante grida festose, tanti cherubini?
              Tripudio chetato parmi qui tramutato.

              In poco ti racconto ciò ch'è stato
              Quanto fulmineo tutto è cambiato
              e io nemmanco poco ho assimilato.

              I titolari del grande Caseificio
              Al lavoro hanno dato commiato
              Stanchi proseguir lor sacrificio.
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                Scritta da: Teresa Libroia
                in Poesie (Poesie personali)

                Cos'è che resterà di me su questa terra?

                Cos'è che resterà di me su questa terra?
                Altro non son che pallida luce che s'affieviolisce.
                Altro non son che un papavero mutilato
                dal suo primo Amor,
                un ortensia che, Ahimè, non appassisce.
                Cos'è che resterà di me?
                Il mio volto, il mio principio, la mia scomparsa.
                Mai si darà ascolto alle mie mute parole,
                alle lacrime d'inchiostro, alla stanchezza,
                al dolore, agli affanni che, maligna,
                questa vita ha scaraventato nella mia anima.
                Quanti macigni sul cuore,
                Quante frecce al cuore,
                Quante pugnalate nel cuore.
                Nessuno mai saprà che tutto ciò che
                un tempo mi rese felice, mi ha bruciato dentro.
                Ho ustionate le pareti del cuore
                che vergognoso si ritira,
                malinconico di solitudine e di vita.
                Pauroso di scherni e trappole,
                trema ad una tenera carezza,
                scappa alla nascita di un nuovo tepore,
                folle diventa volente nolente.
                Divento ora come un gracile Soffione che
                esplode splendente nella tempesta bruna
                e implode vita nella quiete morente.
                Composta lunedì 2 maggio 2011
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                  Scritta da: Giuseppe Freda
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Il risveglio del mondo

                  E se accadesse?
                  Se d'improvviso
                  fossi io
                  ad aver la ragione
                  della realtà e dei fatti
                  dalla mia parte?
                  Se d'improvviso
                  si risvegliasse
                  il mondo che dorme,
                  quel mondo il cui sonno
                  io veglio da sempre,
                  attendendo
                  che riapra gli occhi
                  e mi sorrida?
                  Se d'improvviso
                  scienziati, filosofi,
                  sapienti e benpensanti
                  si rivolgessero a me
                  per conoscere a fondo
                  come funziona
                  il nuovo e incredibile
                  "meccanismo"?
                  Povero me!...
                  Non avrei risposta,
                  non avrei spiegazione...
                  neanche il conforto
                  di un discorso
                  di circostanza
                  da pronunziare in toga,
                  tonaca
                  o camice bianco...
                  Solo un sospiro di sollievo,
                  e un sorriso troppo incantato
                  per non apparire ebete...

                  No, no.
                  Quando il mondo
                  si risveglierà,
                  lo porterò con me
                  a scodinzolare felice
                  su per i pascoli azzurri
                  dei monti del sogno.
                  Subito.
                  Prima che qualcuno
                  possa rubarmelo,
                  e addormentarlo di nuovo.
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