Scritta da: Ada Roggio
in Poesie (Poesie personali)
Voglio regalarvi il sole,
voglio regalarvi il mondo,
voglio regalarvi tutto; prima che il sole,
il mondo,
prima che tutto
mi tolga il respiro.
Composta martedì 4 giugno 2019
Voglio regalarvi il sole,
voglio regalarvi il mondo,
voglio regalarvi tutto; prima che il sole,
il mondo,
prima che tutto
mi tolga il respiro.
Miliardi di mondi
sparsi nella notte
fra astri e nebule,
in spazi profondi;
miliardi di nuvole
colme di vita, fitte
nell'infinito: divise
dai siderei ghiacci,
ma unite da lampi
di perpetue attese,
ivi ricercano ampi
stranieri abbracci.
In questa strada vorticosa
costellata di nebbia e tempesta,
ho perso la via,
assieme a me stesso.
Viaggiatori senza tempo né meta,
Illuminati dal buio,
Anche la Luna si è spenta.
Dall'alba al tramonto.
Viaggio giornaliero
nell'immensità
del cielo.
Il cielo soleggia lunando
l'orologio ticchetta
tasti display e luci artificiali
distrazioni tecnologiche
una vecchia palla
in un angolo di via
ora di punta
caleidoscopio di teste abbassate
su scatole bippanti
la sera varca la soglia
dell'anima
Spogliamoci
scambiamoci le maschere
sanno di noi
sanno di fretta e di sudore
di sorrisi e di lacrime
di storie vissute
e di racconti ascoltati
Ci vorrebbero pupi
su palcoscenici improvvisati
Resistenza non violenta
RESISTIAMO
liberi e umorali
#Umani.
Conta il SORRISO di un bambino
Conta un SILENZIO che fa rumore
Conta un ABBRACCIO inaspettato
Conta un PIACERE condiviso
Conta tutto ciò che non può essere CONTATO.
E venne mattino d'una estate radiosa
la luce soffusa annunciava l'aurora
le illuminò il viso di giovane sposa
spossata, felice ed ebbra d'amore.
Danzava col vento e splendeva col sole
fluttuava leggera in un mondo incantato
spandendo nell'aria effluvio di viole
parlava al mio cuore senza parole.
Poi venne l'autunno che spense i colori
del sole velato di cenere spenta
pianse anche il cielo sul prato e sui fiori
ricurvi e avviliti, sfioriti e recisi.
Il calore gioioso e l'estate svaniti
col vento infuriato sui rami contorti
e un pallido sole le illuminò il viso
segnato dai solchi dei giorni vissuti.
Poi venne l'inverno e il gelo l'avvolse
col candido manto che cela i colori
il tempo sospeso dal bianco silente
nel cuore le spense gli antichi ardori.
Ma il tempo passato non tutto cancella
l'inverno ha segnato soltanto il suo viso
non danza col vento e non splende col sole
ma sorride e m'appare ancora più bella.
Sento la mano calda
che sfiora il mio viso,
asciuga le lacrime
e invita al sorriso.
È morta, lo sai,
da anni oramai.
La mamma non muore
sta sempre al mio fianco
la sento nel cuore
ne odo la voce
lenisce il dolore
d'un figlio ormai stanco
d'un mondo sbagliato
d'un amore sfiorito
col tempo appassito.
Guardo nel cielo
e cerco il suo volto
nascosto da un velo
di cenere smossa
ma un vento mi sfiora
e sussurra il mio nome.
La sento vicina discesa dal cielo
mi sfiora e mi bacia
e ritorno bambino quando
lei mi stringeva fra le sua braccia.
Da figlio a padre
un sentimento
tra le pareti del cuore
tra me e te
che sei la parte
essenziale
di ogni pensiero, desiderio.
Da padre a figlio
quel sentimento
legato da un filo invisibile
indissolubile.
Da figlio a padre
giorni vissuti, passati
che non tornano più
che non andranno più via.
La routine è una cosa strana,
ti avvicina alla vita e poi te ne allontana.
La routine è una cosa strana,
ogni giorno ti lascia una speranza vana,
dedicarsi pienamente a una cosa pur sentendola così lontana
è come vedere il sole ma non la luce che emana.