Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Futile uomo

Tradisci ogni tua stessa parola, calpestando la dignità pur di arrampicarti
Non guardi, non pensi
agisci, colpisci e te ne vai
Raggiungere il tuo scopo è unico obiettivo di scaltra vita
Futile uomo attento perché come te ce ne sono altri, domani potrebbe essere il tuo turno
solo allora conoscerai quel gusto amaro e capirai...
Io finalmente riderò.
Composta sabato 6 aprile 2019
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    Scritta da: criscri
    in Poesie (Poesie personali)

    Rive incastonate

    Rive incastonate in urla di sabbia
    null'altro siamo in questo van anelito
    ch'a tagliola i fruscii inviluppa di demiurgici passi;
    orazion non v'è che a carezzevol frescura si stagli
    sul germinar del decomporsi della speme.
    Dal silenzio vaniloqui velenosi erompono
    ch'il fortunale della vita estendono
    a ogni grumo di prisco respir.
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      Scritta da: Andrea Calcagnile
      in Poesie (Poesie personali)

      In quel luogo serale e notturno

      In quel luogo, là dove si divertono perfino le pareti,
      ci sono ragazze e ragazzi, intrappolati da tante reti,
      queste camuffano il loro corpo e la loro entità,
      per poi colmarli di superbia e di socialità.
      Li vedi gioire, ridere, piangere, bere e fumare,
      per loro in estate è una legge andare al mare.
      Li vedi parafrasare, ragionare e filosofare,
      ognuno di loro tantissimi mestieri sa fare,
      alcuni fungono da ottimi e maligni professori,
      nel parlare correggono artisti, geni e assessori.
      Tra vecchi fidanzati non mancano mai i rancori,
      specialmente se entrambi hanno nuovi amori,
      da lontano si guardano in maniera machiavellica,
      gli attuali partner non attuano nessuna azione bellica.
      La magia dell'ebbrezza è la ciliegina sulla torta,
      c'è chi scatena risse e chi vomita dinanzi a una porta.
      Quando la serata finisce magnificamente,
      lo stato può arricchirsi felicemente,
      le multe in questi casi sono indecifrabili,
      i pianti per un addio momentaneo sono sempre stabili,
      amare un mezzo è sempre, sempre meraviglioso,
      ma perderlo per delle sciocchezze è doloroso.
      In quel luogo, là dove si divertono perfino i tavolini,
      c'è tanta ipocrisia e desolazione, poverini.
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        Scritta da: Michele Gentile
        in Poesie (Poesie personali)

        A Irma

        Sudicio questo cielo
        che trasuda inganni,
        meschina la sua pioggia
        che sporca le tombe.
        Ottennero solo
        il tuo coraggio,
        ancora più piccoli,
        dinanzi al tuo silenzio.
        Siamo degni del tuo sorriso?
        Sei maledetti giorni,
        non oso neppure immaginare
        sei maledette notti.
        Quante croci per la libertà
        non mettono radici
        in questa terra malata,
        deserto di chiese
        e statue che giocano
        a non farsi capire.
        Meritiamo il tuo sorriso?
        Composta lunedì 15 aprile 2019
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          Scritta da: criscri
          in Poesie (Poesie personali)

          Fumigar

          Ancestral scuopresi il soave fumigar
          da complici e intimidite labbra di camini
          ch'il guardo tendon all'immutato soleggiar
          de' raggi che veste recan di festosi bambini.
          Geme ancor dal robusto sbuffar del naviglio
          ch'a titan ergesi dianzi al ribelle periglio
          qual esperto amante a lingua di mar avvinto
          che tra onde di secoli l'ha gaudente sospinto.
          A effigie stagliasi ineffabil di tepor di casetta
          tal fumo che nell'aere scintilla mai domato dalla fretta.
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            Scritta da: criscri
            in Poesie (Poesie personali)

            È da inquieto rimar

            È da inquieto rimar ch'il viaggio mio s'addestra
            di far domestico 'l real ch'è ancestral illusione
            assonnato ancor imprendomi a guatar finestra
            perch'i' scorgavi più elevata dimensione.
            Forse germoglio mai fu per mutar della vita 'l sembiante
            questa parola che tepor reca o lezzo di maledizione
            ch'accompagnar sa al maturo passo dal tremolio di quello infante
            e giace talor intrappolata in gabbia di note di canzone.
            Che sia del cor il tristo o gaudioso effluvio
            o del  decomporsi della speme 'l fedel diluvio
            mai ostaggio cadrà tra le roventi unghie dell'oblio
            quel verbo che già 'l Vangel disse esser presso Dio.
            Di mille festanti e varii idiomi intriso
            mai domato e servo e mai neppur ucciso
            desta lo scriver il prostrarsi del dormiente
            e un ponte disegna al doman dall'incerto presente.
            Composta giovedì 11 aprile 2019
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              Dopo quasi settant'anni vissuti
              sognando sempre di vivere libera
              senza briglie in mani di cavaliere
              si scopre che è duro essere sola:

              Non è facile stare sempre al sole
              essere un cavallo di pura razza
              saltellare come api di fiore in fiore
              preparare ghirlande di illusioni
              per un futuro che arriva presto
              ma non preso in considerazione.

              La gioventù sparisce senza avvisarci
              le rughe dell'età scalfiscono il viso
              si arriva rapido all'ultima stazione
              si scende dal treno della vita, soli.

              Si sono bruciate tutte le cartucce
              insieme ai fiori freschi di primavera.
              L'estate libera e senza lavorare
              è moribonda nei tuoi occhi stanchi.
              La vita può essere una commedia
              o una solitaria, amara triste tragedia.

              La vita è una barca in balia del vento
              ci vogliono dei remi o un buon motore
              per salpare le onde o le dure tempeste.
              Da giovane ti portano sul baldacchino
              da vecchia ti trovi vestita da Arlecchino.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)
                Daremo presto l'addio alle giornate invernali
                quando il freddo si nasconde nei miei guanti
                dove i geloni piangono perdendo il loro colore
                morto all'apparire del precoce e caldo bel sole.

                Le timide ombre nascoste dietro dei venti gelidi
                si rintanano silenziose sotto boschi con ombre
                dove giocano foglie secche, uccelli e nidi nuovi
                al calore dei corti tramonti e delle colorate aurore.

                Anche gli arzilli vecchietti poggiati al loro bastone
                si avviano lenti ma contenti al loro banco amico
                verniciato con colori nuovi sotto il cielo azzurro
                che loro trattengono con gioia in attesa del volo.

                Diamo l'addio al corto inverno con molta neve
                caduta sulle catene di alti monti con piste piene.
                Le belle colline sono rimaste senza veli di sposa
                per salutare la giovane primavera ricca di tanti fiori.
                Composta domenica 10 marzo 2019
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