Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

La soluzione

Sul treno delle 5 un senzabiglietto dorme con i piedi sul sedile
e faccio bum
scendo alla stazione e scocciatori insistenti chiedono soldi e sigarette
cercano di fregarmi qualcosa
e faccio bum
fuori dalla stazione pubblicità per idioti
al parcheggio chiedono ancora soldi,
un vucumprà con gesto di sfida mi lancia la borsa ai piedi per farmi fermaree ride,
e faccio bum
la sera in televisione tutti ad urlare
impossibile scegliere il migliore
facile scegliere il peggiore di tutti
e faccio bum bum bum

e domani sarà così di nuovo,
forse è più semplice un unico bum, a me.
Composta mercoledì 23 novembre 2011
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    in Poesie (Poesie personali)

    Vista dall'alto

    Dell'ultimo definitivo sfascio dello sconosciuto minimo impero,
    in una cantina da vini
    restano i libri,
    vecchi ammassati
    ed ammazzati,
    parole che le pagine avevano imprigionato
    e gli anni hanno reso macchie d'inchiostro su carta marcia.

    I buchi sono testimoni che il tempo ha reso i tarli sapienti.

    Le copertine sono cappotti per carta
    ed io sono muto,
    prigioniero delle mie copertine,
    quarto scaffale in alto,
    costretto fra un libro di cucina
    ed un manuale di sopravvivenza.

    Il libro che cercavo,
    quello scritto da me,
    inizio,
    pagina vuota,
    fine.

    Lo vedo dall'alto,
    galleggia a schiena in su,
    in una botte di vecchio vino di spagna
    passato ad aceto.

    Chissà se i tarli diventati saggi
    ricostruiranno tutto
    meglio di noi.
    Composta mercoledì 23 novembre 2011
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      in Poesie (Poesie personali)

      Tesoro svelato

      Calda la tua mano piegava la mia innocenza
      senza che io lo capissi,
      senza che io ne avessi coscienza;
      io piccolo bocciolo bianco dalla effimera bellezza,
      tu indomito vento dalla inesauribile esperienza.
      Sottile la tua voce a me arrivava,
      stregando la mia mente,
      confondendo la ragione;
      delizioso il soffio, dal sapore mielato
      che le mie labbra fameliche
      soavemente sfioravano,
      e morbida la brezza
      che con una prolungata carezza
      la mia corolla di seta
      di tenerezza colmava,
      quando travolta da sensazioni
      in me ancora vergini,
      i miei petali timidamente schiudevo
      e tu inebriato da quel nettare
      dal profumo dolce ed esaltante,
      ti dissetavi dalla mia essenza
      ed il mio tesoro con frenesia svelavi.
      Tra le tue mani così delicatamente
      prendevi me, fiore allora casto,
      ed espirando col tuo alito appassionato
      Io, donna finalmente germogliavo.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Il prosecco e la candela

        E sono rimasto qui
        al tavolo,
        il bicchiere,
        la bottiglia,
        la candela,
        protagonisti,
        la comparsa è un vassoio di frutta,
        un po' più distante,
        una busta vuota di tisana sogni d'oro sta lì sdraiata.

        E'quasi una offesa per chi non dorme più da tempo.

        Al piano di sopra parole spagnole,
        la mia amica parla con la sorella,
        il tappo di carta messo sulla bottiglia di prosecco non impedirà la sua fine,
        e la mia,
        sembra si sollevi da solo,
        ancora un minuto ed un altro sorso di 11 gradi scenderà nel mio stomaco.

        Sapori e bruciori,
        la candela mi guarda,
        ondeggia sensuale,
        mi dice qualcosa,
        con ancora da bere
        fra un po' sono certo vedrei
        una donna ballare la danza del ventre,
        o forse parlarmi con un linguaggio per sbronzi.
        Ma io sono ancora lucido,
        sempre lucido,
        purtroppo per me.

        Interpreto a senso la fiamma il prosecco le voci di sopra il mio male,
        ... ho ucciso la candela, ho spento la luce,
        io ero la candela,
        io ero la luce,
        buonanotte,
        a domani.
        Composta mercoledì 23 novembre 2011
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          in Poesie (Poesie personali)

          Il viale degli aceri

          Un cielo grigio e mesto,
          tanto mesto quanto disperato,
          si scorge tra chiome rosse denudate
          che cingono un boulevard solitario,
          lo stesso sul quale i miei passi pesanti
          distrattamente da ore erranti
          vagano senza meta né ragione
          su di un soffice manto pitturato.
          Foglie avvizzite vestono
          la terra di oro e rame;
          altre languide cadono
          in una pioggia scomposta e lenta.
          Una cautamente sfiora il mio viso,
          commossa appare per il mio tormento
          tanto da tentare con un tenero gesto
          di depennare il dolore che il mio cuore
          patisce quasi fino allo sfinimento,
          quando un vento dalle esili labbra,
          con un filo di voce appena
          racconta di un amore già finito
          e di una triste pena.
          Vellutati nel ricordo saranno sempre i suoi baci,
          mentre la mia bocca già appassita
          prova ad inghiottire i sorsi amari
          della sua funesta dipartita.
          Nell'aria un profumo di mosto e vino
          evocano la recente vendemmia
          riportando con esso
          i sapori di quella passione recisa
          intanto che una nebbia avvolgente
          abbraccia la mia anima ferita
          che tra gli alberi perisce silente e smarrita.
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            in Poesie (Poesie personali)

            In assenza di te...

            Torbida immagine di donna sul vetro
            a singhiozzi appare,
            tra i voli pigri e soavi di una tenda di garza,
            bianca colomba impacciata
            che danza instancabile senza tempo e senza ali
            trascinata da una brezza leggera
            avvolgendola, stregandola.
            Nell'aria un profumo forte e fruttato aleggia
            portando con sé la dolce visione di te,
            ed una voglia irrefrenabile di giochi proibiti
            prepotentemente mi travolge, inebria i miei sensi;
            ed io, disarmata ed assetata di passione,
            succube, mi arrendo al desiderio.
            Dita tremule perlustrano così
            vaste distese e colline infiammate
            mentre una rugiada fresca
            fallisce laddove prova a lenire quel fuoco
            che dentro di me cresce e mi consuma
            quando il sangue pulsa risoluto nelle vene,
            quando il respiro quasi si trattiene.
            Poi quell'istante ricercato infine giunge,
            il piacere mi possiede, la bramosia si placa,
            tra gemiti soffocati pronuncia il tuo nome,
            dichiara il mio folle amore per te,
            intanto che i miei occhi si dischiudono
            e l'illusione di te nella luce lentamente scompare.
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              in Poesie (Poesie personali)

              Enigmi

              Annegate in un cielo d'inchiostro
              stelle sparute
              configurano la notte.
              Il loro freddo bagliore
              osservo,
              mi tenta l'enigma del loro essere
              (del loro non essere più),
              la fantasmatica presenza
              di ciò che è già morto
              imploso
              risucchiato nell'ignoto,
              forse quando ancora
              vigeva la legge
              feroce
              dell'uomo lupo per
              l'altro uomo (non molto
              è cambiato d'allora...).

              Ugualmente
              mi tenta
              l'enigma del ciuffo
              di selvatiche foglioline,
              tenere verdi senza nome
              spuntate
              dopo le prime piogge
              nella crepa sottile
              di un muro,
              provato dagli anni.

              L'enigma mi tenta
              dell'inspiegabile forza
              delle cose.
              Composta mercoledì 23 novembre 2011
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                Scritta da: ghosterize
                in Poesie (Poesie personali)

                La nave

                Per quanto tempo
                Come una nave in un porto
                Con le vele ammainate
                Sono rimasto fermo
                A scrutare il cielo
                A chiedermi se era arrivato
                Il tempo di mollare gli ormeggi

                Ora che non ho più un porto
                E che forse il viaggio
                Sarà di sola andata
                Ho messo la prua al vento
                Ed issato le vele

                Dammi il tempo adesso
                Di imparare a navigare
                Per cercare in me nuove terre
                O anche solo riscoprire
                Quello che ho lasciato.
                Composta lunedì 24 maggio 2010
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