Poesie personali


Scritta da: giaczan
in Poesie (Poesie personali)

Luci

Luci di Natale, mi ricordano i tuoi occhi.
Rosse,
come l'energia che colgo nei lampi della rabbia.
Gialle,
nella malinconia della ricerca di un mondo migliore.
Verdi,
nella volontà e tenacia che le cose funzionino.
Blu,
nelle sfide di tutti i giorni in cui vince la Tua volontà.
Bianche
nella soddisfazione di essere riuscita.
E ancora.
Rosse,
nella passione per chi ami
Gialle
per la gelosia verso le persone che vivi.
Verdi
per la generosità di un cuore senza confini.
Blu
per il rispetto ed i principi che abitano la Tua vita.
Bianche
per l'umiltà che esprimi ogni giorno.
Tutte,
ma proprio tutte,
le luci del mondo,
per l'amore che c'è nella tua anima
e voglio mio, per ricambiarlo in eterno.
Composta mercoledì 8 dicembre 2010
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    Scritta da: giaczan
    in Poesie (Poesie personali)

    Immagini

    Sullo schermo nero delle palpebre chiuse
    proietto le immagini del nostro futuro,
    nitide chiare reali.
    Il nostro amore,
    sceneggiatore impareggiabile
    delle nostre vite,
    scrive ogni giorno capitoli nuovi,
    nitidi chiari reali.
    Teniamo mano nella mano la penna
    che lascia indelebile il segno
    della nostra passione,
    in una scrittura infinita,
    nitida chiara reale.
    Composta martedì 23 novembre 2010
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      in Poesie (Poesie personali)

      La battitrice d'asta

      Forse sei sole,
      o sei del sole.

      Più ti vedo più ho addosso il fuoco,
      più ho caldo più mi spoglio,
      mi spoglio e mi avvicino a te.

      Sensazione meravigliosa,
      pelle su pelle,
      bruciami,
      spegnimi.

      ... poi,
      più tardi possibile,
      se proprio vuoi cacciarmi fuori dal letto,
      prendimi a calci
      o non me ne andrò.

      Ma adesso bruciami ancora,
      poi...
      mi dirai il tuo nome,
      .... se vorrai,
      domani o dopo
      ... o mai.

      Il tuo seno
      il tuo ventre,
      le tue cosce,
      il tuo alito,
      ... datti il nome che vuoi
      per me va tutto bene.

      Ed alla fine
      da sole diventerai sale
      che brucerà nella ferita del non averti più,
      ma è il tuo mestiere accendere
      poi far bruciare.
      Composta lunedì 28 novembre 2011
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        in Poesie (Poesie personali)

        E presi per mano mio figlio... e mio padre...

        Prendi per mano tuo figlio, passeggia con lui.
        Per strada indicagli quel ladro che cammina a testa alta
        forte della sua impunità, poi fagli vedere quel viso dietro le sbarre, che non meritava di essere lì e non si dà pace

        Portalo in un tribunale tuo figlio
        fagli vedere i visi di chi non ne esce mai,
        di chi dopo anni ancora non sa se vedrà
        riconosciute le sue ragioni,
        i visi di chi non conosce la giustizia.

        Mostragli chi con i soldi di tutti vive
        senza aver mai fatto nulla,
        chi trasforma gli aiuti in birre e sigarette
        e chi invece dopo una vita di lavoro
        si rende conto che è stato preso in giro.

        Fagli vedere chi comanda per ambizione
        e non per dedizione,
        fallo ascoltare chi dovrebbe dare il buon esempio
        mentre urla per avere la ragione
        o si lancia in promesse ruffiane e che non manterrà.

        Indicagli chi non rispetta la fila
        chi non paga il biglietto in treno,
        chi entra tardi al lavoro,
        chi lavora poco perché si sente protetto,
        o chi sfrutta chi ha bisogno del lavoro.
        e quei sacchi di immondizia sparsi
        quei cani liberi di sporcare
        quelle carte per terra
        quelle scritte sui muri.

        Spiegagli che dove c'è quel mucchio di cemento
        chiamato palazzo
        c'erano 10 alberi da frutto, 30 ulivi,
        una pergola di vite ed una casa in pietra.

        Lo so, ti verrebbe la voglia di tappargli occhi ed orecchi oppure imbarcarlo a forza sul primo aereo per "un'altro posto", ma trova il coraggio di dirgli che questo è il suo paese, si chiama italia, che qui c'è il suo futuro.

        E quando ti chiederà come può essere successo gira la domanda a loro, a quelli in alto ed a quelli accanto a te.

        Poi portalo a vedere quel "cimitero di concentramento", quello che ospiterà chi ci ha ridotti cosi, quello dove la brava gente andrà a sputare non a pregare.

        E spiegagli che quella statua bianca in mezzo al cimitero, enorme, a testa china, occhi socchiusi,
        la mano sinistra ad indicare le tombe,
        l'indice destro puntato verso il basso dove su un enorme libro di pietra sta scritto "mi vergogno di voi" rappresenta l'Italia, triste ed incazzata.
        Composta lunedì 28 novembre 2011
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          Scritta da: Roberto Giusti
          in Poesie (Poesie personali)

          Moonlight

          La notte ha trovato il suo senso...
          insieme a te luna che m'illumini d'immenso.

          Non temo più le tenebre, la solitudine e sofferenza...
          perché sei con me a vegliare su questa vita d'adorare.

          Ci sei tu, solo tu a vivere del mio amore...
          E non provo più rabbia, ne rancore o frustrazione.

          Ora siamo stelle e splendiamo nell'oscurità!
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