Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

E ora che più non ci sei

E ora che più non ci sei
che ieri sei andata via senza un bacio
dimmi che devo farne della mia vita?
Se avrò forza verrò a deporre
un fiore sulla tua tomba
piangendo ti parlerò ancora
mi dirai senza voce e poi?
Seguirti e unirmi a te quanto prima
è il solo fine che ora mi resta
ma come e dove ritrovarti
se nell'aldilà non ho mai creduto
e non ho neanche il diritto di morire
per abbreviare l'attesa di raggiungerti?
Nel nulla e nel vuoto imperanti
come dove e quando ritrovarti!
Se da qualche parte tu dimorassi
mi basterebbe pur un vago indizio:
un fischio, un riverbero nel buio assoluto
l'eco del fruscio della tua anima
che solinga vaga nel camposanto
tra croci o fuochi fatui
sarebbe sufficiente per rinvenirti!
Come vorrei crederci estinta amata
come vorrei che tanto si avverasse:
starebbe in piedi l'estrema speranza
abbandonerei la certezza crudele
da tanto in me insinuatasi e cresciuta
che si nasce per morire e poi svanire.
Ah venisse un giorno prossimo un vento
generoso a portare la mia polvere
li dove oggi già la tua l'ha preceduta.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Rosicchi, mi sevizi e non mi uccidi!

    Affranto infelice e stanco
    annegar vorrei nel Nulla
    or che esausto di battere è il cuore
    e proibito mi è porre fine alla vita.
    Oblio pietoso perché diserti e ozi
    oh ulcere crudeli, crampi di morte!
    Luce mai sconfiggi il buio
    tutto si scompone e svanisce
    e converge in un puro zero
    che non si dispiega in nessun luogo.
    Mi son giocato tutto e ho perso
    e nelle tasche non ho più un soldo.

    Assonnati dolore che vivo
    e tu Moira perché ritardi
    e disconosci il mio diritto
    a non soffrire e più atroce
    fomenti la mia demenza
    se sono destinato a morire?
    Rosicchi mi sevizi e non mi uccidi!

    Non ostacolare il desiderio
    di farmi polvere, silenziami
    fammi tranquillo e sereno
    fammi sordo a rintocchi di campane a lutto
    salpi e ai miei morti mi ricongiunga
    nel caos e nella eterna notte io ritorni!

    Ha ogni giorno i suoi getti
    di orticarie e di spine
    un'implacabile logorio avanza
    pasce la mente acute pene
    asciugo lacrime di esser nato
    sconto il castigo di esser schiavo
    di un borioso corpo che ostinato
    il vizio di essere non abiura.

    Subita è la vita non chiesta
    e niente siamo io e te o morte!
    Amare, bere, andare al bagno
    illusioni, inganni addii e poi? Più nulla!
    O folli acquiescenti ciechi e illusi
    che accettate il calvario e la croce!

    A mani giunte e supino io sorrida
    prima di scompormi in atomi
    decreti il tempo che nel mondo
    tra miliardi di viventi a caso fui
    e che tanto per fato amai e piansi.
    Composta venerdì 30 novembre 1900
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      in Poesie (Poesie personali)

      Come sono

      Non ho bisogno del trucco,
      di coprir ogni imperfezione,
      mettendoci il correttore,
      come fosse stucco.

      Non ho bisogno di tacchi alti
      per far passi eleganti,
      per farmi guardare dai passanti,
      temendo poi di inciampare,
      in un fosso stradale.

      Non ho bisogno
      di vestiti firmati,
      per vantarmi,
      o far sentire gli altri,
      meno fortunati.

      Ho bisogno di poche cose
      come delle semplici rose:
      nessun trucco
      è stato più spontaneo del mio rossore,
      quanto qualcuno che mi ha donato emozione,
      nessun gioiello
      che sia un orecchino
      o un anello,
      decorerà mai me stessa.

      Preferisco decorare i miei ricordi,
      di esperienze e di viaggi,
      senza soffermarmi agli assaggi
      di immagini e amori
      di musiche e sogni.
      Composta domenica 8 giugno 2014
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        Scritta da: DolceBuba
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        Tango

        Sacralità dell'anima
        naufragata in guardi d'intesa,
        ritmo mordente ed erbaceo
        sopra un cielo tirato a cera
        che odora di voli di rondine
        nel quieto abbandono
        di una stagionalità indiscussa
        nei sottotetti.

        ***

        La sera,
        sbriciolata nel tuo caffè
        - doppio in tazza grande
        ed io,
        che m'invento poesie
        perché non mi porti mai
        a ballare il tango.
        Composta giovedì 20 giugno 2019
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          Scritta da: Pietro Giordano
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          Tremare nell'abisso

          Perché aver paura della malinconia...?
          Tutte le volte in cui stavo annegando,
          fu proprio essa che mi salvò.
          Perché aver paura della morte...?
          Una lampada che arde
          vive spegnendosi.
          Perché temere le stelle...?
          Possono dar le vertigini,
          ma l'anima vibra quando
          è l'etere a suonarla;
          solo l'Amore pizzica
          le sue corde senza
          scordarla.
          Composta mercoledì 19 giugno 2019
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            in Poesie (Poesie personali)

            Stronza la vita...

            Cammino per strada
            È bella questa mia città
            All'improvviso comincio a pensare a tutto ciò che mi sta succedendo tante emozioni voglia di vivere liberamente quel che non si può
            Un sussulto, vorrei gridare...
            Ma quanto è stronza la vita!
            Perché fa così
            Una gran voglia di piangere
            Non posso c'è gente intorno
            Mi guardano sembra capiscano
            Non posso piangere
            Un groppo in gola,
            si chiude, esplode
            Ecco... arriva un moscerino dritto nell'occhio sinistro
            ... posso piangere
            È stronza la vita?
            In fin dei conti anche adesso ha capito, ha mandato un moscerino per aiutarmi a piangere...
            Tranquilla combatto, indosso la mia armatura
            si lo farò anche stavolta, deciso
            Non mollo... combatto, almeno ci provo.
            Composta lunedì 27 maggio 2019
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